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Autore: Layla    02/04/2014    1 recensioni
“In quanto alla seconda…”
Si inginocchia davanti a me e mi porge un anello con un diamante.
“Amalia, vuoi sposarmi?”
Io gli getto le braccia al collo.
“Sì, Yugo, sì!”
Piango di gioia, stavo iniziando a pensare che questo momento non sarebbe mai arrivato!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adamai, Amalia, Un po' tutti, Yugo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La regina degli Elatrop.

Due uomini camminavano lenti, il rumore dei loro passi era attutito dall’erba soffice di un verde brillante.
Erano molto vicini al reame Sadida e la natura iniziava lentamente a dare il meglio di sé stessa.
Il primo indossava un lungo mantello bianco con tanto di cappuccio, solo una parte del volto pallido e dei capelli di un azzurro vivace spuntavano; il secondo invece indossava un buffo copricapo blu mare che aveva due buffe orecchie e terminava con dei ciuffi color crema a mezza schiena.
“Sei proprio sicuro?”
Chiese il primo uomo.
“Sì, Adamai. È lei la mia promessa.
Ci lega un patto e poi per la prima volta è nato un  dofus con solo un drago, aspetta l’umano che sarà suo fratello o sorella e sarà lei.”
“Dovrai cambiare la sua natura, Yugo. Sei sicuro di farcela?”
“Ho portato con me l’elacubo per questo.”
Rispose tranquillo Yugo.
Erano passati parecchi anni da quando aveva visto i suoi amici, ma – diversamente da loro che erano diventati vecchi – lui aveva finalmente raggiunto l’età di vent’anni.
L’età in cui secondo le tradizione elatrop ci si poteva sposare e lui aveva scelto la sua sposa anni prima: Amalia, figlia del re di Sadida.
Erano stati divisi molto a lungo – il tempo che era servito a lui per maturare, imparare a usare tutti o quasi i suoi poteri ed essere degno di essere il re della sua gente – ma non c’era stato giorno in cui non avesse pensato ai capelli verdi di lei, ai suoi occhi scuri e a quella margherita che portava tra i capelli.
Non avrebbe potuto amare o sposare nessuna che non fosse Amalia, a dispetto dei dubbi di Adamai. Suo fratello non capiva, forse perché non era mai stato innamorato.
Il piccolo drago era diventato un giovane drago e poteva assumere una forma umana come Grugal, ma non aveva ancora trovato qualcuna – drago, elatrop o di qualsiasi altra razza – che gli facesse perdere la testa.
“Yugo, potrebbe essere morta o molto vecchia.”
“Non è morta, ho chiesto ad Armand di tenermi informato e lui o Chibi me l’avrebbero detto.
Hai saputo che Chibi gira il mondo con una sua compagnia?”
L’altro annuì.
“Ah, come mi piacerebbe poterlo fare di nuovo. La confraternita del Tofu è stata un’esperienza fantastica.”
Disse con occhi sognanti Yugo, la sua mente ripercorreva tutto quello che era successo, dal castello delle principesse brutte alla battaglia finale con Quilby.
“Sì, è stato molto bello, ma ora ti attendono altri compiti.”
Yugo annuì, lo sapeva che ora il suo compito era quello di guidare gli Elatrop come legittimo re e sperava che Amalia accettasse di essere la regina.
“Siamo arrivati al confine, ci sono le guardie.”
Il ragazzo alzò gli occhi e vide due robusti sadida che li scrutavano torvi.
“Chi siete?”
“Yugo e Adamai, siamo amici della principessa Amalia.”
I due sgranarono gli occhi.
“Quelli della compagnia del Tofu?”
Annuirono entrambi.
“Siete molto cresciuti da quando vi abbiamo incontrato.”
“Crescere è la ragione per cui siamo stati via.
Possiamo entrare?”
“Sì, la principessa sarà felice di vedervi.”
i due sorrisero e oltrepassarono il cancello, Yugo aveva mandato Az ad avvisare del loro arrivo. Percorsero la strada verso il castello tra gli sguardi increduli dei passanti, che probabilmente si chiedevano chi fossero quei due stranieri e come mai il maggiore somigliasse al principe Chibi.
Arrivati al castello trovarono il ciambellano ad accoglierli e li scortò con piacere all’interno, nella prima stanza trovarono un ragazzino che non poteva avere più di quindici anni e che aveva lo stesso copricapo di Yugo, solo che era nero, e i capelli leggermente più chiari.
“Yugo!”
Il ragazzino lo abbracciò.
“Chibi, come sei cresciuto!”
“Sei tornato per Amalia?”
Lui annuì.
“Potrebbe essere troppo tardi.”
Rispose tetro l’elatrop.
Non poté aggiungere altro perché la porta si spalancò ed entrò Armand, re di Sadida e fratello maggiore di Amalia, con il suo seguito.
“Allora, le notizie erano vere! Bentornato, Yugo!
Posso chiamarti così, vero?”
“Certo che puoi, Armand.
Dov’è Amalia? Come sta?”
Il volto di Armand si rabbuiò e i suoi occhi si concentrarono sul disegno del pavimento.
“Forse sei arrivato troppo tardi, Yugo.
Mia sorella giace a letto gravemente malata, le guaritrici non sanno se supererà la notte.”
A Yugo si strinse il cuore, lentamente iniziò a battere sordo nelle sue orecchie.
“Forse posso fare qualcosa per lei, potresti portarmi nella sua stanza, per favore?”
Il re annuì e lo accompagnò alla stanza di Amalia, parlando del più e del meno, principalmente di cose che riguardavano il regno.
Armand si fermò davanti a un porta di legno.
“È la sua stanza, adesso tocca a te!”
L’elatrop aprì la porta e finalmente la vide: il suo volto era segnato di rughe e i capelli non erano più verdi, ma bianchi.
“Amalia…”
Sussurrò piano.
Con pochi passi raggiunse il suo letto e guardò la guaritrice che spargeva polvere magica su di lei.
“Non so se passerà la notte, ho fatto del mio meglio, ma questa malattia è terribilmente tenace.”
“Capisco, lasci che ci provi io.”
La donna gli rivolse uno sguardo sorpreso, ma alla fine lo lasciò fare.
“Adamai, vieni qui, avrò bisogno anche  di te.”
Il drago si avvicinò al fratello.
“Cosa devo fare?”
“Nulla, prendi solo la tua mano e concentrati, ci serve del wafku.”
Yugo stese la sua mano all’altezza dello stomaco di Amalia e una calda luce azzurrina cominciò a uscire dal suo palmo, avvolgendo la principessa in un bozzolo di luce.
Da molto lontano – sebbene fosse vicina – sentì la guaritrice trattenere il fiato. Yugo si concentrò solo su Amalia e sul suo corpo cercando di distruggere tutto quello che non avrebbe dovuto esserci, la dannata malattia.
“È sparita, Yugo.”
“Il nostro lavoro non è ancora finito, Adamai. Pazienta ancora un attimo.”
Dieci minuti dopo il bozzolo atterrò dolcemente sul letto, dissolvendosi in tante particelle luminescenti: al posto  di un’anziana donna ora c’era una ragazza sui diciott’anni, dai lunghi capelli verdi.
Yugo sorrise ad Adamai, ce l’avevano fatta.

 

Ho una paura folle di non riuscire a mantenere la promesse che ho fatto a Yugo.
La malattia sta prendendo il sopravvento e ormai non sono nemmeno più cosciente, la guaritrice si affaccenda intorno al mio corpo, ma sia io che lei sappiamo che è inutile, entro domattina sarò morta.
Morirò senza rivederlo, il solo pensiero mi riempie di paura, più della morte stessa a dire il vero. Nella morte troverò pace e incontrerò di nuovo mia madre, ma non posso farlo prima di aver rivisto lui.
Lui è la mia ragione di vita, colui che ho aspettato per tanti anni e non ho intenzione di cedere proprio adesso.
All’improvviso una luce azzurrina invade la scena, sembra quella dei portali di Yugo, il wakfu. Mi attira a sé – cantando come una sirena – ma non so se seguirla o meno. Mi volto dall’altra parte e vedo il volto sorridente di mia madre.
“Non è ancora arrivato il tuo momento, segui la luce.”
La guardo senza capire.
“Amalia, non è ancora arrivato il momento di vederci. Segui la luce, ti porterà a casa.”
“Io…. Va bene. Ti voglio bene, mamma.”
“Anche io, sono orgogliosa di te. Sei la figlia che avrei voluto vedere crescere.”
Senza dire altro mi avvio verso la luce, asciugandomi una lacrima solitaria senza farmi vedere da lei, la luce mi avvolge come una coperta calda.
Poco dopo sento il morbido materasso della mia camera sotto di me, alzo una mano e noto che non è più avvizzita e piena di rughe, ma liscia come quando avevo vent’anni.
Il mio cuore salta un battito, conosco solo una persona in grado di fare un miracolo del genere.
“Yugo.”
Chiamo piano con una voce che non sembra nemmeno la mia.
“Sono qui, Amalia.”
Lo vedo seduto sul mio letto, tra le sue mani c’è l’altra mia mano e indossa ancora quel buffo copricapo.
“Sono venuto per onorare la promessa, amore mio.”
“Mi sposerai?”
Gli chiedo incredula, lui annuisce piano.
“Ti sposerò, ma prima devo chiederti di fare una cosa per me. Un ultimo sacrifico.
Se non volesse accettare ti capirei, perché ti chiedo molto.”
“Cosa devo fare Yugo?”
Lui prende fiato e mi guarda dritto negli occhi, avevo dimenticato quanto fossero dolci i suoi occhi castani.
“Vorresti diventare un’elatrop e regnare al mio fianco?”
“Ma io non ho un fratello o una sorella drago.”
“Sì, ce l’hai. È nato un dofus con un solo drago e sospettiamo che tu sia sorella.”
Rimango un attimo in silenzio pensando a tante cose: a mio fratello, a Eva e Pan Pan, a Chibi per cui sono come una madre, a Grugal, alla loro compagnia, ai miei doveri come principessa sadida.
Ma potrei davvero assolverli sapendo che ho perso Yugo?
Un senso di gelo mi invade, non potrei essere la principessa che si aspettano senza di lui.
“Va bene, però promettimi che verremo a trovare mio fratello e gli altri.
Credo che Eva e Pan Pan vogliano vederti e poi c’è Chibi e la sua compagnia.”
“Verremo a trovarli, te lo prometto. Ora stringi la mia mano.”
Lo faccio e immediatamente sento il wakfu invadermi e adattarsi al mio corpo, come un buon abito. Dopo non so quanto tempo la mano di Yugo si stacca e io mi tasto la testa: sono cresciute due ali fatte di energia.
“E così è questo che nascondete sotto il cappello.”
Dico divertita.
“Ti ho portato qualcosa. Beh, un paio di cose.”
Fruga nella borsa ed estrae un lungo capello nero con una margherita bianca disegnata su di un lato.
“Ti piace?”
“Lo adoro!”
Me lo metto sorridendo e pensando che mi sta benissimo.
“In quanto alla seconda…”
Si inginocchia davanti a me e mi porge un anello con un diamante.
“Amalia, vuoi sposarmi?”
Io gli getto le braccia al collo.
“Sì, Yugo, sì!”
Piango di gioia, stavo iniziando a pensare che questo momento non sarebbe mai arrivato!
“Allora, devo infilarti questo anello al dito.”
“Così dice la tradizione.”
Con un po’ di fatica, visto che gli tremano le mani, riesce.
Sia io che lui aspettavamo questo momento da tanto tempo e, almeno a me, non sembra ancora che tutto questo sia vero. Finalmente potrò stare con lui e per un po’, non solo per qualche giorno o settimana.
“E tu cosa ne pensi Adamai?”
Il drago mi sorride.
“Yugo è felice, tu sei felice. A me va bene così.
Ti dona il capello!”
Io sorrido, poi mi volto verso la porta da cui sono entrate diverse persone: Chibi, Armand, Alia, suo fratello Morpheus, Marie (la figlia di Armand),Luna (la figlia di Cleo) e Andreas, il figlio di Remington Smiss. Subito dietro di loro ci sono Eva, Pan pan, Cleo e Goultard.
“Amalia!”
L’urlo di Eva e la sua figura superano tutti gli altri e mi abbraccia forte.
“Stai bene, grazie al cielo!
Mi avevano detto che stavi per morire!”
"Sono viva grazie a Yugo e Adamai.”
Lei si stacca da me e guarda incredula i due e poi nota il mio anello e copricapo.
“Ma tu…”
“Diventerò la moglie di Yugo!”
Rispondo eccitata, vorrei mettermi a saltare.
“Ma questo è meraviglioso!”
Lentamente tutti vengono a farmi i complimenti e Armand decide di organizzare un banchetto per questa sera, visto che siamo troppi per festeggiare nella mia camera.
A me va bene tutto, non potrei essere più felice.
Non mi sentivo così viva e felice da quando la compagnia del Tofu girava il mondo per assolvere le sue missioni.
La sera al banchetto ci siamo tutti, dal tavolo si leva un allegro chiacchiericcio, ma non possiamo fare a meno di ignorare che questa sarà probabilmente l’ultima volta che saremo riuniti. C’è già un posto lasciato volutamente vuoto: quello di Ruel.
È morto almeno dieci anni fa.
“Mi piacerebbe visitare la sua tomba, non sono venuto nemmeno al funerale, dici che posso?”
“Io credo di sì.”
Rispondo.
“Chiedi ad Adamai.”
Lui annuisce.
“Certo che puoi Yugo.”
Il mio futuro marito sorride soddisfatto, è sempre stato legato a Ruel più degli altri, perché era un vecchio amico di Alibert, il padre adottivo.
Ormai siamo vecchi, constato, le nostre avventure sono portate avanti da Chibi e gli altri e la cosa mi fa piacere. Per me l’elatrop è come un figlio e sono felice che abbia “ereditato” da me questo tratto del suo carattere.
“E così loro sono la nuova compagnia del Tofu.”
“Si può dire così. Girano il mondo e aiutano chi ne ha bisogno, ho lasciato che Chibi lo facesse pensando che per lui e Grugal fosse un bene, qualcosa che li aiutasse nella loro fututra vita più che stare chiusi nelle mura del palazzo dei sadida.”
“Ottima pensata, almeno sa usare i suoi poteri.”
Si complimenta Adamai.
“Per caso hanno incontrato anche Kris e Maude?”
“Oh, sì. Si sono sposati e hanno un figlio che fa il pappaballer in una squadra di Bragma.”
“Non mi dire… Quanto mi piacerebbe sfidare Kris ancora una volta…”
“Non giocate a pappaball?”
Chiedo leggermente scandalizzata.
“Sì, ma mi fanno sempre vincere,diciamo. In fondo sono il loro re e credo che a loro sembri scortese che io perda.”
Ridacchia imbarazzato.
“Uhm, metterò in piedi una squadra di pappaball quando arriverò.”
“Ottima idea. Serve una delegazione di pappaball elatrop.”
“A proposito Yugo, dove pensate di stabilirvi?”
“Sono venuto a parlarti anche di questo, Armand.”
Yugo risponde a mio fratello che si è intromesso nella nostra conversazione.
“Accennami.”
“Il re di Bonda mi ha concesso un pezzo del suo territorio che confina con il regno sadida, mi domando se tu non possa fare lo stesso.
La maggioranza del mio popolo è composta da bambini e bambine, siamo inoffensivi.”
“Non è il posto dove discutere di queste cose, passa da me domattina.”
Gli risponde sorridendo, non credo gli negherà la terra comunque, sa quanto dobbiamo al popolo di Yugo.
Non appena arriva il cibo iniziamo a mangiare e non c’è posto per altre domande, anche se credo ce ne faranno, anche solo per sapere la data del matrimonio.
A proposito, Yugo non me ne ha parlato, quando ci sposiamo?

 

Un anno dopo sono nel regno degli Elatrop e alcune delle mie dame mi stanno acconciando i capelli in modo che sembrino carini e si possano nascondere le ali di wakfu in modo decente.
Ci si sposa una volta sola e bisogna essere assolutamente perfette quel giorno.
Eva mi guarda malinconica, seduta sul letto accanto a Cleo e ogni tanto la sorprendo a guardarsi le mani triste. È diventata vecchia e – purtroppo – so che tra un po’ piangerò sulla sua tomba come ho pianto su quella di Ruel, nonostante i nostri continui battibecchi.
Forse solo Cleo può capire quello che provo, visto che non invecchierà mai essendo una dea.
“Eva, tutto bene?”
Le chiedo dopo un po’.
“Sì, certo. Sono felice che tu e Yugo possiate finalmente sposarvi, solo stavo pensando che mentre tu sei nel fiore degli anni io sono un’ocra di mezza età.
Ormai mi limito a esercitarmi con l’arco in giardino, come faceva mia madre prima di me, e mi mette un po’ tristezza.”
“Anche a me mette tristezza, perché prima o poi vi perderò come abbiamo perso Ruel.”
Eva tace e guarda per terra, io ritorno con la mente al giorno in cui abbiamo visitato la sua tomba.

{È un giorno di tarda primavera, delle nuvole grigie – presumibilmente cariche di pioggia – incombono sul luogo desolato dove vive la famiglia Stroud.
È solitamente è un luogo secco, spazzato dal vento, oggi sembra che tutte le nuvole del circondario si siano date appuntamento qui per rendere ancora più tetro il luogo.
Yugo apre il cancello del cimitero e quello cigola sinistramente. Camminiamo tra le tombe e raggiungiamo un mausoleo imponente, io e il mio ragazzo entriamo e troviamo il volto familiare del nostro amico con incise le date di nascita e di morte e il nome.
Yugo accarezza lentamente tutto e mi accorgo che ha gli occhi lucidi.
“Lui c’è sempre stato quando io avevo bisogno di lui, mi ha accompagnato due volte in viaggi che riguardavano la mia gente e  quando lui aveva bisogno di me io non ci sono stato. Sono stato davvero un pessimo amico.”
“Yugo, Ruel aveva capito che c’era in ballo qualcosa di importante.”
“Non importa Amalia, almeno per un giorno avrei potuto sospendere i miei allenamenti e non sarebbe successo nulla.”
Io non gli dico nulla, la sua logica funziona purtroppo.}

All’improvviso Eva sorride.
“Ehi, tra poco ti sposi! Via la tristezza e sorridiamo per questo miracolo.”
Io e Cleo sorridiamo di rimando e finalmente sono pronta per sposarmi: indosso un semplice abito bianco senza maniche, le ali di wakfu si confondono con i capelli e i fuori che ho tra i capelli.
“Stai benissimo.”
Eva mi appunta il velo di tulle e Cleo mi mette in mano il bouquet di margherite, i miei fiori preferiti. Un discreto bussare ci avverte che qualcuno sta per arrivare e non può essere altri che mio fratello.
Armand mi guarda sorridendo.
“Stai benissimo, Amalia. Papà sarebbe felice di vederti così.
Sei pronta? Possiamo andare?”
“Lasciate andare prima noi e poi, tra un quarto d’ora, partite.”
Lui annuisce e si siede sul mio letto.
“Non credevo che la piccolina di casa si sarebbe mai sposata.”
“Invece i miracoli accadono, eh?”
Gli dico sorridendo, senza riuscire a nascondere una punta di nervosismo.
“Preoccupata?”
“Sì, ma tutte le spose lo sono.”
Trascorriamo il resto del tempo in silenzio, poi finalmente lui mi prende per mano e mi fa uscire dalla stanza e dal palazzo per poi salire sulla carrozza che ci porterà al luogo vero e proprio della cerimonia: uno spiazzo verde non troppo lontano dalla statua di Pan Pan.
Gli altri sono già tutti là, ovviamente, e quando mi vedono si alzano tutti in piedi. Percorro lo spazio che separa le file dei banchi con tutta la calma che riesco a trovare, solo quando sono vicina all’altare mi sento meglio perché incrocio gli occhi di Yugo.
Finalmente prendo il mio posto e il prete inizia a officiare una cerimonia che non ascolto, mi sveglio solo per le promesse matrimoniali e lo scambio degli anelli.
La mia mano trema quando deve mettere l’anello all’anulare di Yugo, lo stesso succede a lui, ma alla fine ce la facciamo sorridendo come due scemi.
“E ora lo sposo può baciare la sposa.”
Ci baciamo tra gli applausi.
Teoricamente dovrebbe esserci una festa di nozze, ma abbiamo deciso di posticiparla e fare prima il viaggio di nozze, così Adamai si trasforma in drago e mio marito mi porge la mano.
Saliamo sul dorso e salutiamo tutti con un gesto della mano, Adamai prende il volo e presto siamo tra le nuvole.
“Tutto questo è meraviglioso, grazie!”
Sussurro a Yugo.
“Di nulla, sei la mia sposa e ti amo.”
“Ti amo anche io.”
E sul dorso del drago mi sento ancora una volta libera e ho capito perché.
Io posso essere libera solo se Yugo è al mio fianco.
La cosa mi fa sorridere felice e dimenticare tutti gli anni bui, sono in paradiso adesso.
Siamo due sagomi felici che si stagliano nel cielo.

 

   
 
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