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Autore: Cygnus_X1    03/04/2014    18 recensioni
Un trono usurpato. Una ragazza in cerca di se stessa. Una maledizione mortale.
~~~
Myrindar ha diciassette anni e un marchio nero sul petto. Una maledizione che l'accompagna da sempre, che le dà il potere di uccidere con il solo tocco. Salvata dal Cavaliere Errante Jahrien dai bassifondi di una città sconvolta dalla guerra, Myrindar ha vissuto in pace per cinque anni, dimenticandosi dei conflitti, con una famiglia che l'ha accolta con amore.
Tutto cambia quando nel villaggio dove abita giungono i guerrieri dell'Usurpatore a cercarla. Myrindar è costretta a fuggire, guidata da una misteriosa voce che le parla nei sogni, alla ricerca dell'esercito dei Reami Liberi e dei Cavalieri Erranti. Ma il nemico più pericoloso non è l'Usurpatore, né il suo misterioso braccio destro; è la maledizione che la consuma ogni giorno di più e rischia di sopraffarla.
Tra inganni, tradimenti e segreti del passato, tra creature magiche e luoghi incantati, Myrindar si ritroverà in un gioco molto più vasto di quanto potesse immaginare; perché non è solo una guerra per la libertà, quella che sconvolge i Regni dell'Ovest. Non quando antiche forze muovono le loro pedine sul campo di battaglia.
[High Fantasy]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Prologo

La bambina dagli occhi di foschia


 

L



a guerra era arrivata anche tra quelle regioni del pacifico regno di Thral, fin sotto quelle mura. Si sentiva nell’odore di fumo e acciaio di cui era impregnata l’aria, si vedeva nella desolazione vuota delle strade di quella città, Antya, che portava il pesante epiteto di Inespugnabile. E inespugnabile lo era stata davvero, ai tempi delle Fate e degli Elfi, quando sulle sue mura bianche erano incisi misteriosi e potenti incantesimi, e quando gli eroi delle leggende combattevano per la libertà delle genti. Ma ora quei tempi erano andati per sempre, e le Fate e gli Elfi erano scomparsi, gli incantesimi se n’erano svaniti con loro, gli eroi non esistevano più e quella era solo una città con una reputazione troppo pesante da difendere.
Tutto questo passava per la testa di Jahrien, distraendolo dal suo compito di pattuglia delle strade. Si intuiva che quella città era stata bellissima, si intravedeva negli spiragli che restavano dello splendore perduto per sempre, si avvertiva l’aura di epica grandezza ormai sbiadita negli angoli di edifici maestosi, nella pietra chiara delle strade, nelle decorazioni leggiadre che sbucavano qua e là dal nulla come una sorpresa.
Ora tutto era illuminato dalla gloriosa e bronzea luce del tramonto, che faceva spiccare ancora di più la decadenza di una città che un tempo era stata una delle leggendarie città delle storie antiche, ma che adesso era il fantasma pallido e grigio di quella passata grandezza. Il cuore del ragazzo straripava di tristezza al pensiero di quello che attendeva quella città, quelle genti. La sua attenzione tornò alle strade. Cercava chiunque fosse ancora lì, fantasmi di una città fantasma. Presto l’esercito dell’Usurpatore sarebbe stato là, e per quel momento tutti gli abitanti dovevano essere portati in salvo.
Erano ormai due mesi che lui e il suo maestro erano lì a combattere per quel piccolo regno. Loro erano Cavalieri Erranti, era loro compito difendere la pace. O meglio, questo era stato prima dell’ascesa dell’Usurpatore: ora il loro compito era diventato combattere per i piccoli regni minacciati dalla sua tirannia.
A dire il vero Jahrien non era ancora propriamente un Cavaliere Errante: aveva quindici anni, ne mancava ancora uno all’investitura. Era apprendista da quando aveva sei anni, e un po’ non vedeva l’ora di essere un Cavaliere a tutti gli effetti, un po’ ne aveva paura. Ma il suo maestro aveva fiducia in lui.
Era così perso nei pensieri che quasi non si accorse del lieve rumore che proveniva da uno stretto vicolo alla sua sinistra. Jahrien si bloccò nel mezzo della strada, credendo di averlo immaginato, ma subito dopo lo sentì ancora. Era il pianto di un bambino.
Il ragazzo si mosse sicuro verso il rumore. Il vicolo era così stretto che la luce del sole già non ne raggiungeva il fondo, rendendolo inaspettatamente buio. C’era un mucchio di stracci laceri in un angolo: il pianto veniva da lì. Jahrien si avvicinò piano, con cautela, per non spaventare ancora di più il bambino nascosto, poi scostò lentamente una logora coperta.
Non era un bambino, era una ragazzina. Doveva avere undici o dodici anni ed era minuta e sporca, avvolta in un vecchio vestito con la gonna strappata che sembrava troppo grande di svariate taglie. I suoi capelli erano un groviglio nero come la notte, che le ricadeva sul volto coperto dalle mani.
Quando si accorse di lui, la ragazzina strillò e si ritrasse di scatto, piangendo ancora più forte, terrorizzata. Jahrien cercò di calmarla.
«Stai tranquilla, non voglio farti niente di male. Voglio aiutarti.»
Le tese una mano, ma lei indietreggiò ancora con un urlo.
«Non voglio farti del male...»
Lei lo guardò, e il ragazzo si accorse che aveva due occhi enormi, grigi come la nebbia di novembre, che straripavano disperazione pura.
«No... non ho paura di te» disse la ragazzina con voce sottile. «Lo so che non vuoi farmi del male. Ti ho visto che aiutavi i feriti, dopo la battaglia di ieri... ma... io ti farò male. Ti prego, vai via...»
Jahrien non capiva cosa volesse dire, ma non l’avrebbe lasciata in balia dell’Usurpatore.
«Sono certo che non mi farai del male. Vieni con me. Ci sarà la guerra, ti uccideranno se resti qui.»
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
«Lasciami qui, ti prego... non voglio che tu muoia...»
Scostò un poco il vestito, e il ragazzo notò un disegno nero che spiccava quasi con violenza sulla sua pelle pallida, all’altezza dello sterno: un ragno e un teschio. La stoffa tornò a coprire il marchio, ma Jahrien aveva capito subito. Guardò la ragazza mentre una strana sensazione cresceva dentro di lui.
«Hai capito, vero? Sono maledetta...» sussurrò lei. «Uccido tutti quelli che tocco...»
Beh, lui non l’avrebbe lasciata lì, maledizione o no.
«Riesci a camminare?»
Gli occhi le saettarono a una brutta ferita che le deturpava una gamba, e scosse la testa. Jahrien allora corse fuori dal vicolo, fischiò e si fece lanciare una coperta da uno dei collaboratori del suo maestro. La porse alla ragazzina, che se la avvolse strettamente intorno, sbucando solo con il viso. Allora il ragazzo la prese in braccio, stupendosi di quanto fosse leggera. Era davvero magrissima.
«Ti cureremo la ferita, vedrai. La tua famiglia dov’è?»
Ma lei scosse la testa.
«Loro... mi hanno abbandonata. Quando ho scoperto la maledizione.»
«Mi dispiace...»
Lei scrollò le spalle, come per dire che non le importava.
«È stato tanto tempo fa.»
«Ti troverò una famiglia. Qualcuno che ti voglia adottare. Va bene?»
La ragazzina lo guardò con gli occhi spalancati dallo stupore.
«Davvero lo faresti?»
«Certo. Perché non dovrei?»
«Sei davvero buono.»
Jahrien le sorrise.
«Mi dici come ti chiami?»
Lei esitò un attimo, e lo sbirciò da sotto la cortina di capelli aggrovigliati con quei suoi occhi grigi.
«Myrindar» sussurrò, infine.










 
******* Famigerato Angolino Buio *******
Buonasera, viandanti di EFP, e benvenuti in questa storia :3
Si tratta di una storia che vagava non scritta nella mia testa già da quando ero bambina, ora ho trovato il coraggio di risistemarla e pubblicarla.
Spero che vi piaccia! ^^
Vi lascio con un'immagine che ho trovato errando raminga per Google Immagini e che trovo si addica molto a Myrindar.
Alla prossima!

Vy

 
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[EDIT 16/08/15]
*Dlin-dlon* Comunicazione di servizio.
Questa storia l'ho iniziata più di un anno fa, sulla base di un'idea che avevo già da quand'ero bambina. I capitoli fino al 14 ("Scintille") sono stati scritti con uno stile ancora incerto e piuttosto approssimativo e necessiterebbero di una revisione - prometto che la faccio, davvero, la sto rimandando da secoli :/ - mentre dal 15 in poi, essendo più recenti, sono si spera migliori (o almeno, a me sembra di notare uno scarto abbastanza evidente).
Una volta finito di scrivere, quindi, passerò alla revisione.
   
 
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