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Autore: Michan_Valentine    06/04/2014    2 recensioni
Marlene compie gli anni e c'è una festa da preparare. Ma le cose non vanno propriamente come Tifa ha programmato...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Materia Arancione'
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Tifa aprì lentamente gli occhi e gemette. Era stesa sul pavimento e le faceva male la testa. Forse cadendo era sbattuta; anche se l’intontimento generale degli arti le suggeriva più che altro i postumi di una sbronza. Solo che lei non aveva bevuto.

-Yuffie…- chiamò.

Era confusa. Anche un po’ preoccupata. C’era stato quel lampo di luce abbagliante e poi aveva perso cognizione di sé. L’ultima cosa che ricordava era la ninja che si agitava, entusiasta per la Materia arancione che aveva trovato in quel piccolo negozio di antiquariato.

Il commesso ha detto che il divertimento è assicurato! A Marlene piacerà tantissimo! Renderò la sua festa di compleanno indimenticabile, un vero spasso! Sarà fichissimo!”

Certo, come no. Davvero spassosi i bernoccoli! Si passò la mano sul capo e si alzò lentamente, cercando di fare mente locale. Non incontrò bozzi ma le dita percorsero in breve la lunghezza dei capelli, ritrovandosi ad accarezzare il nulla ben al di sopra delle spalle. Un momento! I suoi capelli erano… corti. Troppo! Che cosa era successo?!

-Tifa? Per la miseria, è proprio Tifa!-

La voce profonda di Vincent la strappò dai ragionamenti. E dalle possibili recriminazioni. Diresse lo sguardo da quella parte e incontrò l’austera figura del pistolero, che la osservava di rimando grattandosi la testa. Sembrava… imbarazzato, ecco. Proprio lui. Vincent Valentine. L’impassibile ex Turk che sapeva esprimersi meglio a pistolettate che a parole. Schiuse le labbra, sempre più perplessa.

-Vincent?-

Il diretto interessato si strinse nelle spalle e si lascò scappare una risatina. Di conseguenza restò letteralmente di sasso, gli occhi e la bocca sgranati.

-Niente panico!- proclamò prontamente l’altro, protendendo le mani in avanti, i palmi aperti ed esposti -Ok, ok, lo so, me l’avevi detto. Non ci giocare. E’ pericoloso, non sai come funziona! E… sì, avevi ragione. Ma sai… non ti arrabbiare. Non ti fa bene alla salute. E poi ti escono le rughe. E ti si ingrossa il fegato. Ti aumenta la pressione. La bocca si fa amara… e poi… diventi verde. A Godo succede sempre e non credo che a Cloud piaccia il color bile. Personalmente ritengo che non ti doni. E non dona nemmeno a me. Perciò… ecco…-

Scosse il capo, cercando di incolpare la botta in testa di tutto. Che cosa aveva appena detto? Parlava troppo, si muoveva troppo; e, oltre a esprimersi come Yuffie, era quasi certa che fra una parola e l’altra non avesse preso aria nemmeno una volta.
A riscuoterla ci pensò il successivo, profondo sospiro che percepì alle sue spalle. Si voltò a guardare e le sembrò di trovarsi di fronte a uno specchio. Solo che c’era qualcosa di diverso, di sbagliato nella Tifa che se ne stava poggiata con la schiena contro la parete del Seventh Heaven, a braccia incrociate e capo chino. Ad esempio l’espressione spenta e un po’ cupa che caratterizzava solitamente l’impassibile Vincent Valentine.

In quel momento l’accaduto le si profilò nella mente più chiaro di quanto avrebbe voluto; e per un attimo le sembrò di svenire. Arretrò di un passo e corse con lo sguardo al proprio corpo, tastandosi in lungo e in largo. Fascia sulla fronte, pantaloncini, top scuro in stile hawaiano e stivaletti bianchi. E seno piatto. Lei. Che a tredici anni già portava la seconda di reggiseno.

-Ehi vacci piano che si consuma!- obbiettò Vincent. O meglio, Yuffie. –E che hai da stare lì a guardarle? Scommetto che sei colma di rimpianto. E chissà quante volte ti sarai invece lamenta per il dolore alla schiena! E io che dovrei dire? L’unica volta che ho l’occasione per sperimentare l’ebbrezza di un gran bel paio di tette… ecco che Valentine mi frega il posto. E io ovviamente mi ritrovo più piatta di prima!-

Un altro sospiro, se possibile più profondo del precedente, si levò dalle parti dell’ex Turk. Lo capiva. Eccome se lo capiva! Quell’imprevisto era una bella seccatura per tutti. Con quel prosperoso davanzale di mezzo, poi, doveva riuscirgli difficile incrociare le braccia al petto come stava facendo. Improvvisamente arrossì dalla punta dei piedi alla radice dei capelli. Vincent Valentine era nel suo corpo! Anche se non era né Barret né Cid e si comportava sempre in maniera morigerata restava pur sempre un uomo! E non si trattava di Cloud. E se avesse avuto bisogno di andare in bagno?

-Yuffie!- sbraitò quindi –Ti rendi conto di quello che hai combinato stavolta? E ora come facciamo?! La festa è stasera e ci sono ancora un mucchio di cose da preparare! E c’è il bar da mandare avanti! Barret tornerà presto. E prima o poi arriveranno anche gli altri. Con questa confusione non ho tempo di stare dietro a tutto e…- s’interruppe, accorgendosi soltanto in qual momento di aver dimenticato qualcuno –Marlene! E Cloud? Dove sono?!- strepitò, dimentica di quanto la voce di Yuffie potesse risultare acuta.

Non attese risposte. Sì guardò freneticamente attorno ma non vide né l’uno né l’altra.

-Stanno bene. Se così può dirsi.- commentò Vincent; e sentire la sua voce così atona provenire da qualcun altro che non fosse lei -o meglio, che era lei… ma non proprio lei- le fece una certa impressione.

-Stanno benone, altroché! Se lo dici con quel tono qualsiasi cosa sembra una tragedia!- ribatté Vincent. Cioè Yuffie.

Proprio allora sentì rumore di passi provenire dal piano superiore. Si voltò e vide Cloud e Marlene scendere le scale. L’ex soldier teneva la piccola per mano. Erano così carini assieme. In qualche modo Marlene riusciva sempre a tirare fuori il lato tenero delle persone. Perfino Vincent non ne era immune!
La sola vista la fece sospirare di sollievo. Si rilassò, si aprì in un sorriso e andò loro incontro, grata che qualcuno fosse scampato a quell’assurdità.

-Cloud… sono così sollevata.- fece, puntando le iridi color mako del giovane.

Un leggero colpo di tosse ne richiamò l’attenzione più in basso.

-Tifa. Sono qui.- indicò la voce di Marlene.

Tifa andò con lo sguardo dall’uno all’altra, sconvolta; mentre Cloud, cioè Marlene, le rivolgeva un sorriso dolcissimo che per poco non la mandò k.o.. Decisamente… non era Cloud. Purtroppo.

-Yuffie!- strepitò nuovamente, suo malgrado con le guance imporporate -Come lo spiego a Barret, me lo dici?! Avevo delle responsabilità, dei doveri nei confronti della piccola Marlene e…-

-Yuffie, sì. Lo so come mi chiamo. E t’informo che strillarlo ai quattro venti non servirà ad annullare l’effetto della magia.- puntualizzò la diretta interessata, agitando le lunghe braccia di Vincent Valentine –E poi dov’è il problema? Ho tutto sotto controllo. Dammi mezz’ora, anzi no… venti minuti- magari anche dieci- e vedrai! Nel frattempo basterà non dire niente allo scimmione e le cose torneranno come prima senza che se ne accorga. Giusto, Marlene?-

-Sto bene, Tifa. Non devi preoccuparti. Troveremo una soluzione e annulleremo la magia prima di stasera.- ribadì Cloud. Cioè Marlene.

A fare eco ai propositi ottimisti giunsero in coro i sospiri mogi di Vincent e Cloud, stavolta quelli veri. Dal canto suo si passò la mano sulla faccia, ancora stravolta. Non avevano tutto il tempo del mondo per rimettere a posto la situazione, non se si considerava il bar da gestire e i preparativi per la festa da fare. Bisognava ancora pulire la sala, attaccare gli striscioni, gonfiare i palloncini, preparare il buffet e andare a ritirare la torta dal pasticciere… ma figurarsi se Yuffie poteva tener conto di tutto! In più con l’arrivo degli ospiti la confusione sarebbe aumentata. Scrollò le spalle. Magari sarebbero effettivamente riusciti ad annullare la magia prima di sera, come diceva Marlene.

A quel pensiero ebbe un’illuminazione.

-Cloud!- sbottò, puntando la bambina, che se ne stava quieta in un angolo a fissare i presenti con aria un po’ spenta –Possiamo usare la Materia! La Materia ha causato questo guaio e la Materia può risolverlo! No?-

Marlene –o meglio, Cloud- scosse il capo e fece spallucce.

-Ci ho già provato. Mentre eri svenuta. Non ha funzionato.-

-Dobbiamo aspettare che la magia esaurisca il suo effetto.- intervenne Vincent.

Non sapeva come, ma l’ex Turk riusciva a rendere il suo normale, dolce tono di voce più ruvido, più basso… e più sexy. Quando e se sarebbe rientrata in possesso del suo legittimo corpo, avrebbe provato a sussurrare alle orecchie di Cloud in quel modo…
Scacciò quel pensiero dalla testa. Aveva cose nettamente più importanti di cui occuparsi. Intanto Vincent aveva ragione. E Yuffie pure, a modo suo. Perciò, per evitare di scatenare l’ira di Barret -e quindi un terremoto- bisognava organizzare un piano di battaglia.

-Molto bene.- fece quindi –Non possiamo starcene con le mani in mano. C’è una festa da organizzare. Perciò cerchiamo di collaborare. Vincent, so che ti chiedo molto, ma dovresti occuparti del bar.-

-Credo di non avere alternative.- ribatté il diretto interessato.

-Mah! Come sei drastico! DRA-STI-CO! Ci sono un sacco di alternative. Anche per i Valentine –che sono una specie a sé! Innanzi tutto potresti rinnovare il guardaroba. Eppoi, ogni tanto, eh, giusto per cambiare, un po’ di entusiasmo –fervore, ardore, trasporto, passione- potresti anche dimostrarlo. Anche gli ormoni sono un’alternativa. Il testosterone, ad esempio. Usalo per rimorchiare. Non ora, perché sarebbe un po' complicato.- lo canzonò Yuffie di rimando, giocando con artiglio e mantello: poi si guardò i piedi –BIGFOOT.- soggiunse, non richiesta.

-Yuffie!- in coro, mentre fra tutti a ridacchiare fu solo Cloud. Ovvero Marlene.

-Cosa?!- sbottò la ninja con un saltello che Valentine non avrebbe mai compiuto in nessun caso e in nessun dove –E comunque io mi occupo della torta. Vado e torno. Giuro che non l’assaggio. Lo giuro… ehm… sui piedoni sacri di Vincent. E sull’artiglio dorato. E sulla mia nuova Vincentezza.-

-No.- fece Vincent, secco, sciogliendo infine la morsa delle braccia e distaccandosi dalla parete.

Non era femminile nel muoversi, constatò. Ma doveva ammettere che possedeva ugualmente una certa eleganza. Le dava un’aria più matura, s’accorse infine. Quasi solenne. E, nel guardare il suo corpo sfilarle innanzi in quel modo, Tifa provò un brivido scivolarle lungo la schiena. Era impressionante. Non si sarebbe mai abituata a quella situazione, ma d’altronde per gli altri doveva essere lo stesso. Anche peggio, se pensava al povero Cloud nei panni della piccola Marlene. E a come Yuffie si agitava nei panni del pistolero.

-Vince, so che sei arrabbiato. Per la storia dei piedi, etc. O perché magari ho preso in prestito il tuo corpo. Ma dobbiamo aiutare Tifa a fregare Barret. Cioè, a non far preoccupare Barret. Ho detto fregare? No, no. Ci tengo alla salute del gorilla, io. E anche all’osso del mio collo. Perciò…-

-Yuffie deve restare qui. E’… pericolosa.- continuò Vincent, come se non l’avesse nemmeno sentita.

-PERICOLOSA?- sbottò la diretta interessata –E’ stato un incidente. In-ci-den-te. E nessuno si è fatto male. Naturalmente fai bene a temere le mie indiscusse capacità di ninja ma…-

-Mi riferisco a Chaos.-

Calò il silenzio. Non c’erano dubbi in proposito. Il corpo di Vincent era sempre stato misterioso per tutti. Probabilmente anche per il legittimo proprietario. E affidare Chaos al controllo esclusivo di Yuffie era come mettere un mitragliatore nelle mani di un bambino. Marlene –cioè Cloud- si fece avanti.

-E’ deciso. Yuffie resta qui. TRANQUILLA.- stabilì, con la voce tenera e l’espressione mortalmente seria.

-Puoi fare le pulizie. O gonfiare i palloncini. Attaccare gli striscioni di buon compleanno, magari. Marlene ti darà una mano.- propose.

-Sì! Adoro i palloncini!- confermò la più piccola, col sorriso dolce e gli occhi grandi che rendevano Cloud infantile e tremendamente carino.

Non ce li vedeva proprio Vincent e Cloud a gonfiare palloncini colorati fianco a fianco, alla stregua di due bambini. Ma non c’erano alternative. E se il vero Vincent fosse riuscito a gestire il bar, lei avrebbe potuto tranquillamente ritirare la torta e preparare il buffet. Poteva quasi funzionare. Dopotutto non era la prima volta che si trovavano ad affrontare situazioni strampalate. Era successo lo stesso quando aveva seguito Don Corneo per ricavare informazioni e Cloud si era travestito da donna. Oppure quando Yuffie aveva rubato loro tutte le Materia, costringendoli a giocare ad acchiapparello per le strade di Wutai.

-Perfetto, allora. Questo è il piano.- proclamò.

-E io che faccio?- domandò Marlene. Ovvero Cloud.

-Tu sorridi, giochi con le bambole e corri fra le braccia di papà appena Barret varca la soglia di casa. Ecco quello che fai, Signor Spruzzettodisole!- sputò la ninja.

-Tranquillo, Cloud. Ti presto i miei giocattoli!- convenne Marlene, mani sui fianchi ed espressione allegra.

L’ennesimo sospiro, generosamente offerto da Cloud e Vincent, riempì la stanza; e stavolta Tifa non riuscì a trattenere il sorriso. In qualche modo non era più nemmeno arrabbiata.
 
Ed eccoci alla fine del primo capitolo. Ora potete lanciarmi appresso pomodori e frutta marcia. ùù' Riusciranno i nostri prodi a farla franca? Fatemi sapere cosa ne pensate! xD 
CompaH
   
 
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