Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku.
Lunedì 5 giugno, 13.31
Con un sospiro di sollievo, Kaori depositò il resto dei suoi bagagli nel
corridoio e si passò le mani tra i capelli. La parte più difficile era passata
e fu con un sorriso di soddisfazione e di trionfo che guardò le tre valigie
posate sul pavimento. Era vero che portare tre valigie al quinto piano e senza
ascensore poteva essere considerato come uno sport di alto livello. Le c’erano
voluti non meno di tre viaggi per farlo ed ora era completamente a pezzi.
Come aveva previsto, Ryo non era lì per aiutarla e neppure per accoglierla.
Aveva lo stesso compiuto lo sforzo di avvisarlo due giorni prima del suo
ritorno perché il “signor Saeba” potesse aiutarla in questo compito. Ma no,
ancora una volta, si era fatta un film immaginando che lei avesse potuto
mancargli un pochino e che Ryo, per una volta, fosse lì con un gran sorriso e
qualche buona intenzione.
I nervi a fior di pelle, Kaori tirò un calcio ad una delle sue valigie, ma se
ne pentì amaramente. Imprecò e si mise immediatamente a saltellare sul posto
per far passare il dolore.
Messe le sue cose in camera, Kaori di diresse con
passo leggero verso il salotto e non riuscì a reprimere un urlo d’orrore quando
vide com’era ridotto. Riviste, resti di cibo, vestiti sporchi sparsi un po’
dappertutto sul pavimento e sul divano. A giudicare dello stato della stanza,
Ryo non aveva fatto tante pulizie da quando era partita. Si era lasciato vivere
come sua abitudine e non aveva cambiato niente di queste irritanti piccole
manie.
Kaori avanzò lentamente nel salotto e si mise a contare le scatole di pizza e
di zuppe preparate che decoravano (si fa per dire!) il pavimento. Non potè impedirsi di sorridere e penso che questa cara Erika non aveva, in fin dei conti, alcun dono per la cucina e le
pulizie.
Decisamente, Ryo Saeba non poteva fare a meno di lei. Freneticamente, si mise a
ridacchiare tra sé ma si diede immediatamente della pazza.
Passò tutto il resto del pomeriggio a rendere presentabile quel posto, e ancora
non aveva visto lo stato della cucina. Senza alcun dubbio, Kaori si sentì
ancora più esausta.
Cat’s Eye,
quartiere di Shinjuku
Lunedì 5 giugno, 16.26
Lo sguardo di Miki esplorò con una piccola punta di desolazione il suo bar,
vuoto. Erano appena le 16.30, voleva dire l’ora in qui i clienti affluivano
numerosi, e Ryo gli aveva già fatti fuggire tutti. Era vero che vedere un uomo
come Umibozu mettersi in collera e scaraventare un
cliente, che giustamente si chiamava Ryo, contro il muro era allo stesso tempo
spaventoso ed impressionante. Di che rovinare la clientela di un bar!
Miki lanciò uno sguardo assassino a Ryo che cercava disperatamente di
nascondersi nella sua tazza di caffè. Aveva talmente fretta che Kaori tornasse
e la sbarazzasse un po’ di questo esasperante Stallone di Shinjuku. Mai avrebbe
pensato che sarebbe stato così tanto perso senza Kaori!
La campanella della porta del caffè tintinnò e Mick Angel fece la sua comparsa.
Apparentemente, era d’umore eccellente e metteva in mostra un sorriso degno di
un attore di pubblicità per dentifrici. Si avvicinò a Ryo e gli diede una pacca
sulla spalla.
- Allora Ryo, ti sei ripreso dalla festa di questa notte? Era da molto tempo
che non ci divertivamo così!!
Ryo borbottò qualcosa d’incomprensibile e svelò il suo viso stanco e con le
occhiaie al suo amico.
- Si, certo, ma non sei tu quello che deve sistemare
tutto l’appartamento prima che Kaori tornì. Non ho nessuna voglia che creda che
non posso vivere regolarmente senza di lei!!
Miki sbuffò con forza e si raschiò la gola. Che faccia tosta!!
Quando Ryo non era a casa, era o al bar o semplicemente de lei e Falcon. E
tutto questo cominciava seriamente a darle sui nervi.
Mick estrasse una sigaretta e chiese a Miki un caffè.
- Appunto, la verità è che tu non puoi vivere senza di lei, e ammetto che ti
capisco. Manca molto anche a me!!
La campanella della porta tintinnò di nuovo e questa volta, fu una Kaori tutta
abbronzata e tutta sorridente che fece la sua comparsa. Vestita con una
canottiera bianca e dei pantaloncini in jeans, sembrava particolarmente in
forma (anche dopo tre ore di pulizie no-stop!!).
- Chi è che ti manca Mick?
Miki prese Kaori tra le braccia e Mick le sorrise con dolcezza.
- Indovina?
BANG!!! Ryo caddè dalla
sedia quando sentì il suono della voce di Kaori. Non doveva rientrare prima di
domani e l’appartamento era un vero porcile. Probabilmente aveva immaginato
delle cose tipo che il più grande sweeper del Giappone non poteva vivere senza
di lei e questo, lui, non lo voleva.
Kaori s’inginocchiò accanto a Ryo, gli sorrise a
trentadue denti e tirò fuori un piccolo martellino della sua borsa.
- Aveva sperato, Ryo, che tu saresti stato lì per accogliermi e che avessi
tenuto l’appartamento in uno stato un po’ più presentabile. BANG!!! (piccola martellata). Devo ricordarti che non sono la tua
domestica e che sei abbastanza grande per tenere in
ordine le tue cose!!! BING!!! (media martellata).
Ryo si inginocchiò rapidamente davanti alla sua socia e si prostrò di fronte a
lei.
- Aspetta Kaori!! Tu dovevi rientrare domani e non
oggi! Avevo intenzione di fare le pulizie, te lo giuro!!
Kaori restò interdetta dalle parole del suo socio. Fece un rapido calcolo sulle
sue dieci dita e si mise a ridere nervosamente. Colpì dolcemente e gentilmente,
questa volta, il braccio del suo socio e si scusò.
- Mi dispiace Ryo, credo di essere tornata con un giorno in anticipo!!!
Miki e Mick scoppiarono a ridere di fronte la faccia distrutta di Ryo e
chiesero a Kaori come aveva trascorso le vacanze.
Mick trovò Kaori semplicemente sublime. La sua pelle abbronzata contrastava con
il biancore della sua canottiera, i suoi capelli si erano allungati di qualche
centimetro e qualche ciocca si era schiarita al sole. Sembrava aver trovato la
sua forma ideale e il suo corpo pareva più muscoloso di prima. Ma soprattutto,
aveva uno splendido sorriso e degli occhi che brillavano di malizia. In breve,
era felice di vivere e Mick era contento per lei. Del resto, lui non era il
solo ad aver notato i cambiamenti intervenuti in Kaori.
Miki era più che estasiata e sollevata per la sua amica e Ryo completamente
assorto dalla bellezza che emanava la sua socia. Era ancora per terra e ne
approfittava per guardarla sotto tutti gli aspetti. Mai nella sua vita, l’aveva
vista così allegra e così radiosa. Improvvisamente si sentì geloso delle
persone che le avevano portato questo buonumore e soprattutto geloso dell’uomo
per il quale lei aveva compiuto tutti questi sforzi. Perché sapeva bene che
solo un uomo poteva spingere una donna a rendersi bella. E nel più profondo di
sé, sperava che quel uomo, fosse lui.
I tre amici si sistemarono al bancone mentre Kaori si destreggiava con i regali
che aveva portato dalle vacanze. Mick e Ryo spalancarono gli occhi stupiti
davanti la loro camicia hawaiana mentre Miki si meravigliò davanti una
magnifica conchiglia rosa trovata sulla spiaggia. Kaori tirò fuori un’enorme
camicia per Falcon e precisò a Miki che era stata fatta a mano e su misura. Ryo
guardò la sua socia con aria sospettosa.
- Dimmi Kaori, dove hai passato le vacanze esattamente?
Kaori diventò rossa come un pomodoro e si torturò le mani.
- Ti giuro che se non sapevo che la sua casa in campagna fosse alle Hawai.
Le spalle di Ryo si afflosciarono di colpo e si poterono sentire come dei
piagnucolii uscire dalla sua bocca.
- Mi dispiace Ryo... la prossima volta chiederò ad Akari
se puoi venire con noi!
Lungi dal preoccuparsi di Ryo, Kaori fece con gioia un’esposizione delle sue
attività alle Hawai. Terme, tennis, golf, spiaggia,
surf, bowling, sci nautico, immersioni subacquee, ricevimenti, dolce far
niente... Kaori non aveva mai passato delle vacanze così favolose. Benché in
fondo al suo cuore, lei avesse desiderato dividerle con Ryo. Gli era mancato
incredibilmente ed era con un gran sforzo di volontà che si era trattenuta dal
telefonargli tutti i giorni.
Inoltre, l’amico di Akari, Dave
Chambers non aveva smesso di starle appiccicato tanto
che riusciva a mala pena a farsi una doccia sola. Sentiva di piacergli, ma per
lei, contava solo Ryo.
Quindi aveva cercato di far capire a questo Dave che
lui non le interessava ma la sua pochissima esperienza, anzi la sua totale
inesperienza con gli uomini non l’aiutava affatto in questo compito. Aveva
semplicemente sperato che di ritorno in Giappone, Dave
s’infatuasse di un'altra ragazza e la dimenticasse definitivamente.
- E hai visto gli squali?... perché sembra che alle Hawai, gli squali adorino i Giapponesi!!
Ryo smise il broncio e si prese un maligno piacere a rispondere al posto di
Kaori.
- Non preoccuparti Mick! Non appena hanno visto Kaori in costume, sono fuggiti
a pinne levate!!!
BANG!!! Ryo ricevette una mega martellata hawaiana
sulla testa e cadde in picchiata sulla sua tazza.
Kaori saltò dalla sedia, prese la borsa e si stiracchiò elegantemente le
braccia. Si sentiva in piena forma nonostante le riflessioni di Ryo ed
improvvisamente aveva voglia di fare compere. Alla vista del frigo
disperatamente vuoto, si era resa conto che Ryo non aveva fatto molto spesso la
spesa. Sospettava che a parte le pizze e i pasti da Miki (grazie telefono!),
non si fosse avvicinato spesso alla cucina.
Prese Ryo per il collo della maglietta e si girò verso Miki e Mick.
- Ryo ed io andiamo a fare compere visto che il “signor Saeba” non si è preso
la pena di riempire gli scaffali... A proposito, venerdì sera organizzo una
piccola festa per festeggiare il mio ritorno dalle vacanze quindi conto su
tutti voi!!
Kaori si trascinò dietro Ryo e venne raggiunta da Mick prima che attraversasse
la porta.
- Aspetta, Kaori, vengo con voi!
Da qualche parte nel quartiere di Shinjuku.
Lunedì 5 giugno, 17.26.
Guardando le vetrine dei negozi, Kaori camminava tranquillamente nella grande
via di Harajuku davanti a Ryo e Mick. Mick aveva lo
sguardo fisso sulla graziosa silhouette della socia del suo amico e, vista la
faccia che ostentava, pensava a tutt’altre cose che far compere.
Ryo, strascinante come al suo solito, reprimeva il desiderio di prendere a botte
tutti quegli uomini che sbavavano letteralmente sulla sua socia.
Cos’era successo a Kaori durante le vacanze? Appariva tutt’a un tratto così
fiduciosa, così sicura di sé come se stesse testando il suo potere di
seduzione. Un sorrisino per di qua, un piccolo occhiolino per di là. Ryo sentì
un brivido gelato percorrergli la schiena perché quello che temeva di più sì
stava concretizzando in quel momento davanti ai suoi occhi. Kaori era diventata
una donna e di questo ne aveva preso coscienza. E lui,
lui era un uomo.... un uomo che adorava le donne. Come
avrebbe gestito tutto questo?
Lo sguardo di Ryo caddè sul viso lubrico di Mick e
non resistendo più, gli diede un colpo sulla testa.
Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku.
Martedì 6 giugno, 10.31
Kaori entrò dolcemente nella camera di Ryo e lo trovò ancora una volta
avvinghiato al suo cuscino. Ebbe un piccolo pensiero per questa Erika, sentì la
collera montare dolcemente ma riprese il controllo. Se voleva che il suo piano
funzionasse, occorreva che dominasse un poco alla volta
i suoi eccessi di furore.
Durante le sue vacanze, aveva potuto prendere un po’ le distanze e si era resa
conto che stava sbagliando con Ryo. Non poteva cambiarlo, ma lei, lei poteva
cambiare!
Doveva prendere le cose in mano e per farlo, aveva osservato diversi uomini che
le avevano fatto comprendere di essere graziosa e desiderabile, aveva ascoltato
i consigli di Akari, truccatrici e altri
professionisti della moda per mettersi un po’ più in valore e si era rimessa in
forma. Di conseguenza il suo morale era molto più alto ed era una Kaori ben più
forte e seducente che aveva messo piede sul suolo di Tokyo.
Ryo borbottò nel sonno e Kaori s’inginocchiò vicino al letto. Il viso dell’uomo
era vicinissimo al suo e dovette fare un gran respiro per darsi coraggio. Le
sue guance arrossirono un pochino e Kaori baciò teneramente la fronte del suo
socio chiedendogli gentilmente di svegliarsi. Gli rimise apporto una ciocca
ribelle e si alzò. Il viso tutto rosso, raggiunse nervosamente la porta e disse
con voce timida “la colazione è pronta”.
Kaori uscì, Ryo si girò sulla schiena ed osservò a lungo il soffitto. Quello
che temeva di più si stava realizzando davvero. Kaori aveva deciso di sedurlo e
Ryo si chiese fino a che punto sarebbe potuta arrivare per far sì che lui
ricambiasse i suoi sentimenti.
Si lamentò... Dio com’era difficile resisterle! Il semplice bacio che gli aveva
deposto sulla fronte l’aveva completamente sconvolto e riusciva ancora a
sentire l’odore leggero del suo gel doccia alla vaniglia aleggiare nella
camera. Frustrato, lanciò il cuscino contro il muro e promise a se stesso che
avrebbe fatto di tutto per non cedere.
Cat’s Eye,
quartiere di Shinjuku.
Martedì 6 giugno, 11.26
Kaori era immersa nei suoi pensieri e non ascoltava una sola parola della
conversazione di Miki e Kasumi. Non aveva avuto il
coraggio di affrontare Ryo a colazione ed era pietosamente scappata alla prima
occasione. Per avere la coscienza tranquilla, era passata a controllare la
lavagna dei messaggi alla stazione e poi si era recata direttamente al bar
della sua amica.
- ...non avrebbero mai dovuto lasciarlo partire! Come pensi si evolverà la
serie se i nostri due agenti preferiti si separano? Scully
senza Mulder, è un po’ come Ryo senza Kaori! Inimmaginabile!!
Mani sui fianchi, Kasumi aspettava la risposta della
proprietaria e la reazione di Kaori. Il sorriso sulle labbra, Miki alzò le
spalle e si girò verso la sua amica.
- Non so davvero! Non mi sembra male la coppia Doggets-Reyes
e poi è l’ultima stagione quindi... cosa ne pensi Kaori?...
Kaori, sei con noi?
Kaori guardò con aria stravolta le sue amiche e fece un piccolo sorriso
contrito.
- Mi dispiace ma non ho sentito niente...
Miki si sporse verso la sua amica e la guardò negli occhi.
- Ryo, non è vero? Non è stato gentile con te dopo il tuo ritorno e questo un
po’ ti tormenta?... Non preoccuparti Kaori, ti
assicuro che gli sei mancata enormemente ma è troppo timido per ammetterlo, lo
conosci!
Kaori diventò rossa come un pomodoro e cominciò ad agitarsi sulla sedia.
- Ma no... affatto... è solo il fuso orario...
Davanti l’aria imbarazzata di Kaori, Miki e Kasumi si
scambiarono un sorriso complice che raddoppiò d’intensità all’entrata di Ryo.
Quest’ultimo si precipitò direttamente sulla cara Miki e ricevette un martello
da 1000t decorato con delle piccole palme sulla sua
graziosa testa. BANG!!! Kaori sentì un vago “era da
tanto tempo”, borbottò un “perché ho scelto lui” ed uscì furiosa dal bar
sbattendo la porta davanti l’aria stupita delle sue amiche.
Miki si avvicinò al visto deformato di Ryo e gli urlò alle orecchie.
- Non sei che un imbecille, Ryo Saeba! Forse è tempo che pensi un po’ di più ai
sentimenti di Kaori ed un po’ meno alla tua libido! Uno di questi giorni, la
perderai veramente!! ...Ryo!!
...Potresti rispondere quando ti parlo!!!
Ryo si sistemò confortevolmente sulla sua sedia e fece segno a Kasumi di preparargli un caffè.
- ...
Miki cominciò seriamente ad innervosirsi e sentì un desiderio folle di
prenderlo a schiaffi.
- Non sto scherzando Ryo! ...Non sei il solo ad
interessarsi a Kaori! Sai quel giovane uomo di cui ti ho parlato... eh bene...
lei mi ha confessato che gli piace molto (a Miki dispiaceva po’ di mentire, ma
ne aveva abbastanza di veder soffrire Kaori)...
- Ottimo, Kaori finalmente avrà un fidanzato!
- Non sei divertente Ryo!... Ma poi, dopotutto, fai
quello che vuoi!!... Ma non venire a lamentarti il giorno in cui Kaori ti
getterà via come un volgare calzino sporco per un uomo che avrà un minimo di rispetto
e di sentimento per lei... Ti morderai le dita perché non troverai mai più
nella tua vita una donna che ti ami e ti comprenda come lei.
Ryo ne aveva abbastanza di quella conversazione.
Certo che Miki aveva ragione, e certo che rischiava di perdere Kaori da un
giorno all’altro. l’amava talmente, lei era il suoi
raggio di sole, la sua forza di vita. Ma nel più profondo di lui, non poteva
impedirsi di credere che esistesse una piccola possibilità per lei di vivere
una vita normale, lontano dal crimine e dalla violenza. E fintanto che quella
vocina ci sarebbe stata, lui non aveva il diritto di rivelarle questi
sentimenti.
Aveva fatto una promessa al suo migliore amico e l’avrebbe rispettata. E questo
anche se il prezzo da pagare era perdere la donna che amava.
Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku.
Martedì 5 giugno, 18.26
Kaori aveva ripreso il controllo. Dopo aver gironzolato per i negozi e dopo
aver parlato con Akari, il suo morale era nuovamente
alle stelle. Ingenuamente, aveva creduto che tutto sarebbe cambiato con uno
schiocco delle dita e che le sarebbe caduto direttamente tra le braccia. Ma Ryo
era Ryo e lei doveva accettarlo.
Più in forma che mai, si rimise all’opera e confezionò una deliziosa cenetta
per colui che amava più di tutti al mondo.
Ryo leggeva una delle sue riviste erotiche quando sentì il grazioso filo di
voce di Kaori. Era stato più che sorpreso di ritrovarla d’umore eccellente al
suo ritorno, vista la sua fuga precipitosa dal bar quella mattina.
Più cercava di capirla, e meno ci riusciva.
Si avvicinò in silenzio alla cucina ed osservò con cura la sua socia. Era
raggiante e molto attraente nel suo grembiule blu. Indossava una delle sue
magliette alla moda che non nascondeva niente del suo ventre piatto, dei pantaloncini
in jeans che mettevano in risalto i suoi polpacci abbronzati e, con grande
stupore di Ryo, i piedi nudi. Non aveva mai notato la catenina che decorava la
sua caviglia e si chiese chi gliel’avesse regalata. Il suo cervello pensò
immediatamente a quella specie di gentiluomo da quattro soldi di cui gli aveva
parlato Miki e sentì immediatamente un’ondata di gelosia sommergerlo.
Il campanello della porta d’entrata suonò e Kaori chiese a Ryo di andare ad
aprire. Trascinando i piedi, obbedì e fu stupito di trovare sul pianerottolo
Saeko, accompagnata da Mick. Saltò immediatamente sulla sua ispettrice
preferita ma fu fermato immediatamente da una martellata. BANG!!! Saeko ringraziò Kaori con un sorriso e scavalcò il corpo
di Ryo per entrare nel salotto. Mick si chinò sul corpo del suo amico e gli
mormorò all’orecchio “Io ho avuto diritto ad una decina di sberle!!!”.
Kaori aveva preparato del caffè e mentre riempiva le tazze chiese a Saeko la
ragione della sua visita.
- Sono venuta a trovare Ryo a proposito del favore che gli avevo chiesto...
Del fumo fuoriuscì dalla testa di Kaori che lanciò uno sguardo omicida al suo
socio. Un martello enorme apparì miracolosamente tra
le sue mani. Mick e Saeko si raggomitolarono sul divano mentre Ryo cercava
disperatamene di spiegarsi.
- Non ti arrabbiare Kaori!!! Ti giuro che questa volta
Saeko ha veramente bisogno di me!!!
Questo sembrò non bastare a Kaori. In piedi sul divano, era pronta a colpire.
- E come si chiama questa volta? Erika? Ryoko?
Pamela? È bionda? Bruna? E chi ci pagarà? Lo Spirito
Santo forse?
- No... Saeko mi ha semplicemente promesso di rimborsarmi tutti i miei debiti
in colpi... Oups!!!
Ryo comprese il suo errore e rimpianse immediatamente le sue parole. Si preparò
a ricevere la collera di Kaori quando Mick venne in suo soccorso e si piantò
davanti a lui.
- Ascolta, Kaori, anch’io sono al corrente della
situazione. E ti assicuro che Saeko ha veramente bisogno del nostro aiuto.
Lascia che ti spieghiamo.
Kaori si calmò poco a poco e si risedette sul divano. Ryo ringrazio
calorosamente Mick di avergli salvato la vita ma si chiese cosa potesse
nascondere davvero quel gesto. Non era affatto da lui.
Kaori si girò verso Saeko che non si fece pregare per esporre la situazione e i
nuovi sviluppi dell’indagine.
- E’ praticamente un mese che quest’assassino non fa nuove vittime e lo trovo
molto inquietante. Ho l’impressione che abbia sfruttato questo periodo di tempo
per trovarsi una nuova preda e che non tarderà a colpire di nuovo.
Kaori era un po’ sconcertata dalle parole di Saeko e ringraziò Dio d’avere per
socio e per amici delle persone capaci di proteggersi e di proteggerla. Ma
pesandoci bene, si diede dell’idiota e si rimproverò per la sua mancanza di
fegato. Lei era la partner di City Hunter e doveva far fronte a tutte le
situazioni, anche le più pericolose e più violente. Doveva essere forte e
all’altezza del suo socio.
Mick s’avvicinò alla finestra e accese una sigaretta.
- Il problema, Saeko, è che nessuno dei miei vecchi informatori ha il minimo
indizio o informazione su questi crimini e, da quello che so, per Ryo, è la
stessa cosa.
Saeko sospirò di rassegnazione e si alzò dal divano. Si diresse verso la porta
e si girò un’ultima volta.
- Vi chiedo semplicemente di restare vigili e ti tenere gli occhi e le orecchie
aperte. Questo genere d’assassini finiscono sempre per commettere un errore
quindi dobbiamo stare in guardia. Ti chiamo più tardi,
Ryo. Buona serata!!
Sentendo la parola “telefono”, Kaori saltò in piedi e si diresse verso il ripiano
del telefono. Frugò tra diverse fatture, ne estrasse una e la posò sul
tavolino.
- Ryo, bisogna ricordarsi di pagare il telefono, altrimenti ci taglieranno la
linea... Eh Mick, che ne diresti di cenare con noi? Credo di essermi superata
questa sera!!!
Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku.
Martedì 5 giugno, 20.31
Mick e Ryo erano stravaccati sul divano del salotto in uno stato pietoso, una
mano sulla pancia. Apparentemente, si era abbuffati, e con la più grande gioia
di Kaori, erano incapaci di andare a fare il giro dei loro locali preferiti.
Kaori gli servi un caffè ben caldo mentre Ryo mostrava a Mick la sue ultime riviste erotiche. Quest’ultimo aspettò che
Kaori fosse in cucina per interrogare il suo amico.
- Dimmi Ryo, come fai per non saltarle addosso! Kaori è sempre più attraente,
sai!
Ryo sputò il caffè che stava bevendo e si colpì la cassa toracica per non
soffocare. Guardò il suo compare con aria inizialmente sorpresa e poi
disgustata.
- Ma non stai bene, Mick! Hai sbattuto la testa o cosa!...
Kaori, attraente!!! Penso davvero che tu abbia bisogno di un paio di occhiali!
Mick gli puntò un dito accusatore sugli occhi.
- Piuttosto sei tu che dovresti metterti gli occhiali! Lei ti ha offuscato la
vista, poiché, voglio farti una confidenza, è da tanto tempo che non incontro
una donna bella ed eccezionale come Kaori... Se non avessi Kazue, non esiterei
un secondo! ...scusami ma devo andare al bagno...
Ryo si sedette a gambe incrociate sul divano e come al suo solito borbottò
delle cose incomprensibili.
Ne aveva davvero abbastanza di questa giornata. Aveva la sgradevole sensazione
che tutti si fossero passati parola per fargli la morale. Kaori e il suo dolce
risveglio, Miki ed i suoi rimproveri e ora Mick che era preso ancora una volta
dalla sua socia. Era davvero ora che questa giornata terminasse.
I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di vetri che si rompevano sul
pavimento. Poi sentì Kaori imprecare, chiamarlo e con un movimento agile e
rapido, si ritrovò in cucina dove la scoprì seduta sul lavello.
- A cosa stai giocando, Kaori?
Notò subito i pezzi di vetro sul pavimento e i piedi nudi della sua socia. Se
avesse camminato per la cucina così, avrebbe rischiato di tagliarsi i piedi.
Borbottò ancora una volta e le fece un gesto con la mano per dirle di non
muoversi.
- Va bene, ho capito. Ecco cosa succede quando uno si crede sempre sulla
spiaggia alle Hawai.
Ryo prese la scopa e si mise a raccogliere i pezzi di vetro.
Kaori, con un sorriso enigmatico sulle labbra, lo guardava destreggiarsi con la
paletta e il bidone della spazzatura.
A lavoro compiuto, si rigirò verso la sua socia che non sembrava aver
l’intenzione di scendere dal suo sostegno. Con un piccolo sorriso, gli indicò
il pavimento.
- Non vorrei sembrare pesante ma c’è il rischio che siano rimasti dei piccoli
frammenti di vetro ed io non ho voglia di tagliarmi i piedi.
Ryo alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla sua socia.
Con un gesto più dolce di quello che lui avrebbe sperato, la prese tra le sue
braccia e la portò fino al salotto. Notò il suo peso leggero, quel delicato
odore di vaniglia e sentì il calore di quel giovane corpo contro il suo.
Lui che voleva mostrarsi indifferente, aveva fallito. Il suo cuore batteva più
velocemente e Ryo sentì le sue buone risoluzioni crollare una ad una.
Sul punto di metterla sul divano e dunque ritrovare il controllo della
situazione, Ryo inciampò su una delle sue riviste che erano sparse, come fatto
apposta, per terra e si ritrovò sul divano a schiacciare Kaori con tutto il suo
peso. Imprecò, sollevò la testa ma non si era reso conto che il suo viso era
così vicino a quello della sua socia. Lo guardava intensamente, immergendo i
suoi magnifici occhi candidi nei suoi ed aspettando un suo gesto.
Le sue guance si colorano leggermente e Ryo sentì le sue ultime difese
crollare. Mai prima di allora aveva sentito un bisogno tale di amare una donna.
Allora dolcemente le loro labbra si avvicinarono e BANG!!!
- Oh, scusate!!!
Mick Angel rimpianse immediatamente di non avere una macchina fotografica sotto
mano per immortalare la scena.
Ryo si era ritrovato in un lampo vicino alla porta della cucina come se il
fatto di mettere la più grande distanza tra lui e la sua socia avrebbe
cancellato ciò che stava per succedere. I suoi occhi lanciavano lampi.
Nonostante l’imbarazzo della situazione, la reazione infantile del suo amico lo
fece scoppiare a ridere. Se si avesse potuto uccidere
con uno solo sguardo, Mick Angel sarebbe stato già morto e sepolto.
Mick lanciò un’occhiata a Kaori e sorrise nel vederla così turbata e così
felice allo stesso tempo. Tutt’a un tratto si sentì di troppo ed augurò
buonasera prima di chiudere la porta del salotto.
Il silenzio era tale che si poteva sentire volare una mosca. Il più grande swepper del Giappone era completamente travolto dagli
eventi e si chiedeva cosa doveva fare.
Kaori non si muoveva ed un grazioso sorriso fluttuò sulle sue labbra. Ryo si
maledisse di non aver saputo resistere alla tentazione e di averle dato delle
false speranze. Poiché quella vocina era sempre là e Ryo non poteva far altro
che ascoltarla.
Scelse quindi la soluzione di comodo e, con passo che voleva essere sicuro, si
diresse verso la porta del salotto.
- Kaori, vado a dormire. Buona notte.
Lontano dall’essere offesa per questa fuga precipitosa, Kaori richiamò alla
memoria nei minimi dettagli la scena che era appena successa. Ricordò gli occhi
confusi del suo compagno, la fiamma del desiderio che ci aveva scoperto. Ed
anche se alla fine, non si erano baciati, aveva avuto la prova che Ryo provava
i suoi stessi sentimenti.
Aveva avuto il desiderio di baciarla e per il momento era ciò che più contava.
Kaori si mise davanti la finestra e si meravigliò dinanzi la città illuminata.
Si sentiva bene ed era felice. L’avvenire si annunciava pieno di sorprese e
molto promettente.
I suoi occhi si attardarono sui suoi piedi e si congratulò, con un gran sorriso
illuminate sulle labbra, di aver pensato di rompere quel bicchiere.
Continua...