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Autore: avalonne    22/04/2014    1 recensioni
Da un'idea di ellacowgirl in Madame_Butterfly che ha indetto il contest Disney at Hogwarts ecco un piccolo Crossover tra il mondo potteriano e quello disneyano.
1971: Voldemort sta acquisendo sempre più potere nel mondo magico, ma sono altre le preoccupazioni di Trilly, studentessa del settimo anno Serpeverde. I suoi sentimenti per il compagno di Casa Peter sono evidenti a tutti fuorché all'interessato, che ultimamente sta passando un po' troppo tempo con una studentessa di Tassorosso...
Eppure i problemi del mondo fuori rischiano di entrare prepotentemente dentro Hogwarts quando Jafar, il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, individua nella gelosia di Trilly qualcosa di utile per la sua scalata al potere...
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Voldemort
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Questa storia partecipa al Contest Disney ay Hogwarts di ellacowgirl in Madame_Butterfly
L'idea è quella di univere l'universo disneyano a quello potteriano, in particolare studenti e professori di Hogwarts saranno alcuni dei protagonisti dei film Disney. Ecco a voi dunque i Serpeverde Trilly, Peter Pan e Ursula, la Tassorosso Wendy e il Grifondoro Aladdin. Ma anche tra i professori, oltre agli inossidabili Silente e McGranitt ci saranno delle new entry, come il professore di Difesa Contro le Arti Oscure Jafar. E non mancheranno alcuni beniamini di Harry Potter, come i quattro Malandrini ancora al primo anno o lo stesso Voldemort. Come se la caveranno i disneyani? Leggete e scopritelo!





Titolo storia: Migliori amici
Autore: avalonne (sia EFP che forum)
Casata: Serpeverde e Corvonero
Personaggi scelti: Trilly, Jafar e Peter Pan (se me lo accetti all’ultimo minuto)
Calderone: sì: Polvere volante, quadro animato e scopa
Introduzione: settimo anno per Trilly, studentessa Serpeverde di Hogwarts. Mentre fuori dalle mura del castello Voldemort acquista sempre più potere, Trilly è alle prese con le gelosie adolescenziali: Peter, il suo migliore amico nonché il ragazzo di cui è innamorata, inizia a trascurarla per passare sempre più tempo con Wendy, giovane strega Tassorosso. I suoi sentimenti sono tenuti sotto stretto controllo dal nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, ma qual è il suo vero scopo?
Altri eventuali personaggi: Wendy, Ursula, Aladdin
Rating: verde
Genere: avventura (non sono brava a specificare il genere)
Avvertimenti: AU
Note: la storia è ambientata nel 1971, al primo anno dei Malandrini, mentre i protagonisti Trilly e Peter Pan sono al settimo anno. Per esigenze di copione (e perché mi divertiva inserirlo) ho ringiovanito Lucius Malfoy che frequenta il quinto anno.
 
 
Il brusio della Sala Grande si spenso non appena il Preside si alzò in piedi.
- Miei cari ragazzi prima di lasciarvi al vostro giusto, e senza dubbio gustoso, banchetto, ho solo qualche parola da dirvi. È con profondo rammarico che vi annuncio che il professor James non tornerà ad insegnare a Hogwarts quest’anno…
Una risatina si alzò dal tavolo dei Serpeverde.
- Il professor James… Uncino[1], lo chiameremo d’ora in poi! – Sghignazzò Peter, un ragazzo del settimo anno che aveva avuto numerosi screzi con il professore.
- Molto divertente, Pan, davvero! Se non fosse che in quello stupido incidente ho rischiato anche io la pelle! – Replico sdegnata Ursula, una sua compagnia di casa.
A pochi posti di distanza una ragazza bionda del settimo anno guardava con astio la strega che stava parlando con Peter. Ursula avrebbe fatto meglio a mantenere le distanze da Pan, o Trilly si sarebbe assicurata che la trasfigurazione in ibrido, metà donna e metà piovra, fosse permanente. Nessuno aveva sospettato che dietro l’incidente di Ursula con il Calamaro Gigante, che era costato una mano al professor James, ci fosse l’intervento di Trilly. La strega non aveva apprezzato che la loro compagna di classe si fosse infrapposta nella sua amicizia con Peter e aveva pensato bene di lanciarle quell’avvertimento, avvertimento che, evidentemente, non era stato ben colto. Peter, per prenderla in giro, diceva sempre che la strega era così minuta che non aveva spazio per più di un’emozione alla volta, facendo riferimento ai sentimenti impetuosi che spesso albergavano nel cuore dell’amica.
Le osservazioni dei ragazzi furono interrotte dalla voce del Preside, che stava presentando il loro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
Il mago che si era alzato in piedi alle parole di Silente era un uomo alto e magro, occhi scuri e penetranti, barba ricurva a uncino e un sorriso che alcuni dei Grifondoro definirono “mellifluo”.
- Ringrazio il Preside per le belle parole, non vedo l’ora di essere il vostro insegnante, sono certo che sarà un anno molto proficuo sia per voi che per me. – Disse il nuovo professore prima di sedersi nuovamente accanto ai suoi colleghi.
 
Il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure si dimostrò, fin da subito, uno dei più preparati che avessero avuto. Similmente al suo predecessore, lo sfortunato James, era evidente il fascino che le Arti Oscure avessero su di lui, eppure le sue lezioni erano impeccabili e, ad ogni lezione, non dimenticava mai di rimarcare come la conoscenza andasse usata esclusivamente a fin di bene. Il momento era delicato, l’ascesa di Lord Voldemort era ormai evidente anche per coloro che tremavano solo all’idea e avrebbero preferito non sapere, ed era impossibile che le voci non corressero anche all’interno delle mura di Hogwarts.
- Per quanto mi riguarda trovo ridicola tutta questa faccenda dei Mangiamorte. – Argomentò Peter Pan una sera nella sala comune di Serpeverde. Era appollaiato, come sua solita abitudine, sullo schienale di una delle poltrone attorno al fuoco e stava rispondendo ad una specifica domanda che gli aveva posto Jack Frost, un ragazzino del quinto anno. Jack aveva sentito dire che il suo compagno di dormitorio, Lucius Malfoy, si sarebbe unito ai Mangiamorte, una volta finito Hogwarts ed era curioso di sapere l’opinione di Peter sulla faccenda. Peter era Caposcuola e non era raro vederlo attorniato da ragazzi più piccoli che pendevano dalle sue labbra.
- Deve ancora nascere il mago che possa dirmi cosa devo fare! – Continuava la sua arringa il Caposcuola, balzato in piedi sulla poltrona. – Non credi anche tu, Trilly? –Concluse rivolgendosi alla sua migliore amica.
Riscossa bruscamente dalle sue riflessioni, la strega si affrettò a concordare, sebbene non avesse ancora maturato una vera e propria opinione sull’argomento.
La verità era che nell’ultimo mese i pensieri di Trilly vertevano su tutt’altro. Lei e Peter erano stati compagni inseparabili dal primo giorno di scuola, era ormai consuetudine che vederli insieme, da quando facevano colazione la mattina, fino a quando violavano il coprifuoco a tarda notte. I sentimenti della strega nei confronti del suo compagno di casa e amico erano evidenti a tutti fuorché all’interessato. Peter non aveva mai dato peso all’eccessiva gelosia che la sua amica mostrava verso ogni sua nuova conoscenza femminile ma, come sosteneva il loro vecchio professore di Difesa, “mai sottovalutare il potere di una femmina gelosa”.
L’attenzione di Trilly, nell’ultimo mese, si era dunque focalizzata nel cercare di scoprire che rapporto legasse Peter a Wendy, una Tassorosso del sesto anno. I due si erano incontrati una sera, quando il Caposcuola aveva scoperto la ragazza girovagare nel Castello dopo il Coprifuoco. Wendy si era giustificata dicendo che, visti i recenti avvenimenti che stavano sconvolgendo il Mondo Magico, voleva godersi appieno la tranquillità che regnava a Hogwarts e Peter, anziché punirla e toglierle punti, era rimasto a chiacchierare con lei fino a tarda notte.
 
Nello stesso istante, al sicuro nelle sue stanze, Jafar aveva gettato la Polvere Volante nel camino e si era messo in comunicazione con il suo Signore.
- Spero che non mi deluderai, Jafar. – Sibilò Lord Voldemort, prima che il suo volto sparisse dalle fiamme verdastre del camino.
- Certamente, mio Signore. – Rispose Jafar al vuoto.
Il mago si alzò in piedi e si massaggiò il braccio sinistro dove, nascosto dalle lunghe maniche della veste, si celava il Marchio Nero.
- Certamente mio Signore, come il mio Signore comanda… - Rifece il verso alle sue stesse parole, mentre accarezza le piume del suo gufo, poi si rivolse all’uccello, il suo unico vero confidente: - Sai, Jago[2], quando tutta questa faccenda sarà finita mi occuperò personalmente di far fuori quello sciocco esaltato, con buona pace della sua idea di immortalità.
Per tutta risposta il volatile si appollaiò sulla sua spalla, esprimendogli la sua solidarietà.
Jafar non aveva mai aspirato ad essere un Mangiamorte, non gli interessava lo status di sangue, ma la sua intelligenza tattica gli aveva suggerito di salire sul carro del vincitore, per essere pronto a scaraventarlo giù alla prima occasione e prenderne il posto.
Il suo compito, all’interno della scuola, era non solo quello di tener d’occhio Silente, l’unico mago che Lord Voldemort davvero temesse, ma anche quello di reclutare giovani Mangiamorte. Jafar si era guardato intorno, alla ricerca di qualche moccioso che potesse far felice il suo momentaneo Signore. Aveva scartato a priori le Case di Grifondoro e Tassorosso, poco inclini alle Arti Oscure ed anche i Corvonero, giudicando quelli che appartenevano alla sua stessa Casa troppo intelligenti per sottostare ad un padrone. Tra i Serpeverde dell’ultimo anno tre brillavano per intelligenza, scaltrezza e ambizione. La giovane Ursula avrebbe probabilmente fiancheggiato il Signore Oscuro di sua spontanea volontà, visto che i suoi familiari facevano già parte dei Mangiamorte, mentre quell’arrogante di Peter, sebbene sveglio e senza scrupoli morali, era troppo indisciplinato per obbedire a Lord Voldemort. Rimaneva Trilly, intelligente come il suo compagno di casa, ancora più priva di scrupoli di lui, ma forse più manovrabile. Aveva solo bisogno di trovare il suo punto debole, ma Jafar non aveva fretta, sapeva che sarebbe riuscito nel suo intento.
 
Il tempo fu dalla parte di Jafar poiché trovò la sua occasione appena due settimane dopo.
Trilly aveva aspettato un’ora che Peter rientrasse dalla ronda serale e, stufa dell’attesa, aveva deciso di andarlo a cercare. Quello che sicuramente non si aspettava era di vederlo volteggiare sul campo da Quidditch deserto in sella ad una scopa insieme a una ragazza: Wendy! La gelosia di Trilly esplose: quello era il loro segreto, la loro passione comune. Tante, troppe volte, i due amici avevano violato il Coprifuoco per salire in sella alle loro Nimbus per assaporare il senso di libertà dato dal librarsi liberi nell’aria. Vedere il tradimento e sfoderare la bacchetta era stato un sol gesto per Trilly, ma prima che potesse scagliare un incantesimo, una voce suadente l’aveva fermata: - Cosa fa fuori dal dormitorio, Signorina Trilly?
La strega si voltò e si ritrovò faccia a faccia con il suo insegnante di Difesa. Si morse la lingua per non rispondere, all’improvviso aveva sentito la voglia di denunciare Peter e Wendy solo per vendetta; gettando una rapida occhiata verso la finestra si accorse che erano scomparsi dalla visuale, impedendole di fare la spia.
- Cinque punti in meno a Serpeverde per averla scoperta fuori dal dormitorio oltre il Coprifuoco. – Sentenziò Jafar – E mi ringrazi per non averle assegnato una punizione per le sue intenzioni.
- Prego? – Domando Trilly sbalordita.
- La bacchetta. Pensava che non l’avessi notata? Un gesto d’effetto, anche se un po’ infantile, sebbene immagino che la gelosia possa fare questo effetto. Eppure Lei è una studentessa molto brillante, potrebbe fare di meglio che un semplice incantesimo per disarcionare una rivale da una scopa… - Così dicendo il professore le voltò le spalle, dirigendosi verso il suo studio.
- Cosa intende dire? - Lo fermò la voce della strega.
Un sorriso si allargò sul viso di Jafar: la ragazza aveva abboccato all’amo.
- È un vero peccato, non trovi, che una strega Purosangue in gamba come te, venga messa in secondo piano da una Mezzosangue senza alcuna particolare abilità. – Una volta al sicuro nel suo studio, Jafar si era permesso di essere più esplicito parlando con la giovane Serpeverde, iniziando anche a darle del “tu”. – Tra l’altro, se ho ben capito, tu e Peter eravate amici di lunga data, è un vero peccato che quella Wendy si sia messa in mezzo per rovinare il vostro rapporto…
C’era qualcosa di ammaliante nella voce del professore, che impediva a Trilly di ragionare con lucidità. Le sue parole infiammavano il suo animo, ormai corroso dalla gelosia.
- Non vorresti fargliela pagare? A lei e a quelle come lei? Ladre di magia e di uomini…
- Non mi interessano le altre, io voglio rovinare Wendy! – Aveva risposto la strega determinata. – Lei ha qualche suggerimento?
- Io? Io sono solo un umile servitore, ma il mio Signore è molto potente e sono certo che ti ricompenserà adeguatamente, se passerai dalla sua parte.
- Il suo Signore?
- Esattamente: il Signore Oscuro! Vuoi unirti a lui, innalzarti nella gloria che ti compete e schiacciare coloro che si frappongono tra te e i tuoi obiettivi?
- Il Signore Oscuro? Colui Che Non Deve Essere Nominato? Lei è un Mangiamorte? – Domandò Trilly schietta.
- Esattamente mia cara. – Rispose Jafar scoprendo il braccio – Vuoi unirti a noi?
La strega ci pensò su, si sentiva la mente confusa e cominciò a sospettare che il professore avesse mescolato qualcosa al tè che le aveva offerto. La proposta era molto allettante, sapeva che Wendy, al contrario di lei e Peter, era una Nata Babbana, pertanto avrebbe potuto sfruttare questa cosa se si fosse unita ai Mangiamorte; qualcosa, tuttavia, la tratteneva. Non poteva dimenticare l’opinione di Peter nei confronti dei Mangiamorte e Lord Voldemort e il parere del suo migliore amico era ancora predominate.
- Grazie professore, ma credo che preferisco eliminare da sola la concorrenza. – Rispose alzandosi dalla poltrona. – Non si preoccupi, il suo segreto è al sicuro con me.
- Ne sono certo. – Rispose Jafar, prendendo il suo bastone. Era un bastone da passeggio con intarsiata sul pomello la testa di un cobra; il giovane Serpeverde Malfoy ne era rimasto estasiato. In realtà il bastone non era solo un ornamento, ma nascondeva al suo interno la bacchetta del mago.
- Imperio! – Pronunciò Jafar estraendo l’arma. – Tu non riferirai a nessuno la nostra conversazione e quando io ti chiamerò tu ti unirai ai Mangiamorte.
Il mago non era uno sciocco, sapeva che se non l’avesse convinta avrebbe dovuto come minimo Obliviarla, ma aveva preferito sottoporla alla Maledizione Imperio: sotto le sue reticenze aveva visto il carattere giusto per presentarla al Signore Oscuro come futura Mangiamorte, in modo da rabbonirlo il tempo necessario per prendere il potere.
 
Erano arrivate le vacanze di Natale e la maggior parte degli studenti erano tornati a casa. Peter e Trilly no, in fin dei conti quella era ormai diventata la loro vera casa. Tra gli studenti rimasti c’era anche Wendy e il professor Jafar aveva studiato con cura le reazioni della bionda Serpeverde ogni qualvolta la Tassorosso si avvicinava al suo migliore amico, attendendo il momento ideale per agire. Il 27 dicembre, quando ormai tutti erano rilassati e sazi, il mago mise in atto i suoi propositi.
- Signorina Trilly! – La chiamò mentre attraversava un corridoio deserto.
La ragazza si voltò.
- Imperio! – Pronunciò il mago.
 
Nel frattempo, in Sala Grande, i pochi studenti rimasti a Hogwarts si organizzavano per far passare il tempo.
- Accetto la sfida Aladdin, non sia mai che io mi tiri indietro, ma ti avviso che non hai nessuna speranza!
- Ho ancora qualche asso nella manica Pan! Anche se il mio Cercatore è tornato a casa ho trovato un buon sostituto! La McGranitt ha acconsentito a farlo giocare anche se è ancora al primo anno. Vi faremo mangiare la polvere!
I Capitani delle squadre di Quidditch di Serpeverde e Grifondoro si stavano organizzando per una partita amichevole. Nonostante la rivalità tra Case, i due Capitani, Peter e Aladdin, andavano d’accordo fuori dal campo di Quidditch. Il Grifondoro stava spiegando al rivale di aver notato tra i primini un ragazzo che sembrava dotato di un ottimo talento come Cercatore, un certo James Potter. Peter Pan lo aveva già notato, insieme ai suoi tre amici, prometteva di essere un ottimo combinaguai e quasi rammaricava che i quattro fossero stati smistati in Grifondoro.
- Per quanto sia dotato non potrà nulla contro la mia migliore giocatrice! A proposito: Trilly, vieni qua! Stiamo organizzando una partita contro i Grifondoro!
La strega che stava passando accanto a loro non si girò neppure e continuò a camminare verso il tavolo dei Tassorosso come se le parole le fossero scivolate addosso.
Peter la guardò basito. Erano settimane che la sua migliore amica si comportava in modo strano, sembrava assente, ma il ragazzo non si era mai preoccupato, almeno non fino a quel momento. Trilly non si sarebbe mai persa una partita di Quidditch, volare era la sua occupazione preferita, l’aria il suo elemento naturale e la scopa il suo accessorio indispensabile.
- Guai in Paradiso? – Domandò Aladdin sornione.
- C’è qualcosa che non va! Mi presteresti il tuo quartetto di primini come spie? Da qualche settimana Trilly mi evita e non vorrei insospettirla…
 
James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus erano esaltati! Un ragazzo del settimo anno, il Capitano di Quidditch per la precisione, aveva affidato loro una missione.
- Seguite Trilly, la Serpeverde bionda del settimo anno e venite a riferirci cosa sta combinando! – Aveva detto loro Peter Pan, mentre Aladdin aveva dato il suo benestare.
 
I due Capitani avevano continuato a discutere di Quidditch, sebbene il Serpeverde fosse con la testa palesemente altrove, quando due dei primini tornarono trafelati.
- È andata nello studio del professor Jafar, c’era anche una ragazza di Tassorosso con lei. – Spiegò Remus.
- Sì, noi non siamo riusciti a entrare, ma c’era un tipo strano in un quadro fuori che sapeva cosa era successo dentro perché aveva anche un quadro dentro. – Cercò di spiegare confusamente Peter – All’inizio non ci voleva dire niente, nemmeno quando Sirius e James l’hanno minacciato, però poi Remus l’ha ado… adu…
- Adulato, Peter. – Intervenne Lupin. – Alla fine ci ha detto che il professor Jafar e le due studentesse se ne sono andate con la Polvere Volante. James e Sirius sono fuori dalla porta a fare la guardia nel caso tornino.
Peter balzò in piedi.
- Dove stai andando? – Gli domandò Aladdin.
- A salvarla, mi sembra ovvio! - Replicò il Serpeverde.
- Vengo con te!
Inutile dire che anche i due primini li seguirono.
 
Fuori dallo studio di Jafar il quadro di Sir Cardogan stava litigando con James Potter.
- In guardia messere, Vi farò pentire delle fellonerie che mi avete rivolto!
Peter scansò con malagrazia il ragazzino: - A noi due vecchio merluzzo! – Disse estraendo la bacchetta – Ora tu mi dirai la parola d’ordine per entrare nello studio del professore e dove sono andati, o ti assicuro che del tuo quadro rimarranno solo dei minuscoli pezzettini bruciacchiati.
Finalmente il mix di minacce e adulazione che i sei misero in opera ebbe il suo effetto e il quadro si decise a svelare la parola d’ordine per entrare nello studio e la destinazione dei tre: Palazzo Lestrange.
- I Lestrange non erano i due fratelli esaltati di Serpeverde che hanno terminato Hogwarts un paio d’anni fa? – Domandò Aladdin.
Il viso di Peter si rabbuiò.
- Sì, erano fissati con la purezza di sangue, non mi sorprenderebbe se si fossero uniti ai Mangiamorte. Ma cosa ci fa Trilly in mezzo a quei pazzi esaltati? E perché si è portata dietro Wendy? – Si chiese ad alta voce il ragazzo, avendo ormai compreso chi fosse la Tassorosso che aveva seguito la sua amica. – Io vado! – Disse infine, gettando una manciata di polvere nel camino. Aladdin lo seguì, non prima di aver intimato ai quattro ragazzini di avvisare la McGranitt.
- Questa è la volta buona che mi espellono. – Disse tra sé e sé, ma non poteva lasciare che Peter si gettasse da solo nelle fauci del drago.
 
Trilly si era recata al tavolo dei Tassorosso, aveva chiesto senza troppe cerimonie a Wendy di seguirla e l’aveva condotta nello studio di Jafar.
- Molto bene, mia piccola Trilly. – Aveva commentato il professore quando aveva visto arrivare le due studentesse.
- Professore, che cosa sta succedendo? – Aveva chiesto la Tassorosso. Si era stupita quando Trilly l’aveva chiamata, ma poiché le aveva detto che il professore voleva parlarle l’aveva seguita senza opporre resistenza.
- Oh, faremo semplicemente una piccola gita. – Aveva commentato Jafar. – Expelliarmus! – Una volta disarmata la strega aveva spinto le due ragazze nel camino dopo aver gettato la Polvere Volante e aver pronunciato “Palazzo Lestrange”.
Nella residenza dei Lestrange erano stati accolti da Lord Voldemort in persona, attorniato da alcuni fedeli Mangiamorte incappucciati.
- Eccoti qua, Jafar, cosa mi hai portato?
- I miei ossequi, mio Signore. – Replicò il mago inchinandosi. – Ho qui due studentesse. Questa – disse sospingendo in avanti Trilly – è la Purosangue di cui Vi parlavo. È sotto Maledizione Imperius poiché, nonostante abbia le giuste capacità e caratteristiche, ha bisogno di un ultimo incoraggiamento. L’altra è una Mezzosangue che ho pensato potesse essere utile alla neofita per fare un po’ di pratica…
- Molto bene, non mi hai deluso. E così ragazzina vorresti aggiungerti alle prodi schiere dei miei seguaci? È un grande onore e devi dimostrarmi di meritarlo. – Disse il Signore Oscuro rivolto a Trilly.
La strega lo guardava come se non lo vedesse realmente. Fino a quel momento la sua mente non si era opposta alla Maledizione, ma mano a mano che il tempo passava la sua personalità cercava di farsi strada e combattere: non era da lei essere un burattino nelle mani di altri, ma la forza dell’incantesimo era ancora troppo forte per permetterle di ribellarsi completamente.
- Non la passerete liscia! – Urlò in quel momento Wendy. – Albus Silente vi troverà e vi consegnerà a Azkaban.
- Taci, insulsa ragazzina! – Urlò una strega incappucciata, sfoderando la bacchetta.
- Calmati, Bellatrix. – La redarguì il suo Signore. – Penso che spetti alla nostra nuova leva punirla adeguatamente, in fin dei conti è qui per dimostrarmi il suo valore. Cosa aspetti, ragazzina? Cruciala!
- È ora di usare la Maledizione Cruciatus, ne abbiamo parlato a lezione, ricordi? – Mormorò Jafar all’orecchio di Trilly – In fin dei conti non è quello che hai sempre desiderato? Non vuoi forse fargliela pagare? Ricorda che ha cercato di rubarti il tuo Peter…
Trilly, soggiogata dalla Maledizione, alzò il braccio e sotto gli occhi terrorizzati di Wendy scandì: - Crucio!
La Tassorosso cadde a terra, ma solo un flebile lamento sfuggì dalle sue labbra.
- Non così! – La rimproverò Jafar – Devi volerlo! Ricorda perché sei qui, ricorda cosa ti ha fatto! Lo fai per Peter Pan!
Peter… Peter… Peter… la parola rimbombava nella mente di Trilly. Rivide, vivissimo il ricordo di come si era sentita tradita nel momento in cui aveva scoperto i due sulla scopa e alzò la bacchetta, pronta a colpire di nuovo. Un altro ricordo, però, filtrò nella sua mente: ripensò allo stesso Peter che scherniva i Mangiamorte, come stupidi burattini nelle mani di un padrone. Stava diventando anche lei una marionetta? La sua forza di volontà si ribellò a quell’idea e iniziò a contrastare la Maledizione.
- Trilly, ti prego, torna in te! Non lo vuoi veramente! Aiutami! – Gridava nel frattempo Wendy.
- Stupida Mezzosangue, mi ha stufato! – Esclamò Lord Voldemort. - E tu, guarda e impara: Crucio!
Wendy si contorse sotto l’effetto della tortura, ma questa fu presto interrotta dall’arrivo di due figure attraverso il camino.
- Cosa sta succedendo? – Domandò il Signore Oscuro contrariato.
Aladdin e Peter avevano sguainato le bacchette, pur sapendo di essere in palese inferiorità numerica.
- Cosa hai fatto alle mie amiche, stupido baccalà? – Strepitò quest’ultimo.
- Jafar, questo non era previsto. –Sibilò Lord Voldemort, mentre i Mangiamorte disarmavano i ragazzi. – Chi sono questi due?
Il professore, conscio che l’ira del suo Signore stava per abbattersi sulla sua testa, cercò di rimediare: - Questo è un Purosangue che potrebbe essere molto utile alla Vostra causa, temo però che debba essere educato, poiché il suo carattere ribelle mal si adatta alle vostre schiere.
- Un Purosangue, dici? Ragazzo, hai una sola possibilità di salvezza, unisciti ai Mangiamorte e servimi come si conviene, avrai gloria e onore.
- Io non servo nessuno! Ma guardatevi: una branca di ridicoli tizi incappucciati pronti a servire e riverire un esaltato che puzza di tomba! Ridammi la mia bacchetta e vedrai come ti riduco, merluzzo essiccato che non sei altro! Trilly! Si può sapere cosa ci fai in mezzo a queste marionette?
Nel salone di palazzo Lestrange calò il gelo, nessuno aveva mai osato rivolgersi in quel modo al Signore Oscuro.
Trilly strinse la bacchetta, nel momento in cui Peter si era rivolto a lei, era riuscita finalmente a recuperare la forza di volontà necessaria a spezzare la Maledizione.
- Come osi? Sciocco ragazzo, avevi l’opportunità di unirti a me e conquistare il potere, invece marcirai insieme ai vermi tuoi pari! – Esclamò Lord Voldemort alzando la bacchetta.
- Avada kedavra.
Per un attimo l’intera sala trattenne il fiato, poi il Signore Oscuro cadde a terra, colpito dal raggio verde della Maledizione.
Dietro di lui, con la bacchetta ancora sguainata, c’era Trilly.
La prima a riprendersi fu la donna incappucciata.
- Tu! Stupida mocciosa! Come hai osato colpire il mio Signore? – Strepitò.
Prima che potesse lanciarle un incantesimo Aladdin, seppur disarmato, le si lanciò addosso, riuscendo a strapparle l’arma di mano. In quell’istante altre figure uscirono dalle fiamme del camino.
Nel caos che seguì l’unico a mantenere il sangue freddo fu Jafar. Una volta morto Voldemort il suo piano subiva una brusca sterzata. Albus Silente in persona, insieme a una squadra di Auror, stava contrastando i Mangiamorte avendo facilmente la meglio, pertanto aveva una sola possibilità di evitare Azkaban: passare dall’altro lato della barricata, sperando che gli credessero quando avrebbe detto di essere stato posto sotto Imperius.
- Ragazzi, dietro di me, svelti! – Esclamò rivolto ai suoi studenti, mentre un serpente di fuoco, scaturito dalla sua bacchetta, si avventava contro i Mangiamorte.
Peter, nel frattempo, aveva raggiunto Trilly, giusto in tempo per vederla accasciarsi tra le sue braccia colpita da un incantesimo.
- Trilly! Come stai? Trilly, rispondi!
- Peter… - Mormorò la ragazza con voce flebile.
- Trilly, stai bene? Che fine ha fatto Wendy? E Aladdin? Ma prima devo salvare te! Resisti, ti porto a Hogwarts.
La ragazza cercò di dire qualcosa, ma un dolore alle costole la fece desistere e riuscì a pronunciare solo un flebile lamento.
- Oh, Trilly, resisti! Ascolta, tu sei la mia migliore amica, quella che conta di più per me, ti prego Trilly non lasciarmi!
 
Quando Trilly si svegliò la prima cosa che vide fu bianco, tanto bianco. Poi una barba, ugualmente bianca, fece capolino nel suo campo visivo.
- Come si sente Signorina Trilly? – Chiese Albus Silente.
- Confusa. – Fu la risposta. – Dove mi trovo e cosa è successo?
- Si trova in Infermeria, è stata colpita da un incantesimo durante la battaglia.
- Peter? – Domandò la strega allarmata; l’ultima cosa che ricordava era che lui la stringeva tra le braccia, ma non sapeva se stava delirando o meno.
- Sta bene, è qui fuori che attende di entrare per sincerarsi che anche lei stia bene. Cosa ricorda?
Trilly cercò di fare mente locale, poi iniziò a raccontare.
- … e quando sono arrivati Peter e Aladdin sono riuscita a rompere la Maledizione. Quando Colui Che Non Deve Essere Nominato ha minacciato Peter ho pensato di non avere scelta, se lo avessi solo Schiantato ci avrebbe uccisi tutti. – Concluse.
- Lo so, gli altri studenti mi hanno detto la stessa cosa e credo che nessuno, nella Comunità Magica, possa biasimarla.
- Ma è davvero morto? E cosa accadrà ora al professor Jafar?
- Voldemort era un mago troppo potente per sperare che sia stato sconfitto per sempre, ma almeno per il momento non ritornerà e questo grazie a lei. In quanto al professor Jafar ha dichiarato di essere stato lui stesso posto sotto Imperius, il Wizengamot deciderà in merito. Ora la lascio, c’è qualcuno che è ansioso di vederla.
Appena il Preside si allontanò, Peter entrò nella stanza.
- Allora… - iniziò non appena si sedette – davvero eri così gelosa di Wendy?
Tipico di Peter, pensò Trilly, aveva appena ucciso il mago oscuro più potente di tutti i tempi e lui le parlava di gelosia.
- In fin dei conti non l’ho Cruciata così forte! – Borbottò per tutta risposta.
Peter Pan scoppiò a ridere. – Invece il vecchio Voldy l’hai proprio stecchito!
- Dovevo scegliere: o te o lui, ma non sono sicura di aver fatto la scelta giusta. – Rispose sardonica.
Peter sorrise, un sorriso vero e non di scherno: - Sei stata fantastica, sono orgoglioso di te! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare quando mi sei quasi svenuta tra le braccia, se ti fosse successo qualcosa avrei ucciso personalmente tutti i Mangiamorte presenti.
- Davvero ti sei preoccupato per me? – Domandò Trilly incredula.
- Certo! Ti voglio bene: sei la mia migliore amica! - Rispose Peter con semplicità.
In quel momento fece la sua comparsa Madama Chips che cacciò via il ragazzo dicendo che Trilly doveva riposare.
- Ci vediamo domani, o anche prima se riesco a eludere la sorveglianza. – Le sussurrò l’amico prima di scomparire oltre la porta.
Trilly sospirò e si accasciò sul letto: la sua migliore amica, niente di più. Oh beh, aveva ucciso il mago oscuro più potente di tutti i tempi, sarebbe riuscita anche a conquistare il suo migliore amico, ne era certa.



 
 

[1] L’equivalente potteriano di Capitan Uncino è in questa storia il precedente insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure (essendo la cattedra maledetta da Voldemort il professore cambia ogni anno). Non so il vero cognome di Uncino, quindi l’ho chiamato genericamente professor James (il suo nome di battesimo) ribattezzato Uncino da Peter Pan perché ha perso una mano l’anno precedente ad opera del Calamaro Gigante (invece del disneyano coccodrillo).
[2] Ho ipotizzato che Jafar abbia un famiglio di nome Jago che, però, essendo un gufo e non un pappagallo non parla.
  
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