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Autore: Stria93    23/04/2014    9 recensioni
Un misterioso pugnale nascosto nelle profondità del Castello Oscuro, una ragazza curiosa che ha fame di avventure, una Regina Cattiva che trama nell'ombra e un folletto costantemente in bilico tra luce e oscurità.
Cosa accade quando il più grande segreto del Signore Oscuro viene inconsapevolmente violato dall'ultima persona che egli si sarebbe aspettato?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ebbe inizio durante un uggioso pomeriggio d'autunno al Castello Oscuro.
Rumpelstiltskin stava lavorando all'arcolaio mentre Belle, che aveva terminato tutte le faccende e attendeva l'ora di preparare il tè, si era accoccolata su una poltrona accanto alla finestra, con un libro prelevato dalla grande e fornitissima biblioteca del castello.
Lo scricchiolio della ruota, il fruscio delle pagine del volume e il pigro ticchettio della pioggia contro il vetro delle finestre si accordavano alla perfezione, come a creare una sorta di ninnananna.
Nella stanza regnava un'atmosfera sonnolenta e pacifica.
All'improvviso però, si udì un forte bussare proveniente dal portone d'ingresso.
Belle si riscosse bruscamente dalla lettura e anche il folletto s'interruppe di colpo, entrambi colti dalla stessa perplessità: non erano molti quelli che si avventuravano spontaneamente da quelle parti, e ancor meno coloro che si arrischiavano a bussare alla porta del Signore Oscuro.
I colpi si fecero più insistenti e Rumpelstiltskin si alzò, sbuffando irritato: odiava che lo si interrompesse durante la filatura, e ancora di più odiava le visite inaspettate.
- Resta qui, Belle. Io torno subito. -
La ragazza annuì: - Comincerò a preparare il tè, nel frattempo. -


Il folletto raggiunse il grande atrio che costituiva l'ingresso del castello, e, ad un suo gesto, il pesante portone di legno massiccio a due battenti si spalancò, rivelando sulla soglia una donna dai capelli corvini elegantemente acconciati, vestita di un lungo abito di velluto nero, dalla scollatura generosa e arricchito qua e là con piccoli cristalli scarlatti, che la avvolgeva e sottolineava le curve del suo corpo in modo seducente e provocante.
- Regina. Che piacevole sorpresa. - Rumpelstiltskin assunse un tono falsamente cordiale, senza mancare di caricare di sarcasmo la parola “piacevole”.
Senza attendere un invito del padrone di casa, la donna entrò nell'atrio a passo deciso: il suono dei suoi tacchi rimbombò per tutta la stanza.
- Oh, Rumpel, lascia perdere i convenevoli; sappiamo entrambi che non ti fa alcun piacere vedermi. -
Regina sorrideva, mostrando i denti bianchi e perfetti: sembrava incredibilmente a suo agio e di ottimo umore, il che non lasciava presagire nulla di buono.
- Mi dispiace dearie, ma se sei venuta a chiedermi aiuto per uccidere Biancaneve e attuare così la tua vendetta, temo di non poterti aiutare. -
Lei rise: - Oh no, caro. In realtà sono qui perché ero curiosa di vedere la tua nuova domestica. -
Rumpelstiltskin rimase interdetto e s'irrigidì. Come diamine faceva Regina a sapere di Belle?
Il sorriso della donna si fece ancora più smagliante quando notò l'effetto che le sue parole avevano sortito e un lampo di trionfo attraversò i suoi occhi scuri, pesantemente truccati.
- Vedi, Rumpel, attendevo con ansia la caduta di Avonlea per mano degli orchi; come sai, non sono mai stata in buoni rapporti con Re Maurice. -
La sua voce vellutata e melliflua, unita all'atteggiamento compiaciuto, misero ancora più in allarme Rumpelstiltskin, che tentava, tuttavia, di mostrarsi impassibile.
- Arriva al punto, dearie. - Disse piano.
Di contro, il tono di lei si fece ancora più calmo; sembrava proprio non avere nessuna fretta, ed evidentemente godeva parecchio nel tenerlo sulle spine.
- Be', quel reame era ormai sull'orlo della distruzione, ma improvvisamente gli orchi si sono ritirati, apparentemente senza alcun motivo. Ho immaginato subito che ci fosse il tuo zampino, così ho inviato uno dei mie uomini alla corte di Maurice e ho scoperto che aveva stipulato un accordo con te che prevedeva la salvezza del regno in cambio della sua unica figlia. Sai Rumpel, non ti facevo quel tipo d'uomo, sempre che ti si possa definire tale. Insomma, ovviamente conoscevo la tua natura perversa, contorta e dissoluta, ma addirittura un predatore di giovani donne... -
- Forse non mi conosci poi così bene, dearie. - Ghignò il folletto.
Regina non abbandonò l'espressione spavalda: - Be', dopo tutta la strada che ho fatto non m'inviti neanche ad entrare?! I tuoi modi sono alquanto peggiorati, caro. -
Rumpelstiltskin si morse nervosamente l'interno della guancia: sapeva che la donna voleva vedere Belle e cercare di capire se, e in che modo, poteva usarla contro di lui per indebolirlo; d'altro canto, se lui si fosse dimostrato troppo protettivo avrebbe potuto alimentare la sua determinazione a servirsi della ragazza.
Si sforzò di sorridere al suo solito modo beffardo e le indicò la porta che conduceva alla sala principale del castello, che si spalancò con un cigolio.


Belle stava versando il tè in due tazze di porcellana bianche, decorate con fini disegni blu, una delle quali aveva il bordo leggermente sbeccato.
Il suo sorriso dolce si spense alla vista di Regina, sostituito da un'espressione sorpresa e confusa: non aveva mai visto nessuno varcare quella soglia.
- Come vedi, abbiamo un'inaspettata ospite per il tè, Belle. - Il tono del Signore Oscuro era piatto e calmo e non lasciava trasparire alcuna emozione.
- Oh, ma certo. -
La ragazza si riprese un po' dalla sorpresa e si affrettò a riempire un'altra tazza.
Nel frattempo, Regina la studiava attentamente. Sembrava niente più che una principessina come tante altre: delicata, dalle labbra rosate e la pelle chiara di chi non ha mai conosciuto il sole cocente di una giornata di lavoro nei campi o la fatica di altri lavori manuali.
Da un certo punto di vista le ricordò Biancaneve e, a quel pensiero, avvertì un'intensa fitta d'odio per quella fanciulla dagli occhioni celesti e innocenti.
Si sedette al tavolo, di nuovo senza aspettare l'invito di Rumpelstiltskin, che prese posto accanto a lei, senza perderla d'occhio neanche un momento.
Belle porse ad entrambi una tazza fumante della bevanda ambrata; Regina la prese, sorridendole in maniera falsamente amichevole.
- La tua domestica sembra molto in gamba, Rumpel. - Commentò, passando un dito sul tavolo, in cerca della minima traccia di polvere. - Sai, qualche volta potresti mandarla al mio palazzo. Mi farebbe davvero comodo una cameriera personale. -
Belle avvertì uno sgradevole brivido lungo la schiena: quella donna non le piaceva per niente.
Osservò Rumpelstiltskin, con sguardo supplichevole, sperando che egli cogliesse la sua muta richiesta d'aiuto.
- Lei non è in vendita, dearie. L'ho portata qui in veste di pagamento per un accordo e ora mi appartiene per sempre. - Replicò il folletto con calma ma con un tono che non ammetteva repliche.
In ogni caso, Regina non si diede per vinta: - Chissà come la fai vivere qui, in questo posto dimenticato dal mondo e sperduto tra le montagne! Sai cara, se venissi al mio palazzo sarebbe tutto diverso: potresti avere una camera decente, dei bei vestiti... -
- Ora basta, Regina. Ti ricordo che ti trovi nel mio castello. - Sibilò il Signore Oscuro, glaciale.
Lei non diede il minimo segno d' imbarazzo e, come se non l'avesse udito, si rivolse direttamente a Belle: - Perché non proviamo a chiedere il suo parere? Allora, cara, ti piacerebbe venire nel mio regno e diventare la mia governante? -
Il folletto strinse i braccioli di legno della sedia e puntò lo sguardo sulla giovane, in attesa della sua risposta, che arrivò dopo un silenzio che parve interminabile.
- Vi ringrazio, ma ho promesso di servire Rumpelstiltskin per sempre. Ho dato la mia parola e intendo mantenerla. - Le parole di Belle erano state gentili ma ferme.
Rumpelstiltskin si rilassò un po' e inarcò le labbra in un sorrisetto compiaciuto alla vista dell'espressione di Regina, che sembrava aver appena ricevuto uno schiaffo. Tuttavia, la donna si riprese quasi subito e il sorriso mellifluo tornò a troneggiare sul suo bel viso di porcellana, senza tuttavia coinvolgere gli occhi, che rimasero freddi e duri: - Come desideri, mia cara. Ma ricorda: non avrai un'altra occasione. -
Il Signore Oscuro decise che era giunto il momento di porre fine a quella situazione che si stava rivelando pericolosa, per lui ma soprattutto per la sua giovane domestica.
- Belle, vai a riordinare i libri in biblioteca, quando avrai finito potrai iniziare a preparare la cena. -
Lei annuì, decisamente sollevata di avere un pretesto per potersi allontanare da quella donna e dal suo gelido sguardo indagatore; la salutò cortesemente con un'elegante riverenza e si dileguò su per le scale come un topolino che fugge dagli artigli del gatto.
Appena se ne fu andata, il sorriso di Regina scomparve. - Ti sei scelto una sgualdrina fedele, eh? -
Il folletto dovette reprimere un moto di rabbia nel sentire Belle appellata in quel modo.
Sapeva che quella strega stava cercando di provocarlo e fargli perdere il controllo, ma non le avrebbe dato questa soddisfazione.
- Te l'ho detto, dearie: lei è una mia proprietà, niente di più e niente di meno degli oggetti che ci circondano e ornano la mia dimora. - Disse pacato.
La donna non rispose, soppesando le sue parole per capire fino a che punto corrispondessero alla verità.
- E ora che hai ottenuto ciò che volevi puoi anche andartene da casa mia. -
Il sorrisetto di lei tornò al suo posto e si finse indignata: - Che scortesia! -
- Eh già, dearie. Sono famoso per i miei modi poco gentili. - Ghignò Rumpelstiltskin, facendo lampeggiare gli occhi da rettile.
- Molto bene. Ho cose molto più importanti da fare che prendere il tè con un folletto contorto e astioso. -
- Non ne dubito, dearie. - Ribatté il Signore Oscuro con ironia.
Regina si alzò e altrettanto fece lui, che la scortò fin nell'atrio e la osservò scomparire in una densa nuvola color porpora, quasi volesse assicurarsi che quella perfida donna se ne andasse davvero dalla sua dimora.


Quella sera, a cena, Belle non disse una parola e tenne lo sguardo basso sul suo piatto per tutto il tempo, piluccando il cibo con aria assente. Rumpelstiltskin non tardò ad accorgersi che qualcosa non andava.
- Sei silenziosa stasera, dearie. Come mai non mi stordisci con le tue solite chiacchiere sull'ultimo libro che hai letto? -
Belle sospirò: la verità era che la visita di quella donna misteriosa l'aveva preoccupata e spaventata. Aveva ancora ben impressi nella mente i suoi occhi granitici che la fissavano e sembravano volerla trapassare da parte a parte.
Aveva un brutto presentimento legato a ciò che era accaduto quel pomeriggio, come una sensazione di minaccia incombente.
Il Signore Oscuro parve leggerle nel pensiero: - Non preoccuparti dearie. Regina non oserà farti del male. Conosce fin troppo bene il destino che le riserverei in tal caso. -
La ragazza gli sorrise lievemente, un po' rincuorata: - Vi ringrazio. E grazie per avermi difesa oggi. -
Lui alzò le spalle con aria noncurante: - Io proteggo sempre ciò che mi appartiene. -
Stranamente Belle non si sentì offesa da quelle parole, anzi, per la prima volta da quando aveva incontrato la regina, quel pomeriggio, si sentì davvero al sicuro.


Come ogni notte, Rumpelstiltskin si mise a filare alla luce calda e intima del fuoco che ardeva sommessamente nel camino.
Nonostante avesse rassicurato Belle giusto poche ore prima, lui stesso non riusciva a togliersi dalla testa quella visita inaspettata. Non gli era piaciuto per niente il modo in cui lo sguardo malevolo della regina continuava a soffermarsi sulla sua giovane domestica.
Il suo primo istinto era stato quello di frapporsi tra le due donne, pararsi davanti a Belle e allontanarla il più possibile da quell'arpia.
Conosceva bene Regina, in fondo era stato proprio lui a trasformarla nella persona spietata e fredda che era diventata; l'aveva plasmata dal dolore e dalla sofferenza per la perdita del suo vero amore, l'aveva indirizzata sulla strada della vendetta e aveva alimentato il suo lato più oscuro. Era solo una pedina nel suo piano per ritrovare Bae.
Non si era mai preoccupato del fatto che ora ella cercasse continuamente di indebolirlo e diventare più potente di lui.
Ma se si trattava di Belle era tutto diverso. Non voleva che lei venisse coinvolta in quella faccenda e non poteva sopportare l'idea di metterla in pericolo.
Sarebbe toccato a lui proteggerla e tenerla lontana dalle grinfie di quella donna.
No, Regina non le avrebbe torto un solo capello finché ci fosse stato lui.
L'avrebbe protetta ad ogni costo.




Da Stria93: Dearies miei! :)
Ebbene sì, sono tornata con una mini-long, rigorosamente RumBelle, ambientata ai bei tempi di Skin Deep, quando non c'erano stregacce verdi e invidiose che si divertivano a trattare Rumpel come il proprio schiavetto personale.
Questa storia era in cantiere già da un bel po' di mesi, ma ho deciso solo ora di pubblicarla, dopo aver apportato qualche cambiamento alla trama e aver sistemato dei dettagli che non mi convincevano del tutto.
Anche questa volta il numero di capitoli sarà abbastanza limitato. L'idea è di arrivare ad un massimo di quattro, ma ciò non esclude che potrebbero esserci dei cambiamenti se l'ispirazione e il tempo saranno dalla mia parte.
Ringrazio in anticipo chi leggerà questo primo capitolo e chi deciderà di seguirmi in questo nuovo progetto.
Il vostro parere è sempre graditissimo e tenuto in grande considerazione, dunque vi invito calorosamente a farmi conoscere le vostre impressioni! Non siate timidi! ;)
A presto, meraviglie! <3


P.S. Per chi la segue, cercherò di aggiornare al più presto anche la mia raccolta sui cinque sensi. ;)

  
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