Tutto ebbe inizio durante un uggioso
pomeriggio d'autunno al Castello Oscuro.
Rumpelstiltskin stava lavorando
all'arcolaio mentre Belle, che aveva terminato tutte le faccende e
attendeva l'ora di preparare il tè, si era accoccolata su una
poltrona accanto alla finestra, con un libro prelevato dalla grande e
fornitissima biblioteca del castello.
Lo scricchiolio della ruota, il fruscio
delle pagine del volume e il pigro ticchettio della pioggia contro il
vetro delle finestre si accordavano alla perfezione, come a creare
una sorta di ninnananna.
Nella stanza regnava un'atmosfera
sonnolenta e pacifica.
All'improvviso però, si udì un forte
bussare proveniente dal portone d'ingresso.
Belle si riscosse bruscamente dalla
lettura e anche il folletto s'interruppe di colpo, entrambi colti
dalla stessa perplessità: non erano molti quelli che si
avventuravano spontaneamente da quelle parti, e ancor meno coloro che
si arrischiavano a bussare alla porta del Signore Oscuro.
I colpi si fecero più insistenti e
Rumpelstiltskin si alzò, sbuffando irritato: odiava che lo si
interrompesse durante la filatura, e ancora di più odiava le visite
inaspettate.
- Resta qui, Belle. Io torno subito. -
La ragazza annuì: - Comincerò a
preparare il tè, nel frattempo. -
Il folletto raggiunse il grande atrio
che costituiva l'ingresso del castello, e, ad un suo gesto, il
pesante portone di legno massiccio a due battenti si spalancò,
rivelando sulla soglia una donna dai capelli corvini elegantemente
acconciati, vestita di un lungo abito di velluto nero, dalla
scollatura generosa e arricchito qua e là con piccoli cristalli
scarlatti, che la avvolgeva e sottolineava le curve del suo corpo in
modo seducente e provocante.
- Regina. Che piacevole
sorpresa. - Rumpelstiltskin assunse un tono falsamente cordiale,
senza mancare di caricare di sarcasmo la parola “piacevole”.
Senza attendere un invito del padrone
di casa, la donna entrò nell'atrio a passo deciso: il suono dei suoi
tacchi rimbombò per tutta la stanza.
- Oh, Rumpel, lascia perdere i
convenevoli; sappiamo entrambi che non ti fa alcun piacere vedermi. -
Regina sorrideva, mostrando i denti
bianchi e perfetti: sembrava incredibilmente a suo agio e di ottimo
umore, il che non lasciava presagire nulla di buono.
- Mi dispiace dearie, ma se sei venuta
a chiedermi aiuto per uccidere Biancaneve e attuare così la tua
vendetta, temo di non poterti aiutare. -
Lei rise: - Oh no, caro. In realtà
sono qui perché ero curiosa di vedere la tua nuova domestica. -
Rumpelstiltskin rimase interdetto e
s'irrigidì. Come diamine faceva Regina a sapere di Belle?
Il sorriso della donna si fece ancora
più smagliante quando notò l'effetto che le sue parole avevano
sortito e un lampo di trionfo attraversò i suoi occhi scuri,
pesantemente truccati.
- Vedi, Rumpel, attendevo con ansia la
caduta di Avonlea per mano degli orchi; come sai, non sono mai stata
in buoni rapporti con Re Maurice. -
La sua voce vellutata e melliflua,
unita all'atteggiamento compiaciuto, misero ancora più in allarme
Rumpelstiltskin, che tentava, tuttavia, di mostrarsi impassibile.
- Arriva al punto, dearie. - Disse
piano.
Di contro, il tono di lei si fece
ancora più calmo; sembrava proprio non avere nessuna fretta, ed
evidentemente godeva parecchio nel tenerlo sulle spine.
- Be', quel reame era ormai sull'orlo
della distruzione, ma improvvisamente gli orchi si sono ritirati,
apparentemente senza alcun motivo. Ho immaginato subito che ci fosse
il tuo zampino, così ho inviato uno dei mie uomini alla corte di
Maurice e ho scoperto che aveva stipulato un accordo con te che
prevedeva la salvezza del regno in cambio della sua unica figlia. Sai
Rumpel, non ti facevo quel tipo d'uomo, sempre che ti si possa
definire tale. Insomma, ovviamente conoscevo la tua natura perversa,
contorta e dissoluta, ma addirittura un predatore di giovani donne...
-
- Forse non mi conosci poi così bene,
dearie. - Ghignò il folletto.
Regina non abbandonò l'espressione
spavalda: - Be', dopo tutta la strada che ho fatto non m'inviti
neanche ad entrare?! I tuoi modi sono alquanto peggiorati, caro. -
Rumpelstiltskin si morse nervosamente
l'interno della guancia: sapeva che la donna voleva vedere Belle e
cercare di capire se, e in che modo, poteva usarla contro di lui per
indebolirlo; d'altro canto, se lui si fosse dimostrato troppo
protettivo avrebbe potuto alimentare la sua determinazione a servirsi
della ragazza.
Si sforzò di sorridere al suo solito
modo beffardo e le indicò la porta che conduceva alla sala
principale del castello, che si spalancò con un cigolio.
Belle stava versando il tè in due
tazze di porcellana bianche, decorate con fini disegni blu, una delle
quali aveva il bordo leggermente sbeccato.
Il suo sorriso dolce si spense alla
vista di Regina, sostituito da un'espressione sorpresa e confusa: non
aveva mai visto nessuno varcare quella soglia.
- Come vedi, abbiamo un'inaspettata
ospite per il tè, Belle. - Il tono del Signore Oscuro era piatto e
calmo e non lasciava trasparire alcuna emozione.
- Oh, ma certo. -
La ragazza si riprese un po' dalla
sorpresa e si affrettò a riempire un'altra tazza.
Nel frattempo, Regina la studiava
attentamente. Sembrava niente più che una principessina come tante
altre: delicata, dalle labbra rosate e la pelle chiara di chi non ha
mai conosciuto il sole cocente di una giornata di lavoro nei campi o
la fatica di altri lavori manuali.
Da un certo punto di vista le ricordò
Biancaneve e, a quel pensiero, avvertì un'intensa fitta d'odio per
quella fanciulla dagli occhioni celesti e innocenti.
Si sedette al tavolo, di nuovo senza
aspettare l'invito di Rumpelstiltskin, che prese posto accanto a lei,
senza perderla d'occhio neanche un momento.
Belle porse ad entrambi una tazza
fumante della bevanda ambrata; Regina la prese, sorridendole in
maniera falsamente amichevole.
- La tua domestica sembra molto in
gamba, Rumpel. - Commentò, passando un dito sul tavolo, in cerca
della minima traccia di polvere. - Sai, qualche volta potresti
mandarla al mio palazzo. Mi farebbe davvero comodo una cameriera
personale. -
Belle avvertì uno sgradevole brivido
lungo la schiena: quella donna non le piaceva per niente.
Osservò Rumpelstiltskin, con sguardo
supplichevole, sperando che egli cogliesse la sua muta richiesta
d'aiuto.
- Lei non è in vendita, dearie. L'ho
portata qui in veste di pagamento per un accordo e ora mi appartiene
per sempre. - Replicò il folletto con calma ma con un tono che non
ammetteva repliche.
In ogni caso, Regina non si diede per
vinta: - Chissà come la fai vivere qui, in questo posto dimenticato
dal mondo e sperduto tra le montagne! Sai cara, se venissi al mio
palazzo sarebbe tutto diverso: potresti avere una camera decente, dei
bei vestiti... -
- Ora basta, Regina. Ti ricordo che ti
trovi nel mio castello. -
Sibilò il Signore Oscuro, glaciale.
Lei non diede il
minimo segno d' imbarazzo e, come se non l'avesse udito, si rivolse
direttamente a Belle: - Perché non proviamo a chiedere il suo
parere? Allora, cara, ti piacerebbe venire nel mio regno e diventare
la mia governante? -
Il folletto strinse
i braccioli di legno della sedia e puntò lo sguardo sulla giovane,
in attesa della sua risposta, che arrivò dopo un silenzio che parve
interminabile.
- Vi ringrazio, ma ho promesso di
servire Rumpelstiltskin per sempre. Ho dato la mia parola e intendo
mantenerla. - Le parole di Belle erano state gentili ma ferme.
Rumpelstiltskin si rilassò un po' e
inarcò le labbra in un sorrisetto compiaciuto alla vista
dell'espressione di Regina, che sembrava aver appena ricevuto uno
schiaffo. Tuttavia, la donna si riprese quasi subito e il sorriso
mellifluo tornò a troneggiare sul suo bel viso di porcellana, senza
tuttavia coinvolgere gli occhi, che rimasero freddi e duri: - Come
desideri, mia cara. Ma ricorda: non avrai un'altra occasione. -
Il Signore Oscuro decise che era giunto
il momento di porre fine a quella situazione che si stava rivelando
pericolosa, per lui ma soprattutto per la sua giovane domestica.
- Belle, vai a riordinare i libri in
biblioteca, quando avrai finito potrai iniziare a preparare la cena.
-
Lei annuì, decisamente sollevata di
avere un pretesto per potersi allontanare da quella donna e dal suo
gelido sguardo indagatore; la salutò cortesemente con un'elegante
riverenza e si dileguò su per le scale come un topolino che fugge
dagli artigli del gatto.
Appena se ne fu andata, il sorriso di
Regina scomparve. - Ti sei scelto una sgualdrina fedele, eh? -
Il folletto dovette reprimere un moto
di rabbia nel sentire Belle appellata in quel modo.
Sapeva che quella strega stava cercando
di provocarlo e fargli perdere il controllo, ma non le avrebbe dato
questa soddisfazione.
- Te l'ho detto, dearie: lei è una mia
proprietà, niente di più e niente di meno degli oggetti che ci
circondano e ornano la mia dimora. - Disse pacato.
La donna non rispose, soppesando le sue
parole per capire fino a che punto corrispondessero alla verità.
- E ora che hai ottenuto ciò che
volevi puoi anche andartene da casa mia. -
Il sorrisetto di lei tornò al suo
posto e si finse indignata: - Che scortesia! -
- Eh già, dearie. Sono famoso per i
miei modi poco gentili. - Ghignò Rumpelstiltskin, facendo
lampeggiare gli occhi da rettile.
- Molto bene. Ho cose molto più
importanti da fare che prendere il tè con un folletto contorto e
astioso. -
- Non ne dubito, dearie. - Ribatté il
Signore Oscuro con ironia.
Regina si alzò e altrettanto fece lui,
che la scortò fin nell'atrio e la osservò scomparire in una densa
nuvola color porpora, quasi volesse assicurarsi che quella perfida
donna se ne andasse davvero dalla sua dimora.
Quella sera, a cena, Belle non disse
una parola e tenne lo sguardo basso sul suo piatto per tutto il
tempo, piluccando il cibo con aria assente. Rumpelstiltskin non tardò
ad accorgersi che qualcosa non andava.
- Sei silenziosa stasera, dearie. Come
mai non mi stordisci con le tue solite chiacchiere sull'ultimo libro
che hai letto? -
Belle sospirò: la verità era che la
visita di quella donna misteriosa l'aveva preoccupata e spaventata.
Aveva ancora ben impressi nella mente i suoi occhi granitici che la
fissavano e sembravano volerla trapassare da parte a parte.
Aveva un brutto presentimento legato a
ciò che era accaduto quel pomeriggio, come una sensazione di
minaccia incombente.
Il Signore Oscuro parve leggerle nel
pensiero: - Non preoccuparti dearie. Regina non oserà farti del
male. Conosce fin troppo bene il destino che le riserverei in tal
caso. -
La ragazza gli sorrise lievemente, un
po' rincuorata: - Vi ringrazio. E grazie per avermi difesa oggi. -
Lui alzò le spalle con aria
noncurante: - Io proteggo sempre ciò che mi appartiene. -
Stranamente Belle non si sentì offesa
da quelle parole, anzi, per la prima volta da quando aveva incontrato
la regina, quel pomeriggio, si sentì davvero al sicuro.
Come ogni notte, Rumpelstiltskin si
mise a filare alla luce calda e intima del fuoco che ardeva
sommessamente nel camino.
Nonostante avesse rassicurato Belle
giusto poche ore prima, lui stesso non riusciva a togliersi dalla
testa quella visita inaspettata. Non gli era piaciuto per niente il
modo in cui lo sguardo malevolo della regina continuava a soffermarsi
sulla sua giovane domestica.
Il suo primo istinto era stato quello
di frapporsi tra le due donne, pararsi davanti a Belle e allontanarla
il più possibile da quell'arpia.
Conosceva bene Regina, in fondo era
stato proprio lui a trasformarla nella persona spietata e fredda che
era diventata; l'aveva plasmata dal dolore e dalla sofferenza per la
perdita del suo vero amore, l'aveva indirizzata sulla strada della
vendetta e aveva alimentato il suo lato più oscuro. Era solo una
pedina nel suo piano per ritrovare Bae.
Non si era mai preoccupato del fatto
che ora ella cercasse continuamente di indebolirlo e diventare più
potente di lui.
Ma se si trattava di Belle era tutto
diverso. Non voleva che lei venisse coinvolta in quella faccenda e
non poteva sopportare l'idea di metterla in pericolo.
Sarebbe toccato a lui proteggerla e
tenerla lontana dalle grinfie di quella donna.
No, Regina non le avrebbe torto un solo
capello finché ci fosse stato lui.
L'avrebbe protetta ad ogni costo.
Da Stria93: Dearies
miei! :)
Ebbene sì, sono
tornata con una mini-long, rigorosamente RumBelle, ambientata ai bei
tempi di Skin Deep, quando non c'erano stregacce verdi e invidiose
che si divertivano a trattare Rumpel come il proprio schiavetto
personale.
Questa storia era
in cantiere già da un bel po' di mesi, ma ho deciso solo ora di
pubblicarla, dopo aver apportato qualche cambiamento alla trama e
aver sistemato dei dettagli che non mi convincevano del tutto.
Anche questa volta
il numero di capitoli sarà abbastanza limitato. L'idea è di
arrivare ad un massimo di quattro, ma ciò non esclude che potrebbero
esserci dei cambiamenti se l'ispirazione e il tempo saranno dalla mia
parte.
Ringrazio in
anticipo chi leggerà questo primo capitolo e chi deciderà di
seguirmi in questo nuovo progetto.
Il vostro parere è
sempre graditissimo e tenuto in grande considerazione, dunque vi
invito calorosamente a farmi conoscere le vostre impressioni! Non
siate timidi! ;)
A presto,
meraviglie! <3
P.S. Per chi la segue, cercherò di aggiornare al più presto anche la mia raccolta sui cinque sensi. ;)