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Autore: Marceline    24/04/2014    0 recensioni
Non importava quanto in basso fosse invischiata, la speranza la trascinava sempre fuori e la costringeva a vivere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciate che la scena abbia inizio, che tutte le sfumature prendano forma. Una bellissima ragazza entra nell’inquadratura e i suoi passi sono decisi e forti, la mascella dura e lo sguardo temerario. Ma aspettate, non è il solito cliché, lasciatemi raccontare. Le cose non sono come sembrano. Perché?
Perché siamo sull’orlo del mondo.
“Mi scusi, signore, ma lei è proprio sulla mia strada.” Si sporse un pochino, i piedi nudi che premevano sulle rocce sgangherate.
L’uomo si girò, “Sulla tua strada?”
L’uomo sembrava perplesso. La ragazza annuì, ma questo non bastò all’uomo.
“E di grazia, come può essere una strada tua? La strada è di tutti.”
“Stanotte ho in piano di morire”, indicò il mare. “E so già che mi dirà che non è giusto, che non dovrei farlo.”
L’uomo guardò la direzione indicata dal dito della ragazza. Effettivamente, per arrivare al mare, la ragazza sarebbe dovuta passare per quella strada. Strada che era fatta di erbacce e rocce, ma pur sempre una strada.
Garriva un forte vento sulla scogliera, si sentivano i sassolini sbatacchiare. La ragazza li sentiva sbattere contro proprie caviglie.
“Mi scusi, signorina, ma lei ha la più pallida idea di quello che ha appena detto? O almeno sa con chi sta parlando?”
“Non mi importa! Nemmeno mi conosci!” Aveva pestato i piedi a terra mentre aveva urlato e si era fatta male. Quasi le veniva da piangere. Sentì la gola ardere, chiudersi, annodarsi. Pianse. Voleva morire e non aveva la dignità di farlo senza piangere.
“Lo so.” L’uomo fece quello che sembrò un sorriso. “Ma spero di cambiare questa condizione. Spero di conoscerti, con tutta la speranza che ho nel cuore.”
La ragazza voleva scappare. Correre il più veloce possibile incontro alle braccia del mare. Era stufa di flirtare con la morte, aveva accarezzato il fondo troppo spesso. Ormai aveva capito il trucco: bastava una scintilla di speranza che il suo piano andava in fumo. Non importava quanto in basso fosse invischiata, la speranza la trascinava sempre fuori e la costringeva a vivere.
“Fai sembrare così facile essere vivi.” Lo sguardo della ragazza era tempesta, le sue mani erano fuori uso. “Ma dimmi, come faccio a credere nel giorno in cui danzerò sulla vita, padroneggiandola, se tutto dentro di me è ormai morto?”
“Fidati, ragazza mia, so che le tue gambe ti stanno pregando: loro vogliono saltare oltre il confine e andarsene.” Il vento prendeva le parole dalla bocca dell’uomo e le accartocciava e le faceva posare ai piedi della ragazza.
“E allora?”
“Allora ti faccio una facile offerta: al posto di morire, vivi con me.”
La ragazza saltò. “Sei pazzo!” Indietreggiò strusciando le piante dei piedi e graffiandosi. “Nemmeno mi conosci...”, sussurrò poi, arrestando la sua ritirata.
“Lo so.” L’uomo sorrise davvero, questa volta. “Ma spero di cambiare questa condizione. Spero di conoscerti, con tutta la speranza che ho nel cuore.”
Non importò molto la coperta di miseria che la avvolgeva, la speranza l’aveva ormai raggiunta. Le aveva sfiorato la fronte e baciato i capelli, ormai la stava trascinando in superficie. Mai prima d’allora la speranza era stata così gentile con lei.
“Non posso prometterti che le cose non peggioreranno mai più. Potrei elencarti tutte le motivazione più banali, ma a che servirebbe mentirti? Potrei stare qui tutta la notte a cercare di convincerti... Ma porterebbe a qualcosa?” Il mare era diventato troppo rumoroso, il respiro della ragazza era un soffio.
Il silenzio torreggiò.
“Sappi che la mia offerta è valida.” La guardò fisso negli occhi. “E tu devi scegliere.”
“Va bene, hai vinto. Ma ti concedo solamente una notte. La tua notte deve riscattare  la mia intera vita.” La rabbia le montò dentro, il pianto e le onde del mare con essa. “Giuro su dio che se non sarà così, mi butterò da questa scogliera. Se mi ferisci, non mi vedrai più. Non tornerò mai più indietro.”
Il vento le aveva asciugato il sangue sui piedi, si sentiva secca, “La tua offerta è ancora valida dopo le mie condizioni?”
L’uomo annuì solennemente, immobile nell’uragano di salsedine e dolore.
“Perché sei così sicuro di te?” La testa le scoppiava, la sentiva andare in frantumi.
“Perché dieci minuti prima che tu arrivassi qui, stavo per saltare anche io.”
Lasciate che la scena abbia fine, una ragazza non più bellissima ma nuda è la protagonista. Lasciate che i contorni si sfochino, allontanatevi. Non lasciatevi accecare dai cliché, ma un uomo si avvicina a lei. La veste di speranza. Come è possibile?
Perché siamo al centro del mondo.
 
 
 
Uhm, non so cosa dire.
Innanzitutto devo dire che la storia è palesemente ispirata alla canzone dei The Spill Canvas, Self Conclusion.
È stato molto difficile scriverla per me, anche se è molto breve. È stata una spina dolorosa ma che dovevo assolutamente togliere.
E nulla, non ho altro da dire. Spero solamente che la scintilla di lieto fine sia abbastanza, amo un po’ troppo i finali aperti.
Con affetto, Marceline- Flavia.
  
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