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Autore: Obsessed    27/04/2014    6 recensioni
Buona Thadastian Appreciation Week a tutti.
Sette giorni per sette prompt. Due personaggi, gli amici di sempre, avventure e vicissitudini di una vita insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Trent Nixon | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 1: Daddies

 

 

 

 

In casa, ormai, il silenzio scivolava loro addosso lasciando uno strano senso di inquietudine. Colin poteva sentire suo padre trafficare con qualcosa in cucina.

 

-Papà?- chiamò camminando lentamente verso la cucina, quasi avesse paura di scoprire cosa o chi vi avrebbe trovato.

Thad aveva lo sguardo assente mentre sistemava gli ultimi piatti nella credenza. Le mani gli tremavano e non ci voleva un genio per capire che avesse pianto.

 

-Papà…- lo chiamò ancora Colin per attirare la sua attenzione.

 

L’interpellato alzò lo sguardo fissandolo nel suo, ma senza guardando veramente.

I suoi occhi erano lucidi e vacui.

Totalmente assenti.

 

-Ciao Colin – mormorò con voce sottile.

Il ragazzo gli si avvicinò accarezzandogli i polsi. –Perché non ti siedi? Ti preparo una tazza di tè-

 

Thad annuì e Colin lo accompagnò alla sedia tenendolo per un fianco.

La situazione stava lentamente degenerando. I litigi dei suoi genitori non duravano mai così tanto, invece adesso erano già due settimane che Sebastian si era stabilito a casa di Trent e Hunter.

Avevano litigato per il lavoro del francese.
Sebastian era un avvocato, peraltro di una certa importanza, e questo lo portava a continui viaggi. Thad di solito taceva, ma, quando si era ritrovato da solo a Pasqua, non l’aveva presa benissimo. Colin ricordava tutte le grida e le cattiverie che si erano urlati contro.

Quando Sebastian era passato a salutarlo prima di andarsene gli aveva chiesto di non lasciare che suo padre si distruggesse. Lo trovava abbastanza difficile visto che suo padre a stento parlava da allora.

Gli piazzò una tazza di tè tra le mani. –Papà…ce la fai a rimanere solo per un po’?-

Thad non rispose.

Non che Colin si aspettasse il contrario. Si infilò il cappotto ma una volta che fu sulla soglia della cucina fece per voltarsi.
-Stai andando da Sebastian?- gli chiese Thad

 

-No- mentì –Passo a salutare Dylan e ritorno. Tu, dopo, vai a letto per favore-

 

Vide Thad annuire ma non fu sicuro che lo avesse ascoltato.

Uscì sbattendo leggermente la porta.

Attraversò il vialetto nell’aria fredda della sera che condensava il respiro caldo che usciva dalle sue labbra. Camminò per qualche isolato. Le strade erano vuote quindi affrettò il passo per arrivare prima.

Bussò alla porta di casa Clarington, ticchettando un piede sul pavimento.

 

-Finalmente!- aprì la porta Hunter, -Ti prego, riprenditelo. In questa casa non si scopa più come prima-

 

Colin ridacchiò. –Sei un porco- borbottò, entrando.

 

-È molto più di questo- parlò Trent affacciandosi dalla cucina.

 

-Papà?-

 

-Di sopra che lavora-

 

-Posso salire?

 

Hunter annuì e Colin salì le scale.

La camera degli ospiti dove Hunter aveva sistemato suo padre era ampia e spaziosa. Un letto a una piazza e mezza, un armadio a quattro ante e una scrivania con tanto di computer e connessione ad Internet.

-Hey, amore-

 

Suo padre indossava gli occhiali da lettura. Colin, che fosse suggestione o meno non gli fu dato sapere, lo trovò leggermente dimagrito e con le occhiaie. Lo strinse forte respirando il suo odore e si sentì a casa. Di nuovo.

Sebastian si sedette sul letto, poggiando la schiena contro la spalliera. Colin si stese tra le sue gambe, facendo aderire la schiena al suo petto mentre il padre lo circondava con le braccia.

 

-Come sta papà?-

 

Sebastian aveva sempre timore a porre quella domanda. Non gli era esattamente chiaro come Colin avesse reagito alla nuova situazione in casa e temeva pianti e grida.

 

-Non sta bene- mormorò, sfiorandogli le nocche con le dita. –Mangia poco, non parla-

 

Sebastian chiuse gli occhi, sospirando. –Mi dispiace di aver scaricato tutto su di te, angelo mio- sussurrò baciandogli la nuca.

 

Colin scrollò le spalle. –Voglio solo che torni a casa-, torse il busto per guardarlo negli occhi. –Manchi-

 

-Non ce la faccio ad essere cacciato di nuovo-

 

-Non ti caccerà. Papà, non riusciamo a stare senza te. Qualsiasi cosa c’è da affrontare, la affronteremo a casa, insieme. –

 

Sebastian davvero non riuscì a dire no, stavolta. Troppa era la voglia di tornare tra di loro. Troppo gli mancava la sua famiglia, così annuì. –Proviamoci. E speriamo che non mi butti fuori –

 

 

***

 

 

 

Hunter era stato particolarmente felice di liberarsi di Sebastian, nonostante Trent avesse continuato a guardarlo male
-  Che c’è? Si ho capito, è il mio migliore amico, ma, i miei istinti sono i miei istinti -. Quello e il fatto li avessero trovati in cucina a mangiarsi le labbra.

Colin poteva vedere come Sebastian si innervosisse man mano che si avvicinavano a casa. Procedevano in silenzio, quindi poteva persino sentire le sue unghie graffiare la stoffa dei jeans.
Gli prese una mano e la strinse.
–Rilassati-

 

La casa era immersa nel buio.
–È andato a letto-

 

Sebastian si prese pochi minuti per riacquistare familiarità con quelle mura.

Numerosi flashback gli passarono davanti gli occhi, la prima volta che lui e Thad avevano fatto l’amore in quella casa, gli echi delle risate, i sussurri, gli sguardi, l’arrivo di Colin. Si sentì abbracciare da quelle ritrovate emozioni e da quei ricordi che sembravano gridargli il benvenuto a casa.

Salì le scale velocemente aprendo piano la porta delle camera da letto.

Thad era avvolto e nascosto dalle coperte. Baciò la fronte di Colin prima di entrare e chiudere la porta. Si sfilò i vestiti senza accendere la luce. Si coricò al suo fianco ma il movimento disturbò il leggere sonno di Thad.
-…Bas…- mugugnò.

Sebastian trattenne il fiato.

Quanto cazzo gli era mancata la sua voce.

 

-Sh…sono qui-

 

Thad si voltò si scatto. –Seb… -  sussurrò sprofondando tra le sue braccia.

 

Fu come essersi svegliato si botto da un sonno infinito. Sebastian gli legò le braccia intorno alla vita e lo strinse, come se lo stesse risollevando dal profondo oceano in cui stava annegando, aspettò che lui alzasse il volto per baciarlo. Le labbra di Thad erano esattamente come le ricordava. Morbide e leggermente tremanti sotto le sue.

Tornare a casa non gli era mai sembrato così bello.

-Seb…- sussurrò di nuovo, come se volesse renderlo reale.

 

-Qualsiasi cosa, la affronteremo domani insieme. –

 

Thad annuì.
–Colin era venuto da te allora-

 

-Abbiamo il figlio migliore del mondo- sussurrò sorridendo.

 

Thad poggiò il capo sul suo petto. – Ti amo-

 

Sebastian affondò una mano tra i suoi capelli. –Ti amo anch’io piccolo-

 

Harwood si addormentò come se non dormisse bene da tempo, stringendo le mani attorno al suo petto. A Sebastian sembrò di tornare a respirare dopo due settimane.

 

Colin entrò piano una volta essersi accertato che non stessero festeggiando il ritorno a casa di Sebastiano in modi alternativi.

Con suo padre non si sapeva mai.

 

-Sei stato ad aspettare lì dietro tutto il tempo?-

 

Il ragazzo annuì e quando li vide stretti sorrise.

 

-Vieni qui, dai-

 

Colin si stese al suo fianco, respirando sollevato per la ritrovata serenità.

 

-Sei stato bravo, amore- sussurrò il padre baciandogli la fronte.

 

-Potete non farlo più? Ho avuto paura che non volessi più tornare- mormorò accoccolandosi contro di lui.

 

-Io tornerò sempre, Cole. Non importa quanto mi allontani. Il mio posto sarà sempre qui con voi.-

 

Thad sorrise nel sonno.

 

 

 

Note

 

Buona Thadastian Week a tutti, gente. Finalmente ho trovato un attimo di respiro per poter scrivere e partecipare. Ovviamente Colin e Dylan sono presi dalla mia long(che lo giuro prima o poi continuerò) “Noi Siamo Infinito”. Voglio ringraziare Whity per aver corretto pazientemente la storia e Melipedia per il banner. Non vedo l’ora di leggere le vostre.

Un bacione e a domani ;)

   
 
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