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Autore: maya_90    20/07/2008    5 recensioni
una one-shot scritta un pò di tempo fa, basata su alcune scene di Witch#56 ..per chi ama la coppia cedric-orube**leggete e recensite!! MaYa
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati più di quattro giorni da quando il libro si era pronunciato.

Orube era seduta sul freddo pavimento di pietra del seminterrato della libreria, gli occhi socchiusi, i sensi all’erta, pronti a cogliere il minimo movimento.

Ma l’aria intorno a lei era immobile, si sentivano solo in lontananza il rumore di passi nella libreria di sopra e i rumori della strada, che giungevano ovattati dalla finestrella vicino il soffitto.

D’un tratto sentì la porta aprirsi e rumore di passi sulle scale: Cedric stava tornando.

Tenne gli occhi chiusi, non voleva parlargli, quello che provava era solo delusione e rabbia.

Lo sentì passare accanto a lei, e sbirciò un po’: stava trafficando con alcuni libri sparsi sul tavolo, camminava su e giù per riordinare i volumi negli scaffali.

Orube tornò ai suoi pensieri: quando si sarebbe rifatto vivo quel libro?la sua capacità di sopportazione era alta, ma era cosciente che non avrebbe retto un altro giorno senza sonno, chiusa in uno scantinato che odorava solo di libri antichi e inchiostro.

-Mi piace la tua compagnia..

Orube sospirò. Cedric si era accorto che era sveglia.

-fai poco lo spiritoso..- rispose, sempre tenendo gli occhi chiusi per non incrociare il suo ghigno insopportabile.

-e comincia ad abituarti alla mia presenza, Cedric.

-oh, se è per questo ci ho già fatto il callo..

La sua voce tradiva un’inquietudine e un’ansia nascoste, che non sfuggirono a Orube.

-ti ricordo che sono qui solo per aspettare che il libro si pronunci..non per chiacchierare- disse, come per mettere le cose in chiaro.

-e io sono qui per aiutarti a capire quello che il libro dirà..- rispose prontamente Cedric, avvicinandosi.

-perciò possiamo tornare ad essere due persone civili, non credi? la tua ostilità non porta a nulla..- concluse, fissandola, ironico.

Orube con enorme sforzo sollevò lo sguardo da terra e lo guardò. La sua espressione era segnata da profonda rabbia e stanchezza.

-non porta a nulla?!mi porta a non commettere più errori! Io ti ho parlato di Johnathan Ludmoore, ma sei stato tu a procurarti il libro che ha inglobato Matt!-esclamò tutto d’un fiato.

Voleva gridargli il suo odio,dargli addosso, sfogarsi. Senza accorgersene, stava urlando.

-Mi hai usata, Cedric! E questo è stato il tuo errore!!

Cedric la guardò per un momento come per valutare la situazione, poi si inginocchiò sul pavimento vicino a lei. Orube non se l’aspettava, e questo bastò a calmare la sua ira: tacque all’improvviso. Cedric colse al volo l’occasione, e le sussurrò:

-Non potrai tenermi d’occhio per sempre.. ogni tanto dovrai pur chiudere gli occhi per dormire..

Le scivolò davanti, il viso appoggiato pigramente sul dorso della mano, e continuò,con fare sornione:

-da quanto non dormi? Due , tre , quattro giorni?

Orube,con la voce più ferma che poté e lo sguardo più sprezzante, mormorò:

-oh, sono molto resistente..

Cedric rimase ancora un momento immobile a fissarla, poi si appoggiò sulla mano e si avvicinò ancora di più ad Orube, che, la schiena appoggiata al muro, rimase immobile. I loro visi erano vicinissimi.

-hai bisogno di riposare..-insistè, fissandola intensamente, la testa reclinata da un lato.

Orube esibì un sorriso sarcastico e gli rispose:

-Se non ti conoscessi.. direi che sei quasi preoccupato per me..

Cedric si rabbuiò all’improvviso,il suo sguardo prima arrogante e beffardo divenne glaciale. La ragazza abbassò gli occhi color ambra, si rimise in piedi lentamente,e lui fece lo stesso.

Orube continuava a fissare imperterrita il pavimento annerito del seminterrato, per qualche istante si trovarono così,l’uno di fronte all’altra..poi lei rialzò lo sguardo,abbozzò un sorrisetto e disse:

- d’accordo..è ora di sedersi su qualcosa di comodo!

Si buttò sulla vecchia poltrona scrostata, con un sospiro di sollievo, rovesciò la testa all’indietro,si stiracchiò,assaporando la comodità che le era mancata per quattro giorni. Improvvisamente si accorse di quanto fosse stanca. Socchiuse gli occhi per qualche secondo, e piccole luci scintillarono nell’oscurità.Li riaprì e si trovò davanti Cedric, il sorriso tornato al suo posto, con una tazza fumante in mano.

-posso offrirti un tè caldo?-esordì, con gentilezza.

Orube sorrise di rimando.

-mmm…vada per il tè..alla lunga le buone maniere terrestri ci fanno sempre cedere..

tacque un momento,sorseggiando il tè.

-..anche tu ti stai integrando perfettamente in questo mondo.

Cedric si scurì di nuovo in volto.Scosse violentemente la testa ed esclamò:

-non dirlo neanche per scherzo!!questo posto non mi piace,e non mi piacerà mai!!

si passò una mano tra i lunghi capelli biondi, tormentandoli.

-è..è una dura prigionia per me..-mormorò.

Orube inarcò le sopracciglia, scrutando nella tazza di tè.

-se è per questo, ci sono passata anch’io,lo sai..

Cedric prese a camminare su e giù davanti al tavolo. Orube continuò:

-..e ti assicuro che imparerai ad accettare la situazione..sai,quaggiù non è poi così terribile..

Il libraio si fermò e sbatté i pugni sul tavolo.

-ma è un mondo alieno!come posso accettarlo?

Orube non si lasciò impressionare dalla sua rabbia. Continuando a sorseggiare il suo tè, rispose:

-gli alieni siamo noi..lo capirai quando ti sentirai meno solo.

-io.. io sto bene da solo!!

La ragazza lo guardò compassionevole,scuotendo lievemente la testa. Lui aveva ancora i pugni serrati,la scrutava,tremante per l’ira.

Dal piano di sopra arrivò lo squillo del campanello.

-ti conviene andare a vedere chi è..- suggerì Orube.

-hai fatto bene a tenere chiuso il negozio per un po’.. ma i tuoi clienti finiranno per spazientirsi se non vai ad aprire..

Cedric annuì e salì nella libreria.

Si liberò in fretta di un cliente. Non gli andava di parlare.Era inquieto, le parole di Orube lo avevano disturbato. I suoi occhi,così diversi, indagatori..c’era qualcosa in lei che gli faceva paura..d’altronde non era una creatura umana, era acuta, intelligente..avrebbe scoperto i suoi piani con Ludmoore? Aveva già dei sospetti..quanto tempo sarebbe passato prima che divenissero certezze?

Rimase un po’ di tempo al piano di sopra, riflettendo; poi riscese le scale, pensieroso.

-ecco..scusa l’interruzione e ..oh..

Si era addormentata. Finalmente. Avrebbe passato un po’ di tempo senza essere scrutato,senza che ogni suo movimento fosse analizzato, senza la paura di tradirsi. Desiderò che dormisse il più a lungo possibile. Fece per andarsene, ma all’improvviso fu colpito dall’espressione di Orube:era curioso..quando dormiva,lei era così diversa..sembrava più innocua..più dolce..così vulnerabile..

Avrebbe potuto ucciderla,tanto era innocente ed indifesa quella bocca..avrebbe potuto toglierle il respiro così, mentre dormiva,stringere le sue mani intorno al suo bianco collo..si sarebbe liberato di lei,una volta per tutte, non avrebbe dovuto più preoccuparsi di quegli occhi..mai più..

Si fermò a pochi centimetri da lei, in piedi, immobile.

Senza riflettere,tese la mano verso la sua gola,voleva farlo,voleva soffocarla,ma le dita sfiorarono inavvertitamente le sue labbra.. solo allora Cedric si rese conto di ciò che stava per fare, e si bloccò. Si inginocchiò per terra, rimase immobile a fissarla, a lungo.

Poi,con le dita tremanti impercettibilmente sfiorò la bocca, il mento, scivolando poi sul suo collo, indugiando sull’orlo della maglietta.. non sapeva perché lo faceva, per istinto forse,o per curiosità.. Orube si mosse un poco nel sonno, acciambellandosi un po’ meglio nella scomoda posizione sulla poltrona. Cedric ritrasse subito la mano,temendo di svegliarla,ma la ragazza era ancora profondamente addormentata. Lui si soffermò ad osservare il suo viso, appoggiato sul dorso delle mani,sottili e longilinee, le mani di un’ essere innocente,non certo di una guerriera.. alla luce del tramonto che filtrava dalla finestra ogni suo tratto si accendeva di riflessi dorati, le guance morbide,i capelli scuri,le labbra asciutte. Cedric rimase a guardarla per lunghissimi minuti,senza osare toccarla.. poi,come riavendosi da un lungo sogno, realizzò la situazione ed immediatamente si alzò,balzando all’indietro. Cosa mai stava facendo?Si stava comportando come un..umano..stava incantato ad osservare colei che temeva così tanto? Era un gesto estremamente stupido,eppure.. perché non aveva saputo resistere alla tentazione di guardarla? Non solo,l’aveva sfiorata,non per farle del male,ma per la brama di provare al tatto, sotto le dita,quel viso così chiaro e pallido,che si accendeva di calore in profondità, per sentire sulle sue mani il respiro lento e regolare di lei che dormiva..

Stava delirando. Fece un altro passo indietro e infine si voltò. Salendo per le scale,si disse che non si sarebbe mai più avvicinato ad Orube. Entrò in libreria e sbatté la porta alle sue spalle.

  
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