Crossover
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Autore: eugeal    21/07/2008    1 recensioni
A volte il desiderio di ottenere qualcosa è tanto forte da annullare ogni codice morale. E' così per Renè Belloq, l'eterno rivale di Indiana Jones al quale ha sottratto l'Arca dell'Alleanza, e per Eudial, pronta a tutta pur di prendere il Grail prima di Sailor Moon.
Ma un desiderio tanto forte può portare alla distruzione o a qualcosa di peggio e Belloq ed Eudial potrebbero scoprirlo molto presto...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'isola al largo della costa africana – 1936

Belloq rimase in silenzio a fissare i corpi anneriti dei soldati e per la prima volta si sentì spaventato da quel potere che aveva tanto desiderato.
- E' stata proprio l'Arca a fare questo? -
Si rese conto di avere parlato ad alta voce solo quando Eudial gli rispose.
- Credo proprio di sì. Quella cosa emetteva una luce stranissima... Se non ti fossi caduta addosso probabilmente avresti fatto la loro stessa fine. -
- Allora sei stata tu a rovinare la cerimonia! Tu a strapparmi il potere! - Le gridò, improvvisamente furioso, ma la ragazza non si scompose e lo fissò, glaciale.
- Invece credo di averti fatto un favore enorme: un secondo di più e quella luce ti avrebbe bruciato. -
- Bugiarda! Io ho seguito il rituale, era perfetto finché non hai rovinato tutto! -
- Ah sì? E' per questo che sei vestito come un deficiente allora? Comunque se proprio non mi credi toccati il viso: pensi di esserti scottato in quel modo solo per il sole? -
Belloq represse l'impulso di alzare una mano a sfiorarsi una guancia. Non voleva far vedere a quella donna che dava peso alle sue parole, ma sapeva che aveva ragione.
Doveva accettarlo: l'Arca lo aveva rifiutato e lo avrebbe distrutto di sicuro se la ragazza non gli fosse caduta addosso dal cielo.
Di colpo la smania febbrile di prendere il potere dell'Arca lo abbandonò: non ci era abituato, ma sapeva riconoscere la sconfitta.
Stranamente non aveva nemmeno voglia di rivalersi su Jones, di lottare per riconquistare l'Arca. Sentiva che sarebbe stato inutile.
Si guardò intorno, assaporò fino in fondo la desolazione dell'isola e all'improvviso gli venne da ridere.
Quanta ironia: era stato pronto a uccidere per l'Arca e invece sarebbe stato lui a morire.
Non c'era modo di andarsene dall'isola: il sommergibile con cui erano arrivati era stato preso da Jones per portare via l'Arca, lui era ferito gravemente e, anche se fosse riuscito a lasciare quel posto, i nazisti non aspettavano altro che di farlo fuori. Non che li temesse, li disprezzava soltanto, ma erano comunque armati e lo avrebbero ucciso.
- Ma sei scemo?! -
La voce della ragazza lo fece trasalire, si era quasi scordato di lei. La guardò distrattamente, come avrebbe potuto fare con un cane randagio.
Eudial sostenne il suo sguardo, irritata.
- Che diavolo hai da ridere?! Non trovo nulla di divertente in questa situazione! -
- E' che noi siamo già morti, capisci? -
- E ti diverte? Comunque parla per te, io non ho alcuna intenzione di arrendermi: troverò un modo per andarmene di qui e riprendermi il Grail! -
- Il Graal? Stai cercando il Santo Graal? -
- Lo avevo trovato, l'ho stretto tra le mie mani, un attimo ancora e avrei potuto sfruttarne il potere... -
Sussurrò Eudial e Belloq la guardò, incuriosito.
-E poi? Cosa è successo? -
Eudial sospirò.
- Mi ha rifiutata e sono finita qui. Credo che il mio cuore non sia abbastanza puro per poterlo utilizzare. Ma non per questo ho intenzione di rassegnarmi. Forse non potrò essere io a usarlo, ma con il suo potere potremo risvegliare Mistress 9 e io riavrò il mio posto tra i Death Buster! -
- E come pensi di trovare il Graal se siamo bloccati su quest'isola? Entro pochi giorni saremo morti di fame e di sete. -
Eudial sorrise.
- Se esiste un modo lo troverò di certo. Intanto l'acqua c'è. -
Guardò il rivolo d'acqua che sgorgava da una roccia poco distante: la pozza che un tempo si era raccolta ai piedi del muro di pietra era evaporata per il forte calore sprigionato dall'Arca dell'Alleanza, ma la sorgente non si era prosciugata e l'acqua stava lentamente tornando a riempire il laghetto naturale.
Belloq barcollò fino alla sorgente e bevve, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse assetato, poi cercò di alleviare il dolore al viso bagnandolo con l'acqua fresca.
Ora si sentiva un po' meglio, ma i dolori al fianco e alla testa non accennavano a diminuire, probabilmente aveva qualche costola rotta, se non lesioni più gravi. Si sentiva debole e le poche energie che gli avevano dato la forza di discutere con quella strana ragazza lo abbandonarono del tutto.
Per non mostrare la propria debolezza, sedette su una roccia ombreggiata accanto alla sorgente.

Eudial ignorò l'uomo e si guardò intorno in cerca di qualunque cosa potesse essere utile per andare via dall'isola.
Nonostante gli sforzi del francese di nasconderlo, Eudial aveva capito benissimo che era sofferente, ma non poteva farci nulla e dopotutto non lo desiderava nemmeno. In fondo quell'uomo non si era mostrato per nulla amichevole e lei aveva l'impressione che non fosse del tutto a posto con la testa.
Per il momento aveva cose più importanti a cui pensare.
Esplorò l'isola in cerca di materiali risparmiati dalle fiamme e, quando trovò una jeep ancora intatta, si permise di pensare di poter fare qualcosa di concreto.
In breve tempo riuscì a mettere in funzione l'auto e la usò per trasportare vicino alla spiaggia tutti i rottami che trovava.
Dopo qualche ora tornò alla sorgente per dissetarsi e rinfrescarsi e notò che il francese dormiva all'ombra di una roccia, lamentandosi appena nel sonno.
Dal modo in cui si teneva una mano sul fianco e dal sudore che gli imperlava il viso, capì che il dolore doveva essere più intenso di quanto non avesse lasciato trapelare e per la prima volta si preoccupò per lui.
Se quell'uomo fosse morto, lei sarebbe rimasta completamente sola in quel posto spettrale riarso dalla collera divina e pieno di cadaveri carbonizzati.
La sola idea la terrorizzava: non avrebbe mai ammesso quella debolezza, ma aveva paura.
Sedette all'ombra accanto a Belloq per ripararsi dal sole che ormai era troppo caldo per permetterle di lavorare ancora e guardò intensamente l'uomo, poi si avvicinò a lui, gli scansò delicatamente la mano dal fianco e sollevò la tunica ricamata per constatare la gravità delle ferite.
La pelle era gonfia e violacea a causa di un livido enorme che si estendeva su tutto il fianco destro.
Eudial lo toccò, sentendolo caldo e cedevole in punti dove invece avrebbero dovuto esserci le costole, ma l'uomo non si svegliò nonostante la smorfia di dolore che gli contrasse il viso: doveva essere molto debole.
Eudial non spostò la mano e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi: non aveva mai usato i suoi poteri a scopo curativo e non era certa di esserne in grado.
Non erano mai stati particolarmente forti e non ci aveva mai fatto affidamento, limitandosi a usarli per brevi teletrasporti e per restare sospesa nel vuoto per qualche istante, ma ora doveva cercare di sfruttarli al massimo.
Attraverso la propria mano, poteva percepire il dolore e le ferite di Belloq e cercò di visualizzarle perfettamente prima di tentare il passo successivo: lentamente cercò di ricomporre le ossa fratturate, di ricollegare i vasi sanguigni lacerati e di riparare il più possibile le lesioni.
Dopo un tempo che le sembrò eterno, staccò la mano, esausta. Aveva fatto tutto il possibile e si augurò che fosse sufficiente. Sfinita, si stese a terra accanto al francese e crollò in un sonno profondo.

   
 
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