Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
Segui la storia  |       
Autore: SellyLuna    30/04/2014    2 recensioni
L’amore è sempre stato un argomento decantato da cantastorie, da poeti, da cantanti. È sempre stato oggetto di molte riflessioni e discorsi, generazione dopo generazione. Ogni individuo si è dato una risposta diversa alla domanda più vecchia del mondo, ma sempre attuale e cioè “Che cos’è l’amore?”
Molti si sono illusi di aver trovato una risposta definitiva, altri sono ancora alla ricerca delle loro risposte.
Ma di una cosa si può essere certi, l’amore sarà sempre un argomento da cui attingere ispirazione, continuerà a far parlare di sé, per il resto dei secoli.
L’amore è il più grande mistero della vita.
♥ ♥ ♥
# 1 – Colpo di fulmine ( Kowalski/Doris )
# 2 - Gelosia ( Julien/Marlene; Skipper/Marlene )
# 3 - Tradimento ( Skipper/Marlene, Julien/Marlene; Skipper/Julien )
[ Questa raccolta partecipa alla challenge "Challenge in love" indetta da _Marlene_ sul forum di efp ]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Can you feel the love, tonight?
Autore: SellyLuna
Prompt: Tradimento
Fandom: I pinguini di Madagascar
Rating: verde
Avvertimenti: Presunto OOC, what if? Lieve – lievissimo – slash
Eventuali note dell’autore: Ed eccomi a quota tre: un vero traguardo! XD
Che posso dire? È tutto un malinteso. u.u Penso sia capitato a tutti di essere convinti di sapere come stanno le cose e poi scoprire che non era affatto come si pensava. La vita à anche questo. Ed è quello che accade a Marlene, in questa shot. ;)
Non sono sicura che sia corretto mettere l’avvertimento di slash – seppur lieve. Come già detto, è tutto un malinteso; è semplicemente una situazione imbarazzante e, sfortuna delle sfortune, proprio in quel momento arriva una terza persona.
Povero Skippy! :D
So che non sembra ma comprendo il suo dolore, dall’altra parte devo ammettere che vedere e immaginare Skipper in difficoltà è estremamente divertente. Mi rendo conto che ancora una volta suoni male, ma la mia allegria nasconde anche molto affetto. Non sono assolutamente una brutta persona, come sembrerebbe dalle mie parole, eh! Il mio non è un ridere malignamente delle sventure degli altri… O.O
Spero che questa shot possa soddisfare il prompt, non so ma a me non convince moltissimo.
Sì, è meglio che vada a nascondermi insieme a Skipper!
Diventeremo latitanti. u.u Adios amigos y amigas!

..
.
Ah già, prima di sparire, vi auguro buona lettura! ^_^

 
 
 
CAN YOU FEEL THE LOVE, TONIGHT? 
 
 
 
 
Tradimento
 
Un urlo richiamò i pinguini all’azione, che svelti raggiunsero il luogo da cui provenne quel suono agghiacciante.
In men che non si dica si ritrovarono all’interno della tana di Marlene in formazione d’attacco, pronti ad intervenire contro un possibile intruso; i loro sguardi volgevano rapidi da una parte all’altra dell’ambiente alla ricerca di indizi che segnalassero la presenza di sgradevoli estranei.
Dopo un’attenta analisi e il riscontro che nessuno aveva varcato il perimetro, si rilassarono e volsero la loro completa attenzione a Marlene, che stava fissando intensamente, occhi sbarrati, un punto ben definito della stanza.
I pinguini la osservarono in attesa di una spiegazione, ma la lontra non sembrava molto propensa a soddisfare molto presto la loro curiosità, ancora intenta a fissare la parete dinnanzi a sé; i pinguini si lanciarono fra loro occhiate vagamente preoccupate.
<< Marlene, va tutto bene? >> la richiamò al presente, con tono lievemente incerto, Skipper.
Al suono della sua voce, Marlene si ridestò e puntò i suoi occhi sui nuovi arrivati.
Stava per rispondere, quando una nuova voce si elevò prepotentemente nel suo habitat.
<< Cos’è tutto questo baccano? Non si può nemmeno fare un regale sonnellino in pace! >> disse, contrariato, il nuovo venuto.
Re Julien si osservò intorno con fare annoiato, attendendo che qualcuno fra i presenti gli rivelasse la causa di quell’infelice imprevisto; non vedeva l’ora di potersi ricongiungere al suo morbido cuscino e riprendere il sogno che aveva bruscamente, per cause di forza maggiore, interrotto.
Dietro di lui spiccavano due espressioni altrettanto curiose, ma silenti.
Skipper sospirò, infastidito dalla presenza del lemure. Aveva lo sgradevole sospetto che Coda ad Anelli avrebbe, sicuramente, complicato la situazione, avrebbe rallentato le indagini e lui non lo sopportava. Il re dei lemuri aveva una predisposizione innata nell’intricare le situazioni, anche le più semplici.
Lo ignorò, concentrando occhi e mente sulla lontra e il suo problema.
<< Allora, cosa è successo? >> chiese, pratico, il pinguino, rivolgendosi a Marlene.
<< La mia chitarra spagnola. Non c‘è più! >> esclamò lei, allarmata.
Dalla disperazione sempre più crescente, iniziò a camminare avanti e indietro, velocemente, mentre commentava, sussurrando, tutta la sua incredulità.
Al solo guardare il suo vorticoso andirivieni gli procurava fastidiosi capogiri alla testa, per cui Skipper deviò il suo sguardo e lo posò sulla parete, ora spoglia della chitarra, dove solitamente era appoggiata, in bella mostra.
<< Ma Marlene, sei sicura che non ci sia qui? Hai guardato bene? >> si premurò di domandare, con cortesia, Soldato.
Prima di saltare alle conclusioni più nefaste, era meglio essere sicuri e dare un’occhiata in più non era un male, dopotutto.
<< Sì! >> esclamò, decisa, la lontra. Aveva rivoltato l’intera stanza e l’aveva battuta palmo a palmo; aveva rovistato in ogni angolo, ma non aveva trovato la sua adorata chitarra.
Quindi, la conclusione era una sola: qualcuno gliela aveva rubata.
<< Quindi, tu stai dicendo che è stata rubata? >> s’informò Skipper.
<< Sì, mi pare ovvio! >> s’indignò Marlene.
<< Ma chi vorrebbe una chitarra? >> indagò il pinguino più giovane.
<< Quello che mi domando io è il perché mi avete rovinato il sonno per una scemenza del genere! >> esclamò, irritato, il catta.
Marlene gli regalò uno sguardo iroso e con furia gli si avventò contro.
<<  Tu credi che sia una scemenza? Come osi? >>
La sua rabbia era quasi palpabile nell’aria.
<< Come ti sentiresti se dicessi la stessa cosa verso tutti i tuoi riti e le tue credenze? Se offendessi, che so, i tuoi cari Spiriti del Cielo, mh? >> continuò la sua sfuriata.
L’irruenza della lontra mise al suo posto Julien, che si era fatto piccolo piccolo, spaventato dal tono duro con cui gli aveva urlato contro tutta la sua collera.
Anche gli altri la osservarono sorpresi e impauriti; si appuntarono mentalmente di non farla arrabbiare troppo o lei non avrebbe avuto molti problemi a metterli k.o.: sapeva come farsi rispettare.
<< Ok, ok. Ho capito. Stai calma, ora! >> piagnucolò il re dei lemuri, ponendo fra lui e la lontra le zampe in segno di resa.
Alla fine dello sfogo, Marlene lo guardò soddisfatta e si rasserenò, tornando gentile e gioviale come sempre, seppur preoccupata.
<< Bene, inizieremo a indagare. È un lavoro per noi. Su ragazzi, andiamo! >> il leader richiamò i suoi uomini.
<< Eh no! Aspetta! >> s’intromise Julien << Chi ti dice che è compito vostro? >>
Skipper, già pronto ad andarsene, si fermò bruscamente e voltò il muso in direzione del lemure. Era accigliato, perché l’esordio del catta non preannunciava nulla di buono: era sicuro dove volesse parare; voleva avere lui il comando delle operazioni, sbarazzandosi, così, di loro. Ma, da solo, Julien non avrebbe concluso niente, sapeva quanto lui che quel genere di cose era il loro pane quotidiano, sapevano come muoversi e come risolvere il tutto.
Quello che lo turbava di più era la possibile proposta che avrebbe potuto fare il re dei lemuri, caldamente consigliata da Maurice, e cioè quella di collaborare. E lui non ci teneva proprio; ne aveva avuto abbastanza di lavorare assieme a quella testa vuota di Coda ad Anelli!
<< Nessuno lo dice, ma è così e basta. >> concluse, con tocco secco, il capo dei pinguini.
<< Non sono d’accordo. In quanto vostro re, è mio il dovere di risolvere i problemi dei miei sudditi. Quindi aspetta a me, questo caso. >> enunciò, con convinzione, Julien.
<< Ah sì? E saresti in grado di condurre un’operazione simile? >> domandò scettico, un sopracciglio alzato, il leader dei pinguini.
<< Ma che domande! Certo che sì! >> Julien si gonfiò, pavoneggiandosi. Maurice lo guardò perplesso, scuotendo la testa, sconsolato.
Quante menzogne si inventava il suo re? Sapeva bene di non essere abile quanto i pinguini nel risolvere i problemi altrui: allora perché si ostinava tanto a voler partecipare, a mettersi sempre in mezzo? Non comprendeva questo suo modo di fare, tuttavia non poteva far altro che appoggiare il lemure, altrimenti Julien non avrebbe saputo come arrangiarsi: aveva bisogno del suo aiuto e della sua esperienza.
<< Non farmi ridere, lemure! >> controbatté Skipper << Tu non sapresti dove sbattere la testa. >>
Julien lo guardò, offeso. Come si permetteva di giudicarlo così negativamente, quel pinguino fetente? Come osava credersi migliore del re? Era estremamente arrogante: nessuno si era mai rivolto a lui in tale maniera. Si meritava una bella lezione: gliela avrebbe fatta vedere e aveva già qualche bella idea per rimettere al proprio posto quell’irascibile di un uccello non volante!
Se lui si fosse rivelato più bravo nel suo campo, giungendo prima alla soluzione del caso, sarebbe stato sicuramente uno smacco per l’orgoglioso pinguino; era sicuro che ne avrebbe risentito.
Sogghignò, vendicativo.
<< Ti sfido, dunque! >>
I presenti lo guardarono, interrogativi. Era difficile comprendere che cosa passasse per la testa di re Julien ed era proprio questa caratteristica che lo rendeva imprevedibile; lo avevano appurato già da tempo e ci avevano, ormai, fatto il callo.
Tuttavia, ogni volta che se ne usciva con una proposta delle sue sconcertava tutti – ma questo capitava, più o meno, ogni volta che apriva bocca!
Anche in quell’occasione non fu da meno, la sua fama era stata custodita e confermata: le sue parole avevano scaturito stupore e tutti si domandavano se fosse il momento adatto per porgere una sfida, seria o frivola che fosse.
<< Mi stai dicendo che riusciresti a trovare il ladro prima di me? >> domandò con tono divertito Skipper.
L’altro annuì con decisione, prima che i loro occhi si incatenassero per continuare quel dibattito, fatto solo di sguardi di sfida.
Era una lotta impegnativa che vedeva entrambe le parti in gara attive e desiderose di avere la meglio sull’altro; se si aguzzava la vista, era possibile intravedere l’elettricità negativa che si lanciavano contro i due rivali: la tensione era alle stelle.
<< Ok, molto bene. La sceneggiata è finita. Ora, potete concentrarvi sul vero problema e scoprire quanto prima che fine abbia fatto la mia chitarra? >>
Con la sua richiesta precisa, Marlene riuscì a smorzare l’attimo intenso creatosi, che aveva eccitato Rico, già preparato ad assistere ad un incontro di box; adorava le risse e i combattimenti in genere e quello si prospettava un match interessante.
<< Non mi importa come lavoriate: se insieme o ognuno per conto proprio oppure se decideste di continuare la sfida. Basta che portiate risultati. Intesi? >>  li richiamò all’ordine, con tono grave, Marlene. Aveva atteso abbastanza e, più tempo passava, peggio sarebbe stato. Ora, era il momento di agire.
<< Bene, potete andare! >> li congedò. I pinguini e i lemuri accolsero il suo consiglio e si allontanarono, prendendo direzioni differenti.
 
Skipper aveva perlustrato tutto lo zoo e aveva riletto, più e più volte, gli identikit degli abitanti di Central Park, ma, dalle informazioni che aveva ricavato, nessuno di loro pareva interessato ad una chitarra spagnola o ne traeva beneficio da un tiro mancino come quello.
Forse, aveva trascurato qualcosa? Oppure doveva allargare i suoi orizzonti? Poteva essere il ritorno di Archie, quel mascalzone che si era finto paladino dei valori di umanità e solidarietà al fine di accaparrarsi più comfort possibili? Se così fosse stato, che interesse poteva trarre dallo strumento di Marlene?
Tutte le sue congetture portavano ad un vicolo cieco e, di conseguenza, doveva riformulare nuove ipotesi: era un processo stancante, alla lunga. Amava le sfide, ma il non concretizzare risultati lo irritava e lo snervava non poco.
Entrò nello Zoovenirs – luogo dove erano stipati tutti i tipi di merchandise  e teatro delle riunioni -, sovrappensiero.
Si meravigliò, quando si accorse che c’era già qualcuno all’interno della stanza: era convinto che fosse vuota. Il suo stupore aumentò, quando riconobbe Coda ad Anelli: per quale motivo si trovava lì? Era leggermente curioso.
Da buon militare qual era, mascherò la sua curiosità e si concentrò su quello che doveva fare, andando dritto per la sua strada.
Intanto anche Julien si accorse della sua presenza e osservò i suoi movimenti, in silenzio. Lo studiava con molta attenzione, forse era una delle poche volte – se non l’unica – in cui re Julien prestava concentrazione e si sforzava nell’intento: voleva carpire i segreti del rivale; voleva farsi un’idea di come fosse messo con le indagini e capire se lui fosse sulla strada giusta.
Era troppo lontano per catturare i dettagli che gli avrebbero permesso di comprendere la situazione e inoltre, Skipper era di spalle; era in una posizione sfavorevole per i suoi scopi.
Stava ponderando sul da farsi: gli si avvicinava di soppiatto oppure faceva come al suo solito, approcciandosi a lui con nonchalance e chiedendogli, con finto interesse, come stavano andando le sue indagini?
Non poteva perdersi in speculazioni inutili: doveva agire ora o mai più; non avrebbe ottenuto più un’occasione d’oro come quella.
Decise di comportarsi come al suo solito, era quello che sapeva fare meglio, dopotutto.
Rovistò in uno scatolone lì vicino, ne estrasse uno yoyo – adorava quello strano marchingegno, sebbene non fosse proprio un esperto nel maneggiarlo –, che gli avrebbe dato un certo tono.
Silenziosamente, raggiunse la schiena di Skipper e, solo quando lo aveva affiancato, parlò.
<< Allora, come stanno andando le ricerche? >> esordì il lemure, mentre srotolava lo yoyo. << Sai, chiedevo, così per sapere! >> volle precisare, poi.
Skipper fu colto dallo spavento, sentendo la voce, così prossima,  del lemure riempire l’aria; era talmente assorto che non l’aveva percepito avvicinarglisi. Anche in quest’occasione fu lesto a camuffare la sua sorpresa e rimase concentrato nel suo operato, non degnandolo neppure di uno sguardo.
<< Dal tuo silenzio, devo dedurne che non sai che pesci pigliare. >> tirò a indovinare Julien, mentre tentava di far risalire lo yoyo, strattonando, con scarsi successi, il filo.
Il pinguino, finalmente, si girò verso di lui e strabuzzò gli occhi; il lemure non seppe dire se per l’imbarazzo di essere stato colto in flagrante oppure per la velata offesa che era nascosta nelle sue parole.
In quell’istante aveva cose più importanti da fare, non poteva indagare le presunte sensazioni di Skipper: la sua priorità era quella di far funzionare quello stramaledetto yoyo, che era una sola volta yo. Perché, accidenti, con lui non andava come doveva e come la sua scatola prometteva: dove erano le meraviglie e le prodezze che era in grado di compiere, poste in essere in quel piccolino e innocuo oggetto?
Che rabbia! Quei maledetti venditori sapevano mentire bene pur di vendere; tramutavano menzogne in verità eclatanti e affascinanti.
A forza di tirare l’esile filo verso di sé, produsse l’effetto opposto: si ritrovò lo yoyo più lontano. Come si permetteva, quel minuscolo prodotto, di prendersi gioco del re dei lemuri?
Il filo, a terra, si avviluppava in percorsi intricati, formando qui e là asole che sarebbero potute diventare trappole. E fu proprio in mezzo ad una di esse che il lemure ficcò il piede, si sbilanciò e cadde rovinosamente sul pinguino.
Era una posizione compromettente: si ritrovarono l’uno sull’altro. Era già imbarazzante di per sé, ma Skipper si consolò convincendosi che non c’erano altri testimoni oculari che avrebbero potuto tramandare ai posteri la sua umiliazione; l’unico ed effettivo problema era ricattare il silenzio del reale rompiscatole e non sarebbe stata cosa facile. L’ultimo passo verso la pace interiore, infine, sarebbe stato quello di dimenticare il più velocemente possibile lo scomodo imprevisto.
Ma, in definitiva, era cosa da poco, no?
<< Ehi ragazzi! >> chiamò una voce femminile. << Volevo dirvi che ho ritrovato la chitarra. >>
Marlene marciò spedita all’interno della stanza e, bruscamente, si paralizzò, una volta che ebbe messo a fuoco la scena di uno Skipper sottomesso da Re Julien.
Non credeva ai suoi occhi, non poteva essere vero. Si strofinò un paio di volte gli occhi, ma quella visione non scomparve. Era tutto così dannatamente e incredibilmente reale.
Era shoccata e qualcosa nel suo cuore si spezzò.
Si voltò di scatto e abbandonò quel luogo di corsa.
<< Marlene! >> le urlò dietro Skipper << Non è come sembra! >>
 
Marlene corse a perdifiato senza una meta precisa, per quel che ne sapeva avrebbe potuto passare due o tre volte per la stessa strada, tanto non se ne sarebbe neppure resa conto da quanto sconvolta che era.
Quando il suo corpo iniziò a dare segnali di non reggere più tutto quel movimento, si fermò per riprendere il respiro; quella fuga le aveva lasciato il fiato corto.
Si osservò intorno e constatò di trovarsi nel parco, al di fuori delle mura dello zoo. Si meravigliò di essersi allontanata così tanto, poi la sua mente fu dominata dal panico. E ora come faceva? E se diventava selvaggia?
Infine si calmò; non sarebbe successo nulla di grave, ormai era in grado di dominare se stessa e il mondo esterno non aveva più simili effetti sulla sua psiche.
Si sedette, appoggiando la schiena al tronco di un albero, mentre i suoi occhi catturavano lo splendido panorama che le si prospettava dinnanzi.
Era estasiata. Si disse che avrebbe dovuto fare più gite fuori porta per scoprire le meraviglie e i segreti del parco.
Nonostante le bellezze naturali del parco fossero riuscite a sviare la sua mente dalla sconcertante verità che aveva appreso, ben presto la relazione fra i due suoi amici tornò ad occupare i suoi pensieri.
Come aveva fatto a non accorgersene? Probabilmente i segnali del loro reciproco interesse c’erano stati, ma lei non ci aveva fatto caso oppure non li aveva riconosciuti.
Sapeva solo che, venire a conoscenza in quel modo della loro relazione, faceva un gran male. Aveva sentito una fitta al cuore e non sapeva spiegarsene il motivo. Per quanto fossero strani e avessero i loro difetti, provava per entrambi i suoi amici un profondo affetto.
Si sentì delusa e tradita, perché nessuno dei due si era preso la briga di dirle come stavano realmente le cose. Sapeva, in cuor suo, che non era solo per questo. A se stessa non poteva mentire: si aspettava che un giorno, in un futuro molto lontano, i due si sarebbero trovati a combattere per la conquista del suo amore.
Ora, però, comprese quanto questo desiderio appartenesse alla sua parte più bambina, che sarebbe presto appassita davanti alla crudele realtà della vita.
Una solitaria lacrima rigò il suo muso.
 


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar / Vai alla pagina dell'autore: SellyLuna