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Autore: Namixart    03/05/2014    2 recensioni
Cosa tramano Braig e Xehanort?
Perché parlano sempre dei cuori, dell'Oscurità e dei mondi?
Chi sono veramente?
Le risposte alle nostre domande arrivano spesso troppo tardi, troppo tardi perché si possano prendere provvedimenti.
Ienzo, il piccolo Ienzo, lo sa.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vexen, Xemnas, Xigbar, Zexyon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
- Questa storia fa parte della serie 'Guardare oltre'
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"Corri!"
Xehanort e Braig erano pazzi da legare! Tutti quei discorsi sul Regno dell'Oscurità, i segreti... Ienzo lo aveva sempre sospettato, ma la conferma era arrivata quando, nascosto in un corridoio vuoto, aveva assistito alla strana morte di Dilan. Xehanort aveva riso freddamente, poi aveva conficcato nel cuore della guardia una strana spada. Dilan era crollato a terra senza un suono, e Ienzo aveva dovuto ficcarsi un pugno tra i denti per non urlare.
Era scappato da Even e gli aveva raccontato tutto. Un lampo di comprensione aveva attraversato lo sguardo dello scienziato. Lo aveva preso per mano e si era incamminato con passo svelto verso il portone del castello, sussurrandogli istruzioni affettate. Doveva arrivare in città, avvisare qualcuno su quanto stava succedendo, non doveva mai fermarsi o tornare indietro.
Quando, da un punto dietro di loro, erano giunti dei rumori come di passi, Even aveva spinto Ienzo in un corridoio e gli aveva detto, prima di voltarsi ad affrontare il pericolo:
- Corri! -
E Ienzo correva, correva da un secolo in quel castello sconfinato. Era quasi arrivato all'uscita, quando si fermò di botto. Non poteva abbandonare Even così. Fece dietrofront e, nel giro di pochi minuti, si ritrovò nuovamente in quella nicchia buia da cui spiava la scena nell'ombra.
Even stava con le spalle al muro, Xehanort e Braig incombevano su di lui.
- Cosa volete da me? - chiese Even, con il tono calmo che lo aveva sempre caratterizzato.
- La tua mente, amico. Sei la persona giusta da aggiungere alle nostre schiere, cervellone. - rise Braig.
- Non potete costringere le idee di un uomo a passare dalla vostra parte. Io non vi aiuterò mai. - sentenziò lo scienziato.
- Temevo che l'avresti detto. - flautò Xehanort, scivolando silenziosamente davanti a Even.
Ienzo notò che in mano stringeva la spada con cui aveva ucciso Dilan.
- Ma voi scienziati siete così cocciuti... Mai che vogliate aiutare il prossimo di volontà vostra... - sussurrò Xehanort, rivolgendo la spada al cuore di Even, che sbiancò completamente.
- Non sei contento? Sarai come noi. -
- Ultime parole, amico? - chiese Braig sghignazzando.
- Ienzo. Lasciatelo vivere in pace. -
Braig sembrò avere un'illuminazione.
- Ehi, il ragazzino ha più cervello di me e te messi insieme, capo. Potremmo... -
- No! No! Lasciate stare... - Even interruppe il suo grido a metà quando Xehanort affondò la spada nel suo cuore.
Ienzo non poté che urlare, mentre guardava il suo unico amico, la sua unica famiglia, cadere a terra, rantolando. Tutti e tre si voltarono di scatto verso di lui. Even sollevò faticosamente un braccio verso di lui e fece per dire qualcosa, ma spirò prima di riuscirci.
Braig sogghignò nel vedere il ragazzino asciugarsi rabbiosamente una lacrima e correre via. Le lacrime continuavano a scorrere copiose sul viso del ragazzino, mentre scappava nel castello.
Even... Non poteva... No...
La porta era a pochi passi di distanza, quando Ienzo si sentì afferrare per le spalle.
- Peccato. C'eri quasi, ragazzino. - ridacchiò Braig.
- Ora, ascolta bene. Se vuoi sopravvivere, ti conviene unirti a noi di tua spontanea volontà. Altrimenti... -
La risposta di Ienzo fu un calcio negli stinchi di Braig.
- Peccato. - ripeté l'uomo.
Nel giro di pochi istanti la spada di Xehanort era puntata al cuore di Ienzo.
- Benvenuto nell'Organizzazione XIII, Zexion. - mormorò.
E così Ienzo, poco più che bambino, crollò a terra senza gridare.
Tanto, chi avrebbe potuto sentirlo?
  
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