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Autore: Isandre    03/05/2014    1 recensioni
Le giratempo sono un'antica tecnologia dei Signori del Tempo. La loro distruzione durante la battaglia al Ministero ha creato dei problemi nel flusso temporale, che solo il Dottore può sistemare.
La Seconda Guerra Magica è finita da qualche mese e Hermione Granger si gode la ritrovata tranquillità e il suo ultimo anno di scuola finché in un pomeriggio di Novembre non si imbatte in qualcosa di strano: cosa ci fa una vecchia cabina telefonica della polizia nell'unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Hermione, Granger, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo
 
 
 
La stanza era un vero disastro: gli scaffali di legno erano buttati a terra e il pavimento era coperto di pezzi di metallo, sabbia e vetri rotti che scricchiolavano sotto i piedi dell’uomo che era appena entrato furtivamente. Sentiva le parole attutite provenire da qualche stanza vicina a quella, ma erano troppe affievolite per riuscire a distinguerle. L’uomo decise di sbrigarsi prima che qualcuno arrivasse lì, attirato dal rumore del suo arrivo o semplicemente perché doveva dare una sistemata. Iniziò a guardarsi intorno con circospezione, all’apparente ricerca di qualcosa, poi un fremito lo colpì e si avvicinò a un angolo della stanza dove ancora uno scaffale non voleva arrendersi alla gravità e si reggeva in bilico, come se dovesse cadere da un momento all’altro.
«Ah-ha!» esclamò l’uomo «Puoi nasconderti quanto vuoi ma non puoi sfuggire al Dottore»
Spostò i resti della scaffalatura e si abbassò tastando la parete, poi tirò fuori il cacciavite e lo azionò: dalla punta si diffuse una luce blu. Sulla parete si aprì un solco dal quale fuoriuscì una bagliore molto strano.
«Londra non sarebbe Londra se non ci fosse un’enorme crepa temporale proprio nel centro della città» disse con un sorrisetto compiaciuto. Armeggiò con il cacciavite e poi lo passò di nuovo sul solco.
«E con questa sono centotrentunomila e centodiciannove le volte in cui ho salvato Londra o forse sono centotrentunomila e centoventi? Ho perso il conto»
Scrollò le spalle e continuò il suo lavoro ma il cacciavite sembrava in difficoltà.
«Andiamo, che ti prende?» chiese sbattendoselo un paio di volte sulla mano, ma quello funzionava alla perfezione. Doveva esserci qualcosa nella crepa che gli impediva di chiuderla.
Allungò un braccio, lo infilò nel solco e alla fine riuscì ad afferrare qualcosa che sembrava una catena. La tirò fuori.
Era una collana a cui era legato un cerchio di qualche metallo che non riusciva a identificare, nel centro del cerchio c’era una piccola clessidra. L’uomo la guardò accigliato.
«No, non va affatto bene»
   
 
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