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Autore: lady of creeps    03/05/2014    1 recensioni
Una notte di luna piena, un vampiro affamato e una giovane fanciulla. Tutti gli ingredienti per un perfetto racconto horror, no? Beh, e cosa succederebbe se il vampiro in questione fosse in completo idiota e la ragazza riuscisse a tenerlo per sé?
Genere: Comico, Parodia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jonathan strinse febbrilmente la maniglia della porta finestra mentre un forte brivido gli percorreva la schiena. Socchiuse gli occhi e cercò di fermare la salivazione che lo faceva somigliare più ad un mastino che ad un vampiro; ogni singola fibra del suo corpo urlava e fremeva, non poteva attendere un secondo di più, la fame gli stava annebbiando i sensi, doveva entrare e prendersi ciò che era suo di diritto. Si sentiva nervoso come mai nella sua esistenza, eppure in 738 anni si era sentito in molti modi: stanco, triste, allegro, solo, affamato, ma mai nervoso. Sentiva come se fosse un lottatore su un ring e tutt’intorno a lui, una folla ululante che non attendeva altro che vederlo prendere a mazzate l’avversario di turno, gli errori non erano ammessi, doveva essere veloce, scattante e silenzioso e perché no, anche un po’ rude, quel poco che basta per far cedere un umana ai tuoi piedi. Con un rapido gesto aprì la finestra, purtroppo però lo fece molto più rumorosamente di quello che sperava di fare ottenendo un “gnii” strozzato che avrebbe fatto invidia a qualsiasi presenza dei film horror. 
Per sua fortuna, la preda aveva un sonno molto pesante e non parve essere infastidita da quel suono, o forse non era così acuto come lo aveva percepito lui, in fondo era risaputo: i vampiri avevano i sensi molto più sviluppati rispetto a quelli di un comune umano. 
Maledicendo la sua goffaggine strisciò nella camera, silenzioso come un’ombra, lasciandosi avvolgere dal dolce abbraccio della stanza buia. L’unica testimone di quella sera se ne stava placida nel cielo, coperta da una pigra nuvola, quasi volesse nascondere ciò che il non morto stava per compiere.

 La sensazione che Jonathan provava in quel momento non era neanche paragonabile all’euforia più pura; era lì ad un passo dal nutrirsi dell’agognato liquido rosso che quelli della sua stessa specie tanto esaltavano. L’odore che aleggiava nella stanza era inebriante e impregnava ogni singola cosa, deglutì e si guardò intorno alla ricerca di una secondaria via di fuga nel caso le cose si fossero messe male. Per sua sfortuna, l’unica possibilità di uscita era quella la stessa da cui era entrato, ovvero la porta finestra che dava sul cortile del palazzo. Cercò di riprendere fiato e di calmare i tremori dovuti alla fame, quando notò qualcosa di luminoso sulla scrivania, a dire la verità la luce sembrava smorzata, come se qualcosa le impedisse di risplendere a pieno. Preso dalla curiosità si avvicinò alla scrivania osservando uno strano aggeggio composto da due parti dalla quale proveniva uno strano ronzio, si domandò se potesse aprirlo e anche cosa ci potesse essere dentro. Era forse quello il famoso Scrigno di Pandora, dimora di tutti i mali? SI dondolò per qualche secondo sulle punte, dimenticandosi anche il motivo per il quale aveva fatto quella strada, nella sua mente ora c’era solo quell’affare ronzante e luminoso. Poi la sua natura ebbe la meglio e avvicinò la mano timorosa sollevando delicatamente una delle due metà: una luce bianca e accecante si espanse in tutta la camera mentre il povero vampiro fece un salto coprendosi gli occhi terrorizzato “Era una trappola creata dagli umani!” pensò aspettandosi di sentire la sua pelle friggere come una cipolla in una padella, cosa che però non accadde. Il giovane vampiro scostò le mani dal viso e  osservò lo strano oggetto con la stessa espressione di un bambino che ha appena visto un giocattolo che tanto desidera, ebbe il forte desiderio di toccare quella superficie, ma appena lo fece la ritirò subito in dietro con uno squittio “ è vetro! Ma guarda te, gli umani hanno trovato un modo per bloccare nel vetro la luce e dei pezzettini neri... oh... sono lettere! Fantastico, ci sono delle lettere su un vetro!” e avrebbe continuato con le sue considerazioni se la cosa che dormiva nel letto non avesse emesso una serie di mugoli che lo fecero sobbalzare; non era la strana scatola il motivo per cui era lì, e ora come uno scemo si stava facendo sfuggire la sua occasione. Si infilò rapidamente nell’angolo più buio della camera in attesa della fine dei rumori, pregando che non si svegliasse. Decise che doveva realizzare un piano di fuga il più presto possibile, aveva tre opzioni: fingersi un parente dalle strane abitudini e abbracciarla e scoppiare lacrime palesemente false; fingersi un ladro, legarla al letto e scappare; fuggire dalla finestra utilizzando uno dei lenzuoli come paracadute e svolazzare via in stile Mary Poppins con tanto di canzoncina idiota. Prima che potesse mettere in atto anche uno solo di quei folli piani la ragazza tornò a dormire saporitamente. I crampi allo stomaco lo riportarono alla realtà, non doveva più farsi distrarre da nulla, aveva già rischiato troppo.

Veloce come solo un vampiro può essere si avvicinò al letto della ragazza. Lì l’odore era talmente forte da essere quasi nauseante, ebbe un lieve capogiro e si concentrò: la ragazza era davvero carina, in fondo gli dispiaceva quasi, ma aveva fame, e lei sembrava così buona... 
lasciando da parte i sensi di colpa il giovane aprì la bocca e lasciò uscire un ruggito di bassa frequenza, poi avvicinò il viso al collo della sua preda, ancora poco e avrebbe mangiato... tre... due... uno... 



E     fu allora che successe
un trillo acuto spezzò l’armonia che c’era in quella stanza fino a pochi attimi prima. La ragazza iniziò ad agitarsi tra le coperte mentre Jonathan balzò indietro con uno scatto fulmineo, tremante per lo spavento e ancora con la bocca aperta e gli occhi sgranati per la sorpresa: si stava svegliando e lui era lì! Lo avrebbe di sicuro visto e allora sarebbe stata la fine. Jonathan avrebbe voluto piangere, perché gli andava sempre tutto storto?! Ricacciò indietro le lacrime e riprese il controllo della situazione, doveva andarsene da  quel posto ed in fretta; analizzò rapidamente i tre piani pensati in precedenza e decise che “Jonathan Poppins” era la scelta migliore, ora doveva solo scegliere una canzone da cantare. Rapidamente strappò dal letto una coperta e corse verso la finestra, del tutto ignaro che occhi increduli fissavano la scena.

Non capì immediatamente cosa fosse successo: un secondo prima era in piedi con una coperta in mano diretto verso la finestra e l’attimo dopo era avvolto nella stessa come un salame. Probabilmente nella foga era inciampato in un lembo ed era caduto andando a sbattere contro la libreria che ora gli bloccava le gambe. Sì, doveva per forza essere andata così. Era un idiota. 

Il suo battito accelerò non appena vide una figura femminile avvicinarsi esclamando “Dammi una spiegazione per la quale non dovrei chiamare la polizia”.




ANGOLO AUTRICE
cucù! eccomi qui! Chiedo venia per l’enorme ritardo, ma un terribile mostro chiamato liceo mi sta risucchiando tutte le energie, fortunatamente sono riuscita a liberarmi e scrivere il secondo attesissimo (?) capitolo!
*urla fuori campo* “Vai via!” “Chi ti vuole?!” “Si stava meglio senza!” 
Il nostro caro Jonathan si è infilato in un bel pasticcio e ora? Beh ora non  vi resta che attendere il terzo capitolo! Voglio ringraziare pubblicamente le magnifiche recensioni che mi avete inviato, davvero non pensavo che quest’idea potesse piacere ^^ *gongola come un’idiota* inoltre ringrazio chi l’ha inserita tra le seguite e le preferite e anche solo chi l’ha letta, mi state facendo un grandissimo favore! Alla prossima 

Lady of Creeps 
  
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