Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi una mia piccola storiella "Profumo di mirtillo e angelo dalla camicia rossa", la storia di un demone femmina che un giorno decide di andare nel bar del Paradiso e fa l'incontro con un angelo...Perdonatemi eventuali errori, è la prima volta che posto nella sezione Angeli e Demoni e spero che vi piaccia :-) Ringrazio tutti coloro che la vorranno leggere e la leggeranno, tutti coloro che la vorranno recensire e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie nelle seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Profumo di mirtillo e angelo dalla camicia rossa
Iniziò tutto così. Un fugace gioco di sguardi, un mezzo sorriso che regala il Paradiso e l’Inferno, un angelo capace di fare smuovere il cuore a un perfido demone come me.
Avevo deciso di salire nel Paradiso, verso il Saint Gabriel, uno dei bar più in voga del regno degli Angeli. Io che con il Paradiso non aveva nulla da spartire, io che godevo della sofferenza altrui e non mi pentivo di ciò che facevo. Ero appena arrivata e un Serafino mi fissò arcigno “Tu non sei la benvenuta Esthery”
“Calmati tigre” ribattei io con tutta la calma di questo mondo “Sono solo venuta a bermi un thè al mirtillo”
Il Serafino mi puntò una lama d’oro alla gola, facendo scendere un filo di sangue infernale e ripetè “Non sei la benvenuta”
“Infatti non devo essere la benvenuta” risposi io imperterrita, allontanando la lama “Adesso se me lo consenti, vorrei prendermi un thè”
Il Serafino ringhiò e dopo mi lasciò passare. Uno specchio era appeso all’ingresso e non potei fare a meno di specchiarmi. Lunghi capelli ricci fino alla schiena, occhi color carbone, due paia di corna attorcigliate alla maniera dell’ariete e una coda da gatto nero. Questa ero io.
L’atmosfera nel bar era tranquilla, a differenza del bodyguard di fuori gli angeli non erano per nulla interessati a me. Molto probabilmente erano già abituati a incursioni demoniache, d’altronde il bar era famoso per il suo thè al mirtillo. Mi accomodai su una morbida poltrona di raso rosso e aspettai. Non dovetti attendere a lungo.
“Che cosa ti posso portare?”
Mi girai e per la prima volta il mio cuore perse un battito. Accanto a me c’era un angelo dai capelli tagliati corti, una leggera barbetta curata e una camicia rossa, una camicia rossa che avrebbe popolato i miei sogni e le mie giornate buie all’Inferno. Sorrisi in maniera gentile “Un thè al mirtillo”
“Arriva subito”
Mi ritrovai a fissarlo mentre se ne andava di là, immaginandomi come era fatto e che cosa significava baciare un angelo, baciare un essere puro. Non ero mica pudica come gli angeli, avevo una mia dignità di demone da difendere. Arrivò in men che non si dica e cominciai a sorseggiare il mio thè. Lui era ancora lì e io ricambiai il suo sguardo.
“Come mai sei qui? Anche l’Inferno ha il suo bar”
“Nessuno ha un thè come lo fate voi” mi alzai, gli sfiorai leggermente la barba e lo baciai appassionatamente, sorprendendolo “Poi nessuno in Inferno è bello come te”
Lui ricambiò il mio bacio, tra lo stupito e il compiaciuto. Gli mordicchiai il labbro e dopo lasciai la mancia.
“Chissà forse ci rivedremo un giorno, caro angelo dalla camicia rossa”
Poi mi avviai verso l’uscita, con il suo sguardo su di me e un leggero profumo di mirtillo sulle labbra.

Fine