Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |      
Autore: GabrielleWinchester    05/05/2014    6 recensioni
[Sequel di "Profumo di mirtillo e angelo dalla camicia rossa]. Dopo essere stato baciato dal demone Esthery, l'angelo dalla camicia rossa decide di scendere all'Inferno per rivederla ancora una volta, per poter ricambiare il bacio, un bacio tra la perdizione e la salvezza...Buona lettura.
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Essenza di Paradiso e Graffio dell'Inferno'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi il sequel di "Profumo di mirtillo e angelo dalla camicia rossa"...Dopo essere stato baciato da Esthery, il nostro angelo dalla camicia rossa decide di ricambiare il bacio del demone, addentrandosi nell'Inferno, per un bacio che sa di salvezza e di perdizione...Non sono responsabile di eventuali sventolamenti vari e vogliate scusarmi se non ho fatto bene la scena romantica :-) Spero che vi piaccia e che vi emozioni come ha emozionato me a scriverla ^_^  Ringrazio tutti coloro che la leggeranno e la vorranno leggere, tutti coloro che la recensiranno, tutti coloro che metteranno le mie storie nelle seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)
PS: Nel testo c'è un pezzo della canzone di Katy Perry "E.T"

Sapore di cioccolata e ricordo di un bacio infernale
 
 “Chissà un giorno ci rivedremo, caro il mio angelo dalla camicia rossa”
Rimasi con il vassoio in mano, mentre la osservavo andarsene via. Nessun demone femminile venuto in Paradiso per bersi il thè al mirtillo, aveva osato tanto. Qualche apprezzamento osceno, sul fatto che ero sprecato per il Paradiso, ma nessuno era arrivato a quel punto, in quanto si credeva che un demone non potesse mai baciare un angelo, un insulto all’equilibro ultraterreno. Mi toccai le labbra, per essere certo che non era stato un sogno, che mi aveva baciato davvero.
“Tu sai chi ti ha baciato, Nythiel?” mi domandò il mio datore di lavoro scuotendo la testa.
“No” risposi, facendo comparire magicamente uno straccio e pulendo un tavolo, laddove era stato ordinato un angelo azzurro e un aperitivo celestiale “Chi?”
Lui strabuzzò gli occhi, non riuscendo a credere al fatto che non sapessi chi fosse. Nella sua faccia era dipinta un’espressione tra il dispiaciuto e l’irritato. Prese il vassoio con i bicchieri di cristallo e spiegò “Esthery, la figlia illegittima di Lucifero in persona. È la datrice di lavoro dell’Hell’s Fire, il night club dell’Inferno. Sei stato preso di mira da un demone pericoloso”
Riflettei su quello che mi aveva detto, ma non ci diedi peso. La mia mente era ferma a quel momento, a quando lei si era alzata e con un coraggio non indifferente mi aveva baciato, un bacio sensuale e romantico, un bacio passionale come nessun angelo avrebbe fatto, un bacio al sapore di mirtillo. Avrei voluto approfondire il bacio, ma se ne era andata via, paga di un momento rubato. Avrei voluto metterle le mani nei capelli ricci…
“Io scendo all’Inferno” decisi all’improvviso e tutti ammutolirono dalla sorpresa e dallo sdegno.
“Tu sei pazzo” mi rimproverò il datore di lavoro “Quel demone ti ha già compromesso l’anima. Non puoi giocare con il fuoco”
Quello che non sapeva, era che io volevo giocare con il fuoco, volevo scottarmi con quel fuoco “Chiamami pazzo. Ma la voglio rivedere”
“Maledetto Gabriel che mi ha detto di prenderti!” esclamò lui, buttando a terra lo straccio “Vai da quella stronza senza anima”.
Strinsi le mani a pugno e mi costrinsi a calmarmi. Non ne valeva la pena. Volevo ricambiare il bacio, in quanto avevo letto una sfumatura diversa, una sfumatura che poteva essere interpretata come un segnale di cambiamento, come un desiderio di rivalsa, un sogno di combattimento. Al diavolo l’equilibrio, quel demone mi aveva scombussolato come nessun altro angelo femmina aveva fatto. Forse era il fascino del proibito che mi aveva stregato. Assicurai la mia daga alla cintura, una precauzione in caso di attacco. Ero pur sempre un angelo in territorio nemico.
“C’è il coprifuoco” mi ricordò Jophiel, uno dei miei colleghi “Non puoi usare i normali canali di comunicazione tra il Paradiso e l’Inferno. Devi utilizzare la colonna di fuoco e piume d’angeli per poter scendere da Esthery”
Sbuffai innervosito, la colonna di fuoco e piume d’angeli mi metteva fuori gioco per parecchio tempo ma ero deciso. La volevo rivedere. Mi diressi verso l’uscita, feci un cenno di saluto al Serafino bodyguard, il quale ridacchiò maligno “Ti sei lasciato stregare dall’Inferno”
“Può darsi” ribattei e richiamai la colonna di fuoco e di piume d’angeli.
Lui mi prese per il colletto e ringhiò “Ti sporcherà l’anima e dopo giocherà con la tua sofferenza. Il gioco vale la candela?”
“Non so se ne vale la candela, Metatriel” ribattei io allontanandomi da lui “Ma è stata l’unica che mi abbia smosso, che mi abbia fatto sentire vivo dopo parecchi secoli di apatia. E voglio correre il rischio”
“Sei un pazzo sconsiderato e un piccolo ingrato”.
Scrollai le spalle indifferente alla minaccia e mi addentrai nella colonna sovrannaturale, scendendo nel luogo dell’incubo e della sofferenza.  Il viaggio durò moltissimo, un viaggio nel quale vi potei vedere tutti i peccati delle anime infernali e le relative punizioni, un viaggio che ebbe l’effetto di una pugnalata al cuore. L’Inferno non era fatto per i puri di cuore. Non appena uscii dalla colonna, un demone dall’aspetto caprino mi annusò e ringhiò “Sei un angelo”.
“Non lo sospettavo” risposi io ironico, non perdendo la mia calma “Sai dov’è l’Hell’s Fire?”
“Hai deciso di darti al lato oscuro?” sghignazzò il demone, una luce lussuriosa negli occhi “Poi dicono che l’Inferno non ha attrattiva”.
“Sono venuto a vedere Esthery”
Al nome di Esthery, il demone cambiò subito espressione e mi indicò la strada per raggiungere il night club. Ogni passo che facevo, era una sofferenza indicibile, perché simboleggiava ogni peccato capitale e la mia anima angelica si stava insozzando sempre di più. Dovetti fermarmi quando la lussuria mi prese e mi fece pensare a lei nuda che mi baciava su tutto il corpo e mi faceva perdere ogni inibizione. Vidi il night club, un locale costruito con anime umane e ossa di demone, un’insegna con il fuoco nero, nel quale due angeli neri combattevano duramente con due lance appuntite. A guardia del locale c’era un demone nerboruto, dalle corna da Capricorno, il quale mi squadrò “Si vedono cose strane. Sei venuto a vedere lo spettacolo? Finalmente un angelo che ha seguito la retta via”
“Sono venuto a vedere Esthery”
“Sei venuto a ricambiare il favore?” sghignazzò il demone, togliendo il cordone di sicurezza “Passa pure, non sono mica come il vostro Serafino. Puritano del c…”
“Come fai a sapere che sono qui per questo?” lo interruppi prima che potesse commettere spergiuro. Ero un Angelo delle Virtù.
“Ci credi puritani e casti come voi di là sopra? Le voci girano e non è una novità che un demone bacia un angelo. Poi tu sei il tipo che può piacere a Esthery, bello e puro. Un mix letale”
Entrai nel locale e la prima cosa che vidi, furono le luci psichedeliche e le ballerine che ballavano sui pali o che intrattenevano gli avventori. Da qualche parte c’era un dee-jay che stava suonando E.T. di Katy Perry. Le parole che risuonavano dagli altoparlanti erano profetiche, almeno per me.
You’re so hypnotising,
could u be the devil, could u be an angel,
your touch magnetizing,
feels like going floating, leave my body glowing….
Per essere l’Inferno, il locale era di classe, tranne ovviamente per alcune ballerine che ballavano sopra spuntoni di roccia appuntiti e si ferivano continuamente, inebriate dal piacere e dalla voga di chi li vedeva. Ero abituato a tutto altro genere, distogliendo lo sguardo. Poi la sua voce mi distolse dai pensieri.
“Angelo dalla camicia rossa, sei venuto da me. Non ti facevo così spregiudicato”
Mi girai e la vidi di fronte a me, il mio cuore fermo. Aveva i capelli ricci raccolti, un corpetto di pelle blu oltremare e le gambe erano fasciate in jeans di pelle che risaltavano le curve.  Era divina per essere un demone.
“Ho un nome con cui puoi chiamarmi”
“E quale sarebbe, caro angelo dalla camicia rossa?”
Dovetti ammettere a me stesso che quel demone non avrebbe ceduto tanto facilmente le redini del comando. Essere la figlia del Cherubino caduto, la portava a difendersi e tenere tutto sotto controllo.
“Mi chiamo Nythiel”
“Nythiel, Nythiel “ ripetè, assaporando il mio nome sulle labbra “Nome stupendo per un angelo altrettanto sensuale. Hai la più vaga idea di chi sono io?”
“La figlia illegittima di Lucifero”
“E sai che potrei sporcarti l’anima e giocare con il tuo cuore?”
“So che non lo faresti” risposi io sicuro e lei mi sistemò il bavero della camicia rossa “Sei diversa da tutti gli altri demoni, lo so per certo”.
Sorrise contenta del mio gesto e con un cenno mi disse “Seguimi”.
Mi guardai intorno, sentendo su di me gli sguardi bramosi di altri demoni e alcuni ringhi. Ero d’altronde il nemico. I demoni in Paradiso consentiti con riserva, gli angeli con qualche perplessità. Con maestria e disinvoltura si mise dietro il bancone e mi chiese “Cosa prendi?”
“Niente. Sono solo venuto a vederti”
“Non sei pago del bacio rubato, ne vuoi un altro?” ribattè maliziosa, modulando la voce in modo tale da farmi desiderare di prenderla sul tavolo e facendomi impazzire “Seriamente cosa vuoi?”
Diedi un’occhiata, aggrottando la fronte a cocktail di dubbia provenienza e alla fine scelsi la cosa più innocente, almeno per me. Una cioccolata.
“Una cioccolata”
“Abbiamo solo un tipo di cioccolata, quella al peperoncino. Ma ti avverto, potrebbe essere l’ultima cosa che mangi”
“Una minaccia?”
“Una promessa” sussurrò lei al mio orecchio “Te la preparo?”
Annuì e dopo mi vidi servire in una tazza ricavata da un’ala nera una cioccolata calda. Appoggiai le labbra e cominciai a sorseggiare, il suo sguardo su di me. Non era affatto pudica come gli angeli e sul viso era dipinta un’espressione strana, tra chi ammirava un’opera d’arte e aspettava una reazione. Non appena il cioccolato raggiunse la gola, un bruciore intenso mi pervase e la sensazione si estese su tutto il corpo, comprendendo le ali. Fu come essere colpito da una carezza e uno schiaffo sanguinante. Riuscii con fatica a finirla e chiesi con difficoltà “Con quale peperoncino è fatta?”
“Il più potente che si conosca. Con qualche aggiunta infernale”
“Diamine avevi ragione. Ho quasi rischiato di morire”
Lei non rispose subito e fece comparire uno straccio pulito. Mi pulì il labbro ancora sporco di cioccolata e fu in quel momento che le presi il polso. Ci guardammo negli occhi, occhi castani contro occhi color carbone, la purezza e la sincerità contro la passione e l’inganno.
“Sento la tua voglia di baciarmi a un chilometro di distanza” mi sibilò all’orecchio, passando una mano sul collo e facendomi fremere “Sento la tua voglia di farmi tua. Ah l’Inferno ti ha stregato”
“Se senti questo mio bisogno impellente, perché non ti fai avanti?”
“Una volta per uno”
Abbassai gli occhi, riconoscendo che quel demone femminile ci sapeva fare con il corteggiamento. Stavo andando oltre le regole, ma non me ne importava. La baciai appassionatamente, sentendo dentro di me il sapore di un'anima corrotta ma ancora desiderosa di riscatto. Lei non era stupita del mio gesto, anzi il suo corpo aderì al mio, come se fossimo fatti l’uno per l’altra. La sua coda da gatto nero mi circondò la vita.  Le afferrai bruscamente i capelli e lei di rimando mi accarezzò la leggera barbetta “Non ti facevo così..”
“Così come?” domandai io con le labbra gonfie “Come mi facevi?”
“Desideroso di baciarmi con tanta foga” spiegò lei, giocherellando con un bottone della camicia “Non toglierti mai quella barbetta, mi raccomando”.
Camminammo a ritroso lungo il locale, le nostre ali unite, bianco e nero, il suo respiro contro il mio, indifferenti di centinaia di occhi, i quali ci auguravano maledizioni o speravano di essere al nostro posto. Arrivammo in un luogo appartato e lei mordicchiandosi il labbro, mi strappò la camicia rossa con un solo graffio, lasciandomi a petto nudo. Una luce bramosa le passò negli occhi e mi fece sdraiare sul letto. In un attimo fu sopra di me e cominciò a baciarmi con delicatezza e irritazione, tracciando solchi nella mia anima.  Poi mi baciò sul bacio dell’angelo* e la ricambiai, stupito dalla mia intraprendenza. Continuò a baciarmi, facendomi desiderare che continuasse e ponesse fine al mio tormento. Riuscii a farla stare sotto di me e lei ridacchiò “Vuoi avere il comando?”
“Per una volta” risposi io guardandola negli occhi e battei le mani, lasciandola in reggiseno “Sei bellissima”
Esthery ricambiò il mio sguardo con un sorriso che prometteva salvezza e perdizione nel contempo. Dopo mi guardò, indecisa se continuare o meno.
Poi scese dal letto e andò alla porta. Ero stupefatto e le chiesi “Te ne vai?”
“Oh caro mio angelo dalla camicia rossa, non pensare che non ci rivedremo più. Ormai ti sei conquistato il mio cuore. Ma i nostri incontri non devono essere più raccontati da nessuno”
E detto questo, si sentì un urlo indicibile provenire dal settore degli scrittori del paradiso ed io rabbrividii.  Essendo la figlia illegittima di Lucifero, Esthery aveva il potere di uccidere anche a distanza persone sia del Paradiso che dell’Inferno. Tutto perché prima suo padre era un angelo.
“Al nostro prossimo incontro” mi sussurrò, accarezzandomi la barba e sfiorandomi le labbra “ Hai il sapore della passione”.
Poi chiuse la porta, lasciandomi con il sapore della cioccolata calda e il ricordo di un bacio infernale.
                                                                                                                          Fine 
 
*Il bacio dell’angelo è quel solco tra il naso e la bocca che secondo la leggenda è il bacio che il nostro angelo ci ha dato alla nascita.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: GabrielleWinchester