Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    05/05/2014    2 recensioni
Per proteggere Arendelle e i suoi abitanti, Elsa decide di rinunciare ai propri poteri. Ma dal mare giunge Nadir, un ragazzo che porta con sé una terribile tempesta. Se entro due giorni Elsa non lo fermerà, Arendelle verrà distrutta. Per restituire i poteri alla regina, Anna, Kristoff e il pupazzo Olaf dovranno affrontare il Cuore dell'Inverno, un abisso senza fondo dal quale nessuno è mai tornato...
Stormed è il primo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Kristoff siede al lungo tavolo della sala dei banchetti, l'espressione perplessa. Davanti a lui i domestici hanno dispiegato, a destra e sinistra, coltelli, forchette e cucchiai di tutti tipi.
Davanti a lui, in posa impettita, Lafayette lo fissa con sguardo severo. Il naso adunco arricciato in una smorfia di disgusto. Un braccio è nascosto dietro la schiena, mentre l'altro è disteso lungo il fianco. Indossa un abito da cerimonia bianco sul cui risvolto della giacca spiccano diverse spille e medaglie.
Al suo fianco Anna si tormenta le mani mentre guarda con sguardo preoccupato prima Kristoff e poi Lafayette.
Kristoff guarda Anna. ― A che serve tutto questo?
― Un vero principe ― dice con una smorfia Lafayette. ― Sa abbinare a ogni tipo di pietanza la posata giusta.
Uno dei domestici posa davanti a Kristoff un piatto colmo di minestra fumante. Al suo interno galleggiano dei pezzetti di carne bianchi e quelle che sembrano delle verdure.
― Oh, ma è una zuppa ― dice Kristoff sollevato.
Il braccio nascosto di Lafayette scatta in avanti. Nella mano stringe un frustino con la cui punta colpisce il dorso della mano di Kristoff.
― Ah ― esclama Kristoff ritraendo la mano.
― La Bouilleabaisse a base di scorfani con patate, cipolle e pomodori condita da salsa Rouille ― dice Lafayette nascondendo il braccio. ― Non è una "zuppa", monsieur. Passiamo alla prossima portata.
Kristoff lo guarda in cagnesco mentre si massaggia il dorso della mano. Anna accenna un sorriso forzato, gli occhi che scattano prima verso Lafayette e poi verso Kristoff.
I domestici portano un nuovo piatto pieno di fette di carne di tipo e forma diverse, condite con patate, carote e una verdura color ocra.
Kristoff lo guarda perplesso. ― E questo è...
Lafayette lo guarda disgustato. ― Choucroute Alsacienne condita con cipolle e crauti.
Kristoff fissa in silenzio il piatto.
― Prego, si serva pure monsieur ― lo incalza Lafayette.
Kristoff posa la mano sulla prima forchetta alla sua destra.
Lafayette fa scattare il frustino.
― Ah!
― Quella è per i frutti di mare.
― Ahia!
― Dessert.
― Ouch!
― Insalata.
Kristoff afferra l'ultima forchetta. ― Questa deve essere per forza quella giusta. Ahi!
Lafayette indica uno dei coltelli col frustino. ― Un vero principe inizia sempre impugnando prima il coltello.
Kristoff butta sul tavolo la forchetta.
Anna sorride imbarazzata all'impassibile Lafayette. ― Che ne direste di passare alla lezione di portamento?
***
Kristoff posa sull'attenti al centro della stanza. Indossa un completo bianco formato da una blusa e pantaloni militareschi e una fascia tesa di traverso dalla cinta alla spalla.
Anna lo osserva divertita mentre Lafayette lo passa in rassegna scrutandolo con sguardo altezzoso.
― Soffoco ― ansima Kristoff tirandosi il colletto.
Lafayette lo colpisce alla schiena con il frustino. ― Più dritte le spalle.
Kristoff si raddrizza.
― Pancia in dentro. Chiuda quelle gambe. Sposti il peso su quel piede. No, non quel piede, l'altro.
Olaf si stacca un braccio e colpisce Kristoff al sedere come farebbe Lafayette col frustino.
― Non ti ci mettere anche tu ― ringhia Kristoff cercando di afferrarlo.
Olaf ridacchia e scappa verso Anna, che gli rivolge uno sguardo di rimprovero.
― Passiamo all'equitazione ― dice Lafayette.
***
― Devo proprio farlo? ― si lamenta Kristoff.
Un domestico si avvicina portando per le briglie un cavallo.
― Un vero principe ― esclama Lafayette agitando il frustino nell'aria. ― È un esperto cavallerizzo, monsieur.
― Io so cavalcare una renna. Non posso saltare questa lezione? Ouch!
― Una renna non è una cavalcatura degna di un principe ― dice Lafayette agitandogli il frustino davanti al viso.
― Certo che è dura la vita del principe ― dice Kristoff sconsolato. Non appena prende le briglie, il cavallo gli rivolge un ringhio sommesso. ― Non gli sono simpatico.
Anna si avvicina e afferra la testa dell'animale, grattandogli un punto dietro le orecchie. ― Dici? È così buono.
Il cavallo sembra fare le fusa, ma non appena Kristoff cerca di accarezzarlo deve ritrarre subito la mano per non essere morso. ― Ehi.
Un domestico lo aiuta a montare in sella e un istante dopo sta trottando per il cortile del castello.
― Non sembra difficile ― esclama Kristoff sollevato. ― Potrei quasi farci l'abitudine.
― Vai Kristoff ― grida Olaf saltellando.
Kristoff impugna le briglie e riesce ad accennare una leggera cavalcata. ― È divertente ― esclama felice. ― Non lo avrei mai detto.
Anna sorride saltellando su entrambi i piedi. Kristoff le passa vicino rivolgendole un inchino. ― Milady...
― Monsieur ― dice Lafayette indispettito. ― Si ricordi che un principe ha contegno anche quando cavalca. E non perda mai il controllo della sua cavalcatura.
Kristoff si piega in avanti per accarezzare la testa del cavallo. ― Sta scherzando? Ormai io e questo zuccherino ci intendiamo alla perfezione. Vero bello?
Il cavallo si ferma all'improvviso e Kristoff viene sbalzato in avanti, atterrando sul sedere proprio davanti alle zampe dell'animale.
― Come vi dicevo ― inizia a dire Lafayette.
Anna corre ad aiutarlo, ma Kristoff rifiuta l'aiuto e si rialza da solo pulendosi i pantaloni. ― Lo so, lo so. Un vero principe non si fa mai disarcionare.
― No monsieur ― dice Lafayette impettito. ― Quello che stavo per dirle è che un vero principe si impegna in tutto quello che fa, sempre.
Kristoff allarga le braccia.
― Per oggi la lezione è finita ― annuncia Lafayette ritirandosi.
***
Rimasti soli, Anna e Kristoff siedono sotto il portico. Olaf e Sven giocano a rincorrersi nel cortile.
― Non è andata così male ― esclama la ragazza stringendosi nelle spalle e abbozzando un timido sorriso.
― Dì pure che non poteva andare peggio ― risponde Kristoff con tono affranto. ― Non sono tagliato per fare il principe. Non sono fatto per le danze, le feste, le cene di gala e tutte quelle cose lì.
Anna gli stringe il braccio e appoggia la testa sulla sua spalla. ― Sarai perfetto, vedrai. Hai solo bisogno di un po' di tempo.
Kristoff si alza di scatto. ― Ora devo proprio andare.
― Di già? Non resti a pranzo?
― Ho promesso ai ragazzi che li avrei aiutati con un carico di ghiaccio. Sai, l'inverno sta arrivando e tra poco i passi saranno ostruiti dalla neve. Gli serviranno un paio di braccia in più.
― Quanto starai via?
― Un paio di giorni al massimo.
Anna si morde il labbro inferiore. ― Non sei più obbligato a fare questo lavoro per vivere.
― Lo faccio perché mi piace, Anna. È la cosa che so fare meglio. Il ghiaccio è la mia vita.
Anna annuisce.
Kristoff l'abbraccia e la stringe al petto. ― Starò via solo un paio di giorni, promesso. Poi sarò di nuovo qui a farmi prendere a frustate da monsieur Lefevre. Chissà che non inizi a piacermi dopo un po'.
Anna ridacchia. ― Si chiama Lafayette.
― È uguale.
Kristoff aggancia il giogo di Sven alla slitta e vi monta sopra. ― Due giorni ― dice ad Anna.
Per tutta risposta lei gli stampa un bacio sulla guancia. ― Conterò i minuti. Tic toc, tic toc ― dice facendo schioccare la lingua.
***
Anna si avvicina con passi silenziosi alla porta socchiusa. Dallo spiraglio emerge una lama di luce. Si sentono delle voci provenire dall'interno.
― Dunque è così che stanno le cose? ― domanda una voce femminile.
― L'ultimo dispaccio da Weselton parla chiaro, maestà ― risponde una voce maschile. ― Quelli che erano i nostri alleati commerciali ora stanno creando un'alleanza contro di noi.
Elsa di Arendelle siede nel suo studio, sulla poltrona che fu di suo padre e di suo nonno prima di lui. Alle spalle, il dipinto velato di nero con il ritratto dei suoi genitori. L'espressione appare preoccupata, gli occhi bassi sulla scrivania coperta di fogli, pergamene e sigilli di ceralacca rossa. Il Primo Ministro di Arendelle è in piedi dalla parte opposta della scrivania.
Anna si affaccia sulla soglia. Elsa alza la testa di scatto e l'espressione muta in un sorriso tirato. ― Anna. Da quanto tempo sei lì?
― Posso entrare? Non vorrei disturbare.
― No, entra. Abbiamo finito.
Il primo ministro rivolge un inchino alla ragazza. ― Principessa.
Anna risponde con un cenno della testa.
Elsa guarda l'uomo. ― Potete andare. Vi farò sapere cosa ho deciso.
Il Primo Ministro le rivolge un inchino. ― Col vostro permesso.
Dopo che è uscito, Elsa chiude la porta dello studio.
Anna lancia un'occhiata alle carte sparse sulla scrivania. Alcune sono mappe, altre fogli zeppi di lettere minute vergate con i simboli di svariate casate. ― Ricevi un bel po' di corrispondenza a quanto pare.
Elsa prende un pacco di fogli e lo divide in due pile che sistema sulla scrivania. ― Sai che cosa sono queste? ― chiede indicando quella più bassa con la mano.
Anna scuote la testa.
― Pretendenti che chiedono la mia mano.
La sorella ridacchia. ― Così tante? Sei diventata popolare a quanto vedo.
― Ti sembra divertente? L'altra è quella dei pretendenti che chiedono la tua, di mano.
Anna si fa subito seria. ― Oh. Avrei preferito non saperlo. È strano essere tanto amate da persone che nemmeno conosciamo.
― Non ti illudere. Non è l'amore che li muove. ― Il viso di Elsa si rabbuia. ― La metà di chi ha scritto queste lettere mi teme. E l'altra metà mi odia.
― Perché dovrebbero odiarti? Non hai fatto nulla di male.
― Ma potrei. Hanno paura, Anna e li capisco. Anche io ho paura dei miei poteri.
― Ma tu hai imparato a controllarli.
― Non ha alcuna importanza. Per loro sono una minaccia. Quanto tempo ci vorrà prima che decidano di affrontarmi? ― Elsa si alza di scatto. ― Se ci fosse una guerra, se attaccassero... io sarei costretta a usare i miei poteri per difendere Arendelle. Non voglio che questo accada. Mai.
― E tu non farlo. Diremo a tutti che non userai mai i tuoi poteri.
Elsa le volta le spalle per guardare il dipinto velato dei suoi genitori. ― Non servirebbe a niente. L'unica via d'uscita sarebbe abdicare a tuo favore e scegliere l'esilio. Solo così lascerebbero in pace Arendelle.
― No Elsa ― protesta Anna. ― Non puoi andartene di nuovo. E io non voglio diventare regina al tuo posto.
Elsa china il capo. ― Noi faremo quello che è necessario fare come sovrani di Arendelle, Anna. Mamma e papà avrebbero fatto così.
Anna guarda il dipinto con occhi tristi. ― Mi mancano.
― Anche a me. E se penso che è solo colpa mia se sono morti...
Anna sgrana gli occhi. ― Non pensarlo nemmeno, Elsa ― le dice con tono di rimprovero.
La sorella scuote la testa. ― Anna, ho letto le carte. Si erano messi in viaggio per cercare qualcuno in grado di... guarirmi. Pensavano di averlo trovato, ma la tempesta li ha sorpresi.
― Tu non potevi sapere.
― Io... ― Elsa china la testa, nascondendo gli occhi con la mano.
Anna tenta di abbracciarla, ma Elsa si ritrae.
― Se almeno potessi chiedere consiglio a qualcuno più saggio ed esperto di me. Ma l'unico che potrebbe saperne abbastanza del mio potere è quel troll dal quale papà ci portò per... ― esita, scuote la testa, poi aggiunge: ― Ma non ho idea di come andarci. Non sono mai riuscita a ritrovare la mappa per raggiungerli.
Il viso di Anna si illumina. ― Gli esperti in amore ― esclama con tono gioviale.
Elsa si volta di scatto, l'espressione corrucciata. ― Gli esperti in cosa?
― Gli esperti in amore. Voglio dire, la famiglia di Kristoff. I troll che lo hanno cresciuto.
― Kristoff è stato cresciuto dai troll? Questo spiega molte cose... Quando avevi intenzione di parlarmene?
Anna si schiarisce la voce. ― Mi è del tutto passato di mente, te lo giuro. L'avrei fatto, prima o poi. Davvero.
Elsa fa il giro della scrivania. ― Puoi indicarmi la strada?
― Ti ci posso portare.
― No. Sarebbe troppo pericoloso. Dimmi solo come arrivarci.
Anna incrocia le braccia sul petto. ― Non ti lascerò andare da sola.
Elsa sospira rassegnata. ― D'accordo, non ho voglia di discutere. Verrai con me. ― Si avvia verso la porta con passo deciso. ― Partiamo subito.
― Evviva ― grida Olaf sbucando da sotto la scrivania. ― Si torna dalla famiglia di Kristoff.
Anna fa un balzo all'indietro. ― Da quanto eri nascosto lì sotto?
Olaf saltella fuori dalla stanza e segue Elsa. Anna li raggiunge di corsa.
***
Nel cortile del palazzo, un servitore porge le redini di un cavallo a Elsa. Anna è già in sella al suo, Olaf aggrappato alla schiena.
Il primo ministro si avvicina preoccupato. ― Sicure di non volere una scorta?
Elsa scuote la testa. ― Staremo fuori pochissimo. Giusto il tempo di fare una lunga passeggiata. Prima che la neve chiuda tutti i passi.
― Fate attenzione.
Elsa monta in sella e sprona il cavallo, seguita da Anna subito dietro.
Prima di uscire dal cancello, Olaf si volta a grida: ― Andiamo dagli esperti in amore.
Il primo ministro spalanca gli occhi. ― Esperti... in amore? Che avrà voluto dire?
I due servitori si stringono nelle spalle.
***
Poco fuori città, Elsa e Anna aumentano l'andatura fino al piccolo trotto. Procedendo affiancate, prendono la strada che le porta a costeggiare una macchia di alberi. Il sole è ancora alto nel cielo e la giornata è limpida.
Anna respira a pieni polmoni. ― Sai, sarebbe proprio la giornata ideale per una bella passeggiata nei boschi.
― Ne faremo molte di passeggiate, dopo. Ora concentriamoci sui troll. Hai detto di conoscere la strada.
― Certo ― esclama Anna. ― È da questa parte. ― Poi si volta perplessa. ― O dovevamo girare a sinistra appena uscite dalla città?
― Io conosco la strada ― dice Olaf agitando uno dei rametti che ha al posto delle braccia. ― È da quella parte.
― Ma è da lì che siamo appena venuti ― dice Anna.
― Davvero? Non l'avrei mai detto. Aspetta, aspetta. Ora ricordo. È da quella parte.
― Lì c'è il bosco.
Elsa emette un sospiro di rassegnazione.
***
  
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