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Autore: leila91    05/05/2014    11 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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Ciao a tutti!
Ecco qui il primo capitolo della mia storia.
E' la mia prima fanfiction, spero proprio vi piaccia! Adoro gli Hobbit e per inaugurare la mia "carriera" ho scelto loro; in particolare la "new generation".
Il tema principale è la storia d'amore tra i figli di Sam e Pipino ma ovviamente fanno capolino anche i vecchi protagonisti =).
Una piccola nota: so che lei nella versione italiana è Cioccadoro, ma preferivo il nome originale.
Volevo ringraziare moltissimo 
Marta, per i preziosi consigli e tutto l'aiuto e il sostegno. Grazie carissima!!
Un saluto speciale a 
evelyn80 e 

 

“E fu così, che l’Anello del Potere venne distrutto; la pace e la giustizia tornarono nella Terra di Mezzo, e a Gondor vi fu di nuovo un Re.”

Samvise Gamgee richiuse il pesante libro dalla copertina rossa, che teneva sulle ginocchia e si abbandonò con un sospiro, contro lo schienale della poltrona sulla quale era seduto, chiudendo gli occhi.

La stanza, era illuminata dal fuoco acceso nel camino e nell’aria, vi era un gradevole aroma di dolce, mischiato a Erba Pipa.
Attorno a lui, sedevano sua moglie Rosie e cinque dei loro undici figli: Merry, Pipino, Ham, Rosie e la piccola Goldilocks.
Sam sorrise tra sé: era sposato da quasi vent’anni ormai, ma ogni giorno sembrava essere il primo. 
Era impossibile annoiarsi con quella combriccola di piccoli esasperanti Hobbit, che tenevano occupati, lui e sua moglie, praticamente ventiquattrore al giorno.
E come se non bastasse, Rosie era di nuovo incinta!
Ma Casa Baggins era grande; il lavoro non mancava, e Sam non avrebbe cambiato nulla nella sua vita.
Avrebbe soltanto voluto che anche Lui fosse lì con loro: Frodo Baggins; il suo amato padrone, il protagonista delle storie che ogni sera raccontava alla sua famiglia.

Egli sen’era andato ormai da molto tempo con suo zio, padron Bilbo.
Assieme, erano partiti per le Terre Imperiture, qualche mese dopo la nascita di Elanor; primogenita della famiglia Gamgee, ormai diventata una splendida fanciulla, dalla bellezza simile a quella di un Elfo.
Prima di partire Frodo, aveva designato Sam come suo erede, lasciandogli Casa Baggins ed ogni altra sua proprietà; ma il dono più prezioso era forse stato il libro rosso, che raccoglieva le avventure di Bilbo, e quelle della Compagnia dell’Anello.

“Hai così tanto da godere, da vivere, da fare,” erano state le sue ultime parole per lui; quasi avesse potuto vedere il futuro, tutti i figli che sarebbero venuti e che avrebbero portato il suo nome e quello dei loro amici più cari.“ La tua parte nella storia continuerà.”

“Avevate ragione, naturalmente,” pensava ora Sam, “Il mio posto è qui, nella Contea, con la mia famiglia.”
Ma, nonostante questo, in ogni sua giornata, una punta di tristezza e nostalgia, creata da quell’addio, lo accompagnava costantemente.
“Avrei tanto voluto che anche voi aveste potuto godere di tutto questo ed essere felice come lo sono io... Ma le vostre ferite erano troppo profonde e a volte, qualcuno deve rinunciare a ciò che ama di più, affinchè altri possano conservarlo... Vi prometto che farò del mio meglio, caro Padrone!”
E nel suo piccolo, Sam si sforzava davvero. Per questo raccontava quella storia, sua e dei suoi amici più cari, ai suoi figli e a chiunque desiderasse ascoltarlo: per mantenere vivo il ricordo dei tempi passati, e fare sì, che anche gli ingenui e pacifici Hobbit non dimenticassero il Grande Pericolo.
Solo in questo modo, pensava Sam, avrebbero amato ancora di più la loro cara Contea e sarebbero stati pronti, se necessario, a battersi per tutto ciò che ritenevano caro.

“Beh, vecchio mio? Che fai? Ti sei addormentato?”

Una voce giocosa riportò Sam alla realtà, il quale ridendo, aprì gli occhi e si voltò in direzione della voce.  
Quella sera, come molte altre sere in realtà, erano ospiti a Casa Baggins i cugini di Frodo: Meriadoc  “Merry” Brandibuck, signore della Terra di Buck, e Peregrino “Pipino” Tuc, che tutti ormai chiamavano “il Conte”.
Era stato proprio quest’ultimo a parlare, con la solita irriverenza che lo aveva sempre contraddistinto.
“ Stai diventando vecchio ormai, Sam,” ghignò di nuovo.
“ Già,” gli diede man forte Merry, “Crolli addormentato prima tu dei tuoi figli.”
“Vi conviene portarmi rispetto cari miei, se non volete che vi proibisca l’ingresso a tutte le future feste e banchetti! E come Sindaco sapete che posso farlo!” ribattè Sam con un risata.
I due impallidirono all’istante.
“Beh, famiglia, credo sia arrivato il momento di andare!” disse Pipino fingendosi terrorizzato. 
“Grazie per l’ospitalità, vi aspettiamo a Tucboro la prossima volta!” esclamò sua moglie Diamante, rivolgendosi a Rosie.
“E la volta dopo a Villa Brandy,” aggiunse Estella, moglie di Merry, prima di accomiatarsi assieme al marito.

Pipino volse gli occhi nella sala, alla ricerca del suo figlioletto Faramir.
Il piccolo, non avendo fratelli e sorelle, aveva stretto un’amicizia profonda con la “banda Gamgee”, così li chiamava la gente.
Nonostante giocasse volentieri con tutti loro, senza distinzioni, negli ultimi tempi sembrava prediligere in maniera particolare la compagnia della piccola Goldilocks.
Anche quella sera, infatti, avevano ascoltato la storia seduti vicini, e ora, si erano leggermente staccati dal gruppo; quasi persi in un mondo tutto loro.
Pipino sorrise nel guardare suo figlio, mentre affascinava Goldilocks con dei nuovi racconti di sua invenzione.
Quella scena gli faceva ripensare a quando, anni prima, appena tornati dal Viaggio, anche lui e Merry amavano farsi belli con le giovani Hobbit, raccontando loro le avventure trascorse insieme.

“Forza, Faramir, è ora di andare,” disse poi, un poco dispiaciuto nel doverli interrompere.
“Devi proprio andare, Amir?” chiese Goldilocks, che faceva ancora fatica a pronunciare correttamente il nome dell’amico, così diverso da qualunque altro nome a cui fosse abituata.                
“Prometto di restituirtelo domani, madamigella,” rispose Pipino, strizzandole l’occhio e strappandole un risolino.             
“Buona notte, Gold! Ci vediamo alla vecchia Quercia domani, per combattere gli orchi!” disse Faramir.                                      
“Promesso!” rispose lei.                 

“Combattere gli orchi! Io e Peregrino dobbiamo fare un discorsetto!” borbottò Sam tra sé e sé, prima di rivolgersi alla figlia, dicendo: “A nanna, riccioli d’oro! I tuoi fratellini dormono già!”
L’accompagnò poi fino alla sua stanza, dove riposavano già i quattro figli più piccoli, che non avevano ascoltato la storia. 
“Buona notte, piccola mia” mormorò l’Hobbit, richiudendo poi la porta e avviandosi infine, verso la propria camera.
   
 
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