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Autore: Magali_1982    09/05/2014    6 recensioni
"Per questo correva sempre così tanto, così veloce. Per rendere indefiniti i contorni di una realtà aliena, dove non aveva punti saldi di riferimento. Per questo annotava tutto ciò che valeva la pena di apprendere, sentire, vedere, assaggiare, leggere. Per trovare il vero significato da dare alla sua seconda possibilità." Mai come dopo una distruzione totale servono punti di riferimento. Persino a un uomo definito "Leggenda Vivente". Steve e Captain America ora sono due entità divise, in conflitto. Sole. Alla ricerca di un modo per convivere e di un nome creduto perso in una tormenta di neve. A volte, l'unico modo per andare avanti è tornare indietro, a casa e scoprire di non essere stati i soli a farlo perché esiste un altro Soldato dilaniato tra due nomi. La loro guerra è la stessa e ciascuno cerca di punti fermi per non precipitare; un viaggio lungo e allo stesso tempo brevissimo, scandito da una lista.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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The List.

Un’agendina.
Un oggetto piuttosto comune, rilevò mentre la raccoglieva da terra. Le dita passarono sopra la copertina nera usurata e dai bordi slabbrati. Sorrise sotto la sciarpa nel vedere in quei segni qualcosa di famigliare: il codice che ogni esperto consumatore di block notes, libri, quaderni, riconosceva come proprio.
Si guardò intorno, nell’aria fredda di un pomeriggio autunnale a Central Park. Non c’era nessuno oltre lei sul viale. Poteva essere caduta solo a quel runner che vedeva sempre, a cadenza quotidiana, da una settimana a questa parte.
Dire che si limitasse al jogging era limitativo. Lo sport preferito di molti newyorkesi pareva una pratica da poco, vista la sua velocità. Lui non si limitava a completare il Park Drive e i suoi nove kilometri abbondanti di percorso una volta.
No, un giorno aveva fatto caso al suo allenamento e aveva contato tre giri completi; quando lo vedeva comparire davanti a lei, sapeva che il primo era stato completato e così per altre due volte. Se la sua attenzione non fosse stata poi puntualmente riassorbita dal suo album da disegno, avrebbe sicuramente riconosciuto l’atleta. Con molta probabilità, sarebbe balzata in piedi con gli occhi fuori dalle orbite e un’agitazione dannata lungo tutto il corpo.
La verità era che non lo aveva fatto. Aveva la sua panchina, la sua routine, le sue matite e il lavoro che ogni giorno, dopo pranzo, portava fuori dal suo studio per fargli prendere aria con una bella passeggiata da Lafayette Street fino a Central Park South, rinvigorirlo in inventiva ed energia e ricominciare una volta seduta. Niente poteva distrarla, quando cadeva nella sua concentrazione capace di alienarla dal resto del mondo, anche quando questo resto del mondo era rappresentato dalla una delle sue città più grandi e caotiche.
Impacciata, la ragazza tornò a fissare la piccola Moleskine.
Era sicuramente qualcosa d’importante, vissuta e dovette lottare contro i suoi scrupoli per qualche minuto buono, passeggiando a ritroso verso la panchina dove giacevano le sue cose.
Stava abbozzando sul foglio una veduta in prospettiva che nulla aveva a che fare con il paesaggio a sua disposizione, quando il corridore era comparso, simile a un fulmine in pantaloni blu e maglietta e aveva perso il quaderno. Aveva solo fatto in tempo a registrare la caduta di un oggetto da una delle tasche ma quando aveva cercato di richiamarlo, era già lontano.
Poteva aspettarlo; avrebbe sicuramente fatto altri giri, non c’era bisogno di alzare la copertina per vedere se c’era segnato un indirizzo.
Così fece e per non perdere il momento giusto, aveva lasciato stare carboncino e gomma pane. Che sacrilegio.
Passarono dieci minuti. Poi venti. Dell’ uomo nemmeno l’ombra e dietro i grattacieli dell’ Upper West Side il sole stava cominciando a scendere, già parzialmente nascosto dalla coltre di smog che Manhattan espelleva dai suoi polmoni di cemento e motori. A New York non si poteva prendere sotto gamba i primi freddi; lì, autunno e inverno andavano presi ancora sul serio.
Sospirò, maledì il tempo perso e aprì il suo astuccio per cominciare a riporvi le matite. L’agendina era ancora lì, sopra l’album. Non aveva mai amato violare la privacy altrui, neppure quando era necessario; lei odiava quando qualcuno osava toccare le sue cose senza permesso e immaginava che gli altri avrebbero preteso la stessa delicatezza. Chi poteva sapere cosa si poteva scoprire?
Sfogliò alcune pagine. Erano bianche. Aggrottò le sopraciglia scure e folte, non trovando nemmeno uno straccio di numero di telefono, poi comparve.
Era una lista.
Non era stata segnata con un ordine preciso: pareva riportare avvenimenti e nomi a caso, come se il proprietario le avesse annotate mano a mano che le sentiva, per non dimenticarle.
L’allunaggio di Neil Armstrong nel 1969.
Chi non ne ha mai sentito parlare?
Il Muro di Berlino. In una parentesi, era stato aggiunto “Su e poi giù”.
Dovrai farti una bella cultura, allora!
La ragazza rise da sola, l’aria del respiro che si condensava in tante nuvolette bianche. Tornò a leggere.
Il cibo thailandese.
Guerre Stellari e- Star Trek?!
Non c’è storia. Jedi per tutta la vita.
Poi ancora Steve Jobs, i Nirvana, la colonna sonora di Troublemaker di Marvin Gaye. No, un momento: quest’ultima e la nota su Guerre Stellari erano state barrate. Forse il runner  aveva già colmato quelle due lacune, se di lacune si poteva parlare.
Ridacchiò di nuovo, prendendo in spalla la sua sacca rettangolare.
Sarebbe tornata domani. Lo avrebbe fermato, gli avrebbe restituito quanto perso e chissà… magari gli avrebbe suggerito alcuni titoli di libri che doveva leggere, di cose che doveva vedere. C’erano troppe pagine bianche.


Angolo (tetro e buio) dell’autrice: buon salve a tutti, se siete arrivati fin qui! Una precisazione mi sembra doverosa, giusto per fugare ogni dubbio: sono totalmente digiuna del ComicVerse della Marvel, la storia che leggerete si basa esclusivamente sul MovieVerse e su giornaliere sedute di brainstorming con la mia betareader che sicuramente ne sa più di me e mi aiuta a colmare tali lacune. Dovendo gestire due lavori, garantisco un aggiornamento a settimana. Non so cosa augurarvi, spero che il prologo vi abbia incuriosito abbastanza da volerne sapere di più. In questo caso, a venerdì prossimo!

Maddalena






 
  
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