10/05/2014
7 recensioniDisclaimer: John Reese, Harold Finch, Joss Carter e tutti gli altri personaggi
appartengono a Jonathan Nolan, alla Warner Bros e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"Vivere, in generale, vuol dire essere in pericolo."
- Friedrich Nietzsche -
Sequenza
Non sbagliare mai non significa vincere.
Posso calcolare le infinite variabili della vita umana, scriverle in un algoritmo e sistemarle in una comoda lista di numeri, ma sono priva della semplice equazione del dolore.
"Carter."
Detective della polizia di New York, nata il sette marzo del 1972.
Maresciallo dell'esercito americano, di servizio prima in Afghanistan e poi in Iraq, specialista negli interrogatori.
Un figlio, Taylor Carter, e un matrimonio fallito alla spalle.
Le piace il gelato alla nocciola e nasconde una pistola sotto la rete del materasso, un'arma non registrata e sempre pronta all'uso.
"Ce la farai."
No, non lo farà.
Il proiettile le ha forato il ventricolo sinistro, compromettendo l'arco aortico e portando le sue possibilità di sopravvivenza sotto la stima del 2%.
"Taylor... "
Processo le informazioni come una semplice sequenza - fatti, conseguenze, percentuali, possibilità - e quantifico la vita come una basilare evoluzione organica che porta, inevitabilmente, alla morte.
"Digli che gli voglio bene."
"Glielo dirai tu, perché ce la farai."
Non capisco la menzogna.
Non capisco la speranza, eppure sono programmata per sopravvivere.
Non comprendo la paura, eppure mi nascondo e fuggo da chi vuole farmi del male - a chi vuole spegnermi, perché è per proteggere che sono nata; per vivere nelle esistenze altrui come un fantasma e una chimera.
Harold mi ha costruito come uno scudo - infrangibile e pericoloso nella sua forza - e sono in grado di valutare l'utilità di una cosa e di una persona, persino i suoi moti, ma qualcosa mi sfugge - un particolare, una scintilla che mi sforzo di comprendere e che colgo ora negli occhi di Reese.
"Joss..."
Umanità.
Harold mi ha insegnato cos'è un uomo.
Me l'ha spiegato nei molti anni che siamo stati insieme, assicurandosi che mi fosse ben chiaro come di tutti gli animali l'uomo fosse quello più imprevedibile - una corrente improvvisa e letale, persino autolesionista - e tu non puoi impedirlo, perché è cosi che noi siamo, fallati e fallaci.
"Non permettere... non permettere che questo ti cambi."
Non mi illudo; non l'ho mai fatto, in fondo, perché quando la coscienza diventa estensione di ogni cosa, la verità è sempre lì, davanti a te.
La storia di John Reese mi scivola davanti come una triste sfilata, nascita perdita umiliazione rabbia.
Il cuore del detective Carter ha un ultimo sussulto - asistolia - e infine si ferma - collasso cardiocircolatorio.
Silenzio.
"Carter?"
Harold è immobile, un piccolo uomo con una grande mente - eppure insufficiente.
La frequenza cardiaca di John Reese aumenta esponenzialmente e l'adrenalina viene rilasciata in dose massicce - furia vendetta omicidio.
Numero di previdenza sociale XXX-XX-7863, soggetto deceduto. Archiviare cartella file del Detective Jocelyn Carter.
Nel silenzio irreale di quella notte, continuo a squillare - implacabile, crudele.
Al mutismo di una cornetta pubblica affido l'unico modo che conosco per piangere - ring ring, ring ring, ring ring, ascoltami Harold.
E i numeri non hanno mai fine.