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Autore: GabrielleWinchester    11/05/2014    11 recensioni
C'era una volta...l'Italiano è una piccola storia comica sulla nostra bellissima lingua, una lingua che tutti ci dovrebbero invidiare e rispettare, una lingua che a volte viene maltrattata e storpiata. L'Italiano decide di darsi alla macchia, ma poi ritorna dopo le suppliche di chi crede ancora in lui. Piccola storia comica, dove l'autrice non vuole offendere o diffamare nessuno, una storiella in cui l'Italiano fa la parte da leone. Buona lettura.
Genere: Comico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti,
ecco a voi la mia prima oneshot comica "C'era una volta...l'Italiano!", dedicata a tutti coloro che all'Italiano farebbero una statua d'oro, una storia in cui la nostra povera lingua decide di scappare, per poi ritornare sotto le suppliche di tanta gente che credeva e crede in lui...Una storia per riflettere sull'importanza di questa lingua e sul fatto che bisogna stare attenti a ciò che si scrive, specialmente quando si tratta un argomento delicato, un argomento da trattare con le pinze, per intederci. La storia è comica, quindi l'autrice non intende offendere o diffamare nessuno, anzi punta al fatto che vi strappi una risata ^_^ Accetta anche che le tirate l'orecchio se notate errori ^_^ Ringrazio tutti coloro che la leggeranno e la vorranno leggere, tutti coloro che la recensiranno e la vorranno recensire, tutti coloro che la metteranno e la mettono nelle storie seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :D
Ps: Non massacratemi, per favore :-)

                                                                C'era una volta...l'Italiano :-)
C’era una volta,
un giovanotto attraente e bellissimo, il quale rendeva le nostre giornate meravigliose e piene di vita, assieme alle sue compagne di nome Sintassi, Grammatica e Ortografia. Era apprezzato da molti, osannato come una rockstar, tanto che i cantanti rock lo citavano per danni, i poeti lo elogiavano con componimenti che purificavano il cuore e l’anima, le donne lo volevano in sposo, strappandosi i capelli come le Menadi quando ballavano.
Il suo parlato era cosa assai desiderabile all’udito, faceva palpitare il cuore, viaggiare la mente verso luoghi assolutamente stupendi e memorabili!
Dante era ed è suo padre, un sant’uomo che si  era degnato di unire mille dialetti in una sola lingua, per  poi essere ripagato con un linguaggio in cui il “che” veniva sostituito dal “Ke”.  Un mondo, dove i messaggi più leggibili erano oscuri e illeggibili, anche a chi studiava i geroglifici, dove neanche gli alieni ci metterebbero mano e se ne scapperebbero a gambe levate. Messaggi in cui si dava mostra di un’ampia cultura, una cultura ampiamente tormentata da errori/orrori dalle proporzioni di un asteroide! Uno di quelli che avevano fatto estinguere i dinosauri, per intenderci!
Oh fermi tutti! Avete una pallida di chi vi sto parlando?
Il suo nome era Italiano; era perché, a furia di storie a limiti dell’assurdo e dell’impossibile, storie in cui neanche le squadre di Mistero o di Voyager ci metterebbero mano, anche perché sarebbe troppo anche per loro, storie in cui argomenti delicati sono trattati con la delicatezza di una previsione del meteo (senza offesa per i militari dell’Aereonautica Militare), perché sì fa tanto figo parlarne, non avendo coscienza di ciò che si fa, subendo l’ira funesta di chi ha subito e li subisce questi argomenti, un’ira che in confronto Achille era il Grande Puffo con il grembiule a fiori e lo spolverino in mano, il povero Italiano decise di cambiare i suoi connotati e  viaggiò alla ricerca di un posto migliore.
Un posto dove poteva essere rispettato per ciò che era!
Immediatamente le forze di polizia lo cercarono in tutti gli anfratti, mettendo volantini, facendo fiutare le tracce ai cani molecolari, ma niente era sparito! Fu anche interpellata la squadra di “Chi l’ha visto?” e la squadra di “Quarto Grado”, le ricerche furono vane e i poveri scrittori decisero di fare una preghiera a Colui che sta lassù.
Venendo a sapere che gli scrittori lo stavano cercando con foga e disperazione, l’Italiano si commosse profondamente e decise di ritornare, almeno per quei pochi che ancora lo venerano e lo rispettavano per ciò che è.
Una lingua bellissima e stupenda, la quale non doveva essere assolutamente storpiata o maltrattata in nessun modo!
Il suo ritorno fu osannato dagli scrittori, i quali lo abbracciarono calorosamente e gli diedero il bentornato in grande stile. E l’Italiano decise di non partire più, promettendo a se stesso che avrebbe cambiato il mondo e il suo pensiero.
Insieme ai suoi fidati cavalieri e damigelle: gli scrittori e le scrittrici!
Insieme a tutte le persone che mettevano il cuore e l’anima negli scritti, che leggevano e rileggevano i loro scritti, che avevano l’umiltà di guardare i propri errori/orrori e cercare di correggerli, un po’ come l’autrice! Un’autrice a cui l’Italiano ha molto da insegnare  e che ancora oggi, ebbene sì, l’Italiano le tira l’orecchio e le urla con tutto il fiato che ha in gola: “Che diamine combini?”
C’era una volta l’Italiano e ci sarà per sempre!
                                                                                                                     Fine
  
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