Prompt: 11. Torta
Titolo: Torta al cioccolato
Autore: Calime
Fandom: Frozen – Il Regno di Ghiaccio
Personaggi: Anna, Regina, Re, Elsa
Genere: Malinconico, Triste
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment
Lunghezza: 834 parole – 2 pagine (contatore Word)
Note dell’autore: Ebbene, sì! Ho deciso di partecipare ad una challenge per la prima
volta in assoluto! Volevo provarci da un po’ e avevo voglia di scrivere momenti della vita di
Elsa e Anna durante e dopo Frozen, così… Ho colto la palla al balzo. Grazie ad areon per
avermi permesso di partecipare!
Perciò, eccovi qui questa breve one-shot collegata al primo capitolo della mia fanfic/mini-raccolta Birthday – Just a
Special Day (ma può essere letta tranquillamente senza conoscerla).
Enjoy :)
Snowflakes
Momenti della nostra
vita
01. Torta al cioccolato
«Ti è piaciuta, Anna?» le chiese il papà
scompigliandole i capelli in un gesto di dolce affetto.
Anna emise un risolino divertito, mentre mandava giù l’ultimo boccone di torta al cioccolato.
«Moltissimo» rispose mettendo da parte il piattino e la forchetta per avere le mani libere.
Si allungò sulla tavola, verso la torta, e prima che raggiungesse il coltello lui l’anticipò.
«La taglio io» disse, poggiando la lama sul dolce. «Così va bene?»
Quando la bambina annuì contenta, il coltello affondò nella morbida copertura, poi nel
pandispagna ripieno di dolce crema al cioccolato e infine la fetta venne separata dal resto
della torta.
«Questa è per Elsa» affermò Anna porgendogli un piattino pulito.
A quelle parole il re e la regina si guardarono confusi e preoccupati, non sapendo cosa
ribattere di fronte alla spontaneità della loro figlia minore. Erano riusciti a scacciare la
sua malinconia coinvolgendola in giochi e scherzi – con l'aiuto della buona Gerda e del
fedele Kai – senza mai lasciarle il tempo di pensare alla sorella, ma…
«Posso portargliela?» chiese Anna con gli occhi azzurri pieni di malcelata speranza.
I due riportarono l’attenzione sulla piccola, allontanando le preoccupazioni e i pensieri
negativi che affollavano la loro mente. Il re si accinse a mettere il dolce sul piattino,
mentre la regina non poté evitare di sorridere mesta a quella richiesta.
«Vengo con te», decise. Era sicura che Elsa non avrebbe aperto, ma doveva preoccuparsi anche
della delusione che sicuramente avrebbe provato Anna.
La bambina sorrise e saltò subito giù dalla sedia. Prese con attenzione l’abbondante porzione
di torta che aveva riservato esclusivamente alla sorella e seguì la mamma fuori dalla sala da
pranzo.
Attraversarono il corridoio fino allo scalone per il piano superiore e, prima di iniziare a
salire i gradini in marmo, la regina si fermò.
«Ti aiuto a portarla?» le chiese dolcemente.
Anna scosse la testa decisa.
«Sicura?» tentò nuovamente con la paura di vedere a terra la torta, in mille pezzi il povero
piattino di ceramica e Anna scossa da un pianto disperato.
All’affermazione convinta della bambina decise quindi di camminarle accanto in modo da
tenerla d’occhio, pronta a una qualsiasi rovinosa caduta.
Fortunatamente riuscirono ad arrivare al piano superiore incolumi e con il dolce tutto
intero. Lanciò con la coda dell’occhio uno sguardo alla figlia e lesse determinazione negli
occhi chiari.
«Andiamo?» la spronò ad avvicinarsi alla porta della camera di Elsa.
Anna annuì e avanzò sicura fino a fermarsi davanti ad essa. Prima che la regina potesse
proporsi di bussare o tenerle il dolce, si abbassò e posò il piattino sul pavimento.
Bussò.
«Elsa? Ti ho portato la torta!» annunciò. «Elsa?» riprovò non ricevendo risposta.
La madre decise di intervenire prima che fosse troppo tardi. «Anna, starà dormendo. Perché
non la dai a me? La tengo io, così quando si sveglia la può mangiare subito».
La bambina la guardò confusa. «Dorme?» chiese ingenuamente.
«Certo», annuì. «Sarà stanca».
Anna riportò lo sguardo alla porta chiusa. «Volevo ringraziarla per il regalo. È
bellissimo».
La regina sorrise dolcemente. «Lo farò io, non preoccuparti» mormorò, accarezzandole la
testolina fulva su cui spiccava una ciocca bianca come il latte. «Adesso torna giù o papà si
mangerà tutta la torta rimasta».
«Noo!!» saltò Anna imbronciandosi.
«Sì, invece» affermò con convinzione.
Anna rise contagiata dal divertimento della mamma e si allontanò subito, correndo.
«Fermalo! Fermalo!» la incalzò quindi.
Quando fu sicura che non potesse sentirla, bussò nuovamente alla porta di Elsa.
«Elsa? Sono solo io. Anna è andata via».
Sentì dei passi affrettati e poi lo scatto della serratura. Si abbassò a prendere la torta
sul pavimento, prima di entrare.
Rabbrividì cogliendo la differenza di temperatura tra il corridoio e la sua stanza. Il gelo
si sprigionava dal ghiaccio sottile che ricopriva il pavimento e le pareti, ma fortunatamente
non imperversava il vento di un’innaturale tempesta. Era sicura che Elsa avesse dato sfogo ai
suoi sentimenti, mentre loro festeggiavano giù con Anna, e a questo pensiero sentì una morsa
attanagliarle il cuore.
«Anna ti ha lasciato una fetta di torta. È al cioccolato proprio come piace a lei, e a te.
Mangiala» le disse avvicinandosi al grande letto a baldacchino.
Elsa era così rannicchiata su se stessa che sembrava scomparire tra le coperte e i cuscini.
La regina appoggiò il piattino sul comodino e si sedette sul materasso.
«Elsa» la chiamò in un sospiro stanco. «Tesoro».
«Dovreste tornare da Anna, madre» rispose la bambina con voce flebile. «È il suo compleanno».
«Sì, ma adesso devo pensare a te. C’è qualcosa che posso-».
«Andate da Anna e abbracciatela da parte mia, ma non diteglielo» la interruppe Elsa.
La regina cacciò le lacrime che minacciavano di rigarle le guance, schiarendosi la gola per
evitare che la voce uscisse tremula. Si stese sul letto e cinse in un abbraccio la sua
primogenita.
«Ti vuole bene, Elsa. E te ne vorrà sempre».
«Ringraziatela per la torta» replicò la bambina in un tono così tranquillo da farla
rabbrividire per la consapevolezza di quanto stesse crescendo in fretta. Troppo in
fretta.