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Autore: Beatrix Bonnie    12/05/2014    1 recensioni
«Che mi dite del video?» [...]
Colin lanciò uno sguardo all'amica: solo dopo aver ricevuto un cenno di assenso si decise a svuotare il sacco: «Ci avevamo registrato i nostri segreti, qualche settimana fa. Segreti inconfessabili, quel tipo di segreti che devono rimanere tra amici. Avevamo intenzione di fare una capsula del tempo, da dissotterrare fra venti anni.»
«Un bottino molto ghiotto» commentò Christopher.

Maryon e Colin sono nei guai, guai grossi. La banda dei loro eterni rivali, la DDD, ha rubato il video dove avevano registrato i loro segreti e minaccia di farlo vedere a tutta la scuola, a meno che i due amici non riescano a risolvere gli indizi di una bizzarra caccia al tesoro. Saranno costretti a chiedere aiuto a Christopher, il loro nuovo compagno di classe saputello... in un'estenuante corsa contro il tempo attraverso tutta Dublino, tra rompicapo assurdi e strani sospetti, riuscirà quest'avventura a trasformare la rivalità in amicizia?
La storia era iscritta al Circolo degli Eclettici, che si è classificato primo al "Circoli e Salotti contest"; inoltre, nella sottoclassifica del Salotto dei Drammaturghi, la storia si è posizionata prima.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo di Faerie'
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CAPITOLO 5
Nel buio del cimitero




Maryon




Loyal li accompagnò in automobile fino al cimitero. Scesero dalla macchina proprio mentre suonava il primo rintocco delle sette di sera. Maryon urlò di correre ai due amici e lei stessa schizzò verso l’entrata, prima che il custode chiudesse definitivamente il cancello.
«Ehi, fermatevi! Il cimitero chiude!» strillò il vecchio, vedendo tre ragazzini sfrecciare dentro, ma quelli nemmeno lo ascoltarono. Maryon, senza nemmeno rendersi conti di aver perso i suoi compagni, continuò a correre alla cieca; si fermò solo quando non aveva più fiato per andare avanti. Si lasciò cadere in ginocchio, respirando affannosamente.
«Colin? Chris?» provò a chiamare, quando si rese conto di essere sola, ma nessuno le rispose.
Certo, lei era grande per avere paura del buio, però non si era mai trovata da sola in un cimitero. Di fronte a lei si erigevano tombe simili ad una muraglia di angeli piangenti, alle sue spalle svettava ancora la torre centrale del cimitero. L'avrebbe usata come punto di riferimento e sarebbe tornata verso l'entrata. Ce la posso fare. Sono una tipa tosta, io.
Prese ad incamminarsi, mettendosi le mani nelle tasche del giubbotto perché suo padre le raccontava sempre, da quando era piccola, che i Lepricani, i folletti delle monete d’oro, rubavano i soldi ai bambini che si erano persi. Non che ci credesse davvero a quella cosa dei Lepricani, ma era meglio essere cauti.
«Ciao.»
Maryon trasalì. Si voltò di scatto per capire chi avesse parlato, ma ci mise un attimo ad individuare una bambina seduta su una lapide. Aveva i capelli neri e lisci che le incorniciavano il volto magro e pallido. Indossava un abitino color panna che faceva risaltare ancora di più la sua pelle candida. Poteva avere si e no la sua età, però era molto magra e le gambe erano talmente sottili che non avrebbero potuto reggere il suo peso.
La bambina la osservò a lungo con i suoi profondi occhioni blu. «Ciao» ripeté infine.
Maryon si avvicinò titubante. «Chi sei?»
La bambina sorrise, ma non vi era nulla di dolce sul suo viso. «Sono Angelica Dams» rispose con un velo di tristezza, indicando la scritta sulla lapide dove era seduta.
“ANGELICA DAMS”
Maryon sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene. Lei era una tipa tosta, super-coraggiosa e tutte quelle cose lì ma, santo cielo!, stava parlando con un fantasma!
«Sei un fantasma!» si sentì in dovere di gridare. Chissà perché gridare era una cosa che le riusciva sempre bene.
«Più o meno.» La bambina non si scompose. «Come avete fatto ad arrivare fin qui?»
Maryon indietreggiò lentamente. «Fin qui dove?» chiese con voce tremante, inciampando su una tomba.
«Al cimitero. Come avete risolto gli indizi?» insistette quella. Sembrava proprio un essere demoniaco, con quella pelle cadaverica e gli occhi sporgenti.
«Sei una banshee?» sussurrò spaventata Maryon, riportando alla mente i racconti del suo babbo.
«Smettila di dire cose stupide, inutile marmocchia!» tuonò la bambina fantasma. «Dimmi come avete fatto a risolvere gli indizi!»
«Christopher» rispose di getto Maryon, ormai in preda al panico. «Ci ha aiutati lui» riuscì a balbettare.
«McGregor? È stato lui, non è vero?» strillò il fantasma.
Maryon fu presa da un terrore tale che non riuscì a rispondere: si voltò e scappò il più velocemente possibile per allontanarsi da quella creatura maledetta.

Christopher



Se Christopher fosse stato un tipo scurrile, a quel punto avrebbe già tirato fuori una buona dose di improperi. «Si può sapere dov'è finita Maryon?» domandò a Colin con uno sbuffo. «E, no, non mi metto a correre per cercarla. C'è anche buio. Siamo in un cimitero. E io a quest'ora dovrei essere già a casa.»
«La vuoi piantare di lagnarti?» lo interruppe l'altro, prima che potesse andare avanti con quella manfrina.
Christopher aprì la bocca per sbattere lì una bella rispostaccia, quando un tornado dai capelli castani gli gettò le braccia al collo.
«Ho visto un fantasma!» strillò Maryon, in preda ad un attacco isterico.
Christopher ammirò la propria capacità di reazione, visto che era la prima volta che qualcuno lo abbracciava a quel modo. Qualcuno che non fosse... no be', neanche sua madre lo abbracciava così.
«I fantasmi non esistono, Maryon» cercò di consolarla, impacciato.
A salvarlo da quella situazione imbarazzante, comparvero Daniel e David. Christopher li ringraziò mentalmente, almeno finché quelli non cominciarono a prendersi gioco di loro.
«Ma guarda chi si vede. Una manica di perdenti!» sghignazzò Daniel.
«Ti sei trovata un fidanzatino, Maryon?» rincarò la dose David.
La ragazzina si sciolse dall'abbraccio e riprese il suo consueto atteggiamento da gangster. «E tu te lo sei trovato un cervello?»
«Dateci il video» intervenne Colin, accennando alla videocassetta che Daniel teneva in mano.
«Non avete rispettato i patti» sentenziò Daniel, guardandosi l’orologio che aveva al polso. «Sono le sette e venti minuti» aggiunse con un sorrisetto beffardo.
«Ma noi siamo qui dalle sette!» protestò Colin.
Christopher ebbe l'impressione che la situazione sarebbe degenerata in una scazzottata, quindi decise di intervenire. «Provate a ragionare, anche se vi sarà difficile: come avremmo potuto entrare al cimitero dopo le sette se il cimitero chiude alle sette?»
«Oh, ma guarda! Un cocco di mammina!» lo apostrofò Daniel, ignorando completamente il suo ragionamento logico. A volte era terribilmente faticoso aver sempre a che fare con gente così stupida.
«Cosa ci fai qui? La tua mammina vuole che tu vada a scuola» continuò Daniel con una vocetta acuta, forse per tentare di scimmiottare la voce di una donna.
«La tua mamma vorrebbe avere un figlio intelligente, invece guarda cosa le è capitato» si intromise Maryon, prendendo le difese di Christopher.
Fu una strana sensazione sentirsi difeso da qualcun altro, dal momento che aveva sempre contato esclusivamente su se stesso. Forse ci si sente così, quando si hanno degli amici.
«Nessuno ti ha detto di impicciarti!» la rimbeccò Daniel.
«Nessuno ti ha detto di prendere in giro un mio amico!» replicò la bambina.
Io due presero a scrutarsi con astio. Sentendosi parte di un originale duello alla Western, ognuno studiava l’avversario per scoprirne i punti deboli. Si osservarono a lungo, poi Maryon commise un errore: accennò un’intenzione di movimento verso Daniel che, credendo volesse saltargli addosso, corse via. La bambina non perse tempo e partì all’inseguimento del ragazzino.
«Perché deve sempre finire con riti tribali di dimostrazione di forza?» domandò Christopher.
«Riti che?» si informò Colin.
Chrstopher scosse il capo. «Lascia perdere.»
«NO!» Un unico strillo risuonò per tutto il cimitero.
Christopher e Colin si scambiarono un'occhiata perplessa, ma ogni loro dubbio fu risolto dal ricomparire di Daniel e Maryon: la bambina teneva in mano i resti di una videocassetta irrimediabilmente rotta.
«È un idiota!» gridò Maryon, indicando l'altro. «L'ha fatta cadere a terra!»
«È colpa tua!» la rimbeccò Daniel. «Non avresti dovuto inseguirmi!»
La bambina pestò i piedi a terra, esasperata. «E tu avresti dovuto darmi la cassetta!»
«Fermi un attimo» li interruppe Christopher. Si guardò intorno, realizzando improvvisamente una cosa. «Dov'è Dorian?»
«Fa piacere sapere che qualcuno si è accorto della mia assenza» esclamò proprio in quel momento Dorian, comparendo dal vialetto. Stava spingendo una carrozzella su cui era seduta l'ultima persona al mondo che Christopher avrebbe voluto veder recitare in quell'assurda commedia: Angelica Dams.
«Allora non sei un fantasma?» gridò Maryon, offesa per essere stata raggirata in quel modo.
«Sei facilmente impressionabile, piccoletta.» Angelica sfoderò quel suo sorriso glaciale che Christopher aveva imparato ad odiare.
«Eri seduta su una tomba che portava il tuo nome!» protestò Maryon, ferita nell'orgoglio.
Angelica alzò gli occhi al cielo. «Se tu avessi prestato attenzione e avessi letto la data di nascita e di morte scritta sulla lapide, ti saresti accorta che la persona seppellita lì sotto aveva trentasette anni. È la tomba di mia madre, morta tre anni fa in un incidente stradale, lo stesso che mi inchiodò alla carrozzella» disse, accennando alla sua condizione di invalida.
Christopher mugugnò. Angelica aveva scordato di dire che fu proprio quell’incidente a provocarle un trauma celebrale e un coma di sei mesi, uscita dal quale, il suo Q.I. era miracolosamente aumentato. Christopher non era una persona impressionabile, ma aveva sempre pensato a quell'incidente come ad un patto con il diavolo: Angelica aveva perso l’uso delle gambe per ottenere quello della ragione. Era un qualcosa di terribilmente macabro.
«Ma tu cosa cavolo c'entri con la DDD?» borbottò Colin.
Angelica scrollò le spalle. «Sua madre fa le pulizie a casa mia» rispose con disinteresse, indicando Daniel.
Colin si illuminò. «Ma certo! Ti hanno chiesto una mano perché sei anche tu una super-intelligentona, non è vero? Sei tu che hai scritto gli indovinelli!»
Dorian scoppiò a ridere. «Ovvio, razza di idiota! Credevi forse che avessimo pensato noi a quei rompicapo da paranoici?»
«Perché l’hai fatto?» chiese con cautela Maryon. Era chiaro che la bambina non riuscisse ad afferrare il motivo per cui una perfetta sconosciuta dovesse aiutare qualcuno a creare una sadica caccia al tesoro contro gente di cui ignorava l'esistenza. Era chiaro che dovevano esserci sotto dei risvolti nascosti. Risvolti che Christopher temeva di conoscere.
Angelica sfoderò il sorriso più falso che riuscì a fare. «Perché sono una persona altruista.»
«Perché l'ha fatto?» insistette Maryon.
David, che come al solito si rivelava incapace di porre un filtro tra bocca e cervello (sempre che ne avesse uno), decise di intervenire. «Ha accettato quando ha sentito nominare McGregor. Io avevo detto che sarebbe stato meglio chiedere a lui di darci una mano.»
Christopher trasalì. Come temeva. Angelica aveva accettato l'incarico con la speranza che il McDragon chiedesse aiuto a lui, in modo da poterlo sfidare. Faceva sempre di tutto per tentare di dimostrarsi alla sua altezza. Christopher la odiava. «Non sei riuscita a battermi nemmeno questa volta» le rinfacciò. Non era una cosa che di solito faceva, perché i suoi trionfi li teneva per sé e basta, ma Angelica lo aveva sempre irritato, sia quando non era altro che una bambina petulante convinta che un giorno si sarebbero sposati, sia quanto si era trasformata in un genietto ambizioso.
«Tu e lei vi conoscete?» indagò Maryon, sorpresa.
L'attenzione di tutti si concentrò su di lui: quello stupido film d'azione si era trasformato in una telenovela argentina di bassa qualità. Odio tutto questo.
«I nostri genitori si conoscono: mio padre lavora con il suo» specificò Christopher, come per rimarcare che la familiarità tra lui e quella vipera non aveva nulla a che fare con lui.
Angelica sorrise, divertita da quella puntualizzazione. «E tu perché li hai aiutati?» lo provocò. Il Christopher che lei conosceva non si sarebbe mai volontariamente messo a servizio di qualcun altro. Almeno non senza una lauta ricompensa.
Christopher si infilò le mani nelle tasche del giaccone. «Perché sono stati in grado di convincermi.»
Angelica scoppiò a ridere. «Oh, vuoi dirmi che il grande McGregor si fa mettere i piedi in testa da dei marmocchietti della scuola pubblica?»
«Tu sei una di quelle che va alle scuole gestite dalle suore per le signorine per bene, non è vero?» si intromise Maryon, che proprio non ce la faceva a tenere chiusa la ciabatta. «Sai che ti dico? Chris ha fatto bene a venire alla scuola pubblica!» Senza nemmeno chiedere il permesso, lo afferrò per le spalle e lo strinse a sé. «Perché ha trovato degli amici.»
Angelica si lasciò sfuggire uno sbuffo di derisione. «Tu, sua amica?» Senza dubbio non la riteneva all'altezza.
Christopher allora, per la prima volta in vita sua, agì d'impulso. Passò il braccio dietro la schiena di Maryon e mise l'altro intorno alle spalle di Colin. «Sì, mi sono fatto degli amici» confermò con tutta la decisione di cui era capace.
A rompere la serietà del momento ci si mise Colin. «Ganzosissimo!» esclamò, sfoderando uno dei suoi sorrisi a trentadue denti e sollevando il pugno al cielo in segno di vittoria. «Un nuovo membro per il nostro club!»

Colin



Colin stava gustando la torta al cioccolato fatta dalla mamma di Chris: era un vero spettacolo, soffice, gustosa, con la granella sopra... «Colin» lo richiamò Maryon, stizzita. «La pianti di ingozzarti?»
«Non mi sto ingozzando: io gusto.» Colin leccò via la granella con soddisfazione, ben sapendo che questo avrebbe fatto imbestialire ancora di più la sua amica.
«Gusta un po' di meno e aiutami di più!» borbottò Maryon. Dopo la rottura della videocassetta, avevano deciso di registrarne un'altra, questa volta aggiungendo i segreti di Chris, per cui Maryon stava armeggiando con la telecamera del papà di Colin (quella con cui, di solito, faceva quegli stupidi filmini delle vacanze, filmini che poi tutta la famiglia era obbligata a sorbirsi dopo il pranzo di Natale).
«Ehi, ho avuto un’idea geniale» se ne venne fuori Colin all'improvviso.
«Zitto, che mi sto concentrando!» lo rimbeccò Maryon: doveva cavarsela da sola con la telecamera, dal momento che Christopher si era rifiutato di aiutarla dopo che lei gli aveva dato del cervellone. «È della tua famiglia, saprai pure come funziona!» si lamentò con Colin.
Il bambino rispose con un'alzata di spalle. «La usa sempre pa'... e anche l'altra volta l'ha accesa lui, se ti ricordi.» Al momento si trovavano in camera di Chris, quindi qualsiasi magico intervento da parte di suo papà era fuori discussione.
«Sei inutile!» borbottò Maryon.
«Comunque, ascoltatemi, ho avuto un’idea davvero geniale!» insistette Colin. «Potremmo aggiungere una C a McDragon, che simboleggi l’iniziale di Chris. Sentite che bomba: il temibile MccDragon!» Sfoderò il suo miglior sorriso nel tentativo di convincere gli amici.
Maryon ci rifletté un attimo. «Sembra uno scioglilingua.»
«A me piace» rispose Christopher, che non era abituato al fatto che era meglio non contraddire una come Maryon.
Lei infatti gli lanciò un'occhiata di sbieco, ma alla fine cedette. «Ok, vada per MccDragon.»
«Aggiudicato, allora!» esclamò Colin, soddisfatto.
Chris gli sorrise di rimando, poi alzò gli occhi al cielo e strappò di mano la telecamera all’amica; con un semplice clik, l’accese e iniziò la ripresa. «Avanti, Maryon, confessa il tuo segreto» le disse inquadrandola.
La bambina si morse il labbro. «Dormo ancora con l’orsacchiotto di pezza che mi regalò mia mamma prima di morire.»
Christopher abbassò la telecamera e le rivolse un sorriso sincero, il primo che i due ragazzini gli avessero visto fare. «È una cosa molto carina, non dovresti vergognartene» borbottò, in imbarazzo.
«Grazie» rispose Maryon, con un debole sorriso. «Ora tocca a Colin» aggiunse poi, forse per sviare l'attenzione da sé.
«Ok, mi avete beccato» confessò il ragazzino. «Quando avevo quattro anni, Luke e Joy mi hanno costretto a baciare una lumaca davanti ai loro amici e dallo schifo... be', me la sono fatta nei pantaloni.»
«Io a quattro anni sapevo già leggere, scrivere e far di conto» commentò Christopher.
«E il tuo segreto, questo?» si informò Colin, con un pizzico di ironia. «No, perché... questa sì che è una cosa di cui non andrei in giro a vantarmi.»
«Non è colpa mia se sono un enfant prodige» rispose Christopher con semplicità.
Maryon gli strappò la telecamera di mano e gliela puntò contro. «Nessuno sconto. Devi confessare il tuo segreto.»
Chris prese un respiro. «Ho un assoluto e irrazionale terrore degli aghi.»
Maryon e Colin scoppiarono a ridere nel vedere la faccia impaurita dell’amico. Poi la bambina girò la telecamera verso di sé. «Questi sono gli inconfessabili segreti del temibile MccDragon. Domani verranno seppelliti. Li recupereremo fra venti anni, e poi si vedrà.»
«Intanto, con tutta questa faccenda dei segreti rubati, abbiamo guadagnato un amico.» Colin riservò un sorriso prima a Maryon, poi a Chris. Adesso sì che erano una vera banda: il temibile MccDragon!






Ecco l'ultimo capitolo!
Spero che l'apparizione di Angelica Dams (la stessa che Chris nomina al primo capitolo) non vi abbia spaventato come ha spaventato Maryon! ;)
Insomma, mi auguro che la storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto divertire. Presto o tardi, pubblicherò anche i racconti successivi, dedicati alla DDD e al MccDragon.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito, in particolare a Hope_2000.

Ora qualche ragguaglio sul contest:

La storia ha partecipato al Circoli e Salotti contest. Il contest era a squadre e io mi sono iscritta nel Salotto dei Drammaturighi (QUI il bellissimo banner), nel circolo dei commediografi che poi, per scarsa affluenza, si è trasformato nel Circolo degli Eclettici.

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Alla classifica hanno partecipato i Circoli e sono orgogliosa di annunciarvi che, insieme alla stupenda storia di Chara, Bedlam, il Circolo degli Eclettici si è classificato primo!
Inoltre, le storie hanno partecipato singolarmente ad una piccola sottoclassifica, all'interno del proprio salotto, nella quale la mia si è posizionata prima.

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Insomma, sono proprio soddisfatta del risultato, come potete immaginare. Non ci speravo proprio perché il racconto non ha alcuna pretesa se non quella di strappare qualche sorriso al lettore; tuttavia vi sono molto affezionata, quindi la posizione in classifica è stata una piacevolessima sorpresa.
Presto, la gentilissima giudice, che non finirò mai di ringraziare, dovrebbe mettere tra le recensioni il suo fantastico giudizio alla mia storia.
Questo è tutto, gente!
Alla prossima,
Beatrix

   
 
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