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Autore: Caster_Gamer    12/05/2014    5 recensioni
Nancy frequenta il liceo Dolce Amoris da ormai un anno, è innamorata di uno dei ragazzi che rientra nelle sue amicizie, e proprio quando sta per dichiararsi appare il meraviglioso sorriso di qualcuno che tecnicamente non potrebbe ricambiare il suo amore.
E cosa succede se chi riteneva solo come un amico le dimostra di provare qualcosa per lei?
« Credo di aver capito come va avanti il gioco...e tu sei davvero troppo, tanto sleale mia cara! »
« Sleale!? Gioco!? Adesso basta dimmi che succede dato che hai capito! »
Cominciai ad odiare tutti quei giri di parole, se dovevano dirmi qualcosa che parlassero chiaramente!
Avevo visto giusto, ero una stupida! Ma di certo continuando a parlarmi con metafore non sarei diventata un genio!
« Il gioco dell'amore! » esclamò passandosi una mano fra i capelli « Non posso di certo essere io a svelarti le regole ed i tuoi avversari, posso solo augurarti che li capirai un giorno... »
Sbuffai, adesso capivo cosa credeva...e si era sbagliato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Castiel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio o... la fine.

 

Quando riaprii gli occhi nessuno disse “Finalmente si è svegliata!”, sentivo solo il mio respiro regolare, il soffio del vento, la pioggia che batteva sulle finestre... ed un altro respiro in più.

Mi misi seduta, la testa non mi faceva per niente male, ero solo assonnata e non sentivo nessun tipo di dolore.

Ai miei piedi, con le ginocchia a terra ed il busto e le braccia sul letto, vidi Alexy che dormiva non beatamente, ma sembrava comunque un angelo.

Sorrisi ed avvicinandomi a lui gli accarezzai i capelli, solo dopo ricordai che l'avevo mandato via e che mi ero addormentata sul divano e non sul letto.

Il cielo era grigio e mi sembrava fossero le cinque, ma considerando il maltempo non ne ero poi così sicura.

Mi misi lentamente in piedi per evitare giramenti di testa ed andai nel soggiorno, che poi era anche un salotto ed una cucina. L'orologio segnava le 15:07 ed andai a prendere il cellulare.
Erano passati tre giorni.

Ero davvero rimasta a letto tre giorni senza svegliarmi? La mia febbre era così grave?

Evidentemente non tanto dato che ero rimasta a casa e non in un ospedale.

Quando mi voltai verso la mia camera vidi Alexy in piedi poggiato sulla porta.

« Ti sei svegliata finalmente. »

« Alexy... già. »

Venne verso di me abbracciandomi.

« Non sei più calda... »

« Penso che la febbre mi sia passata. »

« Quel dottore aveva ragione allora. » si allontanò mostrandomi un sorriso che ricambiai subito.

« Come mai... sei qui? »

« Sono rimasto con te per aiutarti, nessuno si è preso la briga di rimanere. »

« Mh? » lo guardai perplessa non capendo il senso dell'ultima frase.

« Armin l'ho mandato via io, e poi si sarebbe annoiato. Nathaniel doveva stare con i suoi, non poteva rimanere fuori di casa. Kentin anche se sarebbe rimasto qui da amico ha preferito evitare, vuole starti il più lontano possibile. » prese una pausa, in quel momento la mia espressione si fece triste, ma capii che non aveva poi tutti i torti.

« E Castiel doveva preparare le valigie, oggi parte col treno. »

Sussultai, Castiel partiva? E dove andava?

« Cosa? E dove va? »

« Ha ricevuto una proposta per far parte di una band... mi ha detto di salutarti. Dopo avermi preso a parole naturalmente. »

In meno di cinque secondi intuii che se non mi fossi sbrigata non l'avrei mai più rivisto.

Corsi nella mia camera per prendere dei vestiti a caso dall'armadio, tremavo talmente tanto da farmi cadere continuamente qualsiasi cosa dalle mani.

Non mi aveva detto di aver avuto una proposta per far parte di una band, perché? Eravamo tornati amici... oppure era successo nel periodo in cui stavo male?

Che band era? Come mai avevano cercato proprio lui? Aveva delle conoscenze? Perché non mi aveva mai detto niente allora?

Ero confusa, assorta talmente tanto nei miei pensieri che avevo chiuso la porta in faccia ad Alexy senza neanche accorgermene, cercava di dirmi qualcosa ma era come se non lo sentissi.

Quando mi vestii non pensai nemmeno di pettinarmi o di darmi una veloce truccata, mi sentii afferrare per il braccio e solo in quel momento ricordai di non essere sola in casa.

« Alexy... scusa. » scossi la testa e cercai di fare un sorriso « Ma devo andare da Castiel... devo salutarlo, devo dirgli quello che provo prima che parta. »

La voce tremava, gli occhi pizzicavano come non mai, raramente riuscivo a trattenere le lacrime e quella volta non volevo che uscissero.

« Vengo con te, abbiamo un'ora. » disse sorridendo, io aprii la porta.

« Andiamo allora. »

Uscimmo di casa velocemente mettendoci alla fermata dell'autobus, se arrivava presto quello giusto saremmo arrivati alla stazione venti minuti prima.

Arrivò dieci minuti dopo, per fortuna, perché altrimenti avrei urlato in preda al nervosismo.

Ci sedemmo sui sedili in fondo, per tutto il tempo avevo sbattuto freneticamente il piede a terra, dopo un po' Alexy mi prese la mano posandomi la testa sulla sua spalla.

« Stai tranquilla, andrà tutto bene. » fece il sorriso più confortante che poteva fare, mi sentivo così in colpa nel doverlo trascinare con me. Amavo Alexy ed avevo deciso di stargli lontana, non volevo confonderlo, lui era gay e non potevo piacergli.

Ma come potevo farlo? Stargli lontano era come abbandonare tutti, e non volevo.

Quando l'autobus si fermò davanti alla stazione balzai in piedi e corsi insieme a lui alla disperata ricerca in tutti i binari, mancavano soltanto dieci minuti secondo l'orario che mi aveva dato Alexy.

E finalmente lo trovai.

Seduto su una panchina con una valigia, un borsone e la sua fedele custodia per la chitarra dietro la schiena.

Sembrava nervoso, anche lui batteva il piede a terra.

Si guardava attorno, perciò si accorse subito della mia presenza. Spalancando gli occhi rimase a fissarmi per un po', a quel punto scoppiai in lacrime correndo verso di lui.

Lo abbracciai stringendolo con tutta la forza che avevo, piagnucolai sulla sua spalla come un'odiosa oca sentimentale probabilmente, ma non m'importava.

Provai a dire qualcosa ma non una sola parola uscì prima dei seguenti cinque minuti.

« Castiel ti amo! » urlai dando finalmente voce ai miei pensieri « Ti amo! So che non te ne fregherà niente... Ma io ti amo... e sono felice di sapere che farai parte di una band, ti seguirò sempre, cercherò di contattarti... Non dimenticarti di me, ti prego non farlo. »

Quando smisi di parlare per lasciare spazio ad altre lacrime di cadere, Castiel mi abbracciò avvolgendomi con le sue braccia calde. Mi sentii al sicuro, protetta da qualsiasi altra cosa.

Smisi di piangere e sentii improvvisamente il suo odore invadermi le narici, non volevo dimenticarlo, non volevo che se ne andasse, ma se solo in quel modo era capace di realizzare il suo sogno sarei stata più che felice di saperlo lontano da me a suonare con qualcuno.

« Nancy... ti voglio bene. »

Mi si strinse il cuore, ma nello stesso istante esultai.

Mi stava stringendo a se ed aveva appena detto di volermi bene, e questo mi bastava.

« Grazie... fa del tuo meglio, un giorno verrò a vederti. »

Ridacchiò divertito.

« Ma guardati, hai tutti i capelli scombinati e sembri uno zombie. » commentò scompigliandomi ancora di più i capelli, io mi lasciai scappare una risata.

«Il treno 897652 delle ore 16:14, diretto a Parigi, è in partenza dal binario quattro. Attenzione, allontanarsi dalla linea gialla.»

Ci lasciammo subito e gli stampai un bacio sulla guancia, prese le sue cose e salì sul treno.

Prima che le bussole si chiusero mi salutò con un sorriso.

« A presto. » disse sincero, e subito dopo riuscii a vederlo soltanto da un piccolo finestrino.

Il treno partì prendendo lentamente velocità, rimasi a seguirlo con lo sguardo finché non sparì e lasciandomi cadere a terra scoppiai in un altro sonoro ed interminabile pianto.

Era andato, probabilmente per sempre, e non avevo più altra occasione di ripetergli che l'amavo, di sentirlo, di guardarlo negli occhi, di toccare la sua mano o qualsiasi altra cosa.

Anche se lui aveva detto «A presto», nella mia mente avevo sussurrato un addio. Sapevo che non avrei mai più potuto avere l'occasione di passare del tempo con lui come avevamo sempre fatto.

Alexy si abbassò alla mia altezza stringendomi forte, non ricambiai, rimasi rigida continuando a piangere.

« Nancy... vi rivedrete sul serio, non dubitare. »

Sussultai, come faceva a sapere quello che pensavo? In effetti... lui l'aveva sempre saputo.

« Non hai idea di quanto mi faccia male vederti qui a piangere, vorrei soltanto che tu ridessi. Nancy, tu non hai idea di quello che provo per te. »

« No Alexy. » mormorai sorridendo « Tu non puoi amarmi, sei- »

« Chi dice che non posso? Perché no? So quello che provo! » m'interruppe voltandomi verso di lui ed obbligandomi a guardarlo « Ormai... conosco questo sentimento, è proprio per colpa di questo che sono stato deriso nella mia vecchia scuola. E giuro che non avrei mai pensato di potermi innamorare di una ragazza, dal momento che in passato ho provato in tutti i modi a farlo. Dovevi esserci tu. »

Mi tirò a sé, ed in un istante le mie labbra furono sulle sue. Fu un meccanismo così semplice che si azionò in meno di un secondo, non mi opposi, nonostante le mie parole, le mie decisioni.

Ricambiai il bacio, il primo vero bacio che avevo mai dato a qualcuno.

Mi avvicinò ancora di più a sé posandomi la mano sulla schiena, e avremmo continuato a lungo se un anziano non fosse venuto a ricordarci che eravamo seduti a terra vicino al binario quattro, dove tantissime persone ci osservavano.

Ci alzammo imbarazzati e tornammo a casa mia senza guardarci in viso neanche un istante, tenevamo gli occhi bassi e pensavamo.

Io, personalmente, non riuscivo a fare a meno di desiderare le labbra di Alexy ancora sulle mie, volevo che mi stringesse di più e mi sentivo così in colpa perché proprio cinque minuti prima piangevo per Castiel.

Dovevo dimenticarmi di lui, guardare in faccia la realtà e cercare di capire i veri sentimenti di Alexy. Se era davvero innamorato di me allora... non avrebbe avuto senso ignorarlo.

Giurai a me stessa che non avrei mai guardato nessun altro ragazzo oltre a lui, che degli altri non me ne sarebbe fregato niente.

E quando decisi di parlare seriamente con Alexy, scendemmo dall'autobus ed entrammo in casa mia guardandoci per la prima volta in faccia dopo più di mezz'ora.

« Ho preso una decisione. » annunciai seduti sul letto della mia camera.

« Ti ascolto. »

« Per l'ennesima volta ho fatto una scelta affrettata ma... sono convinta che questa volta funzionerà. »

Sui suoi occhi si accese un accenno di speranza, quindi sorrisi.

« Pensavo che... potremmo provarci, una volta e per tutte. »

« Senza ripensamenti? »

« Senza ripensamenti. »

Ci guardammo a lungo e finimmo per baciarci, ridendo in seguito di tutto quel che avevamo passato insieme fino a quel momento.

Forse avevo finalmente trovato un po' di tranquillità, forse quello era l'inizio di qualcosa di concreto o forse... era semplicemente la fine di una vita sentimentale fin troppo movimentata.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Ok ok uccidetemi.
Torno dopo molti mesi e concludo il capitolo così miseramente che... mi odio. Il punto è che con il tempo questa storia mi sembrava infantile, ed ogni volta che aprivo la pagina la richiudevo subito sperando di non dover mai affrontare il fatto di continuarla...
Ma ehi, nella vita si cresce e si impara, per questo ho deciso che non pubblicherò nessun'altra FanFiction se non sono sicura al 100% che possa piacere sia a me che agli altri.
Dovevo chiudere questa storia con qualcosa di più forse, ma ho preferito lasciarla così per... vari motivi.
Non sentivo di poter mantenere il reating giallo, perciò lo modificherò in verde e... questa storia è davvero un fallimento perché non sono riuscita a mantenere tutto quel che mi ero prefissata sin dall'inizio, perdonatemi çç
Prometto che tornerò, tornerò con qualcosa di migliore! Probabilmente potrei tornare con qualcosa scritta a quattro mani ma anche soltanto con le mie... farò del mio meglio la prossima volta!
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino a qui e chi non mi ha abbandonata dopo tutti questi mesi, scusatemi!

  
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