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Autore: Stria93    17/05/2014    12 recensioni
Udito, olfatto, vista, tatto, gusto.
Tutti noi conosciamo i cinque sensi. Essi giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita... così come nell'amore.
In questa raccolta saranno presentati cinque momenti RumBelle ambientati nella Foresta Incantata, ciascuno dei quali dedicato ad uno dei cinque sensi.
#1. Udito: Sing sweet nightingale
#2. Olfatto: Love potion
#3. Vista: Reflections
#4. Tatto: A gentle touch
#5. Gusto: Strawberry dreams (1° classificata al "Robert Carlyle's characters" contest di B e l l e)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Belle se ne stava comodamente sdraiata su un soffice tappeto d'erba verde, mentre una piacevole brezza le donava sollievo dall'impietosa calura estiva e il sole splendeva più che mai, re solitario di un cielo sereno e totalmente privo di nubi, di un azzurro così intenso e brillante che faceva quasi male agli occhi.
Ad un tratto, una famigliare mano verdastra, con lunghi artigli neri, le sventolò una piccola fragola profumata davanti al viso. Belle sorrise e fece per afferrarla, ma la mano si ritrasse dispettosamente, allontanando da lei quel frutto così fresco e invitante. A quel gesto seguì una risatina inconfondibile.
La ragazza sbuffò e si mise a sedere sul prato, puntellandosi sui gomiti. I suoi occhi incrociarono quelli di Rumpelstiltskin, animati dalla solita luce furba e divertita che si accendeva in quei pozzi oscuri quando il folletto tramava qualcosa.
Si rigirava la fragola tra le dita con fare apparentemente annoiato e indifferente, ma Belle sapeva bene quanto si stesse divertendo a provocarla.
- Oh, andiamo, Rumpelstiltskin! Non siate villano! -
Per tutta risposta, il Signore Oscuro inclinò le labbra in un ghigno malizioso.
- Ormai dovresti sapere che ogni cosa ha un prezzo, dearie. Se vuoi davvero assaggiare questa deliziosa fragolina selvatica..devi prima riuscire a prenderla! -
Belle sospirò e si mise in piedi. Se quel folletto voleva giocare, allora avrebbe raccolto la sua sfida. Non si sarebbe certo tirata indietro, dandogliela vinta così facilmente!
Si avvicinò a Rumpelstiltskin e allungò una mano per cercare di sottrargli il piccolo frutto dalle dita, ma lui fu più veloce e scomparve in una nube violacea, per riapparire, quasi istantaneamente, alle spalle della giovane, ridacchiando.
- Così non è giusto! Questo è barare. Non potete usare la magia! -
L'Oscuro ghignò di nuovo. - Non sono mai stato il tipo che segue le regole, dearie. -
Belle alzò gli occhi al cielo ma non si diede per vinta e tornò all'assalto, nonostante fosse ben consapevole che non avrebbe mai raggiunto il suo premio, se non nel momento in cui Rumpelstiltskin si fosse stancato di quel gioco e avesse deciso di concederglielo spontaneamente.
Ma, al secondo tentativo della sua domestica, il folletto non si smaterializzò né provò ad usare qualche incantesimo. Si limitò invece ad alzare il braccio sopra la testa, spostando la fragola fuori dalla portata della ragazza, minuta di statura.
Belle tentò di saltare per afferrarla ma perse l'equilibrio e crollò letteralmente addosso al Signore Oscuro, che si sbilanciò all'indietro sotto il suo peso.
Così, entrambi caddero rovinosamente a terra, finendo l'una a cavalcioni dell'altro e con le mani sul suo petto.
L'espressione di Rumpelstiltskin perse, in quel momento, ogni traccia di spavalderia e malizia, sostituita da un genuino stupore misto ad un comprensibile imbarazzo.
I loro visi erano talmente vicini che il folletto poteva cogliere tutte le sfumature di blu e azzurro che s'intrecciavano e si rincorrevano negli occhi della sua domestica.
Belle, dal canto suo, si sentì avvampare quando si accorse della posizione decisamente poco raffinata e piuttosto ambigua che i loro corpi avevano assunto nella caduta. Si affrettò ad allontanarsi dall'Oscuro e a rimettersi in piedi, sistemandosi la scollatura del vestito e cercando di darsi un contegno. Aveva le gote in fiamme.
- Mi dispiace tanto! Io non volevo... -
Ma Rumpelstiltskin scosse la testa. - Non devi scusarti per la tua goffaggine, dearie. Ormai mi sono rassegnato e temo che i rimproveri non servirebbero a renderti più aggraziata. -
Allora Belle esibì la sua miglior espressione stizzita e offesa. - Ah, è così?! E voi siete davvero un pappamolle se vi fate atterrare in questo modo da una ragazza! -
Il Signore Oscuro incassò il colpo e non cercò di replicare, invece sospirò e aprì la mano nella quale custodiva la fragola, causa di tutto quel trambusto.
- Questa faccenda sta diventando pericolosa. Meglio che ti dia questa prima che tu ti rompa qualche osso nel tentativo di rubarmela. Capisci, una domestica con un braccio fuori uso non mi serve a nulla. -
Così dicendo, il folletto avvicinò il frutto al viso della giovane, ponendolo proprio all'altezza delle sue labbra.
Belle capì al volo le sue intenzioni e avvertì un brivido d'eccitazione percorrerle piacevolmente la schiena.
Lentamente, dischiuse la bocca e addentò la superficie carnosa e dolciastra della fragola direttamente dalle dita di lui, senza riuscire a distogliere lo sguardo dai suoi occhi magnetici che, in quel momento, erano ancorati ai suoi e sembravano ardere di un fuoco sconosciuto e misterioso. Che fosse passione? Che fosse desiderio?
Prima che la ragazza potesse trovare risposta a quelle domande, Rumpelstiltskin avvicinò il proprio volto al suo e morse l'altra metà del frutto, facendo sì che le sue labbra sfiorassero, per un fugace istante, quelle di lei.



Dal sonno profondo, Belle scivolò lentamente in quello stato di dormiveglia in cui il confine tra sogno e realtà si fa più labile, e le immagini oniriche si sovrappongono alla consapevolezza di aver solo viaggiato con la mente in quel luogo nascosto del nostro cuore dove si annidano i desideri più inconfessabili, le paure più tremende e i sentimenti più reconditi, che, durante la notte, prendono vita.
Ma la ragazza non voleva svegliarsi.
Cercò di aggrapparsi con tutte le proprie forze agli ultimi brandelli di quel sogno meraviglioso, che si stavano inesorabilmente dissolvendo. Non voleva lasciare che svanissero.
Ma era già troppo tardi.
La giovane socchiuse gli occhi, ancora gonfi di sonno, e, al posto del cielo terso e turchino, trovò ad accoglierla il grigio soffitto di pietra della sua cella; al posto della soffice distesa d'erba, sotto di lei c'era il misero e scarno giaciglio sul quale si addormentava tutte le sere.
Le uniche tracce di quel miraggio notturno erano rimaste in una vaga sensazione di euforia e serenità e nel dolce sapore di fragola che la ragazza avvertiva ancora sulla lingua.
Il piccolo squarcio di cielo visibile dalla finestrella della stanzetta era tinto di un indaco chiaro, che si andava, pian piano, fondendo con un timido rosa aranciato. L'alba era vicina e, a quanto pareva, si prospettava una splendida giornata di fine primavera.



Era ancora presto per alzarsi, così Belle rimase ancora un po' sotto le coperte, rimuginando sul sogno di quella notte.
Non lo ricordava per intero, ma alcuni passaggi le erano rimasti ben impressi, specialmente la parte che aveva preceduto il risveglio.
La domestica non poté fare a meno di arrossire ripensando alla bocca di Rumpelstiltskin che toccava lievemente la sua, confondendosi con la polpa morbida e fresca del dolce frutto estivo in un eccitante gioco di sensualità e seduzione.
D'istinto, la giovane si sfiorò le labbra con un dito e chiuse gli occhi, cercando di visualizzare il viso del folletto che si accostava al suo, per poi riaprirli di scatto e darsi della sciocca.
Belle sapeva benissimo che non si può avere controllo su ciò che la nostra mente ci fa vivere durante il sonno, ma sapeva altrettanto bene che i sogni non sono altro che uno specchio di ciò che alberga nei meandri più remoti del nostro animo, e questa consapevolezza non faceva altro che spingerla ulteriormente a riflettere e ad interrogarsi su quanto era accaduto in quell'ameno prato verde e inondato di luce.
Avvertiva un curioso senso di felicità misto, per contro, ad una profonda delusione. Delusione perché ciò che era successo tra lei e Rumpelstiltskin faceva parte di un mondo ben distante da quello della dura realtà in cui lei era intrappolata.
Belle sospirò e si stropicciò gli occhi. Era del tutto inutile restare sdraiata sullo scomodo pagliericcio a indugiare su quelle assurde fantasie, così la giovane si alzò e indossò il suo abito celeste, dopodiché uscì dalle segrete per dirigersi in cucina a preparare la colazione per il suo padrone.



- Questo giorno entrerà nella storia, dearie. Sei in perfetto orario e non hai nemmeno bruciato le uova. Sicura di stare bene? Devo aspettarmi qualche altro miracolo in giornata? -
Rumpelstiltskin aveva appena fatto sparire dal piatto le uova nel cestino che la sua domestica gli aveva cucinato, avendo cura di mantenere il tuorlo liquido, proprio come piaceva a lui.
Belle gli scoccò un'occhiata di rimprovero. - Un semplice “grazie” sarebbe sufficiente. -
Così dicendo, prese il piatto vuoto e s'incamminò fuori dalla stanza, imboccando nuovamente la via delle cucine.
- Grazie. -
La ragazza si bloccò a metà strada e si voltò verso il folletto. Non era certa di aver capito bene, eppure le era parso...
- Avete detto qualcosa? -
- No, dearie. Non ho detto proprio nulla. Ora va' se non vuoi che ti trasformi in un rospo. -
Quando lei scomparve oltre la porta, il Signore Oscuro sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della sedia, soddisfatto dell'ottima colazione appena consumata.
Doveva ammetterlo: le uova di Belle erano le migliori che avesse mai mangiato.



L'orologio della sala dell'arcolaio rintoccò sonoramente per nove volte. Ciò significava che, per la governante dell'Oscuro, era giunto il momento di mettersi al lavoro, come ogni mattina.
Belle stava già per prendere lo straccio che utilizzava per spolverare la preziosa collezione di Rumpelstiltskin, quando quest'ultimo le si avvicinò e la fermò, prendendola delicatamente per un braccio.
- Oggi niente faccende per te, dearie. Ho un altro compito da affidarti. -
La ragazza fissò il suo padrone, sorpresa e incuriosita. Era la prima volta che il folletto la sollevava dai suoi quotidiani incarichi domestici. Cosa mai poteva avere in serbo per lei, quel giorno?
L'Oscuro fece apparire dal nulla una cesta di vimini e, senza tanti complimenti, la mise in mano alla giovane, sempre più confusa.
- Voglio che tu vada nel bosco a raccogliere fragole e bacche. -
Belle credette di aver capito male. - Come? Avete detto fragole? -
- Sì, dearie. Fragole. Sai, sono quei frutti rossi con tanti semini gialli che si possono trovare proprio in questo periodo. -
- So cos'è una fragola. - Ribatté la giovane, piccata.
- E allora perché continui a fissarmi come se ti avessi chiesto di andarmi a prendere la luna?! -
Lei si sentì arrossire mentre il ricordo del sogno di quella notte tornava prepotentemente in superficie nella sua mente. Le loro labbra dal sapore dolciastro che si accarezzavano, il brivido lungo la schiena a quel contatto, lo sguardo intenso di lui...
Il Signore Oscuro iniziava a spazientirsi. - Ma si può sapere che ti prende oggi? Quella cesta non si riempirà certo da sola, dearie. Eppure mi sembra di averti dato un ordine abbastanza semplice! -
- Ehm, sì. Scusate. Vado subito. - Rispose Belle, scrollandosi di dosso quei pensieri molesti, eppure così incredibilmente piacevoli, che la stuzzicavano con malizia.
- Bene. E non perdere tempo in stupidaggini come raccogliere fiori o gingillarti al sole. Quando avrai finito, ritorna immediatamente al castello. -
- D'accordo. - Belle si trattenne a stento dall'alzare gli occhi al cielo in risposta a tutte quelle raccomandazioni. Non era una bambina!
- E resta sul sentiero. Per me sarebbe una grande seccatura doverti venire a cercare se dovessi perderti, distratta come sei. -
- Ho capito. Non preoccupatevi. Farò come avete detto. -
- Lo spero, dearie. -



La sua domestica aveva lasciato il castello ormai da una buona mezz'ora, eppure Rumpelstiltskin aveva la netta impressione di aver dimenticato di dirle qualcosa e non riusciva a darsi pace. Inoltre era piuttosto sicuro che si trattasse di una cosa importante.
Ma, come spesso accade, come per uno strano scherzo del destino, più si cerca di focalizzare e afferrare ciò che si crede di aver dimenticato, più questo, puntualmente, ci sfugge.
Il Signore Oscuro decise di non dare peso a quella sensazione e si diresse al suo laboratorio per controllare il processo di ebollizione del filtro magico al quale stava lavorando.
L'occhio gli cadde, casualmente, su un vecchio libro di ricette aperto ad una pagina che spiegava in modo dettagliato e preciso la preparazione di un antidoto al letale veleno della Vipera di Agrabah.
Fu proprio allora che gli venne in mente ciò che aveva dimenticato di dire alla sua domestica.
Nel bosco che circondava il Castello Oscuro si trovavano molte specie di piante velenose, e una particolare varietà di queste produceva frutti rossi e tondeggianti che assomigliavano molto alle comunissime, e quantomai innocue, fragoline selvatiche.
Se Belle si fosse lasciata trarre in inganno dal loro aspetto e avesse assaggiato uno di quei fatali frutti, le conseguenze sarebbero state alquanto spiacevoli, a cominciare da febbre alta e paralisi degli arti.
Maledizione!
Come aveva potuto essere così stupido da dimenticarsi di mettere in guardia la ragazza a proposito di una cosa tanto importante?!
Si precipitò immediatamente fuori dal laboratorio e poi dal castello stesso, imboccando il sentiero che si addentrava nel bosco, sperando di arrivare in tempo.



Belle camminava senza fretta in mezzo alla vegetazione lussureggiante e rigogliosa, canticchiando di tanto in tanto e godendosi il gradevole tepore di quella giornata primaverile.
Era ormai mattina inoltrata; i raggi del sole penetravano qua e là tra le fessure di quel tetto di fronde verdi che ondeggiavano pigramente al vento tiepido e profumato che sapeva già di estate.
Era una splendida mattinata e la ragazza era felice di poterla trascorrere all'aria aperta, accompagnata dall'allegro cinguettio degli uccellini.
Tuttavia, la cesta di vimini era ancora vuota e la giovane non aveva ancora scorto la minima traccia di fragole o bacche. Iniziava a dubitare che avrebbe mai trovato i frutti che il suo padrone le aveva richiesto, ma non poteva certo ripresentarsi al castello a mani vuote.
Finalmente, dopo tutto quel peregrinare, Belle raggiunse una radura luminosa e soleggiata, colma di piante ornate da una grande quantità di primizie scarlatte e fragranti, che si presentavano quasi come dei piccoli gioielli, atti ad ornare i rami e le foglie.
La ragazza colse una di quelle gemme vermiglie e sorrise, contemplandone il colore acceso e vivace e inspirando l'ottimo profumo che questa emanava, come un'offerta allettante e irresistibile ad un assaggio.
Il piccolo frutto si trovava già a pochi centimetri dalle labbra della giovane, quando una voce alle sue spalle la fece sussultare.
- Ferma! -
Belle alzò gli occhi e rimase molto sorpresa di trovare il Signore Oscuro nel bosco.
- Rumpelstiltskin! Che ci fate qui? -
Il folletto le si avvicinò rapidamente e le tolse di mano la bacca, annusandola ed esaminandola con occhio esperto, poi la gettò via con una smorfia. - Evidentemente ti ho appena salvata da una brutta intossicazione, dearie. Dovresti ringraziarmi. -
- Che intendente dire? -
L'Oscuro indicò le piante che circondavano la radura. - Questi frutti sono velenosi. All'apparenza sembrano del tutto innocui, ma ti assicuro che, se ne avessi mangiato uno, l'avresti rimpianto amaramente. Per fortuna ho avuto il sospetto che ti saresti lasciata ingannare dal loro aspetto invitante e così ti ho seguita. -
Rumpelstiltskin tralasciò volutamente il fatto di essersi dimenticato di metterla in guardia. Dettaglio che, invece, non sfuggì a Belle, che sembrava piuttosto infastidita.
- Avreste anche potuto avvertirmi! - Sbottò.
Il Signore Oscuro fece spallucce, come se la questione non avesse avuto grande rilievo. Non avrebbe mai ammesso quella dimenticanza, non davanti alla sua domestica almeno.
Belle sospirò stancamente: ormai aveva imparato che discutere con lui non avrebbe portato a nulla, se non ad un inutile spreco di tempo ed energie e ad una serie infinita di botta e risposta senza uscita.
- Be', a quanto pare dovrete insegnarmi a riconoscere la differenza tra le piante velenose e quelle innocue. -
Il folletto annuì. - Direi di sì, dearie. Non voglio certo finire avvelenato a causa della tua inesperienza. Immagino che ciò significhi che dovrò accompagnarti nella tua ricerca di questa mattina e, ahimè, sopportare le tue chiacchiere. -


Mezzogiorno era passato ormai da un pezzo.
Rumpelstilskin aveva mostrato a Belle come distinguere le bacche e i frutti commestibili da quelli tossici e, alla fine di quell'inconsueta lezione di botanica, la cesta di vimini si era riempita non solo di fragole, ma delle più svariate primizie che si potessero trovare nel folto del bosco in quella stagione.
La ragazza già pensava con entusiasmo alle deliziose torte e marmellate che avrebbe potuto preparare con tutta quella frutta freschissima.


Il Signore Oscuro e la sua domestica camminavano fianco a fianco, di ritorno al castello.
Ad un tratto, al rumore dei loro passi sul sentiero, al fruscio delle foglie e al canto degli uccellini, si unì un lieve gorgoglio.
Il folletto sogghignò, lanciando uno sguardo divertito alla giovane. - Oh, dearie. Lo stomaco di una principessa non dovrebbe emettere certi suoni, così poco eleganti. -
Lei diventò paonazza. - Non è colpa mia se ho fame! - Ribatté. - Dalla colazione di stamattina non ho più toccato cibo, inoltre è praticamente l'ora di pranzo e siamo ancora lontani da casa. -
Scoccò un'occhiata piena di desiderio al fragrante contenuto della cesta, poi si rivolse a Rumpelstiltskin, speranzosa. - Forse potremmo sederci sull'erba e mangiare qualche bacca. Guardate, laggiù c'è uno spiazzo che sarebbe perfetto per fare una pausa e riposarci un po' prima di tornare al castello; in fondo abbiamo camminato tutta la mattina... -
L'Oscuro intercettò lo sguardo limpido della sua domestica e fu un grosso errore dal momento che, una volta incrociati quegli occhioni cristallini e innocenti, gli risultò impossibile rifiutare la richiesta della ragazza e si trovò costretto ad acconsentire, come se quelle iridi celesti lo avessero posto sotto un potente e misterioso incantesimo.
- E va bene, dearie. Non sarò certo io a farti morire di fame. -


Cinque minuti dopo, Belle e Rumpelstiltskin si trovavano seduti l'una accanto all'altro sopra un soffice manto erboso e smeraldino.
La ragazza esaminò attentamente il goloso bottino costituito da ribes, fragole, mirtilli, more e lamponi riposti nella cesta e, infine, scelse una piccola mora, nera e lucida come la notte.
Rumpelstiltskin osservò la sua domestica mentre addentava il piccolo frutto con la grazia che le era propria e che accompagnava ogni suo gesto, e avvertì uno strano fremito propagarsi per tutto il suo corpo, insieme ad un intenso, bruciante desiderio.
Quante volte aveva bramato ardentemente di sentire il tocco di quelle labbra rosee e carnose sulla propria pelle, per poi farle sue e non separarsene mai più! Quante volte si era sorpreso a cercare d'immaginare il sapore della bocca di Belle sulla sua, nella sua!
Quale gusto avrebbe potuto avere un suo bacio? Probabilmente sarebbe stato come assaggiare uno di quei deliziosi frutti di bosco: morbidi, succosi, dolci e zuccherini, cresciuti liberi nella natura silvana e alimentati dal calore del sole e dalla purezza della pioggia.
Un bacio di Belle avrebbe avuto il sapore della cioccolata calda dopo una passeggiata nella neve, di un sorso d'acqua fresca in un giorno d'estate, delle rose che ella tanto amava e dei libri nei quali s'immergeva per vivere le avventure che aveva sempre sognato. Un bacio di Belle avrebbe avuto il sapore di tutto ciò che c'è di buono al mondo.
Un bacio di Belle sarebbe stato come un'esplosione di vita; quella vita che, invece, aveva sempre avuto un gusto troppo aspro e amaro per Rumpelstiltskin.
Senza neanche pensare a ciò che stava facendo, l'Oscuro allungò una mano verso la cesta e prese una fragola, scegliendo con cura una delle più belle e mature, dopodiché la porse alla giovane.
- Perché non provi questa, dearie? Sembra ottima. -
A quel punto, la mente di Belle non poté non correre di nuovo al ricordo, vivido e suggestivo, del sogno della notte prima. Per un folle istante, immaginò di avvicinarsi al folletto e di mordere, dalla sua mano, il frutto che le stava offrendo, proprio come aveva sognato di fare.
La domestica avvampò e dovette distogliere lo sguardo dal suo padrone per non tradire l'imbarazzante turbinio di emozioni che si stava agitando in lei.
- Be'? Che ti prende? Ho forse detto qualcosa di strano? -
La ragazza si riscosse, cercando di allontanare l'insistente immagine di quel fugace, ma sensuale, incontro tra le loro bocche.
- Ehm, no. Certo che no. - Prese rapidamente il frutto dalle dita di Rumpelstiltskin. - Grazie. -
Diede un morso. La polpa era morbida e dolce e Belle pensò che quella fragola fosse la più buona che avesse mai assaggiato in vita sua.
Non avrebbe saputo spiegarsi il perché, ma aveva la sensazione che quel sapore particolarmente intenso e gradevole fosse merito della presenza del folletto al suo fianco e del fatto che fosse stato proprio quest'ultimo a scegliere quel frutto appositamente per lei.
- È davvero squisita! -
Rumpelstiltskin annuì distrattamente.
- Voi non mangiate? -
- No, dearie. Non ho appetito. E ora che ti sei riempita lo stomaco è meglio avviarci o arriveremo al castello a notte fonda conoscendo il tuo passo da lumaca. -
Il Signore Oscuro si alzò, togliendosi la polvere dai pantaloni di pelle nera, poi tese la mano alla sua domestica per aiutarla ad alzarsi.
Lei accettò fin troppo volentieri l'offerta, stupendosi dell'inusuale galanteria che, talvolta, caratterizzava i modi del suo eccentrico padrone.
Mentre i due riprendevano silenziosamente il cammino, Belle si morse il labbro. Una domanda la logorava ininterrottamente da quando, quella mattina, si era svegliata nella sua cella: se non si fosse svegliata, come sarebbe andato a finire quel dolce sogno?
Le sarebbe piaciuto molto scoprirlo ma, allo stesso tempo, temeva quella risposta, forse perché, in cuor suo, la conosceva già.





Da Stria93:  Bentrovati, miei cari!
Mi sembra doveroso da parte mia iniziare questa nota scusandomi infinite volte per questo indecente ritardo e ringraziandovi tutti per la vostra pazienza.
Anche stavolta non è stato facile trovare un espediente che mettesse in risalto il senso del gusto. Sono caduta vittima del blocco dello scrittore e per quanto ci pensassi, non riuscivo proprio a farmi venire in mente qualche idea carina per questo capitolo conclusivo.
Alla fine però, grazie anche all'arrivo della bella stagione e ai banchi della frutta dei mercati che si sono riempiti di fragole, mi è tornata l'ispirazione e, con essa, anche la voglia di dedicarmi a questa raccolta.
Spero che questa ultima shot vi sia piaciuta e che possiate perdonarmi per il tempo lunghissimo che è trascorso dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo.
Ma non posso naturalmente chiudere questa raccolta senza rinnovare i miei più sentiti ringraziamenti alle meravigliose dagaz, Euridice100, fantasy93, LadyViolet91, padme83, PoisonRain, Rosaspina7 per aver recensito il capitolo precedente; e ad Anya85, Beabizz, ctdg, dagaz, Euridice100, fantasy93, fatinaviola, gionem, LadyViolet91, padme83, PoisonRain, S05lj, seasonsoflove, valeego per aver inserito questa breve raccolta tra le preferite/ricordate/seguite.
Ovviamente ringrazio tanto anche tutti i lettori silenziosi. :)
Mi regalate sempre tanta gioia e mi spingete ad andare avanti a scrivere e pubblicare i miei lavori e il minimo che possa fare è ringraziarvi di tutto cuore. <3
Ora che questo esperimento è concluso, potrò dedicarmi al proseguimento della mia mini-long, sempre a tema RumBelle, e crecherò di aggiornare in tempi brevi - università , studio e impegni vari permettendo - .
A presto, fragoline!
Bacioni! :***

  
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