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Autore: Nocturnia    17/05/2014    6 recensioni
Selina raccoglieva i cocci del tuo passato e li mostrava con la fierezza di una sopravvissuta, cicatrici e medaglie che scivolavano poi sulla lingua e nel cuore.
Sospirando, avevi allungato il braccio verso la tua destra, cercandole la curva morbida del fianco e...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di gatte testarde e topi volanti'
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Noi, forse, non conosciamo la felicità che dalla sua ombra sul muro del destino."

- Henri de Régnier -




A piedi nudi


"Ho freddo."
"Non ci provare."
"Fai il cavaliere per una volta, Bruce, suvvia."
"No."
Selina si era mossa inquieta sotto le lenzuola, arrotolandosi contro la tua schiena.
"Non te lo chiederò un'altra volta."
"Pazienza: la mia risposta non cambierà."
"Bastardo."
Avevi trattenuto una risata, strofinando il naso sul cuscino e rilassandoti sotto le coperte.
Amleto aveva emesso un verso a metà tra il rutto e l'incubo - perché l'adorata palla di pelo felina ora soffriva anche di ansie notturne - e si era sistemato meglio sul fondo del letto, in una perfetta imitazione del cerchio di Giotto.
"Bruce."
"No."
"Ti odio."
"Non è vero."
Selina aveva sibilato - più un ringhiare sottile che altro - e l'avevi sentita scostarsi da te in un gesto irritato e contrariato.
"Giuro che la prossima volta ti avveleno il caffè."
"Non è nel tuo stile."
"No, ma se ben ricordi sono io quella che sa adattarsi." replica - soffia - contro la tua nuca, piantandoti un'unghia nella scapola "Per cui starei in occhio, pipistrello."
"Uhm." avevi mormorato a mezza bocca "Vorrà dire che prima di mangiare qualunque cosa la farò assaggiare ad Amleto: quel gatto è una fogna."
Selina aveva borbottato indignata, assestandoti un pugno sul fianco e scivolando poi dal suo lato, strappandoti il lenzuolo e lasciandoti scoperto.
"Buonanotte, Bruce."
Per quelli che ti erano sembrati minuti (ma probabilmente erano stati solo secondi) era calato un silenzio rilassante, interrotto dalle fusa asimmetriche - e anche un poco disturbanti - di Amleto.
Soddisfatto, avevi poi spostato il mento sopra la spalla, fissando in tralice l'altro gatto di casa - bellissimo e rognoso quanto quello nutrito a croccantini.

Selina era una donna dai mille talenti, un dato di fatto incontrovertibile.
La sorprendevi sorridere davanti a un buon libro oppure meravigliarsi di nascosto per alcune piccole cose, come il tepore di un momento condiviso e inaspettato.
Ti eri abituato al suo odore sui tuoi vestiti, al caffè del pomeriggio nel letto (eravate creature notturne, voi, per cui la mattina era un mostro troppo luminoso e troppo limpido per essere apprezzato) e ai suoi piedi nudi che scivolavano da una parte all'altra della casa, leggeri come quelli di un gatto - o di una ladra.
Dopo la fame di Gotham, ti lasciavi blandire dai racconti della sua infanzia, una tragedia già scritta e che assomigliava pericolosamente alla tua.
Accarezzavi la neve di Firenze con occhi placidi, consapevole di ciò che avevi perso e di ciò per cui ti eri immolato - una città, una madre, un simbolo.
Selina raccoglieva i cocci del tuo passato e li mostrava con la fierezza di una sopravvissuta, cicatrici e medaglie che scivolavano poi sulla lingua e nel cuore.
Sospirando, avevi allungato il braccio verso la tua destra, cercandole la curva morbida del fianco e...

Gelo.

"Ti avevo avvertito."
Ti eri irrigidito, cercando di scioglierti dalla sua presa e peggiorando solo le cose.
"Selina, togli immediatamente questi piedi gelati dalla mia pancia."
"Non ci penso neanche."
"Selina!"
"Bruce!" aveva ribattuto lei, scoprendo i denti in un sorriso furbo e aggrappandosi letteralmente alla tua figura, ginocchia al petto e la pianta dei piedi ben stabile sul tuo addome "Sii gentile; lascia che mi scaldi un pochino."
"Ci sono i termosifoni per quello, Selina."
"Oh, ma questo è meglio." aveva ribattuto, passandoti le mani lungo la schiena "E poi, cosa vuoi che siano due miseri piedi freddi per il pericoloso e brutale vigilante di Gotham?"
Nel mentre, Amleto si era svegliato, schioccando la mandibola e starnutendo, per poi fissarvi come si farebbe con due insetti particolarmente grossi e stupidi.
"Selina, il ghiaccio è caldo al confronto del..."
Ti eri interrotto, notando le sue palpebre già abbassate, il respiro regolare e tiepido contro il tuo collo, nonché la piega rilassata del viso - serena e distesa.
Amleto si era scrollato, incurante, mostrando poi un raro momento di affetto e cercandoti il polpaccio, usandolo come comodo cuscino.
Circondato da felini, il pipistrello di Gotham aveva infine dichiarato la sua resa, sfiorando il corpo di Selina in una carezza che era tutto - possesso, malinconia, speranza.
"Buonanotte, Selina." avevi poi mormorato tra i suoi capelli, coprendola con il lenzuolo riconquistato e baciandole la fronte "Immagino che Batman possa sopportare un paio di piedi freddi in più."
Nel silenzio della stanza, ti era parso di sentire un altro paio di fusa sovrapporsi a quelle di Amleto.


   
 
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