Sapevate che il mio cellulare ha la funzione promemoria e che puoi scriverci una fanfiction quando ti scocci di cercare dove hai messo il quaderno? Purché ti mantenga al di sotto di 1500 caratteri. O spezzetti la storia in tre parti mentre rifai il letto e metti in ordine la stanza - e ritrovi il quaderno, tra le altre cose XD
   
   577 parole. Cos’è? Una drabble cresciuta? Una flashfic (non mi ricordo mai quante parole sia una flashfic)? Una mini-one-shot? Chiamatela come volete. È la prima volta che scrivo una cosa del genere e per di più dal cell, quindi boh XD
   Un ENORME grazie a Arial, che mi ha betato questa storia di sua volontà, mettendo la sua mano santa sulla mia punteggiatura, sulle virgolette, su tutto. Sei meravigliosa, amica mia! ***
   Una sola nota, e la troverete a fine storia. Buona lettura :)
   
   Trovate questa storia in inglese qui.
   
   Disclaimer: sfortunatamente SPN non mi appartiene. Se mi appartenesse… beh, tanto per cominciare significherebbe che avrei contatti con Jensen Ackles e Jared Padalecki (e a proposito, nel caso ve lo chiedeste, nemmeno loro mi appartengono, purtroppo), e poi non avremmo avuto quella parentesi cretina di Sam senz’anima, l’ottava serie sarebbe iniziata in tutt’altro modo e la nona… beh, diciamo che avrei tolto qualche puntata, ecco. Tipo dieci puntate O quindici.

Eye opener

   Quando Sam raggiunse il fratello, Dean aveva già riconquistato la Prima Lama.
   Fece un cauto passo in avanti, gli occhi fissi in quelli del maggiore come se stesse avvicinando una bestia pericolosa. E, in un certo senso, era così.
   «Dean, posa la Lama» disse con voce calma.
   Dean non sembrò sentirlo; fissava la propria mano quasi a cercare risposte nell’arma demoniaca che stringeva.
   «Dean» ripeté Sam con più forza.
   Il maggiore incrociò finalmente il suo sguardo. Sollevò la Lama e Sam resistette a stento all’impulso di fare un passo indietro.
   «Non voglio ucciderti» disse Dean a voce bassa, come se non volesse essere udito. Sam trattenne il respiro: suo fratello stava resistendo. Suo fratello era forte.
   Suo fratello ce l’avrebbe fatta.
   «Lo so, Dean» disse sollevato. Fece un altro passo in avanti, ora più sicuro. «Troveremo una soluzione. Te lo prometto. Ora posa la Lama» insistette con dolcezza.
   Ma Dean non lo fece.
   «Non c’è una soluzione. La Lama vuole che io uccida qualcuno. Ma io non voglio ucciderti» sussurrò.
   «Lo so, Dean» ripeté Sam facendo un altro passo. «Ti credo. Mi fido di te.»
   A quelle parole Dean sbuffò una mezza risata carica di disperazione.
   «Non è vero, ma hai ragione: ho tradito la tua fiducia, lo merito. Volevo solo che tu fossi felice.» Tornò a guardare la Lama. Respirò profondamente. «Ma ora posso darti ciò che volevi. Non potrai perdonarmi, lo so. Ma potrai essere felice.»
   Sam ebbe appena un istante per essere confuso, prima che suo fratello alzasse di nuovo gli occhi su di lui; stavolta non erano vuoti, non c’era disperazione. C’era calma, c’era determinazione. Era lo sguardo di chi ha trovato dopo aver a lungo cercato. Lo sguardo di chi sa che il dolore è finito.
   Sam guardò con orrore il fratello rivolgere la Lama verso se stesso. Non poté fare altro che urlare, mentre il suo corpo balzava in avanti – troppo tardi, troppo tardi – mentre l’arma maledetta affondava nel ventre della persona più importante della sua vita.
   Raccolse il corpo del fratello prima che rovinasse al suolo; lo strinse, sentendo il sangue abbandonare la ferita. E pianse, implorando Dean di non lasciarlo. Vide i suoi occhi che si chiudevano e un sorriso di pace che gli curvava le labbra.
   Urlò di dolore, disperazione, rabbia mentre la sua mente ricordava le troppe volte in cui quella scena si era già ripetuta, consapevole che stavolta sarebbe stata diversa. Che sarebbe stata l’ultima.
   Cullò il fratello che tante volte, da bambini, aveva cullato lui. Quando il mondo sembrava troppo grande, ma in realtà era ancora pieno di speranza.
   
   Non sapeva quanto tempo fosse rimasto lì. Una piccola parte del suo cervello sapeva di doversi muovere, ma non riusciva a convincersi a farlo.
   Guardò il viso del fratello, il sorriso che ancora gli stendeva le labbra. Quando era l’ultima volta in cui lo aveva visto sorridere così?
   Era crudele immaginare che il suo primo sorriso dopo così tanto lo aveva accompagnato nel suo ultimo respiro.
   Sam chiuse gli occhi, cercando di respirare un’aria che non c’era. Che non ci sarebbe stata più. Quando li riaprì, il suo cuore si fermò per un istante, la sua bocca emise un sussurro carico di orrore.
   Gli occhi di Dean erano aperti e rivolti verso di lui. Il verde cui aveva guardato così tante volte alla ricerca di sicurezza e conforto, quello a cui aveva rivolto rabbia e affetto era scomparso.
   Al suo posto, c’era il nero dell’Inferno.
   
   
   Non so se finirà davvero così. O, meglio, sono convinta che Dean diventerà un demone, ma non so se si suiciderà con la Lama. Forse non sarebbe nemmeno possibile (altrimenti perché Caino avrebbe chiesto a Dean di ucciderlo? Avrebbe potuto fare da solo).
   Comunque, il titolo è preso dall’intervista a Jensen al CW Upfronts, tenutosi nei giorni scorsi a New York: “It was a bit of an eye opener. Remember I said that!” (=“Mi ha aperto gli occhi. Ricordatevi cosa ho detto!”). Anche l’idea di Dean morto tra le braccia di Sam viene dall’intervista: “[…] probably make you cry, considering [Jared’s] tears were all over my shoulder” (“[…] probabilmente vi farà piangere, visto che avevo le lacrime [di Jared] su tutta la spalla”).
   Ricavatene ciò che volete :D E fatemi spere cosa pensate della storia! Io intanto preparo i fazzoletti per la puntata di martedì e tengo le dita incrociate per vedere questi bei momenti di amore fraterno *-*