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Autore: Miss Yuri    19/05/2014    6 recensioni
" Tornerò ancora. Solo per te. "
What if? di tre capitoli sull'Happy End di Mad Father.
Fanfiction incentrata sulla redenzione di Aya, presenza della coppia AyaxDio.
Buona lettura.
|Storia in revisione|
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aya Drevis, Dio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Redemption
 

1. To Die 




- Well, this is goodbye. -


 
Non la aveva dimenticata, mai e poi mai lo avrebbe fatto. Lo aveva promesso, glielo aveva promesso, che avrebbe vegliato su di lei, su quella bambina che aveva conosciuto l’orrore della morte, il tradimento di un padre terribilmente pazzo e la desolante mancanza della figura di un genitore in un'età che dovrebbe essere fatta solo di sorrisi e giochi, tutte esperienze terribili, a cui nessun bambino dovrebbe mai andare incontro.
 
Aya… sei ancora quella bambina?
 
I capelli fradici e ormai corti le si erano appiccicati alle guance arrossate. Un vestitino di cotone fasciava il suo corpo minuto, quello di una bellissima adolescente, di un fiore che sta per sbocciare nel pieno della primavera della vita. Le sue guance erano arrossate dal vapore del bagno, la pelle fresca e candida profumava di pulito. Gli occhi azzurri e luminosi somigliavano sicuramente a quelli della sua piccola Aya.
 
Quanto è passato da quando ci siamo visti?
 
La scrutò rapito, celato nell’ombra della camera. Era cambiata tantissimo, eppure era certo fosse lei, poiché nel suo viso riconosceva i tratti dolci e paffuti che possedeva da bambina.
Stava riordinando le sue cose, mettendo i vestiti da lavare in un cesto e piegando sul letto la vestaglia notturna, muoveva le dita sottili con una attenta precisione, accorta a non lasciare nulla fuori posto. Diligente, precisa e allegra. E intanto canticchiava, aveva l’aria di divertirsi molto. Il solo vederla così serena fece placare, in parte, la sensazione di disagio che gli schiacciava il cuore.
Sgusciò fuori, attento a non fare movimenti troppo improvvisi. Non sapeva come avrebbe reagito alla sua vista e non voleva metterle addosso paura, no di certo.
Il suo sguardo cadde immancabilmente su una bambola, poggiata dentro uno dei cassettoni aperti, agghindata con un vestito nero ricamato di bianco. Aveva capelli castani e lunghi, legati con fiocchi e nastri, e gli occhi di un verde triste.
Voltandosi verso Aya, la vide immobile al centro della stanza, con una mano a coprirle la bocca e l’altra a tenersi un lembo del vestito.
« Sei tornato? »
 
Sei davvero tu, Aya?
 
La ragazza si avvicinò lentamente, allungando le mani a toccargli le braccia e le spalle, come per accertarsi che fosse davvero lì, con un corpo vero e tangibile, prestando però attenzione a non risultare invadente e maleducata.
I suoi occhi azzurri si colmarono di gioia. Si mise sulle punte dei piedi scalzi e lo abbracciò affettuosa.
Rimase fermo, gelido e inanimato, insensibile a quel tocco. Come la bambola nel cassetto.
« Sono contenta. » La sentì sussurrare contro il suo petto.
Lui le sollevò il viso, studiandola con attenzione. I suoi lineamenti non erano più quelli di una bambina, bensì più maturi e delineati: erano quelli di un’adolescente che stava diventando adulta. La guardò negli occhi. Il colore, la forma, le ciglia, erano simili a quelli di Aya. Ma no, non erano gli occhi innocenti di Aya. Aya non aveva uno sguardo tanto impuro, non c’era traccia dell’azzurro chiaro e privo di malvagità che tanto lo aveva colpito quella notte di tanti anni fa. Osservare gli occhi di quella ragazza era come contemplare un cielo contaminato da nuvole dense di pioggia.
« Che cos’hai fatto? » Le domandò severo, arricciando il labbro.
Lei lo guardò, sembrava non capire.
« Rispondi. » Le intimò, scuotendola per le spalle.
La ragazza indietreggiò, intimorita, senza replicare.
 
Tu non sei Aya.
 
Come era successo? Come aveva potuto perdere di vista Aya? La sua Aya, dov’era andata a finire?
Si coprì il volto, orribilmente incredulo. Era colpa sua e di nessun altro. Aya non aveva meritato nessuna delle cose tremende che le erano accadute sin da bambina. Eppure, tutto ciò non le era servito da lezione e stava commettendo gli stessi errori del padre.
Doveva rimediare, doveva riportarla indietro. Non poteva lasciarla smarrire in quel modo.
La tirò a sé, stringendola con forza tra le braccia. Inspirò l’odore dolce dei suoi capelli neri, così morbidi e belli sotto il tocco delle sue dita. Sapevano di rose blu.
La mora smise di respirare, confusa forse per il suo repentino cambio di atteggiamento.
Piano, la mano di lui scivolò in basso, fino a posarsi sul petto di lei.
Il respiro della mora accellerò.
« Che cosa stai facendo? »
Senza remore, le sue dita le penetrarono la carne.
La ragazza lanciò un grido di dolore e si dimenò nel suo abbraccio di morte e sangue, interminabili secondi dopo il suo urlo si era ridotto ad un flebile e raccapricciante sibilo.
Quando la mano si chiuse intorno al suo cuore palpitante, strappandoglielo, non sentì più nessun suono provenire dalla bocca di lei.

Mi dispiace, Aya.
 
Una lacrime perlacea sfuggì da sotto le ciglia della ragazza, mescolandosi col sangue sul pavimento.
Le circondò le spalle, sorreggendo il suo corpo, sempre meno caldo e più macchiato di rosso. Non voleva che giacesse abbandonata in quella pozza cremisi, anche se ormai ciò che stava reggendo era solo un guscio vuoto. Ma probabilmente, era già vuoto da tempo.
Il calore di lei ristagnava sulle sue mani che, colpevoli, avevano stroncato la sua vita ancora così giovane.
La prese in braccio e la adagiò delicatamente sul letto. Le coprì il petto con la coperta, come a voler cancellare l’azione orribile che aveva compiuto prima. Le posò un bacio casto sulle labbra, come quello che le aveva dato quella fatidica notte, in cui tutto per entrambi era cambiato.
 
Ricordati di me.
 
Tornerò ancora, ma solo per la Vera Aya.
 





Note
Ed ecco che ritorno nel fandom di Mad Father con un'altra fic.
Ebbene, questo è il finale che avrei desiderato per questo splendido gioco, con questa coppia meravigliosa in primo piano.
La frase all'inizio è tratta ovviamente dal videogioco, solo alcune delle ultime parole che il nostro caro biondino rivolge ad Aya prima di dirle addio.
La bambola nel cassettone è la sfortunata ragazza che si vede alla fine del gioco e che si reca nella clinica di Aya ( ovviamente un po' più rimpicciolita ). Sigh, ovviamente subisce una fine orribile.
Ho preferito dividere in due la fic non per l'eccessiva lunghezza, infatti non è tanto lunga, ma più per esigenze di trama. Tempo qualche giorno e posterò anche l'altro capitolo.
Ringrazio chiunque recensirà questo piccolo What If?.
Baci!

Miss Yuri
 
  
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