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Autore: _Hikari    19/05/2014    0 recensioni
{Spoiler terza stagione! | Rodrigo Borgia centric | Cesare Borgia | ep. 3x02 | Storia ripostata.}
Poi arriva quel momento in cui l'uomo apre gli occhi e del cuore che ha appena avvertito battere tanto forte per la corsa non rimangono che brandelli. Requie di uno scambio di sguardi, di rivelazioni acuminate come lame – Juan ha detto che imparerà a maneggiarle. Juan vuole difendere la famiglia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cesare Borgia, Rodrigo Borgia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulla scia della morte.

Juan non è morto. Non può essere morto.
Juan è solo un bambino che guarda, impara, corre. Juan è quel bambino che lo chiama ogni sera per andare a giocare. Juan è quel volto che affiora qualvolta chiuda gli occhi, ed è allora che dell'uomo seduto sullo scranno di San Pietro non resta niente.
Perché la verità distrugge, la realtà consuma e il vuoto continua ad allargarsi, simile alla macchia scarlatta che Alessandro non ha voluto notare quella sera. Alla macchia che adesso grida un nome e, Rodrigo lo giura, Rodrigo prediligerebbe vedere Roma avvolta dalle fiamme, il proprio corpo trasformarsi in cenere e gli stendardi della signora di Forlì stagliarsi con contro il cielo perché almeno una sillaba sia diversa, perché non sia stata la mano di un altro figlio a uccidere il suo Juan.
Juan che porta un nome che sa di patria. Juan che quando sarà grande impugnerà una spada. Juan che qualsiasi azione compia, qualsiasi eroica impresa porti a termine – e lo farà. Rodrigo lo sa – rimarrà l'orgoglio di suo padre.
Poi arriva quel momento in cui l'uomo apre gli occhi e del cuore che ha appena avvertito battere tanto forte per la corsa non rimangono che brandelli. Requie di uno scambio di sguardi, di rivelazioni acuminate come lame – Juan ha detto che imparerà a maneggiarle. Juan vuole difendere la famiglia.
Infine il suo sguardo incontra quello di Cesare – “l'assassino” torna a gridare la macchia. “Il traditore” rincara il ricordo. “Il figlio mai abbastanza amato” rimprovera la coscienza – e per un istante non può far a meno di domandarsi se sia lo stesso che ha osservato Juan morire ed essere avvolto dalle acque del Tevere.
Juan è caduto. Juan non è stato spinto. Juan era solo un corpo quando è avvenuto. Era solo un groviglio di membra.
No, è una menzogna. Juan è qui. Juan è vivo. Juan è in Spagna. Juan sta bene.
Nel frattempo il primogenito schiude le labbra – troppo presto – e con le sue parole il velo si dissipa, il presente corrode l'illusione. La consuma come il fin troppo frettoloso tempo consuma una pergamena.

«È finita, abbiamo seppellito Juan».
Adesso sta riposando in attesa del giudizio di un Dio che non l'ha salvato e che non ha protetto il proprio vicario in terra.

Alessandro socchiude appena gli occhi mentre il viso di suo figlio sembra offuscarsi per un attimo, ed è in quello stesso attimo che gli pare di sentire il rumore di un qualcosa che si lacera.
Intanto Cesare continua a parlare.

«Lui non sa di essersi preso una parte di te».



Note:

• Alcune frasi in corsivo risultano una contraddizione. Ve lo assicuro: è assolutamente desiderato. Ho cercato di rifarmi al sogno del Papa e di rappresentare quelli che a mio parere potrebbero essere stati i suoi pensieri amalgamati all'incubo. Da un lato c'è quella parte cosciente della verità e dall'altra quella che ha bisogno di illudersi, o quantomeno quella che continua a negare, e che ci è stata mostrata nella serie tv. Credo che sia più difficile da spiegare che da comprendere. :) Comunque, come ben sapete in caso di dubbi io sono qui.
• “Socchiude appena gli occhi mentre il viso di suo figlio sembra sbiadire per un attimo”.
Il soggetto di questa frase è di libera interpretazione: potrebbe essere riferita a Juan così come a Cesare. Nel primo caso è come se l'immagine del defunto stia scomparendo, nel secondo potrebbe venire inteso – nonostante la brevità dell'attimo – come il fatto che Rodrigo senta che l'ormai ex cardinale Borgia si stia allontanando da lui.
• «È finita, abbiamo seppellito Juan»/«Lui non sa di essersi preso una parte di te».
Forse è ovvio, ma per dissipare ogni dubbio preferisco specificare: in entrambi i casi, il Pontefice, sta discorrendo con se stesso. Ah, inoltre: come avrete notato ho prediletto non usare il pluralis maiestatis nel secondo, in tal modo ho cercato di dare l'impressione che – per un momento – quest'uomo smetta di essere Papa, che per un attimo torni a essere una semplice persona che ha perso suo figlio.
• “Requie di uno scambio di sguardi, di rivelazioni acuminate come lame […]”
Riferimento alla scena in cui Lucrezia ammette il proprio odio nei confronti del fratello defunto.
• Inoltre, avverto il dovere di chiarire un altro punto. Con la frase del secondo paragrafo non volevo assolutamente entrare in ambiti spirituali, ho cercato solo di descrivere le emozioni di un personaggio, niente di più. ^-^

Dream's corner: salve. :) Per prima cosa mi sento di dirvi: grazie di essere giunti fin qui.
Era da tempo che desideravo tornare a scrivere di questi personaggi, mi occorreva solo un'idea. Poi quest'idea è arrivata e sta a voi dirmi se vi è piaciuta a priori, se avete gradito il modo in cui l'ho sviluppata approfondendo questa scena della puntata, e se i personaggi vi siano parsi – riconosco di essermi soprattutto concentrata sui sentimenti in sé che sulla personalità, però – IC. Quindi sì, bando alla timidezza (vi parla una persona patologicamente insicura xD ), recensite pure senza alcun tipo di timore!
Personalmente, Juan non mi è mai piaciuto – preferisco decisamente Cesare per quanto il suo gesto sia stato orribile – ma la figura di suo padre e il modo in cui è stata interpretata, mi avevano colpita, così è stato impossibile non scriverci qualcosa xD.
Detto questo smetto di dilungarmi in note senza capo né coda.
Ancora grazie di aver letto. ♥
   
 
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