Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: alessiacroce    20/05/2014    10 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Trailer ufficiale: http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ


Capitolo 1


“Harry! Harry!” Cercai in tutti i modi di tenere la testa fuori dall’acqua agitando braccia e gambe.
“Harry!” L’acqua era gelida, le gambe mi facevano male. Tutto il corpo era un fremito.
Urlai di nuovo il suo nome, ma non giunse risposta. Le onde si stavano facendo più alte, sbattendo contro gli attracchi del porto. Riuscivo a distinguere poche cose, era tutto così buio.
Non ce la facevo più. Sprofondai sott’acqua ma riemersi subito. Dovevo resistere. Dovevo salvarlo.
“Harry!” urlai per l’ennesima volta, con voce spezzata.
A qualche metro di distanza da me intravidi una figura. Caccia la testa sott’acqua e nuotai con foga fino a quel punto. Lo scorgevo cercare di rimanere a galla, invano.
Mi riempii i polmoni d’aria e cominciai ad avvicinarmi sempre di più.
Lo vidi non resistere più e scomparire sott’acqua. Urlai disperata e mi fiondai verso di lui. Presi il respiro e m’immersi.
L’acqua gelata mi costringeva a socchiudere gli occhi. I capelli oscillavano attorno al mio viso, impedendomi ancora di più la vista. Distinsi una figura nera a pochi metri da me andare a fondo. Sbattei le  gambe più forte che potei per raggiungerla. Il fiato mi stava finendo, il cuore mi faceva male per lo sforzo e lo stomaco era contratto, dove fare in fretta.
Sentii il contatto con il suo corpo, lo afferrai per un braccio, portandolo a me. Lo cinsi per la vita e cominciai a scalciare per risalire in superficie. Ce l’avevo quasi fatta, dovevo resistere.
Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire.
Il peso di Harry mi avrebbe portato a fondo, ma non volevo lasciarlo.
“Questa è la fine” pensai, finché due braccia possenti afferrarono sia me che Harry.
 
***
 
-QUANDO TUTTO INIZIÒ
 
“Ehi, tieni. Riguarda il ballo di fine anno scolastico. Qui ci sono tutte le informazioni che devi sapere. Ah, è obbligatorio venire in coppia. Puoi portare anche una tua amica, non necessariamente un ragazzo, basta che siate in due.”
 
“Oh ok, grazie.”
 
“Figurati” disse il ragazzo, andandosene.
Fissai il piccolo volantino che mi aveva consegnato. Sarebbe stato domani. Posai il volantino sul tavolo e presi una delle mie patatine fritte. Fissai le moltitudini di ragazzi affrettarsi verso i loro amici con i vassoi del pranzo. Si respirava aria di allegria mista a confusione, tipica degli ultimi giorni di scuola.
 
“Less! Ehi, Less!”
 
Sentii una voce famigliare chiamarmi alle spalle. Mi girai e un sorriso si formò sul mio viso.
 
“Ciao, Lucy” la salutai, allegra.
 
Lei si sedette davanti a me e posò con un tonfo il vassoio, facendo spandere un po’ del suo succo d’arancia.
Sogghignai, guardandola imprecare contro il bicchiere, pulendo, poi, con un tovagliolo il tavolo. Si spostò i lunghi capelli ricci e castani dal viso, sistemandoli dietro le orecchie. Prese una foglia di insalata dal suo vassoio e, mangiucchiandola, fissò il volantino vicino al mio braccio.
 
“Uh, a me non l’hanno consegnato…” disse, pensierosa, rigirandolo tra le mani.
Alzò i grandi occhi scuri, che scintillavano di una luce strana.
 
“Pensi di andarci?” aggiunse, sorridendo.
 
“Mmh, non saprei con chi andarci. Bisogna essere in coppia, tu vai con Matt, Allie con Louis e Sylvie con Zayn. Io non ho nessuno.”
 
Lei mi fissò con aria comprensiva, un po’ dispiaciuta. Ritornai a concentrarmi sulle mie patatine. Già, non avevo nessuno. Il ballo più importante dell’anno e io non avevo nessuno che mi ci accompagnasse. Era da quasi un anno che non avevo più avuto una relazione seria con un ragazzo.
Riaffiorarono i ricordi.
Rividi le passeggiate fatte per la città con James, i suoi baci, le sue carezze, il suo tocco, il suono della sua risata.
Poi si fece spazio nella mia mente il ricordo di quella sera terribile.
Quella sera in cui, lui ubriaco, mi picchiò. Non so perché lo fece, forse era solo causa dell’alcool in eccesso nel suo corpo. Mi picchiò ed abusò del mio corpo, lasciandomi, poi, scioccata e disperata, con il cuore spezzato. Da allora avevo sempre avuto paura di ogni ragazzo mi si avvicinasse. Rivedevo in ogni essere dell’altro sesso James. Ragazzi normali, belli, sorridenti e allegri che avrebbero potuto trasformarsi in mostri.
Quando passò quella notte James cercò di ritornare da me. Mi diceva che era ubriaco, non voleva farmi del male, era incosciente. Ma io non lo ascoltavo, non volevo credergli. Tenni tutto per me, nessuno sa di quell’accaduto, nemmeno le mie migliori amiche. Nessuno era a coscienza di ciò che avevo subito, nessuno sapeva della mia sofferenza. Pian piano, con il passare del tempo, dimenticai l’accaduto, ma solo in parte. Ogni volta che un ragazzo mi si avvicinava il pensiero di James balenava nella mia mente, costringendomi a evitare ogni contatto.
 
“Less” sussurrò all’improvviso Lucy, riportandomi alla realtà.
 
Alzai lo sguardo verso di lei. Stava fissando un punto dietro di me. Mi girai per vedere cosa stesse guardando con insistenza. Appena mi voltai il mio sguardò incrociò i suoi occhi verdi. Mi stava fissando. Appena vide che lo stavo fissando a mia volta mi mostrò un sorriso sfacciato. Era a qualche metro di distanza da noi. Incominciò a camminare verso il nostro tavolo. Andai nel panico. Lucy mormorò un paio di scuse e si alzò dal suo posto, dirigendosi verso una panchina un po’ più in là e lasciandomi sola.
Lui si sedette dove era seduta pochi secondi prima la mia amica. Spostò i suoi ricci di lato sulla fronte e cominciò a fissarmi insistentemente. Ero incapace di distogliere il mio sguardo dal suo. Era bellissimo. Capelli ricci castani, occhi verde smeraldo e un bel corpo, slanciato e snello. Sapevo chi era o, meglio, sapevo della sua non molto buona reputazione. Era probabilmente uno dei ragazzi più affascinanti della scuola, ma era conosciuto per la sua misteriosità e il fatto che fosse piuttosto… pericoloso. Avevo spesso sentito parlare delle innumerevoli risse sul suo conto, finite spesso non bene. Non sapevo per certo se tutto questo fosse vero, ma qualcosa mi faceva pensare che non fossero tutte bugie. Incomincia a tremare, ricordandomi ciò che fino a pochi minuti fa mi aveva tormentata. L’immagine di James riapparve nella mia mente. Strinsi le mani attorno alle mie posate, facendo diventare le mie nocche bianche. Lui non sembrò notare il mio disagio e la mia paura nei suoi confronti.
 
“Quindi non vai al ballo perché non hai un accompagnatore” affermò deciso.
 
Capii solo allora che aveva ascoltato tutta la conversazione tra me e Lucy. Mi irrigidii, stringendo ancora di più le mie posate.
 
“Ci verrai con me” sussurrò, sorridendo, con voce roca.
 
Spalancai gli occhi, sussultando, quando appoggiò una mano sulla mia coscia.
Spostai il mio ginocchio, togliendo la mano dai miei jeans.
 
“Si, tu ci verrai con me” ripete, con voce più decisa. “Che tu lo voglia o no.”
 
Mi fissò con sguardo tranquillo, quasi di sfida. Mi accorsi allora di dover ancora emettere un fiato.
 
“C-cosa?” mormorai, con voce impastata.
 
“Tu verrai con me e con nessun altro. Ti voglio. Preparati per domani. Ti verrò a prendere alle 21 in punto. Vedi di non farti attendere.”
 
Prese una patatina dal mio piatto e se l’appoggiò sulla lingua, chiudendo gli occhi e assaporandone il sapore.
 
“E ricordati di mettere un vestitino sexy. Il più sexy che hai, Less” disse, infine, passandosi la lingua sulle labbra per leccare i piccoli granellini di sale rimasti sul labbro inferiore.
 
“Ah, io sono Harry, ma penso tu lo sappia già.”
 
Poi si alzò e, facendomi l’occhiolino, se ne andò.
Rimasi stordita a guardarlo allontanarsi.
Due domande mi bombardavano la mente: come faceva a sapere il mio nome? Ma soprattutto, come faceva a sapere dove abitavo?
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: alessiacroce