Tutta colpa del karma.
«Ecco
fatto!!! Questa era l’ultima: meglio se corro in cucina adesso, altrimenti chi
la prepara la cena?!».
La
voce della signora Smith riecheggiò nello stanzino per qualche secondo, poi si
udì solamente il cigolio della porta che si chiudeva. Alla fine era toccata
pure a lui quella sorte: finire nel tanto temuto sgabuzzino, una sorta di
“triangolo delle Bermuda” per gli oggetti che vivevano in quella casa.
Per
quanto si sforzasse, non riuscì a non maledire quello stupido iPod della
malora, perché era certo che fosse capitato lì per colpa sua. Fin da quando
aveva messo piede in quell’abitazione, il suo obiettivo era stato rimpiazzarlo.
All’inizio
il povero lettore mp3 era convinto che si trattasse di una fase di transizione,
certo che la sua dolce Emily non potesse sostituirlo con nessun altro, ma col
passare del tempo si rese conto del suo errore di valutazione.
Quella
ragazzina infame si era lasciata abbindolare da tutte le funzioni aggiuntive di
quell’insulso apparecchio, dimentica del fatto che lui funzionasse ancora alla
perfezione. Come aveva potuto quella sciocca lasciarlo su quel freddo comodino
per due mesi interi, incurante della polvere che andava accumulandosi sul suo
esile corpicino?
Era
così che ringraziava colui che le aveva tenuto compagnia nei delicati anni
delle scuole medie? In questo modo gli mostrava la sua riconoscenza, dopo tutta
la musica che avevano ascoltato insieme, accucciati sul letto?
La
memoria delle persone doveva essere proprio corta, vista la facilità con cui
aveva rimosso le giornate trascorse a cantare e a ballare al ritmo delle
canzoni che LUI le aveva fatto sentire. Data la situazione, non avrebbe versato
nemmeno una lacrima per quella smorfiosa, neanche per sogno: doveva ancora
nascere qualcuno in grado di ferirlo!
Una
profonda risata lo fece sobbalzare, non solo perché era sovrappensiero, ma
soprattutto per via dell’oscurità che lo circondava, impedendogli di
localizzare la fonte del rumore improvviso.
«Ma
tu guarda chi è finito in questo tugurio! Certo che il fato ha proprio il senso
dell’umorismo, non credi vecchio mio?»
Il
lettore fu scosso da un brivido quando riconobbe quella voce ruvida e profonda:
il walkman! Fu proprio l’mp3 a spodestarlo parecchi anni prima, dopo decenni di
fedele servizio. A giudicare dallo sguardo truce con cui lo fissava, egli capì
che non lo aveva ancora perdonato.
«Non
puoi neanche immaginare da quanto stessi aspettando questo giorno, pare che la
mia pazienza sia stata ripagata …» disse con apparente noncuranza, per poi
proseguire con tono tagliente: «Preparati all’inferno giovanotto, perché ti
renderò la vita impossibile!».
Il
lettore si lanciò verso la porta, implorando Emily di tornare a prenderlo, ma
fu inutile. Nessuno venne a salvarlo dalle grinfie dell’antico nemico,
lasciandolo solo con quelle lacrime che aveva giurato di non versare pochissimo
tempo addietro.
Subì
torture indicibili, come l’eliminazione di tutti i dati che aveva al suo
interno o la riproduzione continua di musica improponibile. E mentre era costretto
a sentire ininterrottamente “Il pulcino Pio”, l’mp3 non poté fare altro che
disperarsi e domandarsi cosa avesse mai fatto al suo karma per essersi meritato
un simile destino.