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Autore: Vagainakiller82    22/05/2014    1 recensioni
Un uomo che vive da sempre nel suo gabinetto, ci vive, ma cosa succede se finalmente il nostro protagonista entra in una dimensione onirica in cui tutto è possibile? Dove le ringhiere sono di legno, le sbarre di calciatori e gli ascensori di pupo? (gelato al cioccolato dolce e un po' salato)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E niente, ero dentro al mio bagno, ormai da 5 anni e ormai il mio membro era prosciugato da…beh…sapete cosa…(marco carta) e fu così che entrai nel mio bagno 5 anni fa orsono, era una tranquilla giornata autunnale in cui le foglie svolazzavano leggiadre per i piedistalli delle colonne marmoree della piazza in cui ero situato. Stavo giocando con il mio panino al gusto di vocabolari di bottiglie e ad un certo punto, un marocchino (o vuccumprà o magrebo che dir si voglia) mi fermò chiedendomi se volevo il suo mignolo, così afferrai il suo mignolo con il mio palmo gagliardo e mi ritrovai in questa abitazione in cui vi era una porta dal legno d’ebano.
Questa porta era l’unica cosa colorata in questa stanza tutta bianca e con un po’ di piastrelle, così la aprii e…solo in quel momento capii che era il gabinetto in cui sto scrivendo questa storia tutt’ora.
Le giornate passano lente qui, non c’è una via d’uscita il cibo che sollevo appare dentro una mensola in cui la gente normale metterebbe il proprio dentifricio,  così un giorno mi addormentai nel pavimento di questo bagno e cominciai a sognare, un sogno lucido, uno di quelli in cui sai che stai sognando e puoi fare ciò che vuoi; così immaginai la vita al di fuori di quel bagno che tanto mi opprime ma in cui sto bene.
Il mondo al di fuori di quel sanitario, di quel bidet, di quelle scatole che odorano di maniglie, è molto brutto, quasi più opprimente della mia dimora . Un mondo in cui i rinoceronti non capiscono il nostro cavalletto per le lampade, un mondo in cui la realtà quotidiana non è una realtà, ma semplicemente un tostapane che ci ricorda ogni giorno che la nostra vita è costantemente pressata da questi presunti uomini chiamati “Giorgio”, beh Giorgio rappresenta l’uomo medio, in ogni persona che si beve, c’è un giorgio; persone che non hanno uno scopo nella vita, che non vivono ma sopravvivono, ma i Giorgi non si limitano a solamente una fascia equatoriale d’età, infatti anche i ragazzi (che in teoria eliocentrica dovrebbero essere quelli che cucinano mouse per la CocaCola) sono spenti, senza personalità, senza neanche una lastra di metallo  o una stele di gelatina semi-gommosa.
Persone senza spessore, blande e insipide.
E con tutto questo ho imparato una sola cosa: Sto meglio nel mio cesso.
  
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