Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Ricorda la storia  |      
Autore: ButterflySeven    22/05/2014    4 recensioni
"Una fiamma ha bisogno di aria per bruciare
Di un soffio per creare un bagliore
L’ho sentito dire mille volte
Ma ora so
Che non sai quello che hai
Finchè non c'è più
Sono passati ormai tre anni da quando il signor Hayami si è trasferito in Europa con la sua consorte, la signora Shiori ed al pensiero un senso di gelo la pervade.
Ma bisogna tornare ancora più indietro con i ricordi, perché il dolore arrivò ancor prima."
Una ff che va oltre il volume 49, immaginandomi qualcosa di diverso, ma non per questo improbabile...
Nello sfondo c'è spazio anche per la nostra Italia.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera! Ma quanto tempo!!!! A me l'ispirazione arriva sempre nei momenti impensabili.
Oggi semplicemente ho pensato alla Miuchi sensei ed ho deciso di ribellarmi a modo mio alla sua non scrittura. Perchè le ff esistono per questo: se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. No, non sto andando dalla Miuchi a costringerla a scrivere, ho scritto io una ff abbastanza inutile, che non so nemmeno io perchè è uscita così, non avevo nemmeno una trama in mente, ho aperto word e dal nulla ho iniziato a scrivere, lasciandomi guidare dalla mia sensibilità.
No aspettate, lo spunto viene dalla nuova canzone dei Linkin Park "Until It's Gone", per facilitarmi ho iniziato con l'inizio del testo della canzone e poi sono partita a scrivere (metto la canzone a fine storia).
Buona lettura!

 

Until It's Gone



Una fiamma ha bisogno di aria per bruciare
Di un soffio per creare un bagliore
L’ho sentito dire mille volte

Ma ora so
Che non sai quello che hai
Oh non sai quello che hai
No non sai quello che hai
Finché non c'è più


Quanto tempo è passato dall’ultima volta che si erano visti, ormai non saprebbe dirlo nemmeno lei.
Il tempo le scorre tra le dita e non riesce ad afferrarlo, lo sente sfiorarla e quasi non se ne accorge.
Si sente vuota, sola, senza un vero motivo per cui valga la pena fermarsi e godere della vita.
Non era mai stata quel tipo di persona che si piange addosso, finchè le tenebre avvolgono talmente tanto da non riuscire a percepire la luce del creato.
Era piuttosto una ragazza con la luce negli occhi, con il sole nell’animo, con il fuoco tra le membra.
Ma questo era il passato, perché quando si dice che l’amore cambia le persone, adesso poteva dire che è la verità.
Sono passati ormai tre anni da quando il signor Hayami si è trasferito in Europa con la sua consorte, la signora Shiori ed al pensiero un senso di gelo la pervade.
Ma bisogna tornare ancora più indietro con i ricordi, perché il dolore arrivò ancor prima.
Porta indelebile il momento in cui vide per la prima volta quelle foto nelle prime pagine dei quotidiani, che ritraeva il signor Hayami e l’altra donna insieme, bellissimi, in abiti da cerimonia, ormai marito e moglie.
Non voleva crederci, non poteva crederci, perché aveva sperato veramente ci fosse una possibilità per il loro rapporto. Quando aveva parlato con la sensei Tsukikage, non molto tempo prima, aveva capito che anche il signor Hayami stava provando lo stesso dolore che provava lei, che quelle parole dette alla daito, sul fatto che tra loro non ci fosse mai stato niente, non corrispondessero alla realtà. Ma si era sbagliata.
Per giorni e giorni pensò e ripensò alle parole della sensei, ma rileggendo per l’ennesima volta quelle righe del quotidiano che descriveva il loro sfarzoso matrimonio, continuava a non capire.
Si era sbagliata? Come poteva aver dimenticato le promesse che si eravamo fatti alla stazione marittima?
Sì, si era illusa.
E per mesi ha continuato a soffrire in silenzio, gettandosi anima e corpo nella Dea, perché lei poteva capire quel dolore che non la faceva vivere, lei sapeva nel profondo che forse il suo amore per Isshin l’avrebbe portata alla distruzione interiore. E pian piano Maya ha smesso di vivere, trasformandosi nella Dea, l’unica a restarle accanto ed a regalarle la gioia.
Eppure mancava sempre qualcosa alla sua interpretazione, era diventata fredda, l’amore era troppo lontano e non riusciva ad animare Akoya della voglia di vivere.
Quando poi un giorno aveva visto entrare il signor Hayami dalla porta della sala prove, aveva sentito il cuore rianimarsi all’improvviso, era come se dopo mesi si fosse ricordata di esistere e di provare delle emozioni reali.
Lo sentiva chiacchierare con il signor Kuronuma, ma le orecchie le fischiavano talmente forte che non riusciva a sentire cosa si stavano dicendo. Si avvicinò piano alle tende del sipario e si nascose. Adesso percepiva il tono composto di Masumi e solo allora capì quanto le fosse mancata la sua voce.
Il cuore iniziò a martellarle in petto, era felice, era finalmente felice.
Ma la felicità si sa, è cosa effimera.
- Sono venuto a salutarla – gli sentì dire – dopodomani parto con Shiori per l’Italia. Staremo via per non so quanto tempo, lei non sta bene ed il medico le ha consigliato di cambiare ambiente per qualche anno. Ne approfitto per creare una filiale della daito in Europa, è un progetto che ho sempre accarezzato di poter realizzare-
- E’ una bella prospettiva, ma… Sono il primo a cui lo dici? –
- Sì, vorrei non si sapesse in giro. Non è una decisione che ho preso facilmente, ma non ho altra scelta, devo assumermi le mie responsabilità…-
- Se questa è la tua decisione, la rispetto, ma sappi che per me un giorno o l’altro, te ne pentirai amaramente e forse sarà troppo tardi per tornare indietro-
Senza che se ne fosse accorta, le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso. Credeva di aver toccato il fondo, ma anche stavolta si era sbagliata.
Corse a casa per chiudersi nella sua stanza e piangere indisturbata.
Eppure dentro di lei sentiva che non poteva rimanere a guardare, non poteva accettare la realtà senza fare un ultimo tentativo.
Così quando chiamò la signorina Mizuki, si stupì nel trovarla sua complice. Era una gran donna.
Insieme fecero in modo che il signor Hayami tornasse alla daito in ora tarda, in modo da rimanere soli ed indisturbati.

Così quando Masumi entrò la sera nel suo ufficio, convinto di aver dimenticato dei documenti importanti da firmare, in realtà trovò solo la sua ragazzina preferita che lo guardava con occhi tristi e stupiti.
- Signor Hayami- esordì – sono venuta a salutarla, ho saputo che sta per partire…-
Si guardarono per un secondo, poi Masumi fu costretto a sospirare. Posò il giaccone pesante sulla scrivania, si avvicinò alla grande vetrata ed osservò le luci della sera. Forse le sarebbero mancate anche quelle luci soffocanti.
- Mi dispiace, non volevo lo venissi a sapere, non è stato semplice prendere questa decisione, ma non ho potuto farne a meno-
Si voltò e ciò che vide non gli piacque. Le sembrava così piccola e fragile… Voleva solo abbracciarla, stringerla e dirle che andava tutto bene, ma non poteva, aveva delle responsabilità.
- Eppure io avevo creduto che lei mi avrebbe aspettato, sto crescendo, sono quasi una donna adulta… Perché non ha mantenuto la sua promessa?-
Poteva dirle tante cose, ma non lo fece. Stette zitto per un po’, aveva voglia di urlare e piangere, ma non fece nemmeno quello, si tenne aggrappato alla scrivania e non fece altro.
- Signor Hayami…- lo chiamò fragilmente.
- E’ meglio se vai via, non abbiamo altro da dirci-
Maya lo guardò sconvolta. Le lacrime continuavano silenziose il loro cammino, solcandole il viso con maggior insistenza.
- E’ un addio?- chiese con un filo di voce. E lui non potè che ridere amaro.
- Chi lo sa. Ma si, credo proprio sia un addio-
Maya strinse forte le labbra tra i denti, le tirò a sangue, facendosi talmente male che si trattenne dal gridare dal dolore. Quale dolore, non seppe dirlo. Forse non era il dolore fisico a far male, forse a far male era il cuore ormai in cenere.
- Io… Non la dimenticherò mai. Mai…-
E poi fu assalita da uno strano istinto. Lo guardò un istante, poi fece pochi passi e rapidamente fu da lui.
Prima di poterci ripensare lo afferrò per la camicia invitandolo ad abbassarsi di pochi centimetri e lui ubbidì ormai in trance.
E fu solo un istante, ma un istante che entrambi sperarono durasse un’eternità. Le loro labbra si sfiorarono appena, era un bacio d’addio, che sapeva di tante cose, quelle mai dette, quelle forse sempre sapute, ma era la fine, era la fine di tutto.
Poi si risvegliarono dal sonno, si guardarono ancora.
L’istante dopo Maya si voltò e corse, aprì la porta dell’ufficio e la chiuse alle sue spalle. Per sempre.
Non si sarebbero mai più rivisti.
Ed a tre anni di distanza, il mondo sembrava essersi fermato a quell’istante. Tutte le cose accadute dopo, erano avvolte da una nebbia sottile che le offuscava ogni ricordo.
Poco importava che avesse vinto la competizione contro Ayumi, poco importava la presenza di Sakurakoji, che in tre anni le era stata accanto più di un amico. Ci aveva anche tentato ad instaurare una relazione con lui, più per senso di gratitudine che per una possibile speranza di dimenticare Masumi, ma fu Sakurakoji stesso a ritirarsi, perché ogni volta che tentava di fare l’amore, vedeva i suoi occhi perdersi in chissà quali ricordi ed allora semplicemente ci rinunciava, sperando che la volta successiva potesse andare meglio. Ma giorno dopo giorno, si rendeva sempre più conto che Maya non poteva liberarsi dai fantasmi del passato e così, evitandosi ulteriori sofferenze, decise di lasciarla andare.

Iniziò un lungo periodo di tournèe per il Giappone con lo spettacolo della Dea Scarlatta ed ebbero talmente tanto successo che decisero di estendere la tournèe oltre le mura della nazione e volarono oltre oceano, in America. E poi venne la volta dell’Europa.
La visita delle città europee sembravano aver risvegliato il calore della vecchia Maya. Era tutto così allegro e frizzante da quelle parti. Amava il fuoco della Spagna e di Barcellona, ma a colpirla davvero fu la contemporanea Berlino, piena di colori ed simbolo della rinascita.
Per la prima volta capì che il non vivere era stato un errore. Lei amava ancora il signor Hayami, ma proprio perché lo amava, doveva accettare la realtà e continuare a vivere. Non avrebbe mai incontrato un uomo come lui, ne era certa, ma sapeva che se lui l’avesse vista a quel modo, le avrebbe detto di continuare a lottare e di guardare al futuro con un nuovo spirito.
La sua Dea giovò di questa nuova svolta progressista. Non poteva fermarsi a tre anni fa, doveva vivere il suo presente, sperando che il domani le portasse qualcosa di bello.
Quando arrivò la volta dell’Italia, una vocina dentro di lei non potè fare a meno di sussurrarle che Masumi si era trasferito proprio lì. Ma la stessa vocina le diceva che l’Italia era grande, non era detto si trovasse proprio a Firenze.
Per due giorni il panico l’assalì. Lei credeva molto nel destino e non voleva saperne di interpretare la possibilità di esibirsi in una delle più belle città italiane solo come semplice coincidenza.
Alla vigilia della prima, andò a letto pensando a tante cose, strinse forte il segnalibro con imprigionato il petalo di rosa violacea e pregò chiunque potesse ascoltarla di esaudire il suo desiderio.
“Vi prego, fatemelo incontrare un’ultima volta e vi prometto che smetterò di ancorarmi al suo ricordo per il resto dei miei giorni”.

Il dietro le quinte era in pieno fermento, stava per aprirsi il sipario e tutti erano intenti ad augurarsi l’in bocca al lupo.
E finalmente l’ora tanto attesa arrivò.
Interpretò la sua Akoya guardando spesso verso il pubblico, immaginandosi che lì in mezzo ci fosse davvero Masumi. E ciò che ne scaturì lasciò tutti senza fiato. Persino Sakurakoji notò qualcosa di diverso nella sua interpretazione, tanto che nella pausa del primo tempo le si avvicinò preoccupato.
- Maya, stai bene? Ti è successo qualcosa di particolare?-
Maya lo guardò sorpresa .
- No, va tutto bene… Perché? Ho sbagliato qualcosa?-
- No… E’ solo che…- la fissò per qualche secondo ancora, aveva una strana luce negli occhi – niente, lascia stare…- e tornò a sorseggiare la sua acqua.
Lo spettacolo riprese poco dopo, il pubblico applaudiva entusiasta e lei si sentì viva come non mai. Il calore del pubblico italiano era risaputo, ma viverlo in prima persona era tutt’altra cosa.
A fine spettacolo tutti si alzarono per dimostrare quanto avessero apprezzato il loro spettacolo. Le lacrime di gioia scesero senza avere il suo consenso e così si ritrovò a piangere e ridere contemporaneamente. Iniziarono a volare anche delle rose, fu un vero e proprio bagno colorato, ma poi, imprevedibilmente, accadde qualcosa che catturò il suo sguardo e che bloccò per alcuni istanti il battito del cuore.
Una rosa violacea cadde proprio davanti a lei. La afferrò e posò lo sguardo su ogni persona davanti a lei, cercando di intravederlo da qualche parte. Ma per quanto si sforzasse, non riuscì a trovarlo. E poi, con rammarico, individuò una bambina proprio tra le prime file con un grosso mazzo di rose viola tra le braccia, rose che gettava sul palco, o che almeno tentava di far volare sul palco.
Anche stavolta si era illusa, ma reagì a quell’ennesima delusione. Si avvicinò il più possibile al pubblico e si inginocchiò facendo segno alla bambina di avvicinarsi. La madre la portò sin sotto il palco, poi la prese in braccio e permise a Maya di depositare un piccolo bacio tra i boccoli biondissimi.
- Grazie…- le sussurrò. Poi tornò indietro e dopo pochi minuti, si chiuse il sipario.
La compagnia era in pieno fermento, si struccarono con tanta vivacità, ripercorrendo l’emozione di ogni momento di quella prima.
Si ritrovarono all’esterno dell’edificio parlando ancora ed ancora delle emozioni provate, poi la trouppe decise di continuare i festeggiamenti di quella magnifica serata in un pub dove si ballasse.
- Vi ringrazio, ma io preferisco tornare in albergo- decise Maya.
- Perché? Sei sicura di stare bene?- le chiese di nuovo Sakurakoji.
- Si!- si afferrò a dire – sono solo molto stanca, ho bisogno di riposare…
- D’accordo, vuoi che ti accompagni?-
- No, faccio due passi a piedi-
Salutò tutti e si diresse all’albergo. Aveva bisogno di un bagno caldo.

L’acqua ebbe il potere di lavare via i segni della stanchezza, ma anche il ricordo della bambina con le rose viola. Non poteva negare a se stessa quanto turbato fu il suo animo in quel momento, ma il suo amore per l’ammiratore era tale che non le permetteva di rimanere totalmente lucida di fronte ad eventi del genere.
Si cambiò con molta pazienza, non era solita prestare particolare attenzione al suo aspetto, ma l’Italia l’aveva fatta innamorare del Bello, così per una volta voleva concedersi qualcosa di bello anche per se, come ad omaggiare l’energia positiva che la città di Firenze le stava regalando. Alla fine uscì con dei jeans molto semplici, una camicia bianca con sopra un pullover forato di un blu elettrico, un trench panna e polacchine del medesimo colore con un po’ di tacco.

La città di sera aveva i toni dell’oro. Le luci delle lanterne si fondevano con i chiari mattoni delle case, mentre i tetti scuri ne assorbivano i raggi, riflettendo quasi un bronzo.
Si sentiva finalmente in pace a girovagare da sola per quelle magiche vie, poi si fermò in una pizzeria, si fece preparare una classica margherita da portare via e si mise a mangiare a piazza duomo.
L’ora era ormai tarda e nella città regnava un silenzio surreale. Qualche anno fa avrebbe avuto paura, ma lo stare sola in una piazza così grande stranamente le fece provare una sensazione positiva.
- E’ buona la pizza?-
Il cibo le andò di traverso ed iniziò a tossire.
- Ehi, scusa, non volevo spaventarti…-
Maya osservò l’uomo sedersi accanto a lei. Le parve una strana visione angelica.
- Sei Tu? E’ tutto vero?- si diede un pizzicotto – ahia! Ma, allora… Io…- lo guardò smarrita – Sto sognando?-
- Ahahahahahh, non è cambiata affatto in questi tre anni-
Maya continuò ad osservarlo come se fosse un Angelo sceso in terra. Ma poi ci ripensò. Lui Era un angelo, il Suo angelo…
- Signor Hayami…- suo malgrado iniziò a singhiozzare, il pezzo di pizza le cadde dalle mani, ma il signor Hayami l’afferrò all’ultimo minuto.
- Ehi, faccia attenzione, non è bene sporcare una piazza così bella-
I loro occhi si incontrarono dopo quelli che per entrambi parvero secoli.
- Sa una cosa? Mi è mancata molto…- concluse Masumi.
Maya lo fissò incantata ed esterrefatta. Continuò a singhiozzare talmente tanto da produrre un piccolo eco. Portò le mani alla bocca cercando di calmarsi, chinò persino il capo dalla vergogna, poi all’improvviso si sentì circondata da una valanga di calore.
- Ti prego, non piangere. Mi dispiace di averti abbandonata, non volevo farti soffrire, ma credimi, ho avuto i miei motivi… Questo non significa che non abbia sofferto in questi tre anni… Mi sei mancata più di ogni altra cosa e se non ci credi, basta che ascolti anche per un istante il battito del mio cuore- le prese una mano e la portò al petto e Maya potè sentire quanto forte stesse pulsando, proprio come il suo.
- Signor Hayami…- ripetè ancora più emozionata.
- Ho capito cosa significhi vivere nell’ombra e nella solitudine. Ho sempre creduto di aver toccato il fondo quando ero in Giappone, ma qui in Italia, mi sono sentito smarrito senza la tua voce, senza i tuoi continui rimproveri… Nessuno mi ha mai insultato, tutti mi rispettano e non ci sono in giro ragazzine prepotenti come te…- iniziò ad accarezzarle ogni angolo del volto, mentre l’altra mano vagava incontrollata per tutta la schiena, procurandole dei lunghi brividi e vampate improvvise di calore.
- Anch’io ho provato le stesse cose… Ho vissuto tre anni senza di lei, ma per me il tempo si è fermato al nostro ultimo incontro. Ho smesso di vivere dopo la sua partenza e credevo di non poterla incontrare mai più- singhiozzò ancora più forte – credevo che nella mia vita non ci sarebbe più stato spazio per l’amore, perché il pensiero di lei continuava a torturarmi e non potevo scacciare questo chiodo dal mio cuore e dalla mia mente… Mi è mancato così tanto… Così tanto!-
Si slanciò in avanti e lo strinse forte, trovando un dolce rifugio nel suo petto. Masumi aprì il cappotto e le permise di abbandonarsi al suo corpo, donandole più calore che potesse, facendola sentire nuovamente a casa, al sicuro.
- Io e Shiori ci siamo lasciati - a questo Maya spalancò gli occhi e lo fissò attentamente – eravamo venuti in Italia perché Shiori aveva dei gravi disturbi psichici e la colpa era principalmente la sua gelosia nei tuoi riguardi. L’ho sposata perché mi sentivo in colpa, aveva tentato il suicidio quando le ho detto che l’avrei lasciata per te. Ero deciso a stare con te, avevo trovato la forza di rompere il fidanzamento, ma come potevo voltare le spalle alle mie responsabilità? Uno specialista ci ha consigliato di cambiare totalmente vita, di lasciare il Giappone e farla rilassare in un luogo caldo ed accogliente. Siamo venuti in Italia e Shiori è stata seguita da uno dei migliori medici. Lei ha iniziato a guarire pian piano, ma più lei guariva, più le tenebre abbracciavano me. Ero infelice e Shiori, che aveva in simpatia lo stile di vita italiano e la loro solarità, ha iniziato a vedermi per quello che sono: un uomo che non la ama. Nel mentre la simpatia tra lei ed il suo medico cresceva a vista d’occhio, sono stato io a metterla di fronte alla realtà, lei era ossessionata dalla voglia di avermi solo per se, ma una volta che aveva ottenuto ciò che voleva, si è resa conto che ciò che le offrivo non le bastava ad essere felice. Abbiamo divorziato e lei convive con questo medico-
- Ma allora perché è rimasto in Italia?-
Masumi fece un lungo respiro.
- Perché sono un codardo. Avevo paura di tornare e trovarti cambiata, magari sposata con un uomo che ti renda felice e non avessi più posto per me nel tuo cuore. Il terrore mi ha impedito di tornare ad abbracciarti, solo questo. Poi ho saputo della tournèe e non ho potuto fare a meno di venirti a vedere. Sei stata bravissima, la tua recitazione mi era mancata, ma soprattutto tu mi sei mancata…-
- Sei stato tu a lanciarmi quella rosa?-
- Oh si… Ma questo non dovresti saperlo…-
- Conosco da tempo l’identità dell’ammiratore…-
- Da quando?- insistette.
- Da molto prima che lei partisse, ma il come l’ho scoperto non ha importanza-
La notizia scioccò non poco il povero Masumi e parecchi dubbi affollarono la sua mente. Ma era inutile pensarci, il passato era passato, doveva vivere il presente, così continuò a raccontare. Magari ci sarebbe stato spazio più in là per altri approfondimenti.
- Io ed una bambina siamo diventati amici, avevo comprato un mazzo per darlo a te, ma poi ho rivisto nello spirito di quella bambina, la stessa scintilla che animava te quando assistevi ad uno spettacolo teatrale. Spero non ti dispiaccia se le ho donato il mazzo di rose destinato a te…-
- No…- rispose asciugandosi le lacrime – è una bambina molto graziosa. Credevo fosse stata lei a lanciarmi la rosa, invece avevo ragione, sei stato tu…-
- Si… Ma non mi è bastato vederti recitare, ti ho aspettata fuori dal teatro, ma eri circondata da tutte quelle persone… Una parte di me temeva vederti andar via mano nella mano con Sakurakoji, o con chiunque altro, ma tu ti sei allontanata da sola e ti ho seguita, proprio fino ad adesso-
- Non mi sono accorta di niente…- ed era la verità!
- In questo non è cresciuta. E’ pericoloso andare in giro di notte tutta sola…-
- Ma io non ero sola, c’era lei a farmi compagnia…-
- Allora… Non c’è nessuno nel tuo cuore?- Maya quasi rise per come gliel’aveva detto.
- Oh, si che c’è qualcuno…-
- Davvero?- Masumi si rabbuiò per un istante e fece per alzarsi, ma lei lo bloccò in tempo – c’è sempre stato lei nel mio cuore e nessuno potrà mai spodestarla-
- Oh, Maya… Quanto mi sei mancata… Ti amo così tanto che potrei impazzire- confessò senza più riuscire a controllarsi.
Masumi le sollevò il volto ed adesso entrambi poterono vedere tutta l’emozione che traboccava dagli angoli degli occhi. Il loro pianto era silenzioso, ma il battito del cuore echeggiava con lo stesso volume del rullo dei tamburi. E semplicemente, fecero ciò che avrebbero voluto fare dal primo istante in cui si erano rivisti. Avvicinarono i volti con una calma estenuante, ma quando le labbra si sfiorarono, fu come se nel cielo le stelle stessero esplodendo dalla felicità.
Il contatto fu dolce, le labbra si sfioravano piano, facendo percepire all’altro quanto morbido fosse quel tocco tanto sognato. E piano le labbra si schiusero, permettendo di esplorarsi nelle zone più calde e sconosciute. E le mani si incontrarono a metà strada, bisognose di stringersi e rendere ancora più reali quelle magiche emozioni, poi si separarono, avevano bisogno di continuare quella meravigliosa avventura nel corpo dell’altro, come a verificare che le vecchie immagini di loro corrispondessero alla realtà.
- Sei diventata ancora più bella - le sussurrò Masumi soffiandole piano ad un orecchio in un attimo di pausa per riprendere fiato – mi sorprende saperti ancora single, immagino avrai una lunga fila di spasimanti…-
Maya divenne rossa come un pomodoro a quelle affermazioni, o forse era l’avere il fiato di lui così vicino al collo a procurarle quel forte tremito interiore.
- In realtà, ecco… Io non saprei…-
- Ho capito, non ti accorgi di nulla nemmeno in quel caso. Ma davvero sei ancora così sbadata?-
- Signor Hayami! Non le permetto di parlare a questo modo…-
Masumi rise di cuore, come da tempo non faceva, tanto che si sorprese di esser ancora capace di ridere di cuore.
- Scusami, non era mia intenzione offenderti- le alzò il viso con dolcezza e tornò a sfiorare le labbra dolci che sapevano di pesca – E comunque, è ora che inizi a chiamarmi per nome. Sembra proprio che siamo ad un livello di intimità appropriato per concedermi questo privilegio, non credi?-
Ma Maya era come in trance.
- Oh Masumi… Io ti amo così tanto…-
Ripresero a baciarsi quasi con foga. Maya si alzò appena e si sedette sulle gambe di Masumi, che di rimando la stinse ancora più forte. Capirono di star perdendo il controllo nell’attimo in cui si ritrovarono entrambi privi di cappotto.
- Direi che forse è meglio se andiamo…- riuscì a dire Masumi, non sapendo nemmeno lui dove trovò la forza di fermarsi.
- Si… Hai ragione-
Masumi la aiutò ad alzarsi ed iniziarono a passeggiare per la città teneramente abbracciati.
A Maya Firenze parve ancora più bella, ma soprattutto era splendido avere Masumi accanto a sé e parlare di quei lunghi tre anni ridendo su quanto stupidi fossero stati a non aprirsi prima a quei magnifici sentimenti.
E chiacchierando, l’ora si fece tarda.

- Eccoci qui…-
Arrestarono il passo quando si trovarono davanti all’albergo di Maya.
- Direi che è ora di salutarci…- disse Masumi stringendola ancora un po’ a sé.
- E’ già ora?-
- Direi proprio di si, ma stai tranquilla, domani mattina ti vengo a prendere, così visitiamo insieme questa splendida città… O hai altri impegni?-
- No, ma…- Maya divenne praticamente bordeaux.
- Ma cosa?- insistette Masumi, non capendo cosa avesse così all’improvviso – Cosa c’è? Parlami…-
Le sollevò il viso e potè notare le sfumature rossastre che le tingevano il viso.
- Io… A me… Ecco, in realtà…- prese un lungo respiro – tiandrebbedisalireconme?- disse tutto d’un fiato.
- Cosa?- Voleva ridere, ma non gli sembrava educato.
- Intendo, ti andrebbe di salire con me?-
- Maya, io… Non posso salire- come faceva a spiegarsi senza scioccarla o diventare volgare? – capiscimi, non ci vediamo da tre anni, il tuo corpo è cambiato, sei splendida ed io non so se riuscirei a controllarmi-
- Ma non è mia intensione trattenerti- l’attimo dopo che lo disse se ne pentì. Divenne ancora più rossa – cioè, intendo che a me sta bene. Io ti amo, Masumi e voglio stare con te…-
Masumi la guardò negli occhi ancora un po’ e potè leggervi tutto il desiderio che teneva rinchiuso in sé. Era proprio cresciuta.
- Allora va bene, salgo con te…-

Quello che accadde dopo è facile intuirlo.
Si amarono con dolcezza e passione, con sentimento e trasporto, godendosi ogni istante come se fosse l’ultimo, anche se entrambi sapevano che non era la fine, ma solo l’inizio di una vita da trascorrere insieme.
Saggiarsi era come tornare ad assaporare i gusti dopo un lungo periodo di digiuno, era la stessa sensazione che si prova quando dopo un lungo periodo di malattia si ritrova l’appetito.
Ma non era solo questo.
Dopo una malattia si torna a sorridere, si torna a percepire l’immensità del mondo e del creato. Si gioisce nel vedere gli splendidi colori dell’alba riflessi nei tetti di Firenze e nella cupola del Brunelleschi, ma soprattutto, i colori del corpo nudo di chi si ama, nelle pupille che risplendono di una strana luce, che sa di gioia, serenità e completezza.
Ed il rifare l’amore appena svegli, è il darsi il buongiorno nel modo giusto: promettere al sole che non lo deluderà e che a prescindere da tutto, la giornata sarà pronta a regalare nuove emozioni da vivere in due.
- Ti amo…- tornarono a sussurrarsi guardando l’alba dal balcone, teneramente avvolti nello stesso lenzuolo, ancora impregnato dei loro odori.

- Hai intensione di tornare in Giappone?- chiese Maya con un filo di voce. Non poteva negarsi la paura della risposta.
- Si, sono pronto a tornare, ma…-
- Ma?-
La fece voltare dolcemente per stringerla in un caldo abbraccio, poi depositò un bacio sulla nuca.
- Avevo pensato che alla fine della tournèe potevo portarti in giro per l’Italia per un mese o due. L’Italia è piena di città che vale la pena di visitare. E poi voglio portarti a vedere l’Etna, ti piacerà sicuramente-
- Si! Mi piacerebbe tantissimo! Grazie Masumi!- balzò in avanti per poterlo baciare, ma questo li fece indietreggiare ed a Masumi scappò la presa dal lenzuolo. Riuscì ad afferrarne un lembo appena in tempo.
- Cortesemente, la prossima volta fai più attenzione, per poco non davamo spettacolo…- coprì bene i copri di entrambi e tornarono dentro.
- Scusami, è stato più forte di me…-
- Immagino dovrò abituarmi a questi continui incidenti di percorso…-
Maya strattonò il lenzuolo per liberarsi e lo fissò incrociando le braccia al petto.
- E tu cortesemente la smetti di considerarmi ancora una ragazzina? Se non te ne fossi accorto, ti avviso che sono cresciuta!-
Masumi la osservò dalla cima dei capelli alla punta dei piedi, era meravigliosa.
- Come posso non essermi accorto che sei cresciuta? Sei diventata una splendida donna, la mia donna…- si avvicinò a lei, abbandonando il lenzuolo in un angolo della stanza – voglio solo assicurarmi di non doverti munire di spray al peperoncino per farti camminare da sola per strada, fai attenzione, è proprio perché non sei più una ragazzina che mi preoccupo-
- Masumi…-
- Ti amo e sei solo mia…- Maya rise per quel senso di possesso che non credeva possedesse, ma non disse nulla.
- Ti amo anch’io e ti prego, qualunque battaglia ci sia da affrontare, rendimi partecipe, non lasciarmi fare tutta da sola-
- Mi è già bastato perderti una volta, non sono disposto a rischiare una seconda volta…-
E suggellò quella promessa con un bacio profondo, con l’intera Firenze a testimoniare per loro.


FINE

Ecco la canzone

http://youtu.be/Nym1P-BO_ws

Grazie per aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate, gradisco taaantooo taaantooo le recensioni. Prendetemi anche a colpi di pomodori, non so... Scherzo XD
Alla prossima!!!
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: ButterflySeven