Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: _Vassilissa    24/05/2014    2 recensioni
- Primo, secondo, terzo e quarto capitolo ampliati -
Questo racconto non lo troverete nei libri di storia. È nascosto tra pagine di diario, intrappolato nella poesia e nel cuore di una donna che ha vissuto l'archetipo della storia d'amore.
Prima di Franz, prima del suo regno, c'era Riccardo.
" La sua educazione è più morbida, sono incapaci di contenerla e lei continua a sognare.
Il padre non la ferma, sembra quasi divertito da quanto lei gli assomigli, e non solo per i grandi occhi a mandorla.
È insofferente, alcuni osano dire selvaggia. Ma sebbene Ludovica ami i suoi figli non è lei di cui si interessa. Le troverà probabilmente un marito a tempo debito, un qualche duca o altro che potrà sopportare una moglie irruenta senza troppe difficoltà. La sua pupilla è la bella Nenè. È già graziosa nonostante non sia ancora sbocciata, fin troppo per sprecarla e non essere usata per ottenere quel futuro che Ludovica stessa aveva desiderato.
La moglie del duca Max non è sola, la sorella Sofia è da tempo insediata a corte aspettando di essere proclamata Imperatrice. Si scambiano lettere, scendono a patti per creare la donna perfetta che sposerà suo figlio.
Nenè è ambiziosa,
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA DAMA INSOFFERENTE
                                             di Vassilissa

 



                                                                                   

 
La sorte è decisa,  
ahi! Riccardo non è più.  
Le campane suonano a morto...  
Oh, abbi pietà, Signore!  
Si affaccia alla sua finestrella
a fanciulla dai riccioli biondi.  
Persino gli spettri si commuovono  
all'angoscia del suo cuore..
               Elisabetta di Baviera

                   
                                                                   


                                                               
 


        
 Il castello di Passehofen viene spesso e ingiustamente definito una grande casa di campagna. Alcuni osano anche dire che è un complesso sfacciato a sud della riva occidentale del lago Starnerb, a sud di Monaco di Baviera.
L’edera ha vinto ormai la battaglia contro al bianco splendente dei muri che per trecento anni avevano cercato di resistere ai rampicanti. Non che a Elisabetta dispiacesse quella piccola vittoria della natura sull’artificiale. Anzi le concede quell’aria romantica che alla quarta figlia del duca Massimiliano piace tanto e che fa a pugni con le torri quadrate che ne appesantiscono la struttura.
Anche lei, come il padre, si finge artista. Da quando è bambina intrappola le sue avventure e i sogni in un quadernetto dalla copertina di velluto, nascosto sotto le assi del pavimento della sua stanza.Vi sono racchiuse tutte le sue fantasie, i sogni amorosi e le fiabe che la vedono protagonista.
Si ritrae come una principessa guerriera, indomabile e libera al galoppo del cavallo regalatele dal padre, affettuosamente chiamato “Max”.Un padre assente, scrittore-per essere gentili-che si circonda di poeti per coltivare la sua illusione. Lui viaggia spesso. Torna a casa dalla moglie Ludovica solo di rado e solo per raccontare ai figli le sue avventure esotiche che Elisabetta ascolta estasiata sulle sue ginocchia. La sera, dopo quei racconti, sogna di essere accanto al padre e viverli in prima persona alimentando così quella sfrenata fantasia che l’educazione da “campagnola” ha lasciato a briglie sciolte.
Il matrimonio tra Ludovica e Max è solo di convenienza, nemmeno molto fortunato visto che Ludovica è l’unica delle sorelle a non essere legata ad un principe. Elisabetta è regina di Prussia, Maria di Sassonia, Sofia aveva sposato l’erede al trono Austriaco. Persino le sue sorellastre Amalia e Carolina avevano avuto matrimoni più vantaggiosi. La prima vantava di essere la sposa del Viceré* d’Italia, la seconda di essere la sposa dell’Imperatore Francesco I. A lei invece era toccato Massimiliano, un semplice duca dai modi irriverenti.
Le sue sorelle vivono beatamente nelle loro case  e lei rimane insoddisfatta in campagna a sfornare figli. Nove per la precisione, troppi per un aristocratica. La sua vita viene scandita tra parti, estati a Passenhofen e gli inverni passati nel palazzo Ludwigstrasse.
Sono una famiglia atipica nel panorama nobiliare, stravagante quanto il suo capofamiglia.
Passenhofen piace ai suoi figli, più di Monaco, soprattutto a quella bambina paffuta nemmeno eguagliabile alla bella sorella Elena. Certo, è più solare e simpatica ma queste caratteristiche non valgono quanto un bel viso.
Ha tre anni in più, Nenè, si lascia trasportare da Sissi in quei comportamenti indisciplinati che tanto fanno arrossire le governanti, che non sanno più come trattenere le due bambine. Soprattutto Sissi per cui tutte hanno un debole. Come dire di no ai suoi grandi occhi scuri?
 La sua educazione è più morbida, sono incapaci di contenerla e lei continua a sognare.
Il padre non la ferma, sembra quasi divertito da quanto lei gli assomigli, e non solo per i grandi occhi a mandorla.
È insofferente, alcuni osano dire selvaggia. Ma sebbene Ludovica ami i suoi figli non è lei di cui si interessa. Le troverà probabilmente un marito a tempo debito, un qualche duca o altro che potrà sopportare una moglie irruenta senza troppe difficoltà. La sua pupilla è la bella Nenè. È già graziosa nonostante non sia ancora sbocciata, fin troppo per sprecarla e non essere usata per ottenere quel futuro che Ludovica stessa aveva desiderato.
La moglie del duca Max non è sola, la sorella Sofia è da tempo insediata a corte aspettando di essere proclamata Imperatrice. Si scambiano lettere, scendono a patti per creare la donna perfetta che sposerà suo figlio.
Nenè è ambiziosa, bella, dotata di carattere e di certo non si smarrisce in sogni ad occhi aperti come Sissi. Sembra la zia Sofia ed è pronta a seguire i suoi stessi passi.
Nenè non vuole l’amore ma il potere.
Sissi desidera un principe, quelli delle fiabe.

*Per chi non lo sapesse si trattava di Eugenio di Beuharnais
 
 
Gli anni scorrono in fretta, la vita sembra così breve tra risa e corse nei campi. Un anno Elisabetta è una bambina paffuta e l’anno dopo una ragazza armoniosa con i capelli fino alle ginocchia. È diventata più graziosa ma anche più indomabile. È cresciuta nel corpo ma non nello spirito, vive ancora come se stesse giocando e non pensa al futuro. Il suo è un eterno presente fatto di favole, sogni e giochi. In fondo aveva vissuto la sua infanzia gomito a gomito con i ragazzini del paese, correndo e ridendo sguaiatamente ma protetta dal suo rango.
Elena invece non gioca, è fin troppo impegnata con la madre.
Elisabetta ne sente la mancanza, non condivide più nulla con la sorella più grande e preferisce intrattenersi con i ragazzini di rango inferiore.
Con il tallone sprona il cavallo al galoppo, ama sentire i capelli cercare di liberarsi dalla lunga treccia impreziosita con fiori di campo. È il massimo che le serve riescono a fare, l’unica cosa che permette loro di fare senza gridare come qualsiasi ragazzina viziata. Sissi detesta la compostezza e se fosse per lei li lascerebbe in preda alle atmosfere.
Sta ridendo ora, è uno dei suoi sprazzi di allegria che spesso si riducono in pianti isterici.
Riccardo ride con lei, Sissi è simpatica e non sembra affatto una nobile. Si sporca, non si indispettisce se non le dà del lei quando sono soli a cavalcare nei prati.
Riccardo è un conte, giovane come la stessa Elisabetta. Non si può definire ancora un uomo eppure è più alto della sua compagna di giochi e il suo fisico non è più quello di un bambino. È in quella fase a metà tra l’essere grande e il non esserlo.
Giocano insieme fin da quando sono bambini e lei a volte gli aveva confessato i suoi sogni.
Uno solo però l’aveva colpito al cuore, l’unico a cui mancava il classico principe azzurro delle favole che voleva accanto. L’uomo per una volta era  un povero di cui una principessa si innamorava. Una storia così vivida, Sissi la descriveva con così tanti dettagli da far sbocciare in lui un certo pensiero che per anni cercò di far appassire.
“E se fosse lui il povero e lei la principessa? “ Se lo chiede spesso mentre con gli occhi cerulei le lancia occhiate fugaci decise a imprimere nella sua mente tutti i dettagli possibili: dal leggero riflesso rossiccio che può notare in contro luce in estate, al suo grattarsi il polso ogni qual volta è agitata o in attesa. Gli piacciono quelle cose, le ricordano che è umana.
Lei lo prende spesso in giro, soprattutto quando vince quelle gare prive di regole il cui unico scopo è arrivare prima dal “caro Possi”* per controllare che il duca Max fosse tornato da uno dei suoi lunghi viaggi.
Riccardo ama quando il duca torna a casa. Ludovica non lo invita mai tra le mura domestiche mentre lui sì. Anche il giovane scudiero gode dell’esuberanza di quell’uomo proprio come la sua amata Elisabetta. Deve ammettere che a volte la rabbia scoppia nel suo petto, lo rende alle volte lunatico tanto che lascia prima del dovuto il castello. È un po’ geloso, quando il duca torna a casa, lei non lo degna nemmeno di uno sguardo. È tutta intenta ad abbeverarsi delle parole del padre e ridere dei suoi episodi esuberanti.
Seduta sulla sua sedia, con il volto tra le mani, lo guarda con gli occhi sgranati per la meraviglia e le guance leggermente arrossate. Solo Dio sa cosa sacrificherebbe Riccardo per vedere quello sguardo su di sé, si accontenterebbe  anche di un suo riflesso ma a lui non è stato dato il dono di una lingua capace di ricreare atmosfere tanto suggestive da incantare. Non è bravo con le parole, forse un po’ troppo impacciato quando c’è lei di mezzo. Ha visto molti uomini sedurre, le vie di Passehofen sono piene di innamorati eppure lo trova così difficile. Lei è sfuggente, difficile sapere cosa le passa per la testa. È frustrante per Riccardo, come fare a sapere di avere qualche speranza se lei le parla solo di fantasie?
Ludovica e Elena raramente scendono al primo piano per salutare il duca se non al suo ritorno. Per il resto lo ignorano e Elisabetta ne è felice. Se la madre è di Nenè, il padre è tutto suo.
Ora il suo sguardo è totalmente diverso, concentrato in quello che sta facendo mentre il sudore le fa brillare la pelle. Come quando scrive e corruga la fronte.
Riccardo dice qualcosa ma lei non lo sente. Sta andando sempre più lontana, il cavallo corre più veloce e il vento le schiaffeggia il viso più prepotentemente.
Elisabetta si sente libera, le sembra di volare. Lo vorrebbe fare davvero, volare. Una volta l’aveva quasi fatto. Dopo aver pianto si era sporta dalla finestra e aveva pensato “Riuscirò mai a prendere il volo? “. Era pronta a saltare, pronta  a seguire quegli uccellino che si facevano beffe di lei che era costretta alla terra. Volavano vicino alla finestra, cinguettavano svegliandola presto e le ricordavano ogni singolo giorno che lei non aveva le ali. Nell’istante in cui stava per portare una gamba verso il vuoto, vide il duca Max vestito da re Artù accompagnato da tredici uomini a mo’ di cavalieri. Lei aveva ridacchiato dimenticandosi delle presunte beffe. Si era ritratta ed era corsa giù dalle scale per saltare al collo del padre e stringerlo forte.
Lui aveva recitato quel giorno la sua parte, l’aveva chiamata Ginevra e accolta in quel piccolo teatrino errante. Era stata una delle poche volte che Elena era scesa con loro. Era rimasta imperturbabile sulla sedia con le mani in grembo, come se fosse una prova, mentre Elisabetta giocava. Prova che aveva egregiamente superato e che aveva mostrato a Ludovica che aveva la tempra giusta per sopportare qualsiasi marito.
Nenè l’aveva guardata come se fosse di rango inferiore, una semplice contadinotta poco raffinata che per qualche motivo in quel momento era una regina.
Non sorrideva, Nenè non sapeva più sorridere.
Scuote il capo Sissi, vuole liberarsi di quel pensiero. Non vuole più avvicinarsi a Nenè, lei non è più interessata alla sorella o almeno fa finta di non esserlo. Elena sogna di essere imperatrice, che sciocchezze! Troppe pressioni, troppe regole.
Sissi non lo sopporterebbe, pensa “ come è noiosa la vita di mia sorella con tutte quelle sue scartoffie e modi da seguire!”. Preferisce di gran lunga la sua giovinezza: gioiosa. Come darle torto? Lei era stata fortunata a non avere in sé il seme di una bellezza rara, capace di solito di garantire un trono e una fortuna.
« Ho vinto! » Esclama fermando il cavallo dal manto cioccolato. Il caro Poffi è ormai davanti a lei in tutta la sua bellezza mentre si morde il labbro chiedendosi se suo padre quel giorno verrà. Non lo vedeva da almeno un mese e cominciava a mancarle l’unica presenza adulta che capiva i moti del suo cuore e l’accompagnava in passeggiate in riva al lago.
Riccardo arriva subito dopo, ha il fiatone a forza di starle dietro. Si chiede come faccia ad avere tutta quella forza, dopo un corsa del genere a lui fa male la schiena per le troppe botte. Sissi sembra invece fresca come una rosa, pronta ad altre corse o ad azzuffarsi con i fratelli.
« Non avevi detto che era una gara » Bonficchia come difesa il giovane conte prima che lei risponda con una risata che alle sue orecchie sembra cristallina. In verità non è nulla di speciale, anzi si conclude con quello che potrebbe passare per un grugnito ma per Riccardo ogni cosa che riguardi Sissi è incredibile e perfetto. Se fosse un poeta scriverebbe di lei, se fosse uno scrittore la dipingerebbe come una Venere ma non è nell’uno ne l’altro quindi rimane nell’ombra cantandone le lodi solo nella sua testa.
Lui scende da cavallo, uno dei tanti che Sissi gli presta, e si avvicina alla ragazza. L’aiuta a scendere, azzarda uno sfiorar di mani. Lei arrossisce, colta da una palpitazione nuova sotto al seno leggermente accennato. Quel rossore spinge Riccardo a gonfiare il petto, eccolo il riflesso dell’amore che vede riversato sul padre finalmente dedicato a lui! Uno dei suoi desideri si è finalmente avverato, quasi avesse visto una cometa spezzare l'oscurità della notte precedente.
Lei distoglie lo sguardo, timida per la prima volta e lui non riesce a non stiracchiare le labbra in un sorriso che mostra al mondo la vera felicità. La porta a terra, è così immobile che non sembra quasi lei ma ricorda la sorella maggiore. Impacciata, come è impacciato lui che tiene ora lo sguardo basso per non tradire il suo cuore. È quasi tentato di schiarirsi la voce, di scacciare così il rossore e magari di darsi un pizzicotto per assicurarsi che fosse vero e non uno dei tanti sogni da cui si sveglia con un sospiro affranto. Le offre il braccio, lei si lega ad esso senza smettere di guardare l’erba. Non l’aveva mai vista così ammutolita se non quando il padre raccontava. Per l’ennesima volta Riccardo vuole sapere cosa le passa per la testa e per l’ennesima volta non chiede.
Nulla, la testa di Elisabetta per la prima volta è vuota. Sta solo ascoltando il suo cuore che ha preso il ritmo di un tamburo da guerra. Lo stesso ritmo che governa da mesi quello di Riccardo. Per lui era bastato un non nulla per far scattare l’amore, le era bastato vederla trasformare in ragazza e i suoi occhi aveva convocato Amore.
Forse i giochi sono finiti, forse Sissi deve cominciare a far cadere i suoi modi infantili e dare del lei al suo Riccardo.
 

 


*Nome affettuoso che avevano dato al castello.  



                                                                                                                                                                                     
                                                                                                                         


 


 

  • Note: Eccoci qui, capitolo riscritto e allungato. Rileggendola mi sono accorta che non coinvolgeva abbastanza, spero che adesso piaccia di più visto che ci tengo molto a questa storia. Se ve lo state chiedendo...sì, sono incapace di scrivere le note. Spero la lettura sia piacevole, grazie per tutti quelli che lasceranno anche solo un piccolo pensiero. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: _Vassilissa