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Autore: onmelancholyhill    27/05/2014    0 recensioni
Ogni tanto, per un capriccio del tempo o per volontà dello stesso Dottore, capita che linee temporali che ormai si erano allontanate si avvicinino per sfiorarsi, ancora una volta.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 9
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Doctor Who - Incontri'
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Questa volta il Dottore non si fidò a lasciare un semplice filtro di percezione sul TARDIS. Casablanca nel 1942 non era il posto migliore per lasciare una cabina della polizia londinese. Nonostante fossero molto a sud, l’arrivo imminente dell’inverno gli permetteva di tenere addosso il maglione ed il giubbotto di pelle, entrambi neri. Doveva essere cauto anche nell’uso del cacciavite. Gli serviva per seguire la traccia che lo aveva portato fin lì, ma l’arrivo degli americani contribuiva a tenere la città in uno stato di costante allerta. Non aveva mai apprezzato quel clima bellico. La Guerra Temporale era finita da troppo poco tempo perché potesse sopportare di trovarsi in mezzo a dei soldati. La Seconda Guerra Mondiale era l’ultimo momento temporale di quel pianeta in cui avrebbe voluto trovarsi.

 

Ma era stato il TARDIS a portarlo lì, seguendo la traccia che avevano trovato. L’astronave della Regina delle Sei Galassie era stata attaccata mentre era ospite a bordo. I ladri avevano rubato un prezioso smeraldo ed erano fuggiti attraverso un salto temporale di emergenza. Solo la grande amicizia che provava per la Regina lo avevano spinto ad accettare quella caccia al ladro. Quella, e la speranza di distrarsi un po’. La Guerra Temporale era ancora un ricordo troppo vivido per lui. Ciò che aveva dovuto fare lo avrebbe perseguitato per sempre.

Non aveva idea dell’aspetto che potevano avere i ladri. Entrò in un piccolo bazar e si mise a sedere in un angolo, sperando di non dare nell’occhio. La città era un fermento dopo l’arrivo dei soldati americani. Erano ovunque, giovani e vecchi, e il Dottore sapeva che molti di loro sarebbero morti presto. L’Operazione Torch non sarebbe partita col piede giusto e in molti avrebbero trovato la morte nella calda sabbia africana. 

Per tre volte in tutto il pomeriggio si sentì non osservato e riuscì ad eseguire una scansione decente della zona con il cacciavite, ma non ottenne praticamente nulla. Quando lo ripose nella tasca interna della giacca per la terza volta, aveva ormai in mente di alzarsi ed andarsene, quando un uomo si sedette al suo tavolo. Era un soldato USA e portava la scritta “Adams” sulla giacca verde militare. 
-Finalmente qualcuno della mia età!,- esclamò il soldato. -Sembra che in tutto il mio plotone non ci sia nessuno che non sia un ragazzino. Mi sento in colpa per questi ragazzi. Non hanno capito che siamo carne da macello e non gli eroici salvatori dell’Europa. Licenziamenti in tronco, ecco cosa dovrebbero fare ai loro professori di liceo. Riempirgli la testa con queste idiozie! Probabilmente Eisenhower si crede il nuovo Giulio Cesare!
-Immagino abbia ragione,- rispose il Dottore affabile. -Se vuole scusarmi, me ne stavo andando.
Come fece per alzarsi il soldato Adams si alzò con lui.
-La prego, rimanga a bere qualcosa con me. Non riesco a stare con quei ragazzini, e dio solo sa quanto ho bisogno di bere qualcosa.

Si sedettero insieme.

 

-Ero troppo piccolo per la Grande Guerra, mi sono salvato. Non pensavo ce ne fosse un altra ad aspettarmi.
Il Dottore sorrise. -Nessuno se lo aspetta mai. E nessuno se lo merita, alla fine.
-Ho una famiglia, a casa…spero di riuscire a tornare da loro. Dicono che qui in Africa sarà facile, ma l’Europa è tutta occupata…per quanto potrà reggere ancora l’Inghilterra?
-Oh, quegli inglesi non cedono facilmente.
-No, gli inglesi sono gente tosta! Ne ho conosciuto uno, una volta. Beh, erano due in realtà, un uomo ed una donna. Avevano l’accento di lì. Non credo che LUI fosse inglese, a dirla tutta. La donna credo di sì. Anyway. Se quei due erano un campione di inglesi, non credo mollerebbero molto facilmente!
Il Dottore sorrise ancora. Non stava prestando molta attenzione a quello che diceva il soldato. Pensava che sarebbe dovuto tornare al TARDIS per fare uno scanning più accurato da lì.
-In confronto a quelli, i nazisti non mi fanno paura. Se ripenso a come quell’uomo li ha affrontati, quei mostri…non mi ricordo il nome, avevano nomi strani, ed erano tutti metallici…

 

Il Dottore sussultò e riportò la sua attenzione sul ragazzo.
-Ero un ragazzo, se ci ripenso…ma se il Dottore li ha affrontati così, posso affrontare qualche soldato tedesco anche io! E fare il mio dovere.
-Chi?
-Il Dottore. Non mi ha detto il suo nome, non lo ha detto a nessuno. Anche la ragazza che lo accompagnava lo chiamava così. Solo “Il Dottore”. Non mi ricordo il nome della ragazza però. Qualcosa per “M”…
-Okay, okay, basta così. Non dirmi di più. E’ pericoloso. Molto pericoloso. Una parola fuori posto potrebbe provocare danni gravissimi. Ora ascoltami molto bene…qual è il tuo nome?
-Frank, signore. Frank Adams dal Tennessee.
-Molto bene Frank. Diciamo che mi sei simpatico. Perciò ascoltami. La guerra qui in Africa, non sarà come ve la dipingono. Sarà dura, Frank. Molti di voi moriranno. Migliaia di voi. Sarà un battesimo del sangue per gli Stati Uniti. Perciò, accetta un consiglio da chi è saggio. Non abbassare la guardia. Mai. Non sottovalutarli. Una delle poche cose in tuo potere per non morire è stare sempre in guardia. Sempre.

Frank ora guardava l’uomo con attenzione e curiosità. Sembrava anche spaventato.
-Ma tu chi sei?
-Non ha importanza ora. Ricorda le mie parole, Frank. Voglio che torni sano e salvo dalla tua famiglia, chiaro?
-Signorsì, signore. Lo farò!
Frank si alzò in piedi e fece il saluto militare.
-Oh, non farmi il saluto, per favore. E adesso dimmi una cosa.
Frank si sedette di nuovo.
-E’ piuttosto imbarazzante e fuori luogo, credo.
Si sporse sul tavolo.

-Com’era messo ad orecchie quel Dottore? Erano più piccole…insomma, delle mie?

   
 
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