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Autore: Nocturnia    01/06/2014    4 recensioni
Starling City sta morendo.
Puoi sentirla sciogliersi sotto i tuoi piedi, divorata da vermi invisibili e lingue di fuoco voraci come cani rabbiosi.
Non vuole rialzarsi Starling City, perché dalle sue sorelle non ha mai appreso la lezione più importante - non aveva voluto dare ascolto e ora ne pagava tutto il prezzo.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Malcolm Marlyn, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Oliver Queen, Roy Harper, Slade Wilson e tutti gli altri personaggi appartengono a George Papp e Mort Weisinger, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Crepita, la vita, brucia istanti feroci e negli occhi di chi passa anche solo a venti metri da lì non è che un'immagine come un'altra, senza suono e senza storia."

- Alessandro Baricco -


Cadere


Non la senti piangere, Oliver?

Aiutami.

Non la senti supplicare?

Ti prego, aiutami.


Nyssa ti supera di qualche passo e scocca la sua freccia, scivolando tra gli uomini di Slade come ombra e sangue.
Non ha pietà la figlia di al Ghul e risponde a una legge più antica dell'onore - occhio per occhio avrebbe detto Ra's, mentore e rivale di un'altra leggenda e un altro simbolo.
"La tua città brucia."
"Lo vedo."
"Wilson ha vinto a causa della tua reticenza."
"Non sono ancora caduto, figlia del demone."
Nyssa non si volta neppure, piantando la freccia nel collo dell'uomo alle sue spalle e regalandoti un sorriso bellissimo e predatorio - da serpente.
"Oh, lo sei invece, Oliver Queen. Solo che non lo sai ancora."
"Noi Queen siamo duri a morire."
Nyssa ride, scostandosi il cappuccio ed esaminando i pochi mercenari rimasti.
Ti abbassi, calibrando il colpo e scoccando - un sibilo che si perde in quella notte di cenere e rimpianti.
"Solo un altro uomo ha avuto l'ardire di rispondere così a mio padre." replica poi Nyssa, un pugnale in mano e l'oscurità nello sguardo "Solo uno."
"Deve essere uno intelligente, allora." ribatti a mezza bocca, troppo impegnato e far crollare l'ennesimo sicario di Slade "Come si chiama?"
Il silenzio di Nyssa è più eloquente di ogni altra parola.

Malcolm fissa Thea e vede acciaio e furia.
"Sei proprio mia figlia."
Ha un guizzo Thea, un sussulto involontario, poi torna immobile, occhi così azzurri da ricordare il cielo primaverile di Starling City.
"Non suona proprio come un complimento detto dal mio padre psicopatico e criminale, nonché assassino di massa."
Malcolm sorride, perché dietro quella pelle sottile e quelle ossa fragili si nasconde una creatura che possiede tutta la sua dolente rabbia, un mostro che le menzogne hanno costruito pezzo per pezzo.
"Mi hai appena sparato: buon sangue non mente. Tommy non ne ha mai avuto il coraggio."
"Sei un folle."
"Sono tuo padre; e sono qui per offrirti la verità."
Thea si ferma e ascolta.


Non la senti gemere, Oliver?

Sto bruciando.

Non senti il suo disperato richiamo d'aiuto?

Fa male.

Non senti?


Amanda Waller non è una donna facile, anzi: a essere gentili potrebbe passare per una stronza, a dire la verità una stronza senza scrupoli e senza cuore.
Ma è il mio dovere si ripete ogni mattina, quando avanza per i corridoi dell'A.R.G.U.S e conta le celle vuote e quelle piene, soldati e criminali.
È mio dovere difendere questo paese. È mio dovere evitare problemi maggiori. È mio dovere...
Amanda storna lo sguardo e fissa l'occhio cieco di Deadshot, una sfera rossastra e luminosa.
"Sei venuto a sfidare la morte, Lawton?"
"No." e il braccio si alza, prendendo la mira "Sono venuto per partecipare alla festa."
Il drone continua il suo percorso, imperturbabile.

Mastichi fatica e la gamba ti fa un male cane, un grumo di tendini infiammati e muscoli contratti.
"Hanno preso Laurel."
"La città viene prima."
"È mia figlia." ribatte Lance, scuotendo la testa in un gesto frustrato e rabbioso "Devi fare un'eccezione: alcuni uomini non meritano di vivere."
E allora dove sarebbe la differenza pensi, prima di gettarti dalla finestra e rotolare tra i calcinacci e le fiamme Dove, se non nel peso che diamo alla vita?
Poi Starling City grida e tutto perde un senso.


Perché non mi ascolti?

Sto cadendo.

Perché non mi salvi?

Non è forse questo che fanno gli eroi, Oliver?

Perché non sei arrivato prima?

Già, perché?


Starling City sta morendo.
Puoi sentirla sciogliersi sotto i tuoi piedi, divorata da vermi invisibili e lingue di fuoco voraci come cani rabbiosi.
Non vuole rialzarsi Starling City, perché dalle sue sorelle non ha mai appreso la lezione più importante - non aveva voluto dare ascolto e ora ne paga tutto il prezzo.
Fidati di chi ti ama aveva mormorato Metropolis fidati di chi ti ha cuore, perché sarà la tua spada e il tuo scudo.
Aveva sbagliato.
Come una sciocca ragazzina - una viziata illusione - ti aveva tolto tutto e ora era ad altri che dovevi chiedere in prestito il coraggio e la forza, un misero e sfilacciato filo in balia del vento.
Sei sola era stata invece la spietata considerazione di Gotham Sei sola e solo dalle tue cicatrici potrai imparare. La bellezza non è nella perfezione, ma in strade che porti sulla pelle e nell'animo: le incisioni delle tue scelte.
E si era rifiutata di darle retta Starling City, privandoti della luce e ignorando l'oscurità, lasciandoti in un limbo incerto e crepuscolare.
"Ne usciremo." mormori alla notte "Ce la faremo. Slade non vincerà. "
La sua stretta ha la stessa consistenza della speranza.


Mi hai sentito.

Aiutami.

Allora non è stato tutto vano.

Fermalo.

Ti prego.

Salvami.


Slade guarda la città e si scopre indifferente alla sua sorte.
Ne studia i profili sbeccati e le geometrie alterate, ma il vuoto è ancora tutto lì, nel petto, e brucia più di ogni altra cosa.
Shado gli percorre la linea delle spalle e le vertebre flessibili della schiena con la punta delle dita, sorridendogli.
"Ce l'abbiamo quasi fatta."
Wilson risponde a quel sorriso e abbraccia il nulla, spiato dallo sguardo consapevole di Laurel.
Alcune volte i fantasmi raccontano molto più dei vivi.

"Tu l'hai uccisa."
Anche senza il Mirakuro, Slade è un avversario temibile e sei sicuro ti abbia almeno incrinato due costole, per non parlare del dente che ti ha fatto sputare poco prima.
"L'hai lasciata morire."
Non lo neghi e pari il colpo successivo, riuscendo ad assestargli un pugno, a cui risponde con una testata.
"Sei un assassino."
La tua coscienza grida la stessa cosa.

Amanda ascolta la voce di Oliver e dubita - è il suo lavoro farlo, in fondo.
"L'armata di Slade è sotto controllo. Ho Wilson, ferma il drone."

E se...

"Amanda!" tuona Oliver "Ferma il drone, ORA."

E se...

La fiducia è decisamente sopravvalutata si ritrova a pensare, mentre abortisce l'intera operazione ma, in fondo, non può certo uccidere più velocemente di un proiettile.
Deadshot sorride senza alcuna allegria.

È finita la notte e osservi il drone dell'A.R.G.U.S sparire dall'orizzonte e tornare alla base, lasciando solo una striscia rossastra nel cielo.
Slade è un corpo sfiancato alle tue spalle, un uomo che ha amato con la stessa disperazione che si riserva agli ultimi istanti - quei momenti che racchiudono l'inizio e la fine.
"Eri come un fratello."
Tace Wilson e cade una sola lacrima dall'occhio cieco - quello che vede Shado, l'orbita cava che è l'obolo di un destino iniquo e crudele.
"Tu mi hai reso quello che sono."
"Sei solo un ragazzino." ribatte stancamente "Un debole." gracchia poi, muovendosi inquieto.
"Senza di te non sarei sopravvissuto. Senza di te, non avrei mai rivisto la mia famiglia e non sarei diventato Arrow. Grazie, Slade. Grazie di tutto."
L'altro occhio si riempie di lacrime che non cadranno mai.

Roy non ha parole da regalare a una notte che l'ha visto salvatore e vittima.
Stropiccia la lettera di Thea tra le mani e si impone di non piangere, perché per chi ha evitato la fine del mondo un addio non è nulla - eppure fa più male della contusione che ha sulla gamba.
La rilegge con l'ossessività di chi crede d'essersi lasciato sfuggire qualcosa, un punto di sospensione, una virgola, forse persino un tono che le parole non posso raccontare.

Se ne è andata. realizza poi Se ne è andata e non tornerà più.

La maschera che ha tra le dita sembra quasi rida di lui.

Thea non sa quale sarà il suo futuro.
Si è vestita di nero perché le piace - e perché non ha più colori da regalare al mondo.
Malcolm scopre i denti in un sorriso compiaciuto e Thea lo apprezza.
Lo apprezza perché non è falso, costruito.
Lo apprezza perché ha perso i lineamenti dell'uomo che ricordava, il profilo rassicurante dell'amico di famiglia e del padre premuroso.
L'ha visto combattere e rialzarsi con la determinazione dei guerrieri - un paradigma che aveva stracciato la sua ovattata realtà - e  nutrirsi di un sentimento abominevole per farne una spada, vendetta odio rancore.
"Hai fatto la scelta giusta."
"Vedremo."
Gli occhi di Malcolm promettono tutto - perché a volte la morte è solo un'illusione - e per adesso può bastare.

Respira piano Starling City, violata come mai era successo.
Ti siedi al suo fianco e osservi le numerose bruciature che la sfigurano, immaginando poi le cicatrici che la segneranno a vita.
Trema impercettibilmente e si raccoglie le vesti stracciate al petto, cercando un senso - , dove la sua arroganza di città dorata e intoccabile aveva fallito.
Metropolis è un sogno lontano e di Gotham rimangono solo suggestioni oscure e mostri grondanti veleno e biacca - la nausea oscena di un fiore troppo profumato e prossimo alla decomposizione.
L'alba è un filo più chiaro nel cielo e va schiarendosi una notte che sembrava non finire mai  - ma ogni incubo ha il suo risveglio, ti avrebbe detto Diggle.
Sospiri e raccogli un sorriso sulle labbra screpolate.
"Ce l'abbiamo fatta" mormori al silenzio "Questa volta non ti ho tradito. E nemmeno tu."
Starling City si offre al futuro con i tuoi stessi occhi. 
   
 
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