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Autore: kannuki    28/12/2004    7 recensioni
Maret fa la killer, è cinica e spietata, ha un loft segreto e un guardaroba da infarto. Una sera sente una pistola puntata alla schiena : Jesus 'il salvatore' Cox è stato ingaggiato per ammazzarla. Una proposta d'affari la salva dalla morte ma il suo spirito ribelle non si piega. Nuova identità, nuova vita nell' America del Sud, nuovo lavoro..ma volente o nolente, arriva il momento di farsi 'salvare'.. NOTA BENE : Il nome del protagonista non vuole essere blasfemo ..mi piaceva e basta! ...e non riesco a trovare una categoria corretta!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Maret si sentì afferrare e tirare in basso

La camera era silenziosa. Si udiva solo un leggero respiro e le lancette dell’orologio che scandivano incessanti le ore. Un lieve scricchiolio del letto.

Jesus la guardava dormire col volto rilassato…bellissima...è semplicemente fantastica, pensò accarezzandola con tenerezza.

Maret dormiva raggomitolata come un gattino, coperta soltanto da un leggero lenzuolo color pesca.

La temperatura del loft era torrida, i termosifoni sempre accesi. La sua proprietaria non badava certo a spese, considerato l’odio patologico per il freddo.

Jesus si accese una sigaretta, guardandola con la coda dell’occhio. La vedeva rigirarsi continuamente, mormorando qualcosa d’ indistinto.

Si sentiva esausto ma non aveva sonno, la guardò indeciso se svegliarla di nuovo. I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, una mano infilata sotto, le labbra socchiuse...quelle labbra.. si piegò verso di lei allontanando la sigaretta per non infastidirla e la baciò leggermente.

Maret mugolò qualcosa spostandosi un po’…dispettosa anche quando dorme!

Rise fra sé, restando ad osservarla ancora un po’…è così carina...beh, carina non è la parola adatta a lei! Cercò il giusto termine ma gliene venne in mente solo uno: psicopatica!

Si sollevò a sedere guardando la stanza con occhio critico. La prima volta non ci aveva fatto caso, ora ha tutto il tempo per impicciarsi un po’ della vita di Maret.

E’ arredata con molto buon gusto, ma è fredda. Sembra che l’abbia ammobiliata un architetto.. e non mi stupirebbe se fosse così!

Le foto sul casettone: Maret con la signora dall’aria gentile, la stessa foto che ha nel portafoglio.

Si domanda ancora se sia la madre...però non le assomiglia molto. Avrà preso dal padre, decide guadandola bene.

Un vaso con i fiori…incredibile, la strega ha il pollice verde! Pensa notando i boccioli piccoli e quasi del tutto dischiusi…che fiori le piaceranno?

Spenge il mozzicone nel portacenere e si alza, girovagando per la camera...chissà dove lo tiene l’arsenale, la matta!

Silenziosamente vaga per l’appartamento; nel salone principale sembra ci sia passato un uragano, i vestiti sono sparsi ovunque...quando ci sono finiti in camera da letto? Si domanda perplesso, raccogliendo i propri abiti…ce ne vorrà per trovare il bottone della camicia che gli ha fatto saltare!

Sorride divertito e scuote la testa...ne è decisamente valsa la pena!

La vestaglietta di seta di Maret...è rimasta sul divano.

Non si erano mossi da là per parecchio tempo, la prima volta. Jesus si sente fremere nuovamente, mentre la stringe sotto le dita.

Era stata un'odissea all’inizio…mai fatta più fatica con una donna. Ma dopotutto si trattava di Maret...niente è semplice con lei.

La stropicciò leggermente, risentendo il corpo della ragazza sotto le mani.

Non si fidava minimamente di lui. Dopo tutto quello che avevano passato, pensava ancora che potesse fregarla? Aggrottò la fronte, ripensando a quanto aveva cominciato ad agitarsi mentre le sfilava la lingerie e la accarezzava : tremava, non riusciva a fermarsi, aveva una paura del diavolo di cedere...di farsi toccare da lui.

L'aveva capito il suo problema: non si lasciava andare, non la voleva proprio buttare quella maschera perfetta che si era costruita. 

Aveva bisogno di vagonate d’affetto, parecchio affetto…non lasciava avvicinare nessuno.

E tutta quella resistenza.. da quanto tempo non lo facevi, Maret? Si domandò per l’ennesima volta.

Quando l' aveva presa, aveva gridato così tanto da fargli credere che fosse..

L’aveva guardata incredulo, rallentando il ritmo e facendola urlare ancora di più. Ci aveva messo un a capire la situazione ma dopo non si era più fermato, finché non era quasi svenuta dal piacere.   

Mica male come potenza amatoria, pensò divertito.

Gli aveva ceduto tutto insieme...e allora era stato…

Alzò un sopraciglio con sguardo bramoso, ripensandoci. Si schiarì la gola ridacchiando leggermente e dandosi del maiale per le fantasie che la sua mente stava concependo in quel momento.

Tornò in camera, Maret non si era mossa di li; le si sdraiò accanto…sonno zero, aveva nuovamente voglia di lei. Il lenzuolo che la ricopriva scivolò leggermente, scoprendo il seno morbido.

Che invito..

Cominciò a baciarla sempre di più, accarezzandola con desiderio. Maret si svegliò, sentendo un piacere meraviglioso che la attraversava. Con un gemito gli si avvinghiò addosso, ricambiandolo. Si sentiva leggera...non si era mai sentita così bene..

Stavolta durò a lungo…fu troppo lungo, Maret non riusciva a sopportarlo!

La sua arrendevolezza lo esaltava e lo stimolava ad insistere in quella lenta tortura…quando cominciò a minacciarlo, sorrise mettendo fine alsupplizio’.

Si sdraiò accanto a lei, tirandola su di sé e cingendola con le braccia mentre ansimava spossata. Maret abbandonò il viso nel suo torace, cercando di respirare. Le sue mani tremanti lo accarezzavano ancora.

Jesus la strinse in silenzio, godendo di quel contatto...non durerà, lo so.

 

Un singhiozzo sommesso nel suo orecchio lo svegliò dopo qualche ora…tragedia in atto? La guardò con un occhio solo…un incubo probabilmente, stava quasi piangendo.

"Maret...è un sogno" le disse a bassa voce scrollandola leggermente.

La ragazza si svegliò all'improvviso. Sentiva un calore incredibile accanto a se. Si attaccò al corpo di Jesus cercando un di conforto...Jesus?!!Che ci faceva ancora li!?

Lo guardò incredula ..che cos'era quello sguardo dolce? Perché la guardava in quel modo? Si sentiva sciogliere...

"Che fai ancora qui? Vattene via!" gridò cercando di scacciarlo.

"Dopo.." le disse abbracciandola forte.

"No, vattene!" esclamò cercando di sottrarsi alla sua stretta...che diavolo hai fatto, Maret?!Come hai potuto?!

Dovette lasciarlo fare, arrabbiata con se stessa per la situazione. La sua forza era insufficiente a contrastarlo, non riusciva a liberarsi, le braccia le tremavano e non riusciva a smettere di singhiozzare. Stai diventando una sciacquetta isterica e permetti anche ad un uomo di consolarti! Si sgridò mentre le accarezzava i capelli con delicatezza e la tirava sempre di più a se. Si era rovinata la faccia quella notte...anzi già da molto tempo, da quando l'aveva baciato...non lo dovevo far entrare in casa, non dovevo permettergli di restare, non dovevo..

 

Una moltitudine di 'potevo, volevo, dovevo' sconvolgevano il mondo perfetto di Maret.

Un semplice corpo addosso al suo e si era sgretolato tutto,  sotto quelle mani che continuavano incessanti a sfiorarla, come  se fosse una cosa preziosa… sotto quelle labbra che sussurravano cose piacevoli che non capiva, non afferrava pienamente ma che bastavano a farla calmare, a far cessare il fiume di lacrime che si riversavano dagli occhi nocciola.

La tensione nel suo corpo svanì. Jesus la sentì rilassarsi lentamente.

"Va meglio?"le chiese gentilmente

Maret spostò il viso dalla spalla di Jesus. Si rese conto solo in quel momento di stringerlo come una forsennata, affondandogli le unghie nella carne. Annuì a stento, sospirando per riprendere fiato...che vergogna, era caduta proprio in basso. Cercò di riprendere il controllo di se, una battuta ironica le salì alle labbra "Mi dovrai licenziare, non sono adatta a questo mestiere se mi metto a piangere per un nonnulla"

"Hai avuto un incubo, succede…e poi eri tesa" le disse in tono dolce che bloccò il respiro di Maret.

Perché è così carino con me? Fa quasi paura..

"Non è vero.." cercò di mentire. Quella era un'altra cosa che non riusciva ad accettare: aveva fatto la figura della verginella quando…quando l'aveva ..

..ancora..

Arrossì violentemente, sentendosi eccitata. Lo voleva, da morire…ma non riusciva a prenderlo. Eppure era così semplice, bastava allungare una mano, era li, la guardava.. ma con lui non ci riusciva, non era come gli altri…era.. Jesus.

"Mi sento stupida…senza armi per difendermi…senza nulla, mi sento nuda e non mi piace" confessò tutto d'un fiato.

"A me piace invece…" mormorò posandole dei baci leggeri sul braccio "sei una donna anche se fai di tutto per sembrare una strega.." le sussurrò salendo verso il viso.

Lasciò che la baciasse sentendosi stranamente bene...troppo bene. Che mi succede?

Lo allontanò leggermente da sé dandogli le spalle..mi sento strana...non mi piace sta storia!

“Sei incredibile...”le sussurrò baciandole leggermente la pelle setosa della schiena “e quando arrossisci sei ancora più bella”

A quelle parole Maret sentì il viso in fiamme “non è vero” borbottò cupa senza voltarsi e nascondendo di più il viso sotto il cuscino.

E quel broncio che fai ti rende così…” un leggero morso la fece strillare.

“Ahi!” esclamò voltandosi verso di lui che approfittò dell’occasione per ricominciare a baciarla.

“Non sono rossa...”mormorò sulle sue labbra mentre la stuzzicava divertito “Si, lo sei! ”

“E’ il caldo…” ansimò quando si abbassò a baciarle il seno massaggiandolo delicatamente.

“Fa… troppo...caldo…”

Un ultimo pensiero cosciente prima di risprofondare nell’estasi.

Le mani si muovevano lentamente, i baci divennero più intensi, l’unione.. il paradiso e l’inferno insieme. Non si era mai sentita così amata, desiderata...le sussurrava cose eccitanti mentre si muoveva in lei, facendola impazzire e gridare senza voce…il rapimento, l’incanto della scoperta del suo corpo…

Andarono avanti per ore, addormentandosi abbracciati e soddisfatti.. ma era sempre troppo poco e si svegliavano continuamente per prendersi e darsi piacere l’un l’altro.

 

E’ mattino inoltrato. Maret si sveglia stanca morta, ma appagata. Jesus dorme ancora e resta a guardarlo, passandogli un dito addosso lentamente.

E’…così…giusto! Si, è fatto apposta per lei.

Rimane ad aspirare il suo odore a lungo…mi fa quasi venire fame, pensa divertita. Gli poggia la testa sulla spalla e prende ad accarezzargli il  torace...è comodo..

D’un tratto sente la sua mano che sale a toccarle i capelli, infilandosi sotto e accarezzandole la pelle sensibile.

Voglio restare così...per sempre..

Maret ha quasi paura di svegliarsi da un momento all’altro e coprire che è stato un bel sogno. Ritrovarsi da sola, in un appartamento troppo grande...

Si sposta lentamente per non svegliarlo. Afferra la prima vestaglietta che trova e se la infila, notando con sorpresa ed imbarazzo, i lievi segni che le ha lasciato addosso. Si stira, leggermente anchilosata e sbadigliando guarda la sveglia.

Porc! Il lavoro! Sono le undici!

Afferra il cellulare e inventa una scusa ad Alice. Si veste in fretta, cercando di non disturbare Jesus. Prima di uscire resta guardarlo per un attimo...non te ne andare mi raccomando, pensa sentendosi estremamente stupida ma molto felice.

 

Ore 17: 30

 

Maret ha finito ma deve restare un altro po’ in ufficio a sbrigare una pratica. Non le richiederà tempo ma non vede l’ora di piantare tutto.

Se n’è andata senza dire nulla e senza lasciargli neanche un post- it, per la fretta che aveva.

Spera che abbia sentito il messaggio nella segreteria.

Chissa come mai si preoccupa tanto..

Maret resta con la penna poggiata sulla fronte, battendo leggermente il tappino sulla pelle tesa..forse perché…ci tengo?

Sbatte gli occhi scuotendo la testa… stupida, sciocca e sentimentale! 

Sorride fra sé: a pranzo, tutti hanno notato il suo cambiamento. Maret ha sorriso e alzato le spalle, continuando a mangiare da sola, guardando fuori dalla finestra con i pensieri rivolti alla nottata trascorsa con Jesus. Il vetro ha riflettuto la sua espressione tonta ed è scoppiata a ridere, arrossendo quando i suoi colleghi si sono voltati verso di lei sorpresi.  

 

Un discreto bussare la scuote all’improvviso. Alice la avverte che la pratica non serve più e che può andarsene a casa. Non fa neanche in tempo a chiudere la porta che Maret ha già sbaraccato la scrivania e afferrato il cappotto nero.

Apre la porta del suo ufficio precipitandosi sul corridoio semivuoto. Ha voglia di rivederlo..di fare di nuovo l’amore con lui.

Si veste strada facendo, passando la valigetta da una mano all’altra e andandosi a scontrare infine con la sua segretaria.

“Ha un visitatore all’entrata” l’avverte raccogliendole i fascicoli scivolati a terra.

“No, no e no, e tardi e me ne voglio andare a casa! Dì a quell’idiota di tornare domani! Domani starò anche ore a ascoltarlo ma ora..” grida quasi afferrando gli incartamenti e precipitandosi verso l’uscita.  Si blocca vedendo Jesus davanti la scrivania di Alice che l’aspetta sorridendo

“Sei tu lo scocciatore?” gli domanda divertita e sorpresa. E’ venuta a prenderla dopo che l’ha lasciato senza neanche avvertirlo!

“Sono io”afferma alzandosi dalla sedia comoda e andandole incontro “pensavo che mi avessi sedotto e abbandonato” le dice a bassa voce mentre si dirigono agli ascensori.

Maret aspetta che si chiudano le porte per rispondergli ”mi sono svegliata, era tardissimo e tu dormivi così bene, non mi andava di..
La bacia prima che riesca finire la frase. Maret lascia cadere la valigetta a terra e lo abbraccia, ricambiandolo con un’intensità che lo lascia piacevolmente sorpreso. Sono costretti a staccarsi quando le porte metalliche si aprono al pianterreno.   

Escono abbracciati come due fidanzati, Maret neanche si accorge di passare in mezzo alla folla dei suoi colleghi che la guardano stupiti.

“Si stanno facendo una rosicata i tuoi amici ” mormora  Jesus piano indicando le sue spalle.

Maret ridacchia divertita...non gliene importa niente!

Vanno a cena insieme e poi passeggiano per la città buia ritornando sul ponte. Il musicista non c’è col freddo che fa, ma questo non gli impedisce di ballare stretti l’uno all’altro. 

Tornano nel loft. la temperatura è sempre bollente in quell’appartamento, ma Maret ha il suo ‘termosifone’ personale. Abbraccia Jesus e non lo lascia più andare finché non ricadono sul letto.  E’ tutto perfetto...anche troppo perfetto.

Passano una settimana insieme, nel loro paradiso personale. La villa è ancora chiusa, il lavoro può aspettare.

C’è la Vita di cui occuparsi, la Morte può attendere.

Jesus sarà tornato un paio di volte a casa, per prendere i vestiti di ricambio. Maret l’ha accompagnato, curiosa di vedere il suo appartamento...nel frattempo si è segnata mentalmente l’indirizzo.

Non si può mai sapere. 

E’ una domenica sera, hanno passato tutta la giornata insieme. Natale è nell’aria, i negozi sono sempre aperti. Maret l’ha preso in giro per un’ora, quando ha urtato una pallina di vetro natalizia mandandola in mille pezzi e tre paia d’occhi si sono puntati su di loro, facendoli arrossire per l’imbarazzo.

L’ha portata a vedere un film tremendo ma Maret non ha commentato, limitandosi a guardarlo. A metà del primo tempo l’ha presa per mano, trascinandola fuori del cinema e le ha regalato un lecca-lecca per farsi perdonare.

Ha riso per una buona mezz’ora abbracciandolo, mentre scartava il dolcetto a forma di orsetto.

 

E’ tardi...Maret è sul punto di addormentarsi, con un sorriso soddisfatto che le stira le labbra.

Jesus guarda i suoi occhi chiusi e non riesce a capacitarsi di quello che sta succedendo.

L’accarezza lento, facendola mugolare soddisfatta “lo so che stai dormendo, per quello te lo dico..”

La ragazza non dorme ancora e lo lascia parlare...vuole sentire quale grande rivelazione sta per farle. 

“Sto troppo bene con te...e non è normale” mormora ridacchiando “..me ne sto qui a parlare alla tua schiena..”

Maret stringe i denti per non ridere …lasciamolo continuare!

“Maret....non ci lasceremo mai, vero?”

La ragazza spalanca gli occhi incredula, una sensazione orrenda l’afferra con le sue lunghe dita ghiacciate…quella frase…  

Jesus sospira depresso “mi sento un deficiente..mormora sdraiandosi sul letto “tu dormi e io dico un sacco di stronzate

Guarda il lampadario del soffitto brontolando fra se. Maret sta aspettando che parli di nuovo: non riesce a muoversi…è rimasta traumatizzata!

“Però è vero..lo sente borbottare di nuovo ”mi sa che mi sono innamorato di te”

Maret resta immobile, stringendo il cuscino con le dita rigide...non è possibile! 

 

Il mattino dopo, quando Jesus si svegliò e allungò una mano verso di lei non la trovò ...dov'è? Pensò assonnato, guardandosi in giro.

Non sentì alcun rumore, niente. Si alzò e aprì l'armadio inquieto...non ci posso credere...vuoto!

Maret se n'era andata.. aveva fatto le valige e l'aveva mollato!

  
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