In mille pezzi esplode, il cuore

Duellante implacabile, amante spietato; sei tu.
Io ti ho reso tale: sei creta, sei nulla che prende forma solo tra le mie mani.
Eri niente e ti ho forgiato, non sapevi impugnare la spada e te l'ho insegnato, non potevi amare e ti ho dato un cuore.
Adesso, guardati, come ti aggrappi alla tua zampakuto – stai imparando ad affidarti a lei – come sai calibrare la tua forza.
Ogni fendente è un'opera d'arte, armonioso amalgama di tatto e pressione.
Ora – esatto, ora! – lascia andare la lama e sposta il peso sul lato sinistro del corpo; così, perfetto.
Non vedi il mio fianco scoperto, non sai che è lì che devi colpire?
Non osannarmi, non venerarmi: "nessun rispetto per un avversario", allora perché i tuoi piedi indietreggiano davanti alla mia furia?
La tua mascella è contratta e lo sguardo vacilla; forse un attimo di ripensamento?
Non esitare, non ora, colpisci!
Lascio scoperte le mie aperture e tu non ne approfitti, non ancora.
Non vuoi vincere se non sei tu a deciderlo, mi ero illusa se ho pensato il contrario.
Allora preparati, Kenpachi, perché ti ucciderò mille volte prima che tu possa sconfiggermi e goditi il nostro ultimo combattimento, gioisci di ogni goccia scarlatta che scorrerà sul tuo – sul nostro – corpo.

I tuoi occhi bramano sangue – il mio – e il tuo sorriso si accende di un nuovo piacere sottile quando la mia spada ti ferisce.
Muori, una volta, due, mille e sempre io ti riporto in vita: un gioco crudele quello a cui ti sottopongo, ma necessario.
Ogni volta che torni indietro è un furore diverso; siamo bestie disumane e questo è il nostro orgasmo triviale.

In un modo che un po' è perverso e un po' è inspiegabile, sei l'unico che io abbia mai amato e, quando mi accorgo della rozza gentilezza che riservi a me soltanto, vedo quello che siamo: desiderio disperato.

Esplode in mille pezzi, il cuore, quando mi tocchi e quando mi trapassi.
Con le tue mani da assassino sfioravi il mio corpo da assassina e i nostri peccati non esistevano più: solo fiamme uguali che bruciavano con la stessa intensità.
Mi hai ferita troppe volte – con la tua bocca e le tue dita – ed io non posso più curarmi.
La mia unica cicatrice – proprio qui, all'altezza del petto – è il tuo marchio: l'unico bambino in grado di tener testa alla mia spada, l'unico uomo in grado di amare indifferentemente quella che ero e quella che sono.
C'è qualcosa che tu non sappia fare meglio di me, Kenpachi?

Te l'ho insegnato io: "Colpisci al cuore – strappa via l'anima – e sarai il vincitore."
Fai presto ad imparare; sorrido nel vedere la tua letale precisione e tu sorridi nell'assaporare il gusto amaro della vittoria.
La tua lama è ferro e sangue dentro di me, nudo metallo che mi lacera il cuore e mi ruba ogni battito.
Soccombo al tuo corpo e non ci sono più; sei mio, sei la mia eredità.
"Un Kenpachi per generazione", e il mio tempo è finito.

- Sei l'unico uomo al mondo che mi abbia mai resa felice. -
[Unohana Retsu; cap. 526]

Note Autrice:

C'è una miriade di cose che dovrei fare oggi, ripassare per l'esame di domani, tra le altre. Ma si sa, all'ispirazione non si comanda, arriva quando lo decide lei. Ecco la fanart a cui ho fatto riferimento nell'introduzione (non è mia, tutto appartiene alla creatrice di questa meraviglia): questa , puro spettacolo per gli occhi e per il cuore.
Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate, non ho ancora deciso se questa Flash mi piaccia o no xD
Ah sì: con questa storia debutto nel fandom di Bleach :)
Amens Ophelia, un regalino piccino picciò tutto per te, in omaggio di una delle nostre OTP <3