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Autore: Dotta Ignoranza    04/06/2014    11 recensioni
{Maleficent}
"Una saetta trapassa il mio petto a quell'ennesimo rimpianto, l'orrore e l'odio si sommano al disprezzo che ogni alba mi porta ad allontanarmi da te.
Tu bestiolina informe, che con la tua presenza insulti la mia magnifica figura."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ti ho fatto mia, Grimilende del mio corpo.

Ti ho fatto mia, divorata dagli occhi grandi e bagnati di purezza.

Ti ho fatto mia, costola velenosa che dal mio petto stilli orrore fino al mio seno.

Ti ho guardato per anni, per anni ho passato il mio sguardo fra i fili d'oro dei tuoi boccoli immacolati.
Con il senno di una madre ammalata. Ammalata di un verme crudele dentro al proprio cuore annichilito, annichilito dall'illusione che tu possa essere stata davvero mia.
Solo mia. Soltanto mia.
I miei passi rattrappiscono l'erba macera fra questi boschi, e il mio naso anela l'aria nel vento come una fiera alata in procinto della caduta in volo.
Una saetta trapassa il mio petto a quell'ennesimo rimpianto, l'orrore e l'odio si sommano al disprezzo che ogni alba mi porta ad allontanarmi da te.
Tu bestiolina informe, che con la tua presenza insulti la mia magnifica figura.
Insolente bambina dalla voce di rugiada, sfiguri i miei occhi rapaci che graffiano e leniscono antropomorfi le cortecce di queste vecchie querce.
I passi continuano, i passi che mi portano fra i rovi del mio regno si fanno sempre più lunghi, più lungi da te.
Il gracchiare di un fosco corvo raggiunge le punte affilate delle mie orecchie, lo ascolto. Non c'è sdegno nelle sue parole commosse, ma solo nella mia mente.
Dovrei muovere le dita artigliate, dargli una parvenza simile a te, eppure niente più di adesso mi porta ad odiare il seme da cui sei sbocciata. Una pianta di spine e i petali fulgidi.
Mia rosaspina.

-Non ce l'ho fatta. Nessuno può annullarlo, né io... né il male stesso.- Le labbra mi si muovono da sole, secche e incapaci di comprendere quell'orrore.
Niente osava sottrarsi al mio dominio, niente era secondo al mio potere... ora so che solo l'odio è la volontà e il reale padrone di tutte le forze maligne.
Il mio odio è nato, l'ho partorito sedici anni or sono, dalle mie stesse carni, dal mio ventre, dalle mie ossa e dalle mie labbra. L'ho strappato dalle cosce da cui si era germogliato e l'ho cullato sulle labbra rosse come una rosa di quella bambina.
Tu, tu sei quella bambina.
E dovevi essere mia.
Metà del tuo sangue era mio, del mio cuore e del mio amore.
Figlia del mio amore impuro e dolce come fiele.
L'altra metà è sporca, sporca di riverenza insolente, il sapere di avere tutto e non bastarti nulla.
Il grembo che ti accolse mi sorrise il giorno stesso in cui ci incontrammo, remissiva era, remissiva e disperata, lei, femmina umana, femmina annoiata e ammalata era la camelia di un disastro imminente.
Avrei potuto sporgerti fiordalisi e crisantemi sulla tua culla, e la loro regina sarebbe tremata, invece l'arcolaio di morte ho deciso di cingerti a vita.

Amore e dolore.
Sei comunque mia, mia e il più differente da me. Le tue ali d'organza sfiorano il mondo a te dedicato. Ancora rinnego il numero delle volte che soffermai il mio sguardo su di te, la voglia di allattarti al mio seno arido e dedicarti la mia voce celata.
Ti sento mia perché sei figlia dell'amore mai dato alla luce, io sono tua madre nel dolore in cui ti ho condannato.
Una madre partorisce se stessa.
Rivede nel figlio l'aborto di un'intera esistenza trascorsa a rimpiangere giorni un po' meno bui di quanto non lo siano ora.
Fluttuo su questa brughiera, do finalmente forma al mio fedele servitore, sono stanca dei miei pensieri, voglio udire lo stridere di un lamento perpetuo che mi accusino di essere una cattiva madre.
-Cosa faremo, mia Signora?-
-Niente. Perché niente ci rimane da fare. Siamo rassegnati dal giorno in cui l'abbiamo salvata da quelle tre incompetenti fatate.-
Sgomento e tristezza tracciano i tratti del viso umano del corvo.
-E voi, allora...-
Levo la mano, irta e il cenno di silenzio viene udito dalla distesa uggiolante.
Secondi, attimi di irrisorio delirio per il destino a me avverso.
Madre senza grembo. Madre infetta.
Serpe strisciante o drago immondo.
-Erigerò una bara di spinose lacrime, mio diletto, e lì seppellirò il mio ultimo amore.-

Si stringono i tuoni, crollano i boccioli di questo triste lamento.
E come il Sole, così il vento presto mi addormenterò con te, così come il tuo abbraccio mi eclissò fiorendomi in petto.
Sogni e gioca ancora mia dolce Aurora, domani è il tuo compleanno.
Buon complemorte, figlia mia nata dal lutto.

 

 

 

 

 

 

 

{Note sulla storia}

Da quello che avrete dedotto leggendo, è una FF ispirata all'ultimo film prodotto dalla Disney e divulgato nelle sale da poco.
Ammetto che questo pezzo, questi pensieri di Malefica (un po' riadattata a quella dello stesso film, che oggettivamente si discosta dal classico Disney a cui tutti siamo abituati) mi sono sbocciati in testa durante la proiezione. Spunto in più mi è stato dato dal libro che stavo leggendo durante quei giorni, ovvero “Amorino” di Isabella Santacroce, si può infatti notare il titolo e la citazione fra le righe della storia, ispirato appunto a una frase del medesimo romanzo.
Spero che sia stata di piacevole lettura nel complesso, accetto qualsiasi tipo di critica mi venga rivolta.

Un bacio.  

 
  
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