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Autore: Alaska__    05/06/2014    18 recensioni
Rivolse la sua attenzione agli schermi posti sul muro, dove venivano proiettate le immagini dei ventiquattro tributi che salivano nell’Arena. Osservò i loro volti, Seneca, uno ad uno. C’era chi era sicuro di sé, chi un po’ meno, chi del tutto terrorizzato. Una cosa in comune, però, l’avevano: sarebbero tutti caduti, uno dopo l’altro, come dei soldatini. E anche il vincitore non sarebbe mai stato libero, ma semplicemente un giocattolo in mano alla Capitale, per sempre.
«Prima di iniziare, volevo dirvi: buon lavoro», esclamò Seneca. «E che i settantaduesimi Hunger Games abbiano inizio».

I settantaduesimi Hunger Games sono ormai alle porte. Tutto è pronto. Capitol City è in fermento, gli Strateghi sono seduti ai loro monitor, pronti a cominciare il loro lavoro. Mancano solo i ventiquattro tributi e toccherà a voi scegliere chi saranno.
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi Tributi, Tributi edizioni passate, Vincitori Edizioni Passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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OO ~ Sarebbero tutti caduti come soldatini

 
 
Seneca Crane indugiò dinnanzi alla massiccia porta che consentiva l’accesso alla sala degli Strateghi. Era corso lì di gran lena, quasi avesse premura di cominciare, ma improvvisamente sentì la sua iniziale sicurezza venire meno.
Era già da tempo che si preparava a quel giorno. Lo aspettava da mesi – ovvero da quando gli avevano affidato l’incarico di Primo Stratega. Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, controllando e ricontrollando più volte che ogni cosa fosse perfetta, come ad un appuntamento galante con una donna. Aveva scelto il suo staff con cura, analizzando ogni persona e ogni loro più recondito particolare.
Ricordava l’eccitazione provata quando Snow gli aveva annunciato quale sarebbe stato il suo nuovo incarico. Era ciò a cui ambiva da anni, sin da quando era bambino e seguiva gli Hunger Games in televisione. Ammirava gli Strateghi e le loro idee innovative, ogni anno sempre diverse e sempre più interessanti. Certo, spesso non erano tutte bellissime, ma Seneca ammirava comunque coloro che si mettevano in gioco a quel modo.
Fare il Primo Stratega era pericoloso, questo Crane lo sapeva molto bene. Solo l’anno prima, il suo predecessore era scomparso in circostanze misteriose appena dopo la fine dei Giochi. I capitolini avevano creduto ad ogni parola uscita dalla bocca del presidente Snow, ma la realtà dei fatti era un’altra: il Primo Stratega della settantunesima edizione era stato giustiziato perché reo di aver permesso che il tributo del Distretto 6 – Titus – impazzisse e commettesse atti di cannibalismo ai danni degli altri tributi. Era stata, indubbiamente, un’edizione particolare, eccitante e – per certi versi – spaventosa, ma se Snow non apprezzava l’edizione, le conseguenze potevano essere devastanti.
Seneca sospirò, appoggiando una mano sulla maniglia. Cercò di ritrovare in sé tutta la voglia di lavorare che sentiva prima.
Ce l’avrebbe fatta. Ce la doveva fare.
Aprì la porta e fece il suo ingresso nella sala circolare. Gli Strateghi erano tutti seduti di fronte ai loro monitor personali, già accesi. Al centro della stanza era proiettata un’immagine dell’isola, l’Arena di quell’edizione.
Non appena Seneca mise piede nella sala, gli Strateghi si alzarono in piedi, in segno di rispettoso saluto. In quel momento, Crane sentì un’ondata di potere pervadere ogni singola cellula del suo essere e la sua eccitazione tornò a galla. Era lui il capo, lì. Erano tutti soldatini nelle sue mani.
«Seduti», ordinò, mentre scendeva le scale per avvicinarsi ai suoi collaboratori. Essi obbedirono, ricominciando a sistemare gli ultimi particolari.
«Come procede la situazione?», domandò il Primo Stratega, avvicinandosi ad una donna.
«I tributi sono nelle camere di lancio, signor Crane. Aspettavamo lei per cominciare», rispose quella. Seneca annuì.
«Che entrino nei tubi. Si comincia».
Nel mentre che la stratega annunciava ciò all’altoparlante, Seneca risalì le scale, per essere sopraelevato e osservare il lavoro di tutti. Inoltre, voleva dire alcune cose prima che i Giochi avessero inizio.
«Signori», disse a gran voce, e tutti si voltarono verso di lui. «Spero abbiate riposato, perché questi saranno dei giorni molto intensi». Rivolse la sua attenzione agli schermi posti sul muro, dove venivano proiettate le immagini dei ventiquattro tributi che salivano nell’Arena. Osservò i loro volti, Seneca, uno ad uno. C’era chi era sicuro di sé, chi un po’ meno, chi del tutto terrorizzato. Una cosa in comune, però, l’avevano: sarebbero tutti caduti, uno dopo l’altro, come dei soldatini. E  anche il vincitore non sarebbe mai stato libero, ma semplicemente un giocattolo in mano alla Capitale, per sempre.
«Prima di iniziare, volevo dirvi: buon lavoro», esclamò Seneca. «E che i settantaduesimi Hunger Games abbiano inizio».

***

« Step by step, heart to heart, left right left,
we all fall down like toy soldiers.
Bit by bit, torn apart, we never win
but the battle wages on for toy soldiers »

-Eminem; "Like toy soldiers"

 
Alaska's corner

Ho paura, sì. Comunque, buonasera. 
Me è Paola/Alaska/Nihal/chiamatemicomecavolovolete, la vostra Prima Stratega. Questa è la mia prima interattiva e sì, mi sto cagando addosso sono un po' agitata. Mi scuso se il capitolo è risultato noioso, purtroppo tendo ad essere troppo introspettiva a volte. 
Il titolo viene da una canzone di Eminem, come avrete intuito, ma non sto ad annoiarvi sul perché e sul come mai l'ho scelta. 
Vi mollo subito il regolamento e prima ci terrei a chiarire che questa storia non è stata scritta con lo scopo di avere più recensioni.


• Ognuno può prenotare solo un tributo. E vi sarei grata di non scrivere delle recensioni di due righe in cui prenotate e basta. Verranno prese in considerazione le recensioni degne di questo nome. 
• La scheda per i tributi mi deve essere mandata esclusivamente per MP. Non voglio ritrovarmi recensioni contenenti le schede: non le guardo perché significa che non avete letto questo regolamento. Sarò anche antipatica, ma se c’è un regolamento, esso va letto e rispettato. Vi verrà consegnata non appena prenoterete il vostro tributo. 
Vi pregherei di fare delle schede molto dettagliate, così da avere più informazioni e facilitarmi un po’ la scrittura, per non rendere OOC i vostri personaggi. Quindi, no schede da due righe. Devo sapere tante cose, perché loro saranno nelle mie mani.
Un’altra cosa: coerenza! I personaggi devono essere verosimili. Mi spiego: non potete crearmi un bimbo rachitico del Distretto 12 con la forza di Hercules. Al massimo dategli altre qualità, rendetelo furbo, agile.
 • Per quanto riguarda le coppie tra tributi, preferirei non ce ne fossero troppe perché io e il genere romantico non andiamo esattamente d’accordo.
 • Per quanto concerne le alleanze, dovrete mettervi d’accordo tra di voi. Ho già creato un gruppo facebook, in cui potrete conoscervi, così da contattarvi e mettervi d’accordo, ovviamente prima del capitolo sull’addestramento. Per aggiungervi, basta chiedere. Appena avrò ricevuto la vostra adesione, vi manderò il link.
Comunque, le vostre decisioni in merito alle alleanze, preferirei me le mandaste per MP qui o su faccialibro.  
 • I posti sono esauriti.
Le altre cose utili e inutili (?) ve le dirò man mano. Vi giuro che sono una brava persona, non sono cattiva come sembro! Forse un po’, visto che sono più antipatica di Catnippa.
A questo punto, felici Hunger Games e possa la buona sorte sempre essere a vostro favore.
La vostra Capo Stratega e i suoi assistenti Yasha, Dave e Lael ♥ (Ci dovrebbero essere anche Finnick e Connor, ma sono entrambi impegnati a fare i mentori, e Finnick si trastulla facendo la squillo e ammirando il sedere di PandaGale ♥ )


 
   
 
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