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Autore: Aven90    08/06/2014    1 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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E così, tutto si risolse per il meglio.

Goku e Vegeta tornarono subito dopo aver distrutto Suu Shenron, in tempo per vedere gli occhi scarlatti del dio drago originale illuminarsi ancora una volta e portare in vita tutti gli eliminati da Majin Freecell, anche sul pianeta d’origine.

Per quel che riguardava Tensilin, utilizzarono il secondo desiderio.

“È vero! C’è ancora questo problema da risolvere!” disse stolidamente Goku, osservando Tensilin appena tornato in vita, che ancora si esaminava.

“Volete dunque far torare Tensilin un’unica entità?” chiese Shenron, quasi retoricamente. “D’accordo, posso metterlo in sesto”

Il dio drago ci arrivò da solo senza che nessuno glielo avesse chiesto esplicitamente proprio perché Piccolo ormai rinchiuso per sempre all’interno delle Sfere sapeva quali erano le esigenze dei suoi compagni.

E così la Fusion terrestre fatta coi Potara tornò ad essere due identità differenti.

“Wow, che potenza il dio drago!” comentò Crilin . “Pensavo che avrebbe fatto storie riguardo la potenza che era troppo alta, e invece non ha battuto ciglio”

Goku sorrise triste. Ci era arrivato anche lui. “Penso che sia merito di Piccolo.”

“Eh?” fece Crilin, e anche Ten risultò essere incuriosito. Compiaciuto da quell’interesse, Goku espose la sua teoria : “Penso che Piccolo, sacrificandosi, stia gestendo Shenron dall’interno, e quindi da adesso in poi la potenza del dio drago è aumentata notevolmente, tanto da poter abbattere molti più nemici. Certo, non avrà mai la potenza del Super Saiyan di Quinto Livello, ma…”

Dende non ci aveva pensato, però era abbastanza plausibile. “Goku, lo conoscevi meglio di chiunque altro… persino meglio di me, che sono un suo simile”

“Grazie, Piccolo” lo interruppe Ten. “Non avrei mai creduto di poter essere in debito con te”

“E dire che era partito come nemico” aggiunse Gohan. Gli piaceva rimarcarlo, dato che lui non aveva mai visto Piccolo come nemico.

“E grazie anche a voi, Saiyan” disse ancora l’amico di Jiaozi. “Intrufolarvi fra le sfere e sconfiggere i draghi non deve essere stata una passeggiata”

“Non lo è stata affatto!” rispose Vegeta, secco. “Ma almeno ho recuperato Trunks e Bra.”

Quest’ultima, così contenta di essere tornata in vita, decise di riprendere la relazione con Ub, interrotta per qualche stana ragione mai compresa del tutto.

“E va bene.” Commentò il nero allievo di Goku, notando come la ragazza gli si aggrappava con piacere al braccio ben definito. “Stavolta non mi farò fregare dall’inesperienza!”

“Che ne diresti invece se ci allenassimo?” chierse il suo maestro, sapendo di stare per essere maledetto al solo nominare quella proposta.

Ormai non c’era spazio per gli allenamenti, e tutti ne risero.

Shenron si congedò com’era suo solito. “Ora devo proprio andare. Addio.” E fece per spargere le sfere su tutta la Terra, ma Goku con un balzo colse la Sfera da quattro stelle.

“Il ricordo del nonno, eh?” chiese Vegeta.

“Già” rispose lui, guardando assorto l’ormai semplice sasso grigio e tondo. “Non mi staccherò più da questa palla”, e infatti da allora la portò sempre al collo.

Bulma qualche giorno dopo diede una festa per la fine di ogni incubo alla Capsule Croporation, e al suo culmine tutti brindarono per Piccolo e il suo sacrificio. Vennero invitati anche il maestro Muten e Yamcha, anche se loro c’entravano poco per quelle vicende.

“... Perché senza di lui, molti di noi non sarebbero qui” concluse Goku, dribblando le resistenze di Chichi, che ancora vedeva il tenebroso Namecciano come un nemico.

“A Piccolo, il mio muso verde preferito!” disse Vegeta, e molti divertiti ripeterono.

“Certamente, mi spisce per lui” disse Crilin, una volta finito di bere. “Sono morto più di tutti voi, eppure io sono qui, mentre lui è stato costretto a rimanere nelle Sfere”

“Ti sbagli, Crilin” lo corresse Goku, un po’ brillo. Non reggeva neanche un bicchiere di rosso, in effetti. “Piccolo è sempre nel cuore di chi lo ha amato”

Tutti guardarono il figlio di Bardack sconcertati e Vegeta suggerì a Gohan. “Fatelo bere più spesso, magari diventa intelligente”

Gohan ridachiò, perché sapeva che era impossibile. Lui aveva ripreso le ricerche, anche se ben presto dovette rinunciare a Bra come assistenete, in quanto assorbita nella nuova storia con Ub, laddove decisero di fare un  tour nello spazio per fare nuove esperienze, esattamente come aveva fatto Goku alla fine dello scontro contro Gohan ai termpi della vecchia Sibilla, solo che il Saiyan ai tempi si era “limitato” a fare esperienze nel mondo. Invece Ub aveva preso con sé Bra e partirono alla volta di nuovi mondi.

Bisognava dire che anche lei raggiunse uan forza considerevole e ben presto poté vantarsi di essere Super Saiyan IV, a differenza del fratello, che invece smise di allenarsi per dedicarsi anima e corpo alla Capsule Corporation.

“Non voglio che quanto fatto da mamma e nonno si perda per sempre” diceva Trunks, quando suo padre gli chiese lumi slla sua rinuncia.

Passarono i giorni, i mesi, gli anni.

Goku continuò per un certo periodo di tempo ad allenare Goten, il quale decise di partecipare al primo Torneo Tenkaichi senza Mister Satan per sfidare Mister Bu in un’epica finale che avrebbe designato il successore dell’eroe.

A Satan, ormai fuori quota, venne concesso l’onore di dare il via col gong e la sfida partì automaticamente.

 “Ho vissuto anni con Satan” pensò Mister Bu, mentre affrontava Goten divertito. “Devo essere io il suo erede”

“Non posso deludere mio padre” pensò invece Goten, conscio che Goku lo stava guardando sullo spalto più alto, come aveva fatto anni prima in occasione della finale persa contro Trunks nella sezione giovanile. “Devo vincere ad ogni costo!”

Alla fine vinse Mister Bu, poiché Goten, nonostante il Super Saiyan di Terzo Livello acquisito negli anni, venne ingannato con uno stupido trucchetto da ring e buttato fuori.

“E Mister Bu vince il suo primo Tenkaichi!” annunciò il nuovo commentatore. Era tristissimo sentirlo dopo essersi abituati a quello vecchio, con cui Goku e compagni avevano condiviso tre Tenkaichi e mezzo.

“YU-UUUUH! Caramelle e cioccolatini per tutti!” fu il commento a caldo dell’essere rosa, e i tifosi lo festeggiarono fra le risate, dimentichi del fatto che una volta lo erano stati loro stessi, caramelle e cioccolatini.

Trunks trovò invece sistemazione con una ragazza terrestre.

“COSA? COME OSI?” gli urlò Vegeta, nello stesso giorno in cui il ragazzao decise di presentarla ai genitori.

“Tale padre, tale figlio…” pensò invece Bulma, pensando come l’uomo che aveva accanto aveva fatto breccia nel cuore di una terrestre.

Pan invece non si sposò mai:continuò ad allenarsi indefessamente e ben presto divenne l’allieva migliore di Mister Bu.

“Aahahah! Lo trovo molto divertente, invece!” rispose Mister Satan, quando gli chiesero le sue reazioni a quel paradosso.

Bra ed Ub non tardarono molto: passati cinque anni si sposarono e un anno dopo diedero al mondo due gemelli, e poi altri due figli.

Anche Gohan decise di dare un fratellino a Pan, ma al momento del matrimonio di Ub aveva già cinque anni, dimostrando di avere una forza pazzesca.

Il piccolo si chiamava Bardack.

“Son Bardack. È giusto così, in fondo è lui il nostro capostipite” disse Gohan, quando spiegò ad un comrpensivo Goku il motivo del nome.

“Certo, figliolo” rispose lui.

Se Chichi avrebbe voluto nipoti anche da Goten, non fu mai accontentata. Non era da lui impegnarsi con una ragazza in maniera fissa, e infatti rimase coerente con se stesso.

La gente della Città dell’Ovest soleva chiamare Goten e Trunks “fannulloni coi parenti famosi”, ma a loro piaceva comunque, anche perché era soprattutto grazie a loro che la criminalità della metropoli era tenuta a bada, a suon di sberle.

E così, la pace generale scorreva tranquilla sulla Terra, paradossalmente grazie allo stesso Grande Mago Piccolo che era atterrato secoli prima, in seguito alle catastrofi naturali che avevano colpito il pianeta Namecc.

Chi avrebbe mai detto che il sacrificio dell’ex Dio della Terra avrebbe fatto prosperare ancora la felice Squadra Z?

Chi avrebbe detto che il mostro imprigionato da Mutaito avrebbe avuto un giorno un ruolo chiave per la felicità di ognuno?

Per quanto riguardava le antiche vestigia degli dei Kaioshin, che Goku aveva ricevuto durante la sua trasformazione in Super Saiyan V, decise di riportarle sul pianeta del Sommo.

“Ti ringrazio tanto, Kaiohsin, ci hai aiutato tantissimo” disse Goku, arrivato al santuario col Teletrasporto, infischiandosene come sempre delle leggi sui vivi e sui morti.

“Sciocco! Avrei mandato io Kaiohbith a prendere queste reliquie! Non devi infrangere ogni volta le regole! Per entrare qui devi morire!” protestò il vecchietto, una volta messo al ccorrente dell’uso delle Sfere del Drago anche dopo la sconfitta dell’Essere Supremo.

Goku rise mettendosi la solita mano sulla nuca.

“E dai, non essere così fiscale!”

“A proposito, ma le ragazze che mi avevi promesso? Una volta che sei qui, possiamo … concludere l’affare” chiese il Sommo, sottovoce, come se stesse complottando. Kaiobith si voltò dall’altra parte arrossendo dalla vergogna.

Goku capì subito che stavolta non se la sarebbe cavata con la “dimenticanza”, com’era successo con la saga di Majin Bu.

“Potrei chiedere ad Oolong…” si disse, e andò a prenderlo.

E così, esattamente come quanto successo al Monte Padella, Oolong si trasformò in Bulma e in Videl e si fece toccare dal Sommo in questa veste.

“Servo solo a questo, vero Goku?” chiese Oolong, contrariato.

Goku era invece intimamente grato all’amico dalle sembianze di un maiale. Aveva evitato l’ira divina solo con la sua capacità di trasformarsi in giovani prosperose.

Nel frattempo, la Sfera dalle Quattro Stelle luccicava sopra la mensola del soggiorno di casa Son, lucidata ogni giorno da un’amorevole Chichi, che capiva bene le motivazioni del marito, l’unica che ci riusciva, nella solitudine dei monti Paoz.

Andava tutto bene.



THE END


Siamo infine giunti alla fine di una grande avventura. Questa long mi ha impegnato moltissimo, ho cercato di essere il più vicino possibile alle atmosfere del manga, attenendomi comunque alla famosa lista episodi che trovai quel giorno in mezzo alle scartoffie. Certo, fanno un po' schifo, però senza questi 114 titoli (su Efp li ho spezzettati in tre tronconi) non avrei mai e poi mai nemmeno cominciato a scrivere di Dragon Ball come piace a me, ovvero con lotte, traformazioni e depressioni varie. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito fin qui, e mi raccomando non abbandonate mai Dragon Ball :D

   
 
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