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Autore: _Vassilissa    08/06/2014    0 recensioni
- Primo, secondo, terzo e quarto capitolo ampliati -
Questo racconto non lo troverete nei libri di storia. È nascosto tra pagine di diario, intrappolato nella poesia e nel cuore di una donna che ha vissuto l'archetipo della storia d'amore.
Prima di Franz, prima del suo regno, c'era Riccardo.
" La sua educazione è più morbida, sono incapaci di contenerla e lei continua a sognare.
Il padre non la ferma, sembra quasi divertito da quanto lei gli assomigli, e non solo per i grandi occhi a mandorla.
È insofferente, alcuni osano dire selvaggia. Ma sebbene Ludovica ami i suoi figli non è lei di cui si interessa. Le troverà probabilmente un marito a tempo debito, un qualche duca o altro che potrà sopportare una moglie irruenta senza troppe difficoltà. La sua pupilla è la bella Nenè. È già graziosa nonostante non sia ancora sbocciata, fin troppo per sprecarla e non essere usata per ottenere quel futuro che Ludovica stessa aveva desiderato.
La moglie del duca Max non è sola, la sorella Sofia è da tempo insediata a corte aspettando di essere proclamata Imperatrice. Si scambiano lettere, scendono a patti per creare la donna perfetta che sposerà suo figlio.
Nenè è ambiziosa,
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
Capitoli:
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  •  Note: Ho cancellato il quarto capitolo visto che l'ho allungato e corretto. Sono stati anche sistemati i capitoli I, II e III. Spero che la storia vi piaccia e di non annoiarvi, se notate qualcosa di errato vi prego di dirmelo. Grazie per tutti quelli che hanno aggiunto la storia in "preferite", "seguite" e " da ricordare" e un grazie a chi ha recensito e recensirà. Fa sempre piacere sapere di non scrivere cose orripilanti.  Vi auguro una piacevole-spero- lettura.
 

                                                                                                                                   


Nenè saluta la sorella, la fa uscire e si assicura di essere sola prima di lasciar trapelare qualche emozione. Il sorriso di convenienza, quello che le hanno insegnato a mostrare nelle cerimonie o quando proprio non riusciva a trattenere una smorfia, si spegne. La sua bocca non riusciva più a sopportarne il peso, le fanno male le guance per lo sforzo.
Con le mani in grembo si avvicina alla finestra, guarda fuori cercando con lo sguardo i fratelli e la sorella in particolare.
Perché Sissi deve essere sempre così insofferente? Perché non capisce che le sue azioni non feriscono solo lei ma tutte? In che guaio sta cercando di cacciarsi?
L’amore. Non c’è nulla di peggiore. Nessun guaio è paragonabile ad esso e Sissi, sciocca e sognatrice come è, ne è una facile vittima. Le basterà solo una parola dell’amato e lei si concederà, rovinandosi per sempre.
Crede davvero che l’amore per loro esiste? Sciocca, sciocca piccola Sissi. Nenè sa bene cosa ora sta provando, può sentirne il riflesso nel suo di cuore. Può prevedere ogni loro mossa, il momento in cui le loro labbra in cerca di peccato si sfioreranno. Conosce persino il ritmo del suo cuore, i pensieri che sembrano farla camminare a un metro da terra.
Nenè sa, rivive anche lei le ore passate a immaginare, i sospiri, gli sguardi che sfuggono per poi rincatenarsi e i sussurri nei fienili.
Persino lei era ceduta una volta, aveva pensato che quella fosse la felicità tanto che era decisa a lasciarsi tutto alle spalle: la sua educazioni, le aspirazione della madre, gli accordi con zia Sofia.
Ma l’amore è illusione, solo questo. O almeno per loro lo è, non possono tradire il loro rango con dei futili sentimenti di contorno. Si impara ad amare in seguito o si finisce per essere intrappolate in un limbo di insoddisfazione.
Le viene quasi da ridere, l’amore! Non è niente di speciale, non è quello che raccontano nei libri.
La ragazza all’Elizabeth Bennet non esiste, a nessuna è permesso di scegliere chi sposare.
Le donne sono merce, i loro padri i commercianti che stabiliscono il prezzo. L’unica cosa che devono fare è imparare ad amare l’uomo che gli viene imposto o almeno fingere di amarlo.
Devono tenere lo sguardo basso per non incrociare gli occhi dei loro promessi, capirebbero l’odio che la donna prova dietro a quei fuochi circondati da ciglia. Quella che dovrebbe essere modestia non è altro che una forma di protezione: è cercare di essere amabili e di sfuggire dalla prigione di carne il tempo necessario per far sì di non sentire i loro respiri vicino alla pelle.
Scuote il capo, la preoccupazione l’ha ormai abbracciata e sospira sul suo collo come un amante.
Una mano cerca l’altra, la fagocita per poi risputarla così come fa l’amore.
Esso stringe, ti mangia il cuore, ti brucia e poi si spegne lasciando solo polvere informe. È questa la fine dell’amore: il silenzio. Si ammutolisce per vecchiaia, per volere paterno o perché qualcuno più bello lo ruba. Non importa il contenuto, la modalità, la storia…l’amore è sempre finito. Non è paragonabile al cielo, non vive in eterno, i poeti si sbagliano.
“ Oh Sissi” sospira. Vorrebbe stringerla al petto, rivelarle quello che sa ma quella ragazza testarda deve impararlo a sue spese. Solo così potrà imparare che il cuore porta solo a sventure e dolore. Forse…forse smetterà anche di sognare e accetterà il suo ruolo nel mondo.
 
Ludovica si abbandona sulla poltrona, chiude gli occhi sperando che la testa smetta di pulsare.
 I suoi poveri nervi. Ogni volta che il marito si ferma nella loro casa la sua testa si ribella e non solo quella. Il suo cuore tuona ogni volta che lo vede, non per amore ma per rabbia. Grida all’ingiustizia, desidera vederlo sparire per sempre.
Ludovica non sopporta quell’uomo, come potrebbe? Ha portato l’infelicità nella sua vita e stampato sulla sua fronte la parola “tradita”. Troppe donne hanno il suo seme in grembo e troppi bastardi sono nati con i suoi occhi. Troppi perché Ludovica possa anche solo perdonarlo. Lui le ha rubato tutto, persino il carattere gioioso che la caratterizzava. Ora è solo una donna insoddisfatta, sformata dai parti e dalla fatica di allevare i numerosi figli.
Lei si guarda spesso intorno, le servette ridono e come può fare a meno di chiedersi “ anche a loro lui ha sussurrato parole dolci dentro il talamo?”.
Sospira, se solo non fosse nata donna. Sarebbe stata diversa la sua vita, sarebbe lei quella a divertirsi con i poeti ora. Avrebbe potuto avere il mondo ai suoi piedi , scegliere chi amare e chi sposare. Invece eccola, intrappolata in quella gabbia da uccellino.
Grande, certo, ma pur sempre una gabbia che le impedisce di spiccare il volo.
 
 
 
« Sissi »
 
Nenè la chiama, stranamente vestita come la sorella e pronta per lasciar cadere un attimo la donna che si è abituata ad interpretare. Un piccolo sforzo per insegnare alla sorella la differenza tra amore e cotta.
Fa un piccolo inchino verso Riccardo. Lui, quel piccolo maleducato, risponde solo con un cenno del capo appena accennato. Nenè sorride, cerca di non fare una smorfia e di non roteare gli occhi. Sì, sono perfetti. Due piccoli maleducati e rozz-no, non dovrebbe concedersi commenti così crudeli.
Ora che li osserva capisce che la sorellina aveva intuito più di quanto avrebbe dovuto , è così acuta la piccola Maria Sofia. A Nenè fa quasi paura il modo in cui guarda il mondo, la invidia anche un po’: niente sembra toccarla.
E come se fosse stata chiamata dai pensieri di Elena, Maria li raggiunge infilando una manina nella sua pronta per quel raro pomeriggio in compagnia. Se solo sapessero perché si è spinta a tanto, sfuggendo per la prima volta dopo anni dai suoi studi.
 
« Facciamo una passeggiata in riva al lago? »
 
Propone, decisa a staccarli per dimostrarle che il suo amore è fatto solo di occhi. Perché è solo questo l’amore dei ragazzi: solo corpo. Sissi dovrebbe domandarsi perché i ragazzi e le ragazze che non possiedono corpi abbastanza graziosi non vivono l’amore, forse capirebbe quanto ridicolo sia quel sentimento fin troppo sopravvalutato.
Nenè vuole sospirare di nuovo ma si trattiene, aspetta solo la risposta.
Riccardo guarda Sissi, lei ricambia lo sguardo scambiandosi discorsi sottointesi comprensibili solo a loro. Vogliono mangiarsi da un momento all’altro o almeno così le sembra.
Si trattiene dal picchiettare il piede a terra, sembrano ignorarla e proprio quando sta per riporre di nuovo la domanda uno dei fratelli interviene. Come è sgarbato… davvero sono così? C’è da notare che i contadinotti stanno facendo davvero un buon lavoro, di certo non sembra un nobile così sporco di fango e da come parla.
Sorride di nuovo, scopre a malapena i denti.
No, non vuole sorridere ora ma solo gridare. Scacciare Riccardo magari, dirgli di non presentarsi più e risolvere così la questione. Sente in sé la rabbia crescere, una rabbia ingiusta ma che grida “Come osa sedurla? È solo una bam-“ si ferma, deglutisce mentre abbassa le palpebre.
Non è nella posizione di criticare, aveva la sua stessa età quando si era lasciata andare per la prima e ultima volta ai bisogni del cuore.
Stringe forte la mano di Maria Sofia, cerca conforto per il suo cuore ancora strappato. Era bastato così poco per farlo scappare e da quanto ne sa lei adesso potrebbe essere già maritato con una nidiata di piccoli sé in giro per casa. Lei stessa l’aveva aiutato a strapparle il cuore, lei aveva sussurrato alla madre a mo’ di confessione i baci e l’amore. Era passata solo una notte e lui era già lontano.
Sissi fa strada, come al solito. Ci tiene sempre a mostrare luoghi nuovi, ad ammaliare grazie alla sua conoscenza dei territori vicino alla loro casa.
Forse è troppo chiassosa, impertinente e per niente educata, riuscirà a sposarsi? Questo è quello che tormenta Nenè, le sorti di colei che l’aveva sempre spalleggiata.
Gli occhi di Elena si fanno sempre più affettuosi, pietosi mentre lei si allontana affiancata da quel ragazzo. Ma non solo questo la tormenta. Deve forse avvertire la madre e distruggere subito il suo sogno o lasciarla ancora intorpidita nell’infanzia per un po’?
Stringe per qualche secondo una mano a pugno, perché tocca a lei decidere questo? Non vuole questo potere, è troppo. Un conto è governare sui più e non conoscerne i visi e un altro è manipolare il destino di una persona cara.
Perché Maria Sofia è stata così…brillante? Perché il seme del sospetto doveva nascere proprio in quel piccolo corpicino fatto di severe regole autoimposte e regalità?
Maria vede solo il bianco o il nero, Sissi solo a colori,  Nenè invece è costretta al grigio. E proprio nel grigio sta il dovere, l’incertezza e quelle sfumature che convogliano tutte in preoccupazione.
 
 
Sissi corre veloce, sempre più veloce per seminare la sorella. Non la vuole, con lei vicina non può allontanarsi con Riccardo e giocare con le sue mani. È una tortura, prova odio nei suoi confronti, perché proprio ora torna nella sua vita? Perché cerca di distruggere la sua felicità? Non le basta quello che la madre ha deciso per lei? Ora vuole anche Riccardo?
Lui rimane indifferente, ammira di tanto in tanto la bellissima Nenè per poi tornare a Sissi. È innegabile che i suoi istinti cerchino anche la più grande ma il suo cuore, dolente ogni volta che non si toccano, è dedito a Sissi. Solo a lei, pompa poesie e canzoni che vorrebbe sussurrarle la mattina prima di colazione. Eppure… eppure Riccardo non riesce a non ammettere a sé stesso che il suo amore è ancora precario. È solo sguardi e carezze, nulla di più. Ma lui lo desidera, quel più. Lo agogna, lo sogna la notte e lo immagina ogni volta che altri uomini lo citano.
La folle corsa di Sissi deve fermarsi una volta davanti al lago.Nenè aveva scelto bene il luogo: Sissi non può sfuggirle. Tutti quegli anni passati a scappare insieme erano serviti a qualcosa, conosce le sue modalità e  i suoi schemi.
Comincia a parlare del più e del meno, interpella Elisabetta ma lei risponde svogliata. Le sta mettendo il broncio, forse tra poco scoppierà in un grido isterico che porterà Nenè a vergognarsi. Lo fa spesso: urlare. Soprattutto quando non ottiene quello che vuole, quando deve rassegnarsi a una piccola “sconfitta”. È una ragazza infantile e di certo il padre non fa altro che spingerla a rimanere così.
Elena si avvicina a Riccardo, si fa offrire il braccio e gli sorride. Lascia che lui ricambi, che le parli come qualsiasi uomo: gonfiando il petto e tessendo le proprie lodi. Lui non può farne a meno, come tutti davanti a una bella ragazza cerca di mostrarsi. Sa che Elena è ancora più irraggiungibile ma l’istinto supera il buon senso e per qualche secondo si dimentica di Sissi.
Lei però li osserva, qualcosa nel suo cuore fermenta e prolifera in ogni suo capillare.
Stringe le mani a pugni, li guarda con occhi furiosi. Si trafigge le labbra con i denti mentre le lacrime le pungono le guance. Per la prima volta scopre la vera gelosia, quella che divora e porta le persone a fare cose folli.  Pesta un piede prima di correre verso il bosco.
Nenè impedisce a Riccardo di seguirla, le basta un cenno del capo. Guarda la sorella alle prese con la prima ferita da parte di amore, “spero che tu capisca la lezione, l’amore è così crudele sorella mia.”
Riccardo sposta i suoi occhi da Elena all’erba. Sa che dovrebbe seguirla ma non può, il loro amore deve rimanere segreto e spera che la reazione di Sissi passi come il solito scatto di isteria. La colpa gli grava sulla schiena, sa che non doveva fare l’uomo di carne, se solo fosse più bravo in queste cose! Rialza lo sguardo, Maria Sofia lo sta fissando. Le Wittlesbach riescono sempre ad avere quel espressione indecifrabile che ormai Riccardo ha imparato a odiare. Non possono come tutte mostrare ogni loro sentimento? No, loro hanno quegli occhi simili a pozzi che cercano di fagocitarti l’anima!
Riccardo decide di congedarsi, si scusa e finge di essersi ricordato di una mansione da sbrigare. Si slega da Nenè e comincia a correre, un unico pensiero nella testa “Sissi, sto arrivando.”
 
 


                                                             
 
  
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