Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Knifelover94    09/06/2014    1 recensioni
Kellyn, Kells per gli amici, Light è una sedicenne normale. Ma il destino ha in serbo per lei tutt'altro che la normalità. Mai avrebbe pensato che uno stupido gesto altruista causasse la distruzione della sua vita così come la conosceva. Ben presto si ritroverà risucchiata in un mondo sconosciuto, che non le appartiene...O forse sì?
Dovrà avere a che fare con i diurni,i notturni,i demoni, i complotti,le lotte per il potere, i guardiani e soprattutto con Niall Sword, il guardiano più testardo ed insopportabile del mondo.
(Faccio schifo a scrivere le introduzioni quindi spero che leggiate comunque la storia!)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un lampo interruppe la concentrazione di Kellyn e la spinse a distogliere lo sguardo dal libro che teneva in mano per guardare fuori dalla finestra. Il cielo era scuro come la pece e molto presto sarebbe stato squarciato dai tuoni.
"Meglio tornare a casa"pensò la ragazza dagli occhi di ghiaccio. Raccolse le sue cose e si precipitò fuori dall'edificio. Un altro lampo spinse la rossa ad accellerare il passo, casa sua era distante dalla biblioteca e le vie stavano cominciando a svuotarsi.
"Chissà come sarà andata la festa di Valerie" pensò la ragazza. Non amava le feste ed era per questo che nonostante le suppliche delle sue compagne aveva deciso di non andarci. Lo sapeva benissimo che nessuno avrebbe sentito la sua mancanza.
"Sono dappertutto!" disse ad un tratto una voce familiare dietro Kellyn.
La giovane si girò e vide un' anziana dai capelli bianchi e spettinati che indossava una vestaglia consumata: era la vecchia Mona, la sua vicina.
"Mona, cosa fai qui?" chiese corrugando la fronte, "Sta per piovere, dovresti tornare a casa."
"No! Casa...non è sicuro! Demoni! Demoni!" rispose la vecchia con gli occhi spalancati, avvicinandosi sempre più alla ragazza,  con le mani in avanti. La giovane ignorò la frase della donna, tutti sapevano che da quando suo figlio era morto in un incendio, la vecchia Mona era impazzita dal dolore.
"Mona, stai tranquilla, non c'è nessuno a casa tua, se vuoi ti accompagno" suggerì Kellyn, prendendo le mani fredde della vecchia tra le sue. 
"Andrà tutto bene" aggiunse sottovoce e sorrise alla sua vicina, che per un istante parve tranquillizzarsi. Pochi secondi dopo un lampo illuminò il cielo e Mona si liberò dalle mani della giovane. "Non capisci!" urlò la vecchia prima di spingerla. Kellyn fece fatica a rimanere in piedi, non si aspettava che l'anziana usasse così tanta forza. 
"Aspett-" cercò di dire, ma non fece in tempo a finire la frase: la vecchia Mona era scomparsa.
Kellyn cercò il cellulare nella tasca del suo cappotto grigio e digitò un numero. 
"Pronto, Kells?" disse una voce stanca, nell'altra parte della cornetta.
"Bob, ho visto Mona e stava di nuovo delirando, ho provato ad accompagnarla a casa ma è scappata...cosa faccio?" chiese tutto d'un fiato la figlia, gesticolando in mezzo alla strada, come se l'uomo potesse vederla.
"Appena torni a casa, telefona alla figlia di Mona e avvisala, ok? Il numero è scritto in un post-it all'entrata" rispose il padre tranquillo.
"Va bene...grazie, a proposito, quando torni?"
"Fra tre giorni, riuscirai a non metterti nei guai nel frattempo?"
"Certo Bob, ti voglio bene" disse la ragazza, chiudendo la chiamata e proseguendo sulla via verso casa. 
I suoi pensieri si spostarono dalla vecchia Mona a Bob. Era via da una settimana e già sentiva la sua mancanza. Nei suoi seidici anni di vita, l'unico genitore che aveva conosciuto era lui: il suo patrigno. A molti era parso strano che uno sconosciuto si fosse presa cura di una bambina che non aveva nessun legame di sangue con lui, ma per Kellyn era la cosa più normale del mondo e pian piano anche gli altri cominciarono ad accettare la loro strana famiglia.
I pensieri della ragazza vennero interrotti dalla vista di due strane figure in mezzo alla strada. "Ora ci mancavano pure due ubriachi" protestò sottovoce, mentre si avvicinava ai due, sperando che non la notassero. Grazie alla luce della luna, la giovane riuscì a vedere meglio la scena e capì che i due stavano litigando. Infatti, il più alto aveva le mani alzate per difesa, come se trattenesse  qualcuno non invisibile dall'avvicinarsi, mentre l'altro, spostava il peso da un piede all'altro, come un leone impaziente pronto a saltare sulla sua preda. 
"Parla!" aveva intimato, con una voce sicura e potente.
"Mai!" rispose l'uomo.
Alla risposta, il ragazzo si scagliò contro di esso e lo colpì con un destro. L'uomo cadde per terra, vicino alla luce del lampione, e Kellyn vide il suo volto. Era un uomo sulla ventina, indossava un completo grigio ed e aveva due occhi verdi e ridenti, come se la violenza che aveva appena subito lo divertisse. Si alzò, spostando una ciocca dei suoi capelli castani all'indietro. Nonostante la sua bellezza, qualcosa in lui fece rabbrividire la ragazza.  L'altro si avvicinò di nuovo e la giovane sperò di vedere il volto dell'aggressore ma  riuscì a vedere solo i suoi capelli biondi.
"Sono ubriachi" si disse tra sè Kellyn "Meglio andare via prima di mettermi nei guai".

Il giovane guardiano era bravo nel combattimento e doveva essere anche molto coraggioso visto che aveva avuto il corraggio di attacarlo in piena notte da solo. Lo aveva seguito dopo il "lavoro" e lo aveva minacciato, voleva delle informazioni su Baal. Al ricordo della scena, Khadim rise. Lui era il braccio destro del grande Baal e un giovane guardiano non sarebbe mai riuscito ad ucciderlo. "Tempo 5 minuti e l'avrò fatto fuori, non mi devo neanche trasformare" pensò.
Gli occhi grigi del ragazzo lo fissarono, era uno sguardo freddo ma sicuro. Lo stava sfidando e lui di certo non odiava le sfide.  Il demone si passò la lingua sui denti, il pugno che il ragazzo gli aveva appena dato, l'aveva fatto sanguinare. Annoiato si diresse verso il suo nemico con una velocità sovraumana e gli diede un pugno sul mento. Il demone non si accontentò solo di quello, infatti, prese i capelli dorati del ragazzo e li tirò e diede un pugno sullo stomaco , facendolo inginocchiare su se stesso. 
"Hai proprio sbagliato ad attaccarmi" disse Khadim al ragazzo, che sentite le sue parole, rise.
"Perché ridi!?" chiese Khadim, alzando la voce e tirando i capelli del giovane.
"Peché sei stupido, Khadim, per essere il braccio destro di Baal, sei proprio stupido" rispose con un tono beffardo.
"Guardiano, come mai dice questo?" 
"Per questo!" urlò il ragazzo, tirando dai suoi stivali neri una lama.
Khadim lasciò andare il ragazzo e scoppiò a ridere. "Sono stupido perché non ho notato che avevi una lama?"
Nel volto del guardiano apparve un sorriso beffardo, la sua mano destra teneva la lama. Il demone rimase fermo a guardare il ragazzo. Qualche secondo dopo, l'arma si illuminò e Khadim indietreggiò. Era stato ingannato. Quello non era un giovane ed inesperto guardiano, quello era uno dei migliori, lo dimostrava il fatto che avesse abbastanza forza e poteri da utilizzare una lama benedetta.
"Dovevi capirlo Khadim...un giovane guardiano non sarebbe mai riuscito a resistere al tuo pugno" disse il ragazzo, mentre si preparava a colpire l'avversario.
Il demone continuò ad indietreggiare ma il suo nemico si mosse velocemente, in neanche pochi secondi, si trovava già dietro di lui e stava sollevando la lama. Khadim chiuse gli occhi mentre incassava il colpo. Sentì una fitta sulle spalla destra e si rannicchio per terra per il dolore. Sentì che il suo corpo stava bruciando. Quando un demone e un oggetto benedetto entravano in contatto, questo era il risultato. 
"Ratos...in nome di Baal, vieni a me!" disse sottovoce, sperando che il suo assalitore non lo sentisse.
  
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