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Autore: millyray    10/06/2014    1 recensioni
Pare che finalmente la vita di Max e del suo Stormo stia per prendere una svolta decisamente importante e, forse, persino irreversibile con l'incontro di due ragazze, Jo e Shary, non molto diverse da loro, che sanno cosa significa essere in fuga, rischiare la vita e vivere nella paura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA LUCE DEI MIEI OCCHI

CAPITOLO VENTUNO

I ragazzi rientrarono in casa, uno più silenzioso di quell’altro, ma non appena si ritrovarono nel salotto ancora devastato dal combattimento sembrò scoppiare il finimondo; Shary crollò sul divano e scoppiò apertamente in singhiozzi coprendosi il volto con le mani, Nudge scivolò a sedere per terra con la schiena appoggiata al muro e il viso affondato nelle ginocchia scossa dai singhiozzi, Angel abbracciò Max anche lei in lacrime e Gazzy si buttò sulla poltrona piangendo silenziosamente.

“E’ assurdo, è assurdo”, continuava a mormorare Nudge con il viso ancora coperto. “Noi guariamo in fretta, questo non ha senso”.

“Lo so piccola, niente ha senso”, cercò di consolarla Max tenendo lo sguardo fisso in un punto imprecisato del pavimento.

“E’ stata colpa mia”, sbottò ad un tratto Gazzy senza avere il coraggio di guardare nessuno. “Lui si è messo al posto mio. Se non lo avesse fatto avrebbero sparato a me non a lui. E’ stata colpa mia”. Questa volta alzò lo sguardo in direzione di Shary che scuoteva la testa con gli occhi pieni di lacrime.

“No, tesoro, non è stata colpa tua. Lo avrebbe fatto per chiunque, ha semplicemente reagito d’impulso. Tu non c’entri assolutamente nulla”, gli rispose la rossa in tono deciso. Non lo incolpava di certo, povero piccolo.

“Shary”, la chiamò la sorella. “E’ meglio se tu ti vai a riposare, ok? Hai una faccia orribile. Noi invece penseremo a ripulire questo casino. Cerca di dormire un po’”.

La sorella annuì e cominciò ad avviarsi su per le scale sapendo benissimo però che non sarebbe affatto riuscita a chiudere occhio. Tuttavia era una buona scusa per restare un po’ da solo e poter piangere liberamente e sfogarsi.

“Lei lo ama tanto”, biascicò Nudge non appena vide la ragazza scomparire. “Si amano tanto. Non è proprio giusto”.

 

Shary, dopo essersi messa la sua camicia da notte bianca e leggera, si era buttata sul letto a pancia in giù e aveva stretto forte a sé il cuscino dando libero sfogo alle lacrime. Non aveva mai pianto così tanto in vita sua, né alla Scuola e nemmeno per la morte di Alex.

I suoi pensieri continuava a girare soltanto attorno a Iggy, al primo giorno che lo aveva incontrato, a quando lo aveva guardato nei suoi bellissimi occhi azzurri, a quando aveva capito di essersi innamorata di lui, a quella passeggiata sotto le stelle, al giro in moto, al loro primo bacio…

E adesso… adesso sembrava che la vita glielo volesse portare via; lui era la cosa più bella che le fosse capitata in quella misera vita e adesso sembrava andare tutto a rotoli. Era proprio ingiusto, la vita era proprio ingiusta.

Non poteva crederci, non poteva nemmeno immaginare di vivere senza di lui, senza i suoi occhi, senza i suoi scherzi e le sue battute, senza i suoi baci. Non potevano portarglielo via così. E poi era così giovane, potrebbe avere un sacco di anni di fronte a sé, ancora non aveva visto tutto quello che c’era da vedere.

Che cosa avrebbe fatto lei se lui fosse…non riusciva nemmeno a pensarci. Sapeva solo che se lui fosse… morto, sarebbe morta anche lei. Dentro sarebbe morta.

Le parole della mamma di Charley ancora le vorticavano per la testa; potrebbe non passare la notte… ci vorrebbe un miracolo.

Un miracolo. Cazzo, non aveva mai creduto nei miracoli ma adesso sperava proprio che avvenisse e che le ridesse il suo Iggy.

Sentì aprirsi la porta pian piano e qualcuno entrò; non si voltò per vedere chi fosse, non le importava, potevano benissimo anche essere dei Camici Bianchi venuti per portarla via. Anzi, forse sarebbe anche stato meglio.

Sentì questa persona salire sul suo letto e capì immediatamente che era Angel.

“Stai dormendo?” le chiese la bambina dolcemente.

La ragazza però non le rispose ma Angel capì lo stesso che la rossa era sveglia e che la stava ascoltando

“Non dobbiamo perdere la speranza”, mormorò allora la bionda sdraiandosi accanto a lei.

Sì, la speranza era sempre l’ultima a morire. Ma ci voleva un miracolo.

“Vedrai che starà bene”, continuò la bambina senza mai ottenere risposta. “Come nei film quando il protagonista sta per morire ma poi invece sta bene e ritorna dalla sua amata”.

“Angie, questo non è un film, tesoro”.

 

La mattina dopo lo Stormo insieme a Jo stava seduto in cucina a fare colazione, in silenzio. Quel giorno avrebbero saputo se il loro amico si sarebbe salvato oppure no. Era passata la notte e tutti quanti avevano ancora in mente quelle cinque parole dette dalla mamma di Charley: potrebbe non passare la notte.

Charley aveva detto a Shary che l’avrebbe chiamata proprio quella mattina per dirle come stava e tutti quanti si sentivano il cuore in gola e un macigno di dieci tonnellate pesava sul loro stomaco; non riuscivano nemmeno a mangiare.

A un tratto videro arrivare anche la rossa in cucina con un aspetto che faceva proprio paura; era ancora in pigiama, con i capelli spettinati e gli occhi gonfi e rossi. Si vedeva lontano un miglio che non aveva dormito ma che piuttosto aveva pianto per tutta la notte.

Si lasciò cadere su una sedia senza dire niente, nemmeno buongiorno. Dopotutto non lo avevano fatto neanche gli altri. D’altronde non era per niente un buongiorno.

La ragazza non provò nemmeno a mangiare, se mangiava qualcosa avrebbe vomitato di sicuro. Piuttosto continuava a lanciare occhiate al cellulare ogni dieci secondi per vedere se squillava.

Passò così una buona mezz’ora in cui nessuno disse assolutamente nulla; era una cosa raccapricciante, non fecero altro che girarsi e rigirarsi per tutta la cucina senza sapere bene che fare, in ansia e col cuore che presto sarebbe potuto esplodere.

Ma all’improvviso, ecco  che il cellulare squillò;  tutti quanti fecero un balzo sulla sedia. Shary lesse velocemente il numero ed esclamò guardando gli altri:

“E’ Charley!”

“E cosa aspetti a rispondere?”, la incitò la sorella.

Shary prese il cellulare con mani tremanti cliccando il bottone verde.

“Pr…pronto”, rispose col fiato corto.

“Ciao Shary, come stai?” si sentì la voce allegra dell’amica dall’altra parte. Ma la rossa sembrò non notarlo

“Charley, come cazzo vuoi che stia? Dimmi se Iggy sta bene”.

“Ahahah, sta calma”, cercò di calmarla Charley ridendo divertita. “Sta bene. Iggy sta benissimo”.

“Dici…dici sul serio?”

“Sì, certo”.

Shary esalò un grandissimo sospiro di sollievo lasciando cadere la testa sullo schienale della sedia; si sentì scivolare di dosso almeno quattrocento cinquanta nove chili. Gli altri notarono la sua espressione e immediatamente sentirono illuminarsi i propri occhi e alleggerire lo stomaco e il cuore.

Charley continuò: “O il miracolo è avvenuto o il tuo ragazzo ha la pellaccia dura. Mia madre e il dottor Hugger sono rimasti piuttosto stupiti da quanto in fretta si è ripreso. Le bolle d’aria che si erano rotte sembra si siano riparate. Però è ancora piuttosto debole e comunque un rene lo ha perso, ma per il resto starà bene. Si è già svegliato una volta quando c’era mia madre e ha chiesto di te. Vuole vedervi tutti quanti”.

“D’accordo, lo andremo a trovare”, le rispose Shary felice come non mai. “Grazie mille, è fantastico. Ci sentiamo più tardi”.

Shary riattaccò e guardò gli altri con un sorriso a trentadue denti.

“Allora sta bene!?” fece Nudge intuendo la risposta dalla faccia della ragazza; infatti stava sorridendo.

“Sì, ragazzi, sta bene. E’ fuori pericolo”.

“Grazie al cielo!” esclamò Max abbracciando Angel.

 

Shary entrò piano nella stanza di Iggy e lo trovò ancora addormentato nel letto; almeno sembrava stare meglio rispetto all’altro giorno, forse perché aveva riacquistato un po’ di colore o forse perché aveva meno tubicini attaccati addosso.

Gli si avvicinò e delicatamente gli prese una mano; avrebbe aspettato che si fosse risvegliato.

Non dovette aspettare molto; il ragazzo, dopo poco, aprì lentamente gli occhi e volse il capo verso la ragazza, probabilmente attirato dal suo odore.

“Sha…Shary?” la chiamò debolmente.

“Sì, sono qui”, gli rispose avvicinandoglisi ancora di più e stringendogli la mano ancora più forte. “Come ti senti?”

“Come se mi avessero fatto a pezzi il corpo e poi ricucito”.

Shary ridacchiò. “Beh, il paragone ci sta”.

Poi rimase per un po’ a guardarlo negli occhi azzurri, quegli occhi che per poco non aveva perso.

Iggy tentò di mettersi seduto ma non poté evitare di far uscire un grido di dolore.

“Cazzo!”

“Ma che fai!?” lo sgridò ma poi lo aiutò a mettersi seduto sul letto appoggiato ai cuscini. Guardò attentamente il letto e vide che c’era un sacco di spazio accanto a lui così ci salì sopra e gli si mise accanto facendo molta attenzione a non fargli male. Aveva il bisogno di sentirlo vicino, di stringerlo fra le sue braccia.

“Ci hai fatto prendere un colpo, a tutti quanti”, gli disse lei dolcemente.

“Mi dispiace, non era stata mia intenzione”.

“La prossima volta però pensaci due volte prima di farti sparare”.

“Ci proverò”.

Rimasero per un po’ in silenzio, abbracciati, poi Shary sussurrò. “Hai detto che mi ami”.

“Anche tu lo hai detto”.

La ragazza rimase un attimo perplessa finché non si ricordò di quello che gli aveva detto ieri. “Allora mi hai sentita”.

“Io ti sentirei anche in capo al mondo. Comunque è vero, ti amo Shary”.

“Anch’io ti amo”, gli rispose prima di dargli un bacio passionale.

Quando si staccarono, la ragazza esalò un gran sospiro.

“Che c’è?” le chiese Iggy.

“Niente”, gli rispose lei troppo velocemente, chiudendo e riaprendo gli occhi come se dovesse cercare una gran concentrazione per dirgli quello che doveva dirgli. “E’ solo che ho avuto tanta paura di… perderti”.

“Ehi, guarda che non ti libererai tanto facilmente di me”.

“Lo spero. Anche perché me lo hai promesso”, rise la ragazza. All’improvviso si sentirono delle voci e dei passi concitati che si avvicinavano; Shary scese dal letto, intuendo chi dovevano essere i nuovi arrivati.

“IGGY!” urlò Gazzy saltando sul letto e abbracciando di slancio l’amico senza preoccuparsi di stare attento a non fargli male.

“… orca troia!” si lamentò infatti il ragazzo che aveva ancora lo stomaco e la spalla fasciati e di certo il peso dell’amico addosso non gli giovava. “Così sì che mi uccidi!”

“Scusa, scusa, scusa…”, continuava intanto a mormorare il bambino, senza tuttavia spostarsi.  

“Gazz… ti dai una calmata?!” gli urlò Iggy facendolo staccare da sé; il bambino lo guardò dritto negli occhi.

“Mi dispiace, io non volevo che ti succedesse quello che ti è successo”, iniziò a parlare il bambino senza neanche prendere fiato. “Però è stata colpa mia perché tu mi hai spostato e loro hanno sparato a te mentre invece doveva succedere a me…”.

“Ehi, frena un attimo!” lo interruppe Iggy fissandolo in viso. “Che hai detto? Colpa tua?”

“Gazzy si sente in colpa perché pensa che sia stata colpa sua se tu sei rimasto ferito”, gli spiegò allora Shary perché il bambino non avrebbe smesso di farneticare.

“Cosa?!” Iggy stralunò gli occhi. “Ma sei scemo? Non è stata affatto colpa tua!”

“Ma allora perché mi hai spinto via e ti sei messo al posto mio?”

“Perché non volevo che facessero del male a te. E comunque volevo spostarmi anch’io ma non ho fatto in tempo. Ma tu non c’entri assolutamente nulla”.

In quel momento arrivò anche il resto dello Stormo con Jo e Total in braccio ad Angel. Ci furono altri abbracci e sospiri di sollievo e Nudge cercò pure di trattenere le lacrime di felicità.

“Allora Ig, come ti senti?”

“Leggermente ferito e con un rene in meno. Ma per il resto credo di stare alla grande”.

E tutti quanti i ragazzi scoppiarono a ridere contenti che il disastro fosse stato evitato. Speravano solo che non capitasse un’altra cosa simile, anche se, considerati i loro precedenti, non c’era tanto da sperarci.

 

 

MILLY’S SPACE

Salve! Scusate se ci ho messo così tanto ad aggiornare, ma con la scuola, lo studio, la tesina davvero non so quando trovare il tempo. Non vedo l’ora che sti esami finiscano.
Comunque, Iggy si è salvato e tutti sono felici e contenti. Per il momento ^^

Che mi dite? Lasciatemi qualche recensione e ricordatevi di visitare la mia pagina facebook. https://www.facebook.com/MillysSpace

Baci,
M.

MAXBARBIE: uuuuh, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto ^^ non pensavo di aver reso così bene le sensazioni. Cosa mi dici di questo? E’ un po’ più allegro… un abbracci. M.

AXXX: ma pensavi davvero che avrei ucciso il mio personaggio preferito? Ahaha xD per quanto riguarda Charley… be’, leggi e scoprirai. Un bacione. M.

  
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