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Autore: Mconcy    11/06/2014    5 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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Fragili

Capitolo 1






Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Quello che è successo in questo breve periodo di tempo è stato davvero una boccata d'aria fresca per me, perché ora le cose vanno bene. Io sto bene. Nonostante non sia stato facile riprendere in mano la mia vita, io l'ho fatto. Ho dovuto ricostruirmi a piccoli pezzi, uno dopo l'altro.

Credo di essere fortunato, comunque.
Il lavoro mi tiene impegnato per la maggior parte della giornata. Johanna, che ora è il mio superiore, mi ha affidato l'incarico di sovrintendere ai lavori di ricostruzione dei vecchi quartieri disastrati della città. Ultimamente mi sto occupando delle abitazioni vicine alla palude. Oltre a seguire i lavori, che per quella zona consistono più che altro in restaurazioni interne e non in costruzioni vere e proprie, mi preoccupo anche di assegnare i nuovi nuclei abitativi alle famiglie provenienti dalla Periferia che hanno deciso di vivere in città.

Negli ultimi tempi i trasferimenti sono sempre più frequenti. In Periferia, infatti, la guerra non è ancora finita. Alcuni gruppi di ribelli GD non hanno intenzione di abbandonare le armi continuando a sostenere la necessità di una guerra e rendono la vita difficile sia al nostro corpo di polizia, sia agli abitanti che vorrebbero venire in città.

Christina lo sa meglio di me. Lei lavora in un ufficio che aiuta proprio queste persone. Spesso raggiunge il confine della città per prelevare i nuovi arrivati e portarli al Centro di Accoglienza, una struttura che abbiamo costruito apposta per loro qualche mese fa. È stata un'idea di Johanna.

Io e Christina stiamo insieme da poco più di un mese ormai. A volte mi stupisco di come siano andate a finire le cose. Ma io ci tengo a lei. Mi è stata vicina come nessun altro in questi anni perché in parte poteva capire il mio dolore. Mi ha visto piangere, mi ha visto perdere me stesso e mi ha visto lottare.
Ma è stata lei che mi ha aiutato a ritrovare la strada.
Anzi, l'abbiamo ritrovata insieme.

Non mi soffermo mai a fare paragoni. Christina non potrà mai essere come Tris, questa è una delle poche cose di cui sono assolutamente certo. Ma va bene così.
Christina è diversa. Christina è il mio tranquillante. La sua franchezza mi da stabilità, mi aiuta a rimanere connesso con la realtà.

Lo ripeto. Sono fortunato.

Sono fortunato ad avere un lavoro che mi distrae dai ricordi e dai pensieri distruttivi. Sono fortunato ad avere Christina, che mi ha aiutato e continua a farlo ogni giorno.

È pensando a questo che la chiamo. In questi giorni è stata impegnata al confine, ma questa sera tornerà in città. Io dovrò lavorare fino a tardi in ufficio, ma voglio comunque sentirla e dirle che domani potremmo vederci per pranzo.

Attendo che mi risponda guardandomi intorno. Il piccolo ufficio provvisorio in cui lavoro da qualche settimana si trova a due passi dalle abitazioni in via di ristrutturazione, vicino alla palude. Da qui posso controllare che i lavori di restauro e i trasferimenti procedano senza intoppi. È un po' piccolo, lo ammetto, ma c'è tutto quello che mi serve per lavorare. Spesso rimango qui a dormire grazie alla brandina che tiro fuori dal piccolo sgabuzzino. La finestra, poi, dà sulla palude.
Si intravede la ruota panoramica.

"Pronto?"
Christina ha risposto al telefono.
"Hei, Chris."
"Hei! Come va?" Mi chiede con tono leggero.
Ci penso un attimo.
"Sai, sto proprio bene." rispondo con sincerità. "E tu?"
Lei accenna una risata.
"Tutto procede. Quando torno ti devo raccontare una cosa! Non puoi capire che ridere oggi... I camion possono essere parecchio pericolosi per quelli della Periferia. Soprattutto quando..."
"Chris" la interrompo mentre mi spunta un sorriso. Potrebbe continuare a parlare al telefono per ore, ma devo lavorare stasera. "Torna presto"
Segue un momento di silenzio. Poi una risata, la sua.
"Si che torno presto. Tra mezz'ora parte il convoglio. Ci vediamo domani" dice con dolcezza, e so che anche lei ora sta sorridendo.
"Ci incontriamo a pranzo? Così mi racconti per bene." Propongo allungandomi all'indietro sulla sedia pieghevole.
"Certo! L'unica cosa è che dovresti venire a prendermi al Centro di Accoglienza. Domani ho il turno di mattina."
"Perfetto, ci vediamo lì."
"Buonanotte Quattro, non lavorare troppo, mi raccomando..." dice con voce divertita.
"Sai che lo farò..." la prendo in giro prima di darle la buonanotte e attaccare.

Christina è una dei pochi che riesce ancora a farmi sorridere un po'. Non è stato facile decidere di metterci insieme, anche se i nostri amici, Cara in particolare, ci hanno supportato molto. Forse ce lo aspettavamo entrambi, era prevedibile, ma inizialmente mi sentivo un traditore. Non potevo dimenticare Tris in quel modo, mi dicevo.
Però io avevo bisogno di Christina, come lei di me. Avevamo bisogno l'uno dell'altra per andare avanti. So che Tris avrebbe voluto che andassi avanti.
Avrebbe voluto che fossi felice.

Mi resi conto che non l'avrei mai dimenticata, era impossibile. Christina lo sapeva allora e lo sa anche adesso. Ci sosteniamo e ci aiutiamo non per dimenticare, ma per sopportare l'ombra di dolore che il passato proietta dentro di noi. Siamo due persone mutilate che si sostengono a vicenda.

Dalla finestra vedo il sole scomparire nella palude. Prendo un fascicolo dallo schedario alla mia destra e comincio a darmi da fare tra moduli, richieste e autorizzazioni. Tutte scartoffie che mi distraggono dai pensieri.
Eppure oggi sono sereno come non lo ero da tanto tempo. Sento che le cose possono davvero andare bene. Vedo una piccola luce di speranza all'orizzonte.

Sono passati due mesi. Ed io sono ancora qui.







EDIT 9/8/14
Mi è stato fatto notare che il carattere di alcuni capitoli era follemente piccolo... scusate, non sono molto pratica di html XD
Comunque, dopo aver passato qualche ora su un sito pieno di lezioni per usare il linguaggio html (precisando che ancora faccio schifo), ho deciso di provvedere e di modificare la grafica dei capitoli. Spero che i vostri occhi tornino normali XD
Un saluto

Mconcy


Date un'occhiata alle altre storie sulla mia pagina:
-"Invincibili", la raccolta di extra su "Fragili" dal punto di vista di Tris
-"And There She Was", one-shot a sé stante su Divergent
-"Fino a dieci", one-shot introspettiva sull'amicizia fatta di dialoghi al telefono

  
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