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Autore: Arrow of the Mockingjay    13/06/2014    1 recensioni
un giorno ho pensato a come potrebbe essere la storia di Rue, la tenera ragazzina del distretto 11. Dalla mietitura, alle interviste, insomma tutto il percorso prima e durante gli Hunger games... spero vi piaccia e.... buona lettura!!!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Mi sveglio che il sole è appena sopra l’orizzonte, nessuna delle mie sorelline è sveglia. Darren, invece, sarà a guardare l’alba dalla finestra, come fa tutte le mattine. In una giornata normale, dovrei svegliarle per poi raggiungere nostra madre nel frutteto dove lavoriamo. Ma oggi è diverso, oggi è il giorno della Mietitura. Per me è il primo anno, sono l’unica,per ora di tutta la mia famiglia. Decido di rimanere lì ancora un po’ a cercare di dormire ancora qualche ora.
Quando mi sveglio vedo mia mamma accanto a me, mi accarezza i capelli scuri e folti. Si alza dal mio letto e prende qualcosa dal suo armadio e me lo porge; guardo bene: è un vestito molto semplice tutto bianco. Lo indosso, devo dire che mi sta bene.
Esco di casa dove mi aspetta la mia famiglia. –Ciao!!- esclama Melany e mi abbraccia forte, io mi siedo su una panchina e sorrido alle mie adorate sorelline. Ci assomigliamo tutte, e molto. –Sei bellissima Rue!- esclama Jen salendomi sulle ginocchia.
La mattina passa in fretta e presto sono le due. Io prendo in braccio Emily e per mano Jen, mamma ha per mano Alice e Melany, darren è abbastanza grande per camminare da solo.
Arriviamo in piazza e lascio la mia e mi avvio verso l’area entro la quale devono stare tutti i ragazzie che hanno tra in 12 e 18 anni.
Sul palco, allestito davanti al palazzo di giustizia del Distretto 11, sale Effie Trinket, ha un vestito azzurro interamente ricoperto di stras, in testa ha un enorme cappello a tesa larga bianco. Effie va verso il microfono –Benvenuti, benvenuti, benvenuti!- esordisce con allegria –Benvenuti ai 75esimi Hunger Games. E…. che la fortuna sia sempre avostro favore!-. ci fa vedere un filmato sui Giorni bui. –Ora scopriremo chi è il tributo femmina del Distretto 11 di quest’anno- dice la Trinket e si avvia verso la boccia di vetro dentro la quale ci sono tantissimi bigliettini e su uno c’è il mio nome. Ho un po’ di paura, anzi, tanta.
Effie è tornata al microfono, apre il bigliettino e legge il nome: -Rue Lullaby-. Sono io. Sono io. Mentre mi avvio verso il palco a passi lenti e incerti sento un pianto provenire da dietro di me, mi volto e vedo Jen piangere tra le braccia di mia mamma. Sento una lacrima scivolare giù dalla mia guancia seguita da altre. Salgo sul palco. –Ci sono volontari per Rue Lullaby?- chiede Effie. Nessuno. Ovviamente.
Rimango assorta nei miei pensieri a lungo guardando la mia famiglia piangere.
-Tresh Keller- sento Effie, in seguito vedo salire sul palco un ragazzo molto più alto di me, robusto e di sicuro peserà più del mio doppio…
dopo l’inno di Panem veniamo scortati all’interno del Palazzo di Giustizia. Entro in una stanza molto bella e mi siedo su una poltrona di velluto verde.
La porta si apre e vedo entrare sei paia di occhi lucidi venirmi incontro. Mia mamma, Melany, Emily, Alice, Jen e Darren, sono tutti qui per dirmi addio… ci stringiamo in un abbraccio che dura  a lungo. –Tornerai vero?- mi chiede Emily –si…- le rispondo ma non ne sono molto convinta e credo che Jen se ne sia accorta, lei è molto sveglia considerando che ha solo 9 anni; -altrimenti chi ci dirà quando è ora di tornare a casa la sera?- mi chiede. Tutti i giorni io e le mie sorelle, insieme a mia mamma e agli altri lavoratori del mio distretto andiamo nel frutteto a raccogliere i frutti di stagione. Verso sera io mi arrampico su un albero e, se vedo la bandiera che segna la fine del lavoro, riproduco un motivetto a 4 note che le ghiandaie imitatrici ripetono in modo che ogni lavoratore lo senta e sappia che è ora di tornare a casa. –Vinci. Così se l’anno prossimo vengo estratto mi farai da mentore…- mi dice Darrren, nella sua voce non c’è la solita allegria. Io non rispondo. Il tempo è finito e saluto tutti prima che le porte si richiudano lasciandomi sola a piangere con la faccia tra le mani.

Salgo sul treno insieme a Tresh che mi sembra ancora più alto epiù robusto di prima. Ci siamo già incontrati, una volta, al mercato: lui a aiutato mia mamma a portare delle cassette di frutta. Il pensiero di mia mamma mi rattrista e una lacrima mi solca il viso, lui mi abbraccia consolandomi. Arrivano Chaff e Seeder, i nostri mentori e partiamo. Il treno sfreccia veloce sulle rotaie e il mio distretto si fa sempre più piccolo e più lontano fino a sparire. Probabilmente non lo rivedrò mai più, ne sono consapevole. 





Nota autrice: questa storia è stata scritta (e pubblicata) qualcosa come tre anni fa ma recentemente l'ho impaginata meglio.
   
 
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