Sinead
- SCOPRIAMO DI ESSERE STATI TUTTI PRESI PER I FONDELLI
“Stai
bene, Nan?” chiesi a mia sorella.
Lei
annuì, mentre la aiutavo a rialzarsi
dal tavolo su cui quel cretino di un norreno l’aveva fatta
cadere.
“Comunque quel tipo era un maniaco” disse
rimettendosi in piedi. Be’ questo spiegava
perché fosse bordeaux.
“Peccato
non aver avuto qui Duncan, allora”
commentai “Non ne sarebbe rimasto molto da seppellire, di
quel tipo”
L’unico
risultato del commento fu che Nancy
arrossì oltre l’umana immaginazione, quindi decisi
di lasciar perdere. I
norreni si erano dileguati e avevano infilato un portone enorme,
presumibilmente di una fortezza. Io e Nancy ci precipitammo sui loro
passi. Non
avevamo nessuna intenzione di lasciarli scappare, non quando avevano
Orlando.
“Tu
come te la sei cavata con l’altro
tipo?” mi chiese Nancy mentre correvamo.
“Non
molto bene” replicai cupa “Quel tizio
sapeva usare la magia, ed è riuscito ad annullare i miei
incantesimi con quella
sua spada”
‘Excalibur.
Non la sopporto’
ronzò
Freagairiche disgustata ‘Forgiata
da
Vidarr. Benedetta da Odino. Potente quasi quanto un’arma
divina. Incisa di rune
in modo da poter deviare o assorbire la magia usata contro il suo
proprietario.
Ha condotto molti eroi alla rovina causando loro dei complessi di
superiorità.
Peccato che non sia ancora successo a quel bisonte, ci saremmo evitate
molti
problemi’
‘Sei
meglio di Wikipedia’
pensai mentre
entravamo nella fortezza. Ci ritrovammo davanti un lungo corridoio, con
due
lunghe file di torce sulle pareti. Molto più avanti,
riuscivo a vedere i due
norreni che correvano a rotta di collo.
Mentre
correvo ripensai rapidamente al
duello che avevo appena affrontato. Il Pirata (lo chiamavo
così a causa della
benda sull’occhio) era stato veramente un osso duro, uno dei
pochissimi esseri
umani con cui mi fossi davvero trovata in difficoltà.
Perfino con Freagairiche
che ronzava come una disperata mettendomi al corrente delle sue mosse
– e negli
ultimi tempi era una cosa che faceva raramente visto quanto ero
migliorata –
non ero riuscita a disarmarlo. E neanche la magia aveva funzionato!
Anzi, era
stato in grado di usarne lui stesso.
E poi c’era anche quell’altra cosa strana che aveva
detto … prima aveva preteso
di non sapere chi fossimo, e poi, non appena avevo accennato alla Slea
Bua, si
era messo a dire di restituircela. Cosa piuttosto impossibile, dato che
ce
l’avevano loro. Ma allora perché montare tutto
quel teatrino fingendo che i
ladri fossimo noi?
Le mie riflessioni finirono quando raggiungemmo i due norreni. Per
qualche
ragione, si erano fermati nel bel mezzo del tunnel, e quando fummo
più vicine,
vidi il perché. Erano occupati a farsi fare una foto con il
cellulare da un
tizio.
Era alto e magro, con la pelle chiarissima, i capelli lisci e neri
raccolti in
una piccola coda e strani occhi che erano blu, ma non si capiva bene di
che
sfumatura, tanto cambiavano. Era vestito come un cantante rock.
Somigliava
parecchio al Maniaco, probabilmente era un parente, forse addirittura
il padre.
Ma non fu quella la cosa che mi preoccupò di più.
Quello che mi preoccupò di più fu che ai suoi
piedi c’era Orlando, con gli
occhi chiusi e un colorito cadaverico. Oh dei … che gli
avevano fatto? Era solo
svenuto, vero?
“Oh,
ecco, ci sono anche le due celte” ci
salutò il tizio del cellulare “Potete fare una
foto tutti insieme, che dite?
Dunque, i due ragazzi al centro, le signorine ai lati … e
tutti con le braccia
attorno al collo di chi sta vicino!”
“Loki!”
sbraitò il Pirata, senza commentare
il suggerimento”Cosa stai succedendo? Cosa stai facendo? Chi
sono questi?”
chiese, indicando me, Nancy e Orlando. Quel Loki aprì la
bocca per rispondere,
ma fu prevenuto da una voce che, purtroppo, io e mia sorella
conoscevamo
benissimo.
“Loki,
sei stato tutto il tempo alle prese
con le foto e non hai spiegato loro nulla? Crea una pessima
impressione, nel
campo degli affari!”
Il
proprietario della voce comparve dal
nulla. Era un uomo alto e robusto, con i capelli rossicci legati in una
coda e
una corta barba sempre rossiccia. Aveva gli occhi del tutto neri, senza
traccia
di bianco, e indossava jeans con una maglietta di non so quale battuta
di
caccia. Io e Nancy avevamo la sfortuna di imbatterci in lui tre volte
prima di
allora, e tutte avevano rischiato di finire male. Era Arawn, dio
dell’ inferno
celtico, nonché dio dell’inganno.
“Arawn”
borbottò nervosamente mia sorella.
Il
Pirata si girò a guardarla “Lo
conoscete? Allora siete tutti in combutta con Loki! Chi è
quello, il vostro
genitore divino?” chiese, alludendo probabilmente al fatto
che avevamo tutti i
capelli rossi.
“Ma
neanche un lontano parente, grazie agli
dei!” sbottai “Invece, com’è
che voi siete qui a farvi fotografare da questo
tizio che ha Orlando?”
“Allora
è quello Orlando?” chiese il
Maniaco, guardando il nostro allievo steso a terra “Vi
meritereste un po’ di
meglio, carine …”
“Chiudi
il becco” sbottammo io e Nancy in
contemporanea, cosa più unica che rara.
“Basta!”
sbottò il Pirata “Dov’è la
Lancia?”
“Un
po’ difficile dirlo visto che ce
l’avete voi!” ribattei io.
“Cosa?
Avete ammesso voi stesse che il
ladro è il vostro compare!”
“Perché è stato costretto da
voi!”
“Me
se non sappiamo neanche chi siete!”
“Sei
ancora così convinto che dobbiamo
spiegargli tutto, Arawn?” chiese quel Loki, senza staccare
gli occhi dallo
schermo del cellulare “Sarebbe molto meglio lasciare che si
ammazzino tra loro,
sono sulla buona strada”
“Oh,
lo faranno comunque” lo rassicurò
Arawn “Ma moriranno tutti tra poco e non diranno niente a
nessuno, no? Tanto
vale dirglielo … e godersi le loro espressioni”
Loki
guardò Arawn, poi guardò noi che lo
stavamo fissando tutti, poi concluse. “E va bene. Le foto
faranno il giro del
web”
“Ora
che siete pervenuti a questa difficile
decisione, vi disturba troppo dirci dov’è la
Lancia?” chiese il Maniaco.
Loki
tossicchiò. “Dovresti essere più
preciso, figliolo. A quale lancia ti riferisci?”
Arawn
fece un rapido gesto con la mano, e
un paio di lance comparvero dal nulla. Una era enorme, ma abbastanza
normale, e
non mi sembrava di averla mai vista. L’altra invece la
conoscevo benissimo.
Era molto lunga e di legno chiaro, e dalla punta argentea uscivano
sibilando
scintille bianche, cosa che dava all’arma l’aspetto
di un missile pronto a
partire. La Slea Bua.
“La
Gungnir!” esclamò il Pirata, fissando
l’altra lancia.
“E
quell’altra che cos’è?”
inquisì il
Maniaco.
“E’
la nostra Slea Bua” gli rispose Nancy
“Ma che accidenti sta succedendo?”
“No
scusate, ma voi chi siete?” chiese il
Pirata che, al pari di tutti noialtri, non ci stava capendo
più niente.
E
in effetti la situazione era assurda:
gente che sapevamo averci rubato la lancia, ci accusava di aver rubato
una
lancia, e alla fine comparivano due lance e due dei
dell’inganno. Che razza di
casino.
Arawn
tossicchiò , riportando la nostra
attenzione su di lui. “Innanzitutto mi presento, signori: io
sono Arawn, dio
celtico degli inferi”
“E
dell’inganno” aggiunsi io.
I
due norreni sgranarono gli occhi.
“Celti?!” chiese il Pirata, esterrefatto.
“E
già! Ma lo sapevate, no?” chiesi.
Le
loro facce furono una risposta più che
sufficiente. La cosa mi lasciò completamente spiazzata.
Come, non sapevano chi
eravamo? Ma allora perchè ci avevano attaccate? E poi, Lugh
aveva detto che
erano stati loro a rapire Orlando e a rubare la Slea Bua. Tutta quella
situazione non aveva senso.
Arawn ridacchiò, poi il suo aspetto cambiò.
All’improvviso, era diventato un
uomo biondo … Lugh.
“Questo
vale più di una spiegazione troppo
lunga e complicata, no?” chiese lui.
“Maledetto
… ci hai messe apposta contro i
norreni!” capii. Uno scatto mi informò che Loki
aveva immortalato la mia
espressione feroce.
“Come?”
mi chiese il Pirata.
“E’
stato lui a dirci che voi avevate
rubato la nostra lancia e rapito Orlando …”
spiegai, senza smettere di fissare
Arawn con aria omicida.
“Sì,
se l’è cavata” disse Loki beccandosi
un’occhiataccia dall’oggetto della discussione
“Del ragazzo invece mi sono
occupato io” continuò accennando al povero
Orlando,a ancora a terra. “Dovevo
fargli rubare entrambe le lance … e non è stato
affatto difficile. Non è certo
un genio, ve ne sarete accorte anche voi. E il vostro rifugio Dun
Scaith non è
irraggiungibile come credete, almeno per un dio”
“Quindi
è stata una combutta tra due dei
dell’inganno”
capì il Maniaco.
“Diciamo
solo che recentemente sono entrato
in affari con l’estero” rettificò Arawn.
“Perché?”
chiese Nancy “Cosa ve ne viene in
tasca?”
“Oh,
un buon numero di cose” disse Loki
senza smettere di cincischiare con il cellulare. Mi veniva voglia di
strapparglielo di mano e romperglielo in testa. “Primo, e
più importante: io sarò
libero grazie al potere delle due lance combinate”
“A
me libero lo sembri fin troppo”
commentai.
“Oh,
questa è solo una mia emanazione … io
sono legato come un salame a svariati chilometri da qui”
“Secondo,
voi quattro finirete tutti nel
mio regno una volta morti” intervenne Arawn con
soddisfazione.
“Ma
è impossibile” fece notare Nancy “Loro
appartengono a un’altra cultura, quindi dovrebbero finire nei
loro inferi …”
“Oh,
non esattamente” spiegò Loki, sempre
armeggiando con quel benedetto cellulare “Uccidendovi tra
voi, finirete tutti
per uccidere persone innocenti, quindi voi celti dovreste andare da
Arawn e i
norreni nel Hellheim …”
“Ma
secondo la clausola 45 della norma 27
dello statuto dei regni dei morti …”
iniziò Arawn.
“Le
vostre anime possono essere cedute a
lui, in quanto siete venuti in contatto con la loro cultura e avete
ucciso
alcuni dei loro. E sono sicuro che convincerò mia figlia a
farlo” completò
Loki, alzando lo sguardo per vedere se ci fosse
un’espressione che valesse una
foto.
“E
non sarete i primi. I rispettivi gruppi
vorranno vendicare la vostra morte. Si scatenerà una guerra
tra celti e
norreni. E riceverò molte più anime che negli
ultimi tempi!” annunciò Arawn
soddisfatto.
“Piccolo
particolare” disse il Pirata con
aria cupa. “Noi non abbiamo nessuna intenzione di uccidere
queste due”
“Lo
stesso vale per noi nei vostri
confronti” risposi.
“Oh,
lo farete, state tranquilli …” rispose
Loki distrattamente.
“E
come credi di farcelo fare?” La risposta
me la fornì Freagairiche. ‘Affondo
dietro
di te!’ ronzò.
Mi
voltai di scatto, appena in tempo per
parare un fendente … del Pirata. No, ma non aveva appena
detto di non volerci
uccidere? E invece era lì davanti a me che combatteva come
un invasato.
Uno strillo alle mie spalle mi costrinse a girarmi per un attimo, ma mi
fu
sufficiente per vedere qualcosa che mi lasciò a bocca
aperta. Tutti stavano
combattendo contro … copie degli altri. Stando a quello che
mi offrivano i miei
occhi, in quel momento c’erano tre me, tre Nancy, cinque
Pirati e otto Maniaci.
Mi ricordai subito di quando il Maniaco aveva fatto delle copie di
sé e del suo
compare per sviare me e Nancy che li seguivamo … Loki lo
aveva chiamato
‘figliolo’. Doveva essere il suo genitore divino.
Mi dispiaceva per lui.
In quel momento, però, i legami familiari non erano la cosa
più preoccupante:
la cosa più preoccupante era che le copie ci stavano
attaccando, tutti stavamo
combattendo, e non si riusciva a distinguere una copia
dall’originale. Avremmo
anche potuto ucciderci tra noi, scambiandoci per le illusioni
…
Riuscii a sconfiggere facilmente l’illusione –
Pirata, non era tosta quanto
l’originale: appena la mia spada lo colpì, si
dissolse nel nulla. Ma
prontamente fui attaccate al contempo da un altro Pirata, una Nancy e
un paio di
Maniaci.
“Ehi”
mi apostrofò uno di questi ultimi
“Datti una calmata, carina. Io sono quello
originale”
“Chissà
perché, ma ho l’impressione che lo
diresti anche se fosti una copia” ribattei.
“Giusta
osservazione” fece lui, dopodiché
attaccò senza esitazione la sua altra versione, il Pirata e
la Nancy, che io
avevo esitato a colpire perché non sapevo se fossero quelli
veri o no.
Si dissolsero tutti.
Questo poteva voler dire che ero davanti al Maniaco originale
… o che era un
astuto trucco per farmi abbassare la guardia. Mantenni comunque una
posizione
di difesa, ma lui non attaccò.
“Ehi,
ehi, non ti sei ancora convinta,
gattina? Guarda che se mi uccidi poi non possiamo più uscire
insieme!”
“Chiamami
un'altra volta gattina e ti …”
“Oh,
anche tu vuoi tagliarmi …” sorvolo il
termine per motivi di decenza, tanto avrete già capito tutti
di che cosa si
tratta.
“Veramente
stavo pensando di cavarti gli
occhi. E poi come fai a essere così certo che le altre siano
illusioni?”
“Sono
pur sempre figlio suo, no?” rispose
indicando Loki che stava fotografando tranquillamente lo scontro.
“Uhm
… okay” commentai, abbastanza sicura
che quello non fosse il massimo come parentela “Bene, tipo,
suppongo che adesso
un’alleanza sia di rigore” dissi mentre colpivo una
mia versione che cercava di
attaccarmi.
“Ma
davvero?” ribatté lui
“Un’alleanza! Chi
ci avrebbe mai pensato! Accidenti, gattina, un’idea davvero
originale” Tutto
questo mentre colpiva un paio di sé stesso.
Mi
limitai a mollargli un’occhiataccia e a
rispondere “Se mi chiami ancora gattina non solo ti cavo gli
occhi, ma compio
anche l’operazione che hai citato tu”
“Allora
mi dici come ti chiami?” mi fece
lui con un sorrisetto da pseudo conquistatore navigato..
“Sinead”
“Ma
che razza di nome! Io comunque sono
Einar”
“Sì,
perché questo non è un nome strano.
Adesso mi dici quali sono gli originali, così magari
riusciamo a uscire da
questa situazione?”
“Alex
è quello che combatte contro te e tua
sorella, tua sorella invece sta combattendo contro i due Alex e
quell’altro me”
spiegò lui. Dedussi che Alex doveva essere il Pirata.
Io ed Einar iniziammo ad attaccare le restanti illusioni, tenendo a
mente la
posizione degli originali.
“Ehi
capo!” urlò a squarciagola Einar “Sai
che adesso siamo alleati ufficialmente? Adesso almeno posso uscire con
una
delle due senza problemi”
“Neanche
per sogno!” sbottò quella che
doveva essere per forza la Nancy originale.
“Okay,
se vuoi posso uscire solo con te, ma
non garantisco, è impossibile distinguervi”
“Silenzio!”
intimò Alex, distruggendo una
delle ultime due illusioni “Mi è sembrato di
sentire …”
Un
ronzio, ecco quello che si sentiva. Non
si capiva bene cosa lo producesse. Notai, però, che le
fiamme delle torce si
stavano alzando, e che una gran quantità di scintille si
staccava e rimaneva
sospesa per aria … non prometteva niente di buono. E infatti
di colpo le
scintille si trasformarono in vespe.
“Dritt!”
gridò Alex, mentre io commentavo
qualcosa di probabilmente analogo in irlandese.
“Okay,
con le illusioni ve la siete cavata
bene, ora voglio vedervi con queste …” disse Loki,
scattando una bella foto
alla scena, mentre Arawn osservava compiaciuto.
“Ma
cosa cavolo …?!” borbottai, mentre
cercavo di allontanare le vespe con la spada.
“E’
il dio della stregoneria” rispose Alex
da qualche parte – le vespe ormai erano così tante
che era difficile vederci
qualcosa “Ma dove accidenti l’ho messa
…”
Non
riuscii a capire di che cosa stesse
parlando, perché quelle bestiacce mi aggredirono in massa. E
tutto quello che
potevo fare era cercare di scacciarle con Freagairiche, che continuava
a
strillare di non essere un acchiappamosche. Purtroppo, la magia celtica
non
offre incantesimi ‘Autan’:
al massimo
potevo cercare di entrare nella mente degli animali e convincerli a
calmarsi,
come una volta avevo fatto con il cavallo di una Romana.
Solo che, quando ci provai, non ci riuscii …
perché non erano vere e proprie
vespe, certo! La loro natura era quella del fuoco. Dovevo solo
concentrarmi e
cercare di farle tornare alla loro forma originaria.
“Ehi,
perché alcune sono diventate
lucciole?” gridò Einar pochi minuti dopo. Okay,
ecco il bel risultato dei miei
sforzi.
“Eccola!”
esclamò subito dopo Alex, insieme
a qualcosa di assolutamente incomprensibile. Le vespe si diradarono,
ronzando
intorno come impazzite, e poi volarono via lungo il corridoio.
Abbastanza
chiaro che fosse stato lui.
“Come
hai fatto?” gli chiesi. Accidenti, io
con tutti i miei sforzi ero riuscita a ottenere qualche lucciola, e lui
con una
parola le mandava via tutte.
“La
runa …” iniziò a dire lui, ma si
interruppe. C’era un nuovo suono questa volta. E non un
ronzio … come de passi
pesanti – molto pesanti – di qualcuno che stesse
venendo nella nostra
direzione.
“Bravi!”
ci disse quell’idiota di Arawn con
un sorriso “Con i vostri combattimenti, avete fatto
abbastanza chiasso da
svegliarlo”
“Allora
serviva tutto a distrarci in vista
di un nemico più tosto” commentò Einar
“Neanche un po’ cliché”
“Oh,
il classico fa sempre effetto,
figliolo … come sarebbe a dire ‘batteria quasi
scarica’?!” fu la risposta di
Loki.
Nessuno
se la sentì di commentare l’ultima
domanda, perché in quel momento il suo
‘classico’ fece il suo ingresso in
scena.
Era il mostro più grosso che avessi mai visto. La sua testa
sfiorava il
soffitto, e riusciva a passare lungo il corridoio solo
perché teneva le ali
molto aderenti al corpo. Somigliava al canonico drago: completamente
ricoperto
di squame verde brillante, con ali membranose di un verde
più scuro. I suoi
occhi erano di un giallo brillante, e quando si posarono su di me, ebbi
la
sensazione che quel mostro avesse subito saputo tutto di me, chi ero,
tutto
quello che avevo fatto, tutto quello che pensavo, il modo in cui mi
comportavo
e combattevo di solito, come se mi avesse passata allo scanner. Era una
sensazione che faceva venire i brividi.
L’essere passò quel suo sguardo assurdo su tutti
noi, e poi fece saettare
un’enorme lingua biforcuta – gesto certamente molto
rassicurante.
Arawn
rivolse a tutti noi un gran sorriso,
mentre Loki continuava a imprecare contro il suo telefono.
“Signore e signori”
annunciò allegramente “ho l’onore di
presentarvi l’unico, inimitabile …
Fafnir!”