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Autore: Aislin    15/06/2014    3 recensioni
E se Albus non fosse l'unico serpeverde di famiglia? E se il suo migliore amico non fosse esattamente un Weasley? Questa Fanfiction è dedicata quasi interamente alla nuova generazione. Tra litigi, fatture orcovolanti, primi amori e l'attesa edizione del Torneo Tre Maghi alcuni dei protagonisti ritroveranno se stessi, altri capiranno cosa vogliono dalla vita...
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Sophia: Bad Girl

“Le brave ragazze sono sicure di andare
in Paradiso;
le cattive ragazze hanno la certezza
di poter andare dappertutto.”

 

 

In circostanze straordinarie, in momenti particolari che i centauri chiamano “bacio”, alcuni pianeti si avvicinano tanto da sfiorarsi quasi nel cielo. Ai nostri occhi appaiono come semplici punti luminosi, ma il loro influsso per moltidetermina il passato, il presente e il futuro. Così la Festa delle Rune, una serata biocottata da moltissimi studenti e anche da qualche professore, segnava inspiegabilmente un momento di passaggio. James doveva aprire gli occhi su un mondo magico meno idilliaco di quanto potesse mai immaginare, Lily e Scorpius dovevano prendere atto dei propri sentimenti, così come Richard e una confusa Molly. Aldilà dei sentimenti singoli, Hogwarts, nascosta al mondo babbano, e protetta anche dal mondo magico, era un piccolo microcosmo dove la violenza e i problemi esterni giungevano attutiti e moderati dai titoli dei giornali. C'è da dire che il primo compito di ogni scuola è quello di preparare alla vita, che spesso e volentieri trova il modo di venirti a bussare quando meno te lo aspetti. Sophia Zabini non poteva immaginare che una semplice conversazione ascoltata per caso avrebbe cambiato per sempre la sua esistenza tranquilla.

 

SOPHIA:

“Odio l'atteggiamento di Lily! Mi fa preoccupare inutilmente”.

Feci un cenno d'assenso rapido Hélena che si stava pettinando i capelli, visibilmente infastidita dal comportamento della nostra migliore amica e compagna di stanza. Nel dormitorio eravamo in sei, noi tre, e poi altre tre compagne. La camerata era stata divisa da una parete con una porta ad arco che ci permetteva (così come lo permetteva alle nostre compagne) di poter avere un po' di privacy. Vivendo a scuola, e tornando a casa solo per le feste, lo spazio personale era una rarità e si faceva il possibile per accaparrarselo. Sistemai ordinatamente i libri nella borsa, prima di lanciare uno sguardo allo specchio. Il mio riflesso era quasi identico a quello di mia sorella, non fosse per alcuni piccoli particolari. Il piccolo neo sotto l'occhio, la fossetta sul mento più pronunciata, e poco altro permettevano alle persone che ci conoscevano davvero bene di poterci distinguere. Ero così concentrata a pensare ai fatti miei da non sentire quello che Nenè mi stava dicendo e proprio per la mia distrazione mi arrivò un guanto di lana in faccia.

“Mi basta essere ignorata da Lily, ci manca solo che lo faccia anche tu Soph!”

“Scusami! E' che sto pensando al test di pozioni e poi sai che mi tocca fare da guida e referente per gli studenti di Durmstrang.”

“Hai voluto imparare il tedesco no..quindi...”

“...ora devi volare da sola sulla scopa!”

Finivamo le frasi l'una dell'altra, ma non aveva tutti i torti. Da vera figlia di papà ci tenevo davvero a fare carriera nel ramo della cooperazione internazionale e contavo di fare uno stage al ministero nell'estate. Un'altra cosa che condividevo con Albus.

“Ora vado comunque. Ci vediamo a pranzo e mi parli di qualunque cosa non abbia ascoltato adesso.”

Sistemandosi la spilla da prefetto appuntata sul maglione annuii.

“Ok, che dopo cena ho la ronda e prima mi vedo con Chris per studiare.”

Era stata nominata a sorpresa dopo le vacanze. Emilia Claks, prefetto prima di Hélena, aveva rinunciato perchè era volata all'estero, in Brasile, per uno scambio culturale lasciando quindi libero un posto rapidamente riassegnato. Non che la cosa mi spiacesse. Non puntavo a quel tipo di carica, anche se mi sarebbe piaciuto diventare caposcuola un giorno. Prima di imboccare la porta la vidi osservarmi con attenzione.

“Sai, non pensavo che ci saremmo divise così. Tu con Albus e i mille impegni, Lily con la sua fuga dalla realtà, e io con la scuola e Chris...avevo sempre pensato che saremmo rimaste unite, nonostante tutto. Io e Te. Invece....mi sembra che tutto stia cambiando senza che si faccia la fatica di far funzionare le cose. E nostro fratello soffre come un cane e io non so come aiutarlo!”

Il tono noncurante non poteva nascondere una vena di delusione, che mi spinse ad avvicinarmi per abbracciarla.

“Saremo sempre le terribili gemelle Zabini...niente cambierà ciò che siamo. Così come nessuna Rose Weasley può fare del male a qualcuno della nostra famiglia! Ora finisci di prepararti e a pranzo parliamo un po'! A dopo”

Le posai un rapido bacio sulla fronte, imponendomi di rimare forte e concentrata. Avevo l'incontro con gli studenti di Durmstrang che avrei dovuto scortare a lezione, e aiutare come interprete quando non capivano qualcosa. Era un compito importante, e poteva aprirmi molte porte in futuro.

“Ehi, guten Morgen!”

Non avevo nemmeno posato il sedere sulla panca quando Aleksander Krum mi si sedette accanto. Fortunatamente la lingua ufficiale della scuola teutonica era il tedesco, o avrei dovuto imparare anche il bulgaro.

“guten Morgen, Alksander”. Notoriamente la mattina nessun serpeverde ha voglia di fare conversazione. Non siamo tra le persone più comunicative del mondo.

Era un bel ragazzo (anche se non in senso convenzionale), sicuramente interessante, ma un po' troppo sicuro di se e l'arroganza aveva un fascino limitato nel tempo. Lo sentii sbuffare mentre si versava un bicchiere di succo di frutta, tornando a parlarmi in inglese. Apprezzavo lo sforzo, ma essendo felicemente impegnata con Albus poteva anche parlarmi in mandarino che non avrebbe fatto alcuna differenza.

“Kome mai a qvesto tavolo le rakazze sono sempre kosì serie e fredde?”

Domanda fin troppo facile. Mi versai una tazza di thè caldo e imburrai una fetta di pane tostato prima di rispondergli.

“Noi siamo la Casata di Serpeverde, siamo tendenzialmente arroganti, ma solo perchè crediamo di essere migliori e che i nostri scopi siano più alti. Il più delle volte è così. Abbiamo un retaggio antico e siamo molto orgogliosi. Fanno parte della storia della nostra Casa eminenti maghi, e non tutti oscuri come dicono le storie. Siamo persone concentrate sui nostri scopi e sul nostro futuro, e non abbiamo molto tempo per la conversazione.”

“Capisco”

E credo che capisse veramente visto il sorriso che mi rivolse, prima di tentare di marpionare qualche altra ragazza. Voltandomi osservai la porta della Sala Grande, in attesa di vedere il mio ragazzo che era se possibile, ancora più impegnato di me. Dovetti abbandonare l'idea di aspettarlo quando i rintocchi dell'orologio ci richiamarono al dovere. Un'altra mattinata senza parlargli! La giornata iniziata male stava davvero procedendo peggio.

 

La giornata era volata, a pranzo avevo avuto tempo di mangiare una cosa di corsa con mia sorella, senza aver modo di parlare per bene di quello che stava succedendo tra di noi. Sapevo che voleva aiutare Edward con Rose, ma non avevo ancora chiari i suoi progetti. Di contro io ero davvero oberata, al punto che i deliri di Lily – che continuava ad evitarci da quando eravamo tornate a scuola – iniziava a passare in secondo piano. Infondo sapevo che il problema era sempre e solo Scorpius. Quando e come fosse riuscita a risolvere la situazione sarebbe tornare in se e tutto sarebbe andato a posto. Dovevo solo pazientare per riavere indietro la mia migliore amica. Quella sera faceva freddo, fiocchi di neve sottili mulinavano nel vento, e mi strinsi maggiormente nel mantello mentre abbandonavo il galeone di Durmstrang. Avevo aiutato alcuni studenti con i loro compiti e ora non mi restava che tornare al castello. Notai un movimento alle mie spalle, lungo il sentiero che si inoltrava tra gli alberi, una piccola luce era apparsa, per poi scomparire tra le fronde. Mi morsi il labbro curiosa, strofinando le mani guantate alla ricerca di calore. Dovevo vedere cosa fosse? Il mio cervello mi diceva di tornare dritta al castello e di rimuovere quello che avevo appena visto, ma una parte di me – quella che era continuamente alla ricerca di risposte a domande che non pensavo nemmeno di essermi posta – desiderava capire cosa stesse succedendo. Silenziosamente deviai il mio percorso, addentrandomi al buio. In quel punto le torce che illuminavano il sentiero principale per il lago non facevano che una luce fioca e tremolante.

“Stiamo rischiando grosso Raiden! Non ho alcuna intenzione di perdere il posto o di mettere a rischio la vita dei miei studenti per permetterti di trovare una soluzione al tuo problema!”

“Dimentichi che so esattamente cosa succederà se falliamo Heinrick!”

Heinrick Rowan? Il mio professore di difesa contro le arti oscure e il preside di Durmstrang? Sapevo che Rowan aveva frequentato quella scuola, ma sapevo anche come fosse un tipo affidabile, al punto da essere nominato direttore della casa Grifondoro.

“Ci sono già gli Auror coinvolti, e tengono sotto controllo le intere prove, quindi non capisco in che modo tu sia coinvolto! Raiden immischiarsi è da folli! Se scoprissero che stai indagando da solo ci sarebbero ripercussioni per tutti.”

“E' stato un mio studente ad essere sfregiato lo scorso torneo...e sappiamo tutti e due cosa succederebbe se ci fossero altri incidenti durante questo! Si solleverebbero paesi interi! Parliamo della possibilità di scontri violenti. Zabini rischia il posto, e lo rischiamo anche tutti noi...ma è secondario! Rischiano i ragazzi...i miei e i tuoi oltre al fatto che non sappiamo chi ci sia dietro a tutto questo. Anche la McGrannit ha ricevuto minacce, così come Madame Maxime!”

“Anche io ne ho ricevute e te ne ho parlato! Ma PerMerlino! Non puoi ergerti a giudice e boia della situazione..ci sono delle leggi e noi dobbiamo agire attraverso esse”

Ero shockata! Il torneo era truccato? Qualcuno minacciava mio padre e la preside? Il ragazzo di Durstrang che si era fatto male? Chi voleva tensioni nel mondo magico? Per noi nati dopo la seconda grande guerra magica le cose erano state facili. Cresciuti in un mondo sereno non ci eravamo mai posti alcun tipo di problema, e ora, tutto il mio universo stava per essere travolto dalla scomoda verità. Feci un passo indietro spaventata da quello che stavo sentendo, rischiando di inciampare. I rumori molesti prodotti dai miei movimenti fecero voltare i due. Lo sguardo del Preside Vankerkoof mi trapassò e prima che potessi fuggire mi blocco immediamente.

“Inutile fuggire! Vieni avanti...ora!”

Il tono non ammetteva repliche e volente o nolente fui costretta ad obbedire. Gli occhi del professor Rowan si riempirono di inquietudine, mentre controllava in giro se oltre a me la loro conversazione avesse avuto o meno un pubblico.

“Come ti chiami?”

Alla domanda del preside intervenne il mio docente rispondendo al posto mio.

“Sophia Zabini, sua sorella Hélena ha un neo sotto l'occhio destro...sono gemelle”

“Zabini? Come il responsabile di questa pagliacciata?”

Raddrizzai le spalle, e nonostante l'ansia e la paura che provavo in questo momento mi trovai a rispondere con una voce così glaciale da spaventare me stessa.

“Si, sono Sophia Zabini, Blaise Zabini è mio padre e qualunque cosa vogliate fare ai suoi danni sappiate che ne pagherete le conseguenze!”

Feci un passo indietro, pronta a difendermi se necessario.

“Serpeverde?”

Riconobbe i colori della mia sciarpa, mentre con una mano guantata ne tastava la consistenza. Era così vicino da provocarmi un brivido d'ansia.

“Si, Signore”

“Quanto è importante l'incolumità di tuo padre ragazzina?”

“Molto”

“Raiden! Non vorrai coinvolgerla? E' solo una studentessa del quinto anno!”

“Piantala! Si vede lontano un miglio che questa faccetta d'angelo non avrebbe paura a sporcarsi le mani vero?”

Non sapevo cosa rispondere. Il professor Rowan ora tradiva una vera e propria preoccupazione, tanto da frapporsi tra me e l'altro uomo.

“Non ci provare a coinvolgere un mio studente!”

“Lasciamolo decidere a lei!” rivolse nuovamente la sua attenzione su di me “Allora Sophia, quanto sei disposta a sporcarti le mani? Tradire la tua scuola se si trattasse di salvare non solo il culo di tuo padre ma anche tutti noi?”

“Se mi promettete che non verranno coinvolti i miei e che mio fratello non subirà danni nel torneo sono disposta a fare quello che serve.”

Stava succedendo tutto così velocemente. Fino a pochi minuti prima stavo tornando al castello per stare un po' con Albus prima di dover tornare in dormitorio, e ora? Ora non sapevo nemmeno io cosa stesse succedendo. Sentivo l'adrenalina scorrere, permettendomi di non crollare.

“Allora ti faremo sapere cosa devi fare....ora torna al castello, e sappi se che dovessi dire a qualcuno di questa conversazione sarebbe la tua parola contro la nostra...e io sono davvero bravo con alcuni incantesimi..molto pericolosi sia per te che per i tuoi amici...”

Mi stava minacciando apertamente. Strinsi i pugni, imponendomi di non rispondere e di non mettermi a correre. Sentii la mano del professor Rowan posarsi sulla mia spalla, invitandomi dolcemente ad avviarmi verso la sicurezza del castello. Mi accompagnò per qualche metro.

“Non voltarti indietro Zabini, ti prometto che non ti farà del male, e che ne usciremo. Ora va!”

 

Appena fuori dal loro campo visivo avevo iniziato a correre, senza guardarmi indietro, fermandomi solo una volta raggiunto il corridoio dei sotterranei. Respiravo a fatica, le mani posate sulle ginocchia, cercando di calmare il battito impazzito del cuore. Sentivo le lacrime bruciare per il desiderio di uscire, fino a che una mano si posò gentilmente sulla mia spalla. Mi sentii sostenere da un braccio intorno alla vita, mentre venivo guidata gentilmente verso la sala comune e poi su per la scale. Non riuscivo a vedere oltre la cortina di lacrime che non ero più riuscita a trattenere.

“Sophia...cosa c'è?”

La voce di Albus mi riportò lentamente alla realtà. Mi fece sedere sul suo letto, togliendomi il mantello zuppo di neve, sostituendolo con una coperta. Prese le mie mani strofinandole dolcemente e soffiandoci per riscaldarle. Sentivo freddo, un freddo intenso e spietato che arrivava sino alle ossa. Avevo smesso di piangere non perchè non ne sentissi il bisogno ma perchè improvvisamente non ne avevo più la forza. Venni scossa da un brivido profondo, e solo l'abbraccio di Albus mi impedì di afflosciarmi come un sacco di stracci.

“Respira Sophia, va tutto bene, sei al sicuro...respira”

Ci vollero alcuni minuti perchè il mio respiro si regolarizzasse. Mi spinse leggermente all'indietro, facendomi sdraiare supina, con la testa sul suo cuscino. Tutto sapeva di lui, tutto mi faceva sentire al sicuro, protetta. Con gesti tranquilli e delicati fece passare le sue dita tra le ciocche dei miei capelli che via via si stavano asciugando. Era rimasto seduto accanto a me tutto il tempo. Voltando la testa la nascosi contro di lui, come a voler escludere tutto il resto. Non lo vidi estrarre la bacchetta dalla mia posizione, ma sentii distintamente la porta chiudersi con un incantesimo, prima che anche lui si sdraiasse accanto a me stringendomi, ancora tremante.

“Se non vuoi dirmi cosa sta succedendo non importa, ma...sei al sicuro ora, e non permetterò a nessuno di farti male.”

Non risposi immediatamente, stringendomi al suo corpo come se mi volessi perdere in lui. Ad occhi chiusi potevo ancora sentire su di me gli occhi del Preside Vankerkoof, le sue minacce alla mia famiglia. Ero cresciuta sentendomi intoccabile, e in un secondo tutto il mio mondo era stato minacciato da qualcosa di insondabile. Mio padre, la sua carriera, mio fratello e anche Albus. Helena. Mi irrigidii nel suo abbraccio. Dovevo allontanarmi, dovevo evitare che si facesse male per proteggere me.

“Io...devo andare”

Feci per alzarmi ma mi trattenne, obbligandomi a incontrare il suo sguardo.

“Non ti ho mai vista piangere, non ti ho mai vista tremare...qualunque cosa sia successa, qualunque cosa tu abbia fatto a me non interessa. Sarò anche solo il figlio del grande Harry Potter, la brutta copia, ma posso e voglio stare con te! Puoi andartene, far finta che non sia successo nulla, puoi anche chiedermi di non preoccuparmi, ma io ci sarò sempre.”

Quelle parole ebbero l'effetto di un detonatore, e tutta la paura di poco prima sembrò amplificarsi. Sentivo il mio cuore scoppiare d'amore e di terrore nello stesso momento.

“Tu non capisci...”

“Posso provarci...ma devi fidarti di me...”

Più scuotevo la testa, più la sua presa su di me si faceva dolce, e gentile. Non mi stava più trattenendo, ma ero io che non riuscivo a lasciarlo. Quasi al rallentatore si sporse verso di me, posando le labbra sulle mie. Voleva essere un bacio dolce e tenero ma sull'onda di tutte le emozioni che si agitavano dentro di me un piccolo assaggio si trasformò in un banchetto. Era uno scambio selvaggio e disperato allo stesso tempo, il mio respiro che si confondeva con il suo. Quel bacio mi stava spogliando delle mie paure rivestendomi di passione e di desiderio. Non avevo mai provato nulla di simile, non avevo mai sentito una tale tensione tra di noi. Mi piaceva, mi era sempre piaciuto, ma mai nella mia vita avrei immagino di volere qualcosa con la stessa intensità con cui lo desideravo in quel momento momento. Le sue mani gentili eppure possessive disegnavano il profilo del mio corpo, fermandosi in una stretta decisa sui miei fianchi. Le mie invece si erano insinuate sotto la sua camicia, e con i polpastrelli potevo sentire la sua pelle tiepida e il contrarsi dei sui muscoli. Un gemito morì nella gola di entrambi e solo allora, con un verso strozzato mi allontanò di qualche centimetro da se. Il viso di Albus era il ritratto della tensione e della sofferenza.

“Non ora, non perchè non ti voglia, o non ti desideri come l'aria che respiro, ma non meriti che la tua prima volta sia in un dormitorio, con la porta chiusa a chiave e i nostri amici qui fuori....e poi sei sconvolta.”

“Io non...”

L'indice disegnò lentamente il mio labbro inferiore, portandomi al silenzio.

“Fino a pochi minuti fa tremavi, e io voglio solo che tu stia bene. Affronteremo una cosa alla volta...insieme...”

Rimanemmo sdraiati, vicini, i suoi occhi sondavano i miei e le sue mani mi accarezzavano dolcemente. Mi sentivo pervasa da un senso di profonda intimità con quel ragazzo che si mostrava così freddo e misurato con tutti, ma che con me aveva dimostrato delicatezza e comprensione. Non aveva insistito con le domande, non in quel momento, dandomi il tempo di assorbire l'ansia e la paura. Mi abbraccio, posando il mento sui miei capelli e di rimando mi trovai a nascondere il volto nell'incavo del suo collo. Gli posai un bacio sulla base della gola, per poi divincolarmi lentamente per rialzarmi.

“Devo andare ora....grazie”

Si mise a sedere, passandosi una mano nei capelli scuri scomposti, sorridendomi e facendo lo stesso ai miei.

“Non ringraziarmi...mai...”

La sua espressione si fece imperscrutabile nello scendere le scale per accompagnarmi alla porta del dormitorio femminile. Non c'era nessuno per la scale in quel momento, anche se potevo sentire le voci di mio fratello e di quanti Albus aveva sfrattato dalla stanza.

“Soph, qui dentro sei al sicuro ok? Non ti chiederò cosa è successo ora...ma ne parleremo domani con calma, quando avrai riposato. Questi sotterranei sono la tua casa, e nessuno che non sia un serpeverde può entrare qui dentro...e nonostante quello che si dice di noi, siamo un gruppo compatto. Non hai nulla da temere quindi riposa tranquilla...”

“Ok...”

Non riuscivo a dire nulla. Sentivo un groppo serrarmi la gola pur comprendendo la verità nelle parole di Albus. Potevano minacciarmi, potevano minacciare la mia famiglia, ma non mi sarei piegata. Potevo trovare la forza di resistere e ci sarei riuscita: non ero sola. Mi sporsi per baciarlo e per abbracciarlo di nuovo, comprendendo nel profondo del mio essere il significato della parola affetto. Certo non mi era mai mancato da parte della mia famiglia o da parte di Lily, ma con Albus era diverso. Non era mio fratello e nemmeno la mia migliore amica.

“Ora vai a riposare e tranquilla...sono tutti a quella pallosa festa delle rune. Ti ho visto piangere solo io e pochi altri...e nessuno farà domande, tranne me.”

“Lo so...e ti prometto che parleremo...solo ho bisogno di capire come affrontare la cosa prima di discuterne con te..”

Temporeggiavo ma sostanzialmente stavo dicendo la verità. Mi fidavo solo di Albus in quel frangente. Lui era abbastanza forte ed equilibrato per aiutarmi, e soprattutto non era coinvolto in prima persona nel torneo. Non avrei mai rischiato di aggravare la situazione di Edward o di Lily. Inconsciamente avevo già preso la mia decisione.

“Buonanotte Zabini...ora va”

Mi spinse dolcemente verso la porta e con il volto ancora arrossato mi voltai di scatto stringendolo.

“Ti voglio bene Potter...”

Lo sentii irrigidirsi un secondo, per poi rilassarsi continuando a sorridere e questo mi bastò per avviarmi a letto un po' meno terrorizzata e un po' più tranquilla.

Aveva ragione Albus, lì dentro nessuno avrebbe potuto farmi del male, e domani avrei avuto modo di trovare il modo di proteggere coloro che amo e di proteggere me stessa.



 



 

SPAZIO PERSONALE:
Rieccomi a voi con un nuovo capitolo! In primis colgo l'occasione per ringraziare quanti hanno letto la storia e l'hanno inserita tra le preferite e le seguite. Mi fa davvero tanto piacere che troviate il tempo per leggermi! In secundis un grazie enorme a quanti di voi mi hanno recensito. Sapere le vostre opinioni è sempre molto impotante per me quindi davvero GRAZIE! Tornando al capitolo, siamo ancora profondamente legati alla tematica di quello precedente...iniziano a delinearsi le prime nuvole all'orizzonte e presto ci saranno altre rivelazioni. Per chi invece sta attendendo il ritorno di Scorpius e Lily sappiate che non ci sarà da attendere troppo! Ho anche deciso di aggiungere qui di seguito (e anche per i prossimi capitoli), una breve panoramica dei personaggi. Una sorta di scheda personale perchè la mia storia è iniziata tanti anni orsono e quindi alle volte inserisco personaggi che non si incontrano da diversi capitoli, pubblicati molto tempo fa! Detto questo, grazie a tutti e al prossimo aggiornamento!


 



GUIDA AI PERSONAGGI:

Sophie Zabini: 15 anni, Serpeverde. Ha i capelli corvini (eredità paterna), portati a caschetto e gli occhi verdi. Figlia minore di Blaise, sorella di Edward, è tra le migliori amiche di Lily nonché sua compagna di dormitorio. Vive quasi in simbiosi con la gemella Hélena, anche se diversamente da lei appare più sicura e tende a stare maggiormente per i fatti suoi. Desidera lavorare nella cooperazione magica come il padre. Esce da prima di Natale con Albus Potter.

Hélena Zabini: 15 anni, Serpeverde. E' la gemella di Sophie, ma nonostante sia pressochè identica fisicamente (le distingue un piccolo neo sotto l'occhio) ha un carattere un po' diverso. E' molto espansiva ma nasconde le sue emozioni dietro una finta civetteria e una sorta di pacata arrendevolezza. Ha tirato fuori un carattere combattivo e competitivo per conquistare Christopher Nott, con il quale fa coppia da un po'. E' un genio nell'uso delle Rune, e vorrebbe diventare una traduttrice lavorando nel ramo della magia sperimentale.

Heinrick Rowan: 34 anni, ex studente di Durmstrang e di Hogwarts. Insegna da 5 anni Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts, è ha un discreto seguito di giovani studentesse innamorate grazie ai suoi occhi color ambra e al fascino dato dalla sua apparente scontrosità. E' il direttore della Casata di Grifondoro ed è molto attento al benessere dei suoi studenti. E' figlio di un mago inglese e di una strega di origini tedesche. E' stato anche compagno di scuola di Raiden Vankerkoof, attuale giovanissimo preside di Durmstrang.

Raiden Vankerkoof: 35 anni, preside dell'Accademia di Durmstrang. Pur essendo molto giovane si è costruito in patria una fama di uomo inflessibile, che lo ha portato a ricoprire il ruolo di preside. E' considerato uno dei maghi più affascinanti in circolazione dal Settimanale della Streghe. Il settimanale gli ha più volte dedicato la copertina. Biondo, e dagli occhi glaciali è un individuo che non ispira alcuna simpatica, ma è molto legato a suo excompagno, ora insegnante a Hogwarts.

Aleksander Krum: 17 anni, studente di Durmstrang, è il figlio maggiore di Viktor Krum. E' un abile giocatore di quiddich anche se non ha mai raggiunto i livelli del padre. Figlio d'arte, sfrutta spesso la notorietà del padre, ora allenatore della nazionale Bulgara, per far colpo sulle ragazze. Pur non essendo particolarmente bello, risulta avere un certo fascino.

Albus Severus Potter: 17 anni, Serpeverde. Se fisicamente assomiglia molto al padre – ha ereditato gli occhi di sua nonna Lily – caratterialmente è maggiormente riflessivo e razionale. E' molto ambizioso e da sempre cerca di farsi valere dimostrando le proprie capacità e il proprio cervello. E' molto puntiglioso, qualità/difetto che vale le prese in giro da parte del resto della famiglia. Ha un buon rapporto con il fratello e con la sorella, ma tende a stare per conto suo. Il suo migliore amico e compagno di stanza è Scorpius Malfoy. Con Edward Zabini e Christopher Nott formano il quartetto del sesto anno e sono molto legati fin dall'infanzia.

  
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