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Autore: Pandi34    16/06/2014    2 recensioni
Nel momento il cui Caliel, angelo custode, decide di abbandonare il Paradiso per scendere sulla Terra, segna il suo destino. Ma forse la sua sorte è proprio quella: abbandonare tutto per amore.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'intera storia è frutto della mia fantasia, tranne i nomi degli angeli che, per rendere la storia un pizzico più credibile, sono i nomi effettivi degli angeli. Perdonatemi se i nomi che ho scelto sono presenti in altre storie, ma la mia decisione si basa sul semplicissimo fatto che Caliel è proprio il mio angelo custode, e di conseguenza l'arcangelo è Michele ^^
Ci tenevo a chiarire queste piccole cose per evitare problemi e incomprensioni (?)
Buona lettura :3






Caliel sospirò. Sapeva già come si sarebbe conclusa l’udienza con Michele, ma non ne era intimorito più di tanto. Anche Iezalel aveva preso la sua stessa decisione e ora era sulla Terra tra le braccia del suo amato. Se Michele aveva acconsentito una volta, non poteva respingere la sua richiesta; dopotutto avevano libertà di scelta e quella era la sua decisione.
Per tutto il tempo aveva guardato il suo protetto, che ora si stava togliendo la tuta da meccanico e si spogliava lentamente degli altri indumenti sudati. Entrò nelle docce dell’officina e aprì l’acqua posizionandosi sotto il getto freddo. Caliel sorrise. Era così bello, con quei capelli neri, quegli occhi cristallini capaci di trapassarti da parte a parte, quel fisico asciutto e muscoloso, le gambe slanciate, la schiena dritta che si incurvava in prossimità delle natiche. L’angelo avrebbe voluto essere già lì, e si rese conto di aver aspettato troppo tempo.
-“Caliel.”- disse Michele, interrompendo i pensieri dell’angelo che si girò velocemente.
-“Michele.”
-“Ora puoi venire, scusa se ti ho fatto aspettare.”- asserì quello, lanciando un’occhiata a un angelo che si allontanava ravveduto. L’ennesimo che cercava di interferire con gli umani ancora sotto aspetto divino. Michele odiava, per quanto possa valere il concetto di odio per un angelo, quelli che si rapportavano con i loro protetti senza aver prima assunto sembianze umane. Era contrario, in generale, alle relazioni tra esseri divini ed esseri mortali che andassero oltre il semplice rapporto angelo custode-protetto.
Caliel seguì Michele lungo una galleria dorata a volte, per fermarsi in una stanza sfavillante. Ogni angelo adorava tutto lo sfarzo di quegli ambienti, che con la loro luminosità richiamavano il Creatore, ma Caliel col tempo aveva iniziato a provare fastidio dinnanzi alla troppa luce.
-“Vuoi spiegarmi perché hai chiesto udienza? Alla fin fine sei più vicino all’Onnipotente di quanto lo sia io.”
-“Mi serviva la tua benedizione, Michele. So che anche Iezalel ha parlato con te prima…”
-“Caliel. Non dirmi che hai intenzione di fare quello che penso.”
-“Sì Michele, voglio andare sulla Terra.”
-“Ti rendi conto cosa comporterà questa tua scelta? Se il Cielo avesse bisogno di te, tu saresti tra i mortali a spassartela.”
-“Lo so, ma se dovesse esserci un’urgenza non tarderò a ritornare…”- rispose Caliel. Dannazione, Michele era riuscito anche a farlo sentire in colpa. Sperò che risparmiasse almeno tutte le manfrine sulla loro natura divina e sulla natura peccatrice dei mortali. Le aveva ascoltate tante di quelle volte che le conosceva quasi a memoria.
-“Caliel, per l’amor di Dio. Non hai pensato che il nostro essere angeli ci impone certe regole da rispettare?”
Eccole, le famose manfrine dell’arcangelo Michele.
-“Ci ho riflettuto a lungo, devi sapere. E ho capito che desidero vivere accanto a uno dei miei protetti.”
-“Come vuoi. Prendi le sembianze umane, lascia il paradiso e vai sulla Terra. Dovrai cavartela da solo.”
-“Grazie Michele.”- asserì Caliel, congedandosi.
Gli angeli sono connubi di gioia e amore incondizionato. Balle, pensò. Se fosse vero, nessuno avrebbe nulla in contrario alla decisione di un angelo di scendere sulla Terra. E invece erano solo capaci di farti sentire in colpa.
Ora doveva solo prendere sembianze umane e volare tra i mortali. Le ali gli sarebbero rimaste, erano l’unica cosa che l’avrebbe identificato come essere divino una volta trasformato.
Sarebbe andato subito da Iezalel, che sapeva abitare in una baita in montagna con una ragazza bionda di notevole bellezza. Si sarebbe fatto dare dei vestiti, un po’ di soldi, poi sarebbe volato immediatamente tra le braccia del suo protetto durante una delle sue serate in quel bar gay non lontano da casa sua.
Sembrava tutto così facile.
Caliel sorrise.
“Presto sarò da te”, pensò.





_______________________________

*angolo dell'autrice*
Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui ^^
Beh, questo capitolo è un po' corto, ma d'altra parte è il primo e non potevo dilungarmi troppo.
Fatemi sapere se la storia potrebbe interessarvi, o se è il caso di non continuarla.
Le recensioni sono ben accette, specialmente perché mi aiuteranno a capire quello che ho appena detto nella riga precedente :3

Baci,
Pandi34
  
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