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Autore: Pandora86    17/06/2014    9 recensioni
Hanamichi ha finito la riabilitazione ma una nuova sfida lo attende: quella con il suo vero volto.
Ma non sarà solo; ad accompagnarlo ci sarà l’onnipresente Yohei che, nel frattempo, si troverà alle prese con la domanda più importante: cos’è l’amore?
Ultima parte de “Il tuo vero volto”.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con il nuovo capitolo.
Ringrazio chi ha recensito quello precedente e chi ha inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate!
Ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Buona lettura.
 
 
 
Capitolo 14. Epilogo.
 

Rukawa osservò il volto della ragazza divenire pallido e poi, successivamente, sgranare gli occhi.

La vide boccheggiare e rimanere in silenzio, ma non ripeté la frase.

I suoi atteggiamenti stavano a significare che l’aveva udita benissimo.

Udita e capita, soprattutto.

Ed era questo, quello che contava.

Perché Rukawa, a differenza di Hanamichi, sapeva di non avere nulla da perdere.

Sicuramente, il suo do’hao non aveva neanche lontanamente accennato alla loro situazione e nemmeno rivelato da che lato pendessero i gusti della super matricola.

Il do’hao era troppo buono e sicuramente l’aveva fatto per non coinvolgerlo, nel caso la ragazza non avesse tenuto la bocca chiusa.

Però, Rukawa considerò che, anche se per il motivo sbagliato, Hanamichi aveva fatto la scelta giusta.

Perché, considerando che la ragazzina si sarebbe potuta arrabbiare molto (anche se Rukawa avrebbe definito il tutto come crisi isterica!) di certo non avrebbe minimamente creduto alle parole di Hanamichi.

Lui, d’altro canto, essendo la super matricola, asso indiscusso della squadra, idolo incondizionato di tutte le ragazzine della scuola, ecc…, ecc…, non aveva proprio nulla da perdere.

Anzi, sperò quasi che la ragazza rivelasse il fatto che Kaede Rukawa era gay.

Di certo, sarebbe stata mangiata viva da tutte le ragazze del liceo.

Prime fra tutte, ad agire, sarebbero state sicuramente le pazze esaltate RU, KA, e WA.

Già, se fosse stato un tipo diverso caratterialmente, sarebbe scoppiato a ridere seduta stante, tanto lo divertiva il pensiero.

Però, essendo Kaede Rukawa, alias la persona meno espressiva di tutta la popolazione mondiale, si limitò a ridere nella sua testa.
Inoltre, quel silenzio iniziava a seccarlo, per cui, decise di porvi fine nel suo solito modo.

“Sei sorda, oltre che tarda?” le disse, fissandola severamente.
Vide che la ragazza si apprestava a parlare e tirò un sospiro di sollievo.

Quando però la vide aprire e richiudere la bocca senza fare uscire alcun suono, allora valutò di risolvere tutto alla maniera di Hanamichi e prenderla a testate.

In fondo, con il fratello, nella partita contro il Ryonan aveva funzionato.

Forse, anche su di lei avrebbe avuto l’effetto di una bella svegliata.

Tuttavia, suppose che Hanamichi non avrebbe gradito la cosa, quindi preferì continuare a parlare, sperando che si svegliasse dallo stato di trance in cui sembrava caduta.

“Stiamo insieme” ripeté e vide Haruko alzare lo sguardo.

“Lo amo!” le disse ancora.

“Da sempre” ci tenne a sottolineare.

“E di certo, molto più di quanto tu creda di amare me” le disse ancora, sperando che lei capisse.

“Danneggia lui, e danneggerai anche me. Ma puoi stare certa che non rimarrò fermo a guardare” affermò con sicurezza, decidendo di girare i tacchi e andarsene.

Solo un’ultima cosa si sentì in dovere di aggiungere, prima di lasciarla definitivamente.

“Lui ti è molto affezionato. Non mandare tutto a cagare per una stronzata!” terminò per poi andarsene definitivamente.

D’altro canto, sapeva che le sue parole avrebbero avuto l’effetto sperato.

Tzè! Ironizzò nella sua testa.

L’unico vantaggio di essere l’idolo delle ragazzine!

Fu questo il suo pensiero mentre camminava lesto verso una sola possibile meta: il suo do’hao.
 

***
 

“Bel lavoro!” approvò Mito sorridendo, mentre guardava Rukawa allontanarsi.

“Davvero un gran bel lavoro, Kaede Rukawa” esclamò in un sussurro, con il cuore pieno di sentimenti contrastanti.

Se non fosse stato così estraneo al suo modo di essere, si sarebbe messo a piangere dalla
felicità e dalla commozione.

Perché, quello che aveva appena visto segnava, finalmente, la fine di un’era l’inizio di un’altra.

Liberazione, sollievo, e chissà quante altre sensazioni albergavano nel suo cuore, senza che lui avesse il tempo di catalogarle tutte.

Solo una cosa però sentiva più delle altre: il macigno che portava sul cuore era improvvisamente scomparso, lasciando il posto a qualcosa di indefinito.

Un po’ come quando ci si impegna con tutte le forze per qualcosa, utilizzando tutte le proprie energie e anche di più.

Si lavora sull’obiettivo, non pensando ad altro e dimenticandosi anche di respirare pur di raggiungerlo.

In quei frangenti, La mente e il corpo sono uniti in una cosa sola, e collaborano insieme per sostenersi in una lotta che si prevede difficile.

Poi, in un momento del tutto non previsto, ecco che questa cosa si realizza.

Succede quando si è al limite delle forze, ma non ci si arrende ancora.

Sì, eccolo che si realizza davanti ai propri occhi.

E, dopo aver lottato tanto, la prima sensazione è lo smarrimento.

Il lavoro è stato talmente duro che, in un primo momento, si fatica a credere di essere arrivati a un tale risultato.

Perché ci vuole tempo per assimilare il concetto: ci sono riuscito!

Mito sentì gli occhi pizzicare, nonostante tutto.

Tanti pensieri gli attraversavano la mente e, istintivamente, si portò una mano al cuore che batteva veloce: la voragine che aveva dentro era scomparsa.

Era tutta la vita che sperava in quel risultato e vederlo così, realizzato davanti ai suoi occhi, nudo e crudo, gli creava un senso di smarrimento.

Poggiò una mano al muro, sentendo la testa girare leggermente, e vi accostò la fronte.

Fu in quel momento che sentì una mano poggiata su di lui riportarlo alla realtà.

“Tutto bene?” gli chiese la voce preoccupata alle sue spalle, e Mito si voltò sentendo le sue guance bagnarsi.

Un’unica lacrima cadde.

Un’unica lacrima che finalmente, segnava l’inizio di una nuova vita.

Mito sorrise prima di rispondere, mentre andava ad afferrare la mano dell’altro, poggiata sulla sua spalla.

“Sì, tutto bene” confermò.

“Perché la tempesta è passata” e chiuse gli occhi, poggiando la fronte sul torace dell’altro.

Sendoh sorrise a sua volta, capendo pienamente il significato di quelle parole e stringendo l’altro a se.

Sapeva che Mito aveva vissuto tutta la vita in simbiosi con Hanamichi, cercando di fare in modo che fosse felice.

Aveva impiegato tutte le sue energie in quell’obiettivo, quindi capiva benissimo quello che provava.

Era come quando la sua squadra vinceva una partita decisiva.

Probabilmente, la stessa sensazione provata da Akagi quando non riusciva a credere di aver realizzato il suo sogno e aveva pianto lacrime di commozione.

Sì, lui aveva perfettamente inteso quello che l’altro stava provando.

Fu per questo che lo strinse a sé senza parlare.

Perché non c’era bisogno di parole ma solo di sentire il cuore di Mito battere contro il suo, mentre tutto il resto del mondo andava avanti, incurante di quello che era avvenuto nel cuore di quattro ragazzi.

Incurante del fatto che quattro ragazzi avessero trovato il loro posto nel mondo accanto a qualcun altro, desiderosi solo di crescere e vivere fino in fondo, affrontando tutto senza nascondersi.

Hanamichi, che finalmente aveva indossato la maschera del suo vero volto.

Yohei, che finalmente aveva detto addio alle catene che si era auto – imposto.

Kaede, che aveva difeso, per la prima volta nella sua vita, qualcun altro che non fosse se stesso e aveva definitivamente detto addio alla solitudine.

Akira, che aveva smesso di cercare la sua metà mancante nei volti di persone che, in fondo, non lo conoscevano affatto, trovando finalmente la sfida che cercava e che lo faceva stare bene.

Quattro ragazzi che avevano deciso di vivere con il loro vero volto.
 

Dieci anni dopo – America.
 

“Ma guarda, finalmente si sono decisi!” esclamò Sendoh leggendo l’e-mail.

Yohei uscì dal bagno, osservando con un ghigno quello che l’altro leggeva.

“Eh già, era ora!” affermò soddisfatto.

“Ma guarda, Kaede ti ha scelto come testimone!” ridacchiò, sedendosi su una delle gambe di Sendoh.

“E Hanamichi ha scelto te” esclamò allegro Akira.

“Questo era ovvio!” sbuffò l’altro guardandolo con espressione saccente.

“Hanamichi chiede se possiamo trattenerci, visto che vuole il tuo aiuto per organizzare la cerimonia” disse ancora Sendoh continuando a leggere.

“In effetti, dubito che i suoi nonni e Kaede siano molti d’aiuto visto che: gli uni rischierebbero di mandarli sul lastrico, dato che vogliono sempre il meglio per il loro nipotiiino” e qui Yohei imitò la voce della nonna di Hanamichi, “e che Kaede non farebbe altro che dire sì a qualunque cosa, rispondendo nel sonno” terminò la sua, più che oggettiva, analisi.

“Potremmo approfittarne anche noi!” sussurrò Sendoh sul collo dell’altro, con voce sensuale.

“No, grazie!” si scansò Mito, andando però a posare un bacio sulle labbra del giocatore.

“Cattivo!” piagnucolò Sendoh.

“Sempre” gli confermò Yohei ghignando.

“Chissà che faccia faranno, quando sapranno che io ho accettato il contratto per giocare nella loro stessa squadra” chiese Sendoh ridacchiando.

“Sono molto curioso, in effetti” rispose Mito sorridendo.

“Londra ci aspetta” esclamò il giocatore, stringendo la vita dell’altro.

“D’altro canto, tu puoi lavorare ovunque, vista la tua fama!” continuò ancora Sendoh.

“Comunque, ho il regalo di nozze giusto per loro” cambiò argomento Yohei, alzandosi e prendendo uno scatolone.

“È arrivato?” domandò Akira, interessato.

“Stamattina, mentre tu dormivi” confermò Yohei.

“Direttamente dal Giappone” e sorrise, mentre apriva il pacco con Sendoh che guardava interessato il contenuto.

Non vedeva l’ora di poter leggere la nuova opera di Mito in lingua madre, visto che questa era un po’ particolare.

Per l’occasione, Mito l’aveva completata prima di darla alle stampe e adesso eccoli lì, tutti i volumi che, Sendoh ne era sicuro, avrebbero spopolato in molti stati.

Era anche curioso di conoscere lo pseudonimo che Yohei aveva usato, proprio per sviare Kaede e Hanamichi.

Osservò la copertina del primo volume, toccandola con riverenza.

“In fondo” disse Yohei sorridendo, “è cominciato tutto da lì”.
Sendoh annuì e lesse il titolo:
 

                                             Slam Dunk Vol.1
                                          Di Takehoko Inoue
 


The End.
 

Note:

Non ho molto da dire su questo capitolo se non qualche piccola precisazione.

Come avrete notato, ho lasciato in sospeso alcune questioni.

Questa scelta non è stata casuale ma voluta.

In primis, c’è la questione Haruko che scelgo di concluderla così.

Credo sia, infatti, abbastanza evidente, dai pensieri di Rukawa e dalla precedente introspezione della ragazza che, alla fine, l’amicizia tra lei e Hanamichi si salverà.

Poi, non affronto le questioni familiari, tipo lo zio di Hanamichi o il padre di Yohei.

Anche questa è stata una scelta voluta dato che ho deciso di rispecchiare la caratteristica principale della storia dandole un finale introspettivo.

Infatti, poi riprendo la vita dei protagonisti dopo dieci anni non a caso.

È abbastanza ovvio che Hanamichi, nel corso dei dieci anni, abbia rivisto lo zio, così come Yohei suo padre.

Tuttavia, lo scopo de “Il tuo vero volto” non era tanto quello di risolvere i vari problemi dei protagonisti, quanto quello di trattare la loro crescita psicologica.

Hanamichi e Yohei sono finalmente cresciuti, decidendo di affrontare le cose belle della vita, e le cose brutte, con il loro vero volto e a testa alta.

Finalmente, si accettano per quello che sono scegliendo di rimanere uniti e imparare ad amare, nonostante tutto.

Perché lo scopo non era tanto scrivere di un lieto fine, dove tutte le problematiche si risolvono, dato che quelle, nella vita, ci saranno sempre. Il vero scopo è come le si affronta, da qui la scelta di dare un finale più introspettivo.

Lascio anche in sospeso la questione della casa di Hanamichi, lasciando intendere, nei capitoli precedenti, che finalmente vi farà ritorno con Kaede.

Per quanto riguarda invece la parte di Mito, beh, dato che “Il tuo vero volto” nasceva con lo scopo di creare degli avvenimenti che si integrassero perfettamente con il manga e che ne riempisse i vuoti, non contraddicendolo, mi è sembrato un modo carino per rendere la storia ancora più verosimile.

Tutti noi, infatti, conosciamo Slam Dunk, chi tramite il manga chi tramite l’anime, e scegliere di far scrivere a Mito quello che tutti noi conosciamo credo abbia concretizzato abbastanza bene lo scopo originale de “Il tuo vero volto”.

Inoltre, scelgo di far vivere Hanamichi e Kaede a Londra, perché più vicini ai nonni del numero dieci, anche se in uno stato diverso.

Anche qui il fatto che le due coppie abbiano vissuto per anni in continenti diversi è stata una scelta ponderata.

Perché Hanamichi e Yohei saranno sempre uniti, nonostante abbiano chilometri a dividerli.

Hanno imparato a camminare sulle loro gambe, riuscendo a porre fine a quella simbiosi fisica, che spesso ho decritto, in cui vivevano, capendo che le separazioni fisiche non sempre corrispondono a separazioni mentali.

Poi, c’è il ritorno nello stesso stato; anche questa, è stata una cosa calcolata.

Perché, Hanamichi e Yohei, possono vivere di nuovo insieme, ora che non hanno più quella dipendenza l’uno verso l’altro che li portava a isolarsi dal mondo e che ho descritto nei primi capitoli di questa storia.

Sono più che amici e più che fratelli e finalmente possono vivere vicini serenamente, senza creare uno spesso muro tra loro e il resto del mondo.
 
Che altro dire… spero che vi sia piaciuto come ho gestito il tutto.

Come sempre, aspetto i vostri commenti, salutandovi definitivamente e ringraziando tutti quelli che mi hanno letto e sostenuto in quest’avventura durata quasi due anni.

Grazie a tutti!

Per il futuro, ho in mente un’AU su Slam Dunk, ma non credo tornerò tanto presto (di sicuro dopo l’estate) dato che voglio concentrarmi su un’altra storia che sto pubblicando sul fandom di Merlin.

Spero di ritrovarvi tutti, alla mia prossima fic e, nel frattempo, ringrazio ancora chi è giunto fin qui.

Pandora86

Disclaimers: I fatti narrati in questa fic, così come nelle altre stagioni, sono inventati, e non scritti a scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono e tutti i diritti sono riservati al legittimo proprietario del copyright.
  
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